Tech
Wired Next Fest: il 15 e 16 giugno Milano riflette sul mondo digitale
E’ stato reso noto il cast dei partecipanti all’undicesima edizione del Wired Next Fest, il più grande evento a partecipazione gratuita in Italia dedicato all’innovazione e alle tecnologie digitali. Il festival si terrà a Milano il 15 e 16 giugno, ospitato negli spazi del Castello Sforzesco.
Wired Next Fest: il 15 e 16 giugno Milano riflette sul mondo digitale
Il Wired Next Fest è da tempo un punto di riferimento preciso per la cultura e la riflessione critica sulla tecnologia. In grado di offrire alla città una straordinaria opportunità per comprendere meglio l’impatto delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, sulla nostra società.
Una lunga lista di personaggi molto attesi
Tra i nuovi ospiti annunciati ci sono: Cédric O, Taghi Rahmani, Pegah Moshir Pour, Antony
Loewenstein, Luca Ravenna, Alessandra Celentano, Ditonellapiaga, Santi Francesi, Zerocalcare, Mario Natangelo, Caterina Guzzanti, Nunzia Ciardi, Alex Britti, Mariarosa Taddeo,
Diletta Huyskes, Veronica De Romanis, Francesco ‘Mehths’ Cicconetti, Davide Dormino, Paola
Caridi, Paolo Legrenzi, Donatella Sciuto, Anna Momigliano, Carola Frediani, Matteo Villa,
Giovanni Ziccardi, Ginevra Zucconi, Cristina Brondoni, Paolo Canova, Pasquale Panuzzo,
Michele Fino, Laura Pusceddu, Livio Ricciardi e Alberto Robiati.
Occasioni di confronto su temi estremamente attuali
Durante le due giornate di evento, che avranno come focus una riflessione su cos’è oggi
essenziale, il pubblico avrà l’opportunità di partecipare a talk, exhibition, workshop, laboratori, gaming e incontri che saranno aggiornati e comunicati sul sito dell’evento. Un’occasione per capire come la tecnologia stia segnando un mondo che non è totalmente polarizzato ma fatto di molte sfumature.
Coinvolta anche la redazione
Tra i workshop anche alcuni momenti di formazione che vedranno protagonisti i giornalisti della redazione di Wired: uno dedicato all’utilizzo dei social network e degli strumenti di Seo, uno sulla piattaforma di whistleblowing Wired Leaks, uno sui temi della data visualization.
La partnership del Politecnico
Quest’anno, inoltre, il festival si avvarrà della partnership scientifica del Politecnico di Milano che contribuirà a comprendere meglio l’impatto delle nuove tecnologie – come per esempio l’intelligenza artificiale – sulla società. “Ogni anno che passa il Wired Next Fest diventa sempre più un luogo centrale per le discussioni che segnano i nostri tempi.
La rivoluzione digitale tocca gli aspetti più svariati delle nostre vite
Wired Next Fest: il 15 e 16 giugno Milano riflette sul mondo digitale. La rivoluzione digitale – nata a cavallo del passaggio di millennio e che oggi prende le forme dell’intelligenza artificiale – ormai definisce ogni aspetto della società: dai governi all’economia, dal lavoro ai consumi, dalla mobilità ai comportamenti personali. È quindi essenziale capire come la tecnologia possa essere uno strumento utile per affrontare le grandi sfide che il mondo ha di fronte”, afferma Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia.
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Basta un Bot per vincere a poker con l’Intelligenza Artificiale
L’arrivo dell’intelligenza artificiale nel poker online ha rivoluzionato il modo in cui giocare. Quello che era iniziato come un esperimento accademico, in breve tempo è diventato un business multimilionario, con implicazioni pesanti per l’industria del gioco d’azzardo online.
Bot nel poker online? Ecco come un gruppo di studenti russi ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di sbancare ogni tavolo da poker anche a livelli professionistici. Con la loro invenzione questa IA, inizialmente creata per scopi accademici, è diventata ben presto un business redditizio che riesce a battere anche avversari umani.
Dagli studi universitari al business globale il passo è breve
Nata in un dormitorio universitario russo, l’IA del Bot per il poker è stata affinata grazie all’applicazione di teorie matematiche e di machine learning. Il software messo a punto dai ragazzi russi era in grado di bluffare, nascondere le proprie carte e adattare la propria strategia in base all’avversario, proprio come un giocatore umano esperto. Ed è stato subito un successo che inizialmente ha attirato l’attenzione di investitori e aziende, trasformando il progetto dei ragazzi in una vera e propria impresa. L’IA è stata venduta a diversi partner, che l’hanno integrata nei propri software per il gioco d’azzardo online, timorosi di essere ‘sbancati’ dal nuovo giochino…
L’impatto sui siti di poker
L’introduzione dei Bot nel poker online ha avuto un impatto travolgente sull’industria. Da un lato, ha portato a una maggiore competitività, spingendo i giocatori a migliorare le proprie abilità. Dall’altro, ha sollevato preoccupazioni sulla lealtà del gioco e ha costretto i siti di poker a sviluppare sistemi di rilevamento sempre più sofisticati. Nonostante i rischi, i bot hanno anche portato benefici ai siti di poker. In che senso? Hanno garantito una maggiore liquidità ai tavoli, hanno attirato più giocatori e aumentato i profitti. Inoltre, alcuni siti offrono ora strumenti e servizi basati su IA per aiutare i giocatori a migliorare le proprie prestazioni.
Un’evoluzione continua che rischia di farsi clandestina
La battaglia tra IA e sistemi di rilevamento è in continua evoluzione. I creatori di bot cercano costantemente nuove strategie per eludere i controlli, mentre i siti di poker investono in tecnologie sempre più avanzate per contrastare il fenomeno.
Tech
In che modo la tecnologia che abbiamo in casa ci spia e come fare a difendersi
Le tecnologie intelligenti hanno senza dubbio semplificato le nostre vite, migliorando la comunicazione e l’accesso alle informazioni. Tuttavia, è essenziale essere consapevoli dei rischi che comportano per la nostra privacy e sicurezza. Proteggere i dati personali e comprendere come funzionano questi dispositivi è fondamentale per mantenere le nostre case al sicuro in un mondo sempre più connesso.
La casa, un tempo considerata un rifugio sicuro, oggi si trova sotto minaccia a causa delle tecnologie intelligenti che utilizziamo quotidianamente. Dispositivi come telefoni cellulari, televisori e sistemi di sicurezza intelligenti, tutti connessi a Internet, raccolgono costantemente dati personali. Questi dati includono informazioni su posizione, interessi e interazioni, creando una dettagliata “impronta digitale della casa” che mette a rischio la privacy e la sicurezza delle famiglie.
La sorveglianza domestica
Secondo un gruppo di ricercatori provenienti da varie università, queste tecnologie permettono agli aggressori di accedere a dati sensibili come messaggi, conversazioni telefoniche, posizioni e ricerche online. David Choffnes, professore della Northeastern University, avverte che “chi viola può avere un’idea chiara di cosa c’è in ogni casa, di chi c’è, di quando e dove si sta muovendo”. Questo mette a rischio la sicurezza domestica, trasformando le case intelligenti in potenziali obiettivi per attacchi mirati.
Dispositivi connessi e interazioni a rischio
Juan Tapiador, professore dell’Università Carlos III, sottolinea che molte persone non sono consapevoli del fatto che tutti i dispositivi connessi al Wi-Fi comunicano tra loro, aumentando le vulnerabilità. Le tecnologie di spionaggio possono monitorare le attività domestiche attraverso Internet, esponendo ulteriormente gli utenti a potenziali minacce.
Il problema dei dispositivi Android
Gli utenti di dispositivi Android sono particolarmente a rischio. Molte applicazioni su Android contengono software che raccolgono dati privati senza il consenso adeguato degli utenti, violando il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Nonostante gli sforzi di Google per migliorare la sicurezza di Android, queste pratiche continuano a rappresentare una minaccia significativa per la privacy degli utenti.
La macchina del marketing globale
La raccolta di dati personali alimenta una vasta macchina del marketing e della pubblicità globale. Questa sorveglianza si manifesta nella pubblicità personalizzata che riceviamo sui nostri dispositivi mobili ogni giorno. Narseo Vallina-Rodríguez, ricercatore presso Imdea Networks, spiega che “l’esposizione di queste informazioni senza alcun controllo permette ai servizi pubblicitari o alle applicazioni spia di creare un’impronta digitale di ogni casa”. Questa pratica viola la privacy delle famiglie, deducendo il loro livello di reddito e le abitudini quotidiane.
Tech
Che fine ha fatto l’inventore di Msn, Nathan Myhrvold
L’inventore di un servizio ai tempi avveniristico, del quale Bill Gates capì subito il grande potenziale, arruolandolo nel suo team. Oggi il suo business sono i brevetti.
Un servizio di video chat passato alla storia, dietro al quale c’è Nathan Myhrvold, genio dell’hitech che a poco più di 20 anni, fonda la sua prima startup, Dynamical System Research. Nel 1986 sviluppa un ambiente operativo che consente di usare più applicazioni contemporaneamente. Microsoft ne comprende il potenziale e acquista per 1,5 milioni di dollari e arruola pure Nathan, che per 13 anni scala posizioni fino a diventare CTO, mentre scrive un documento che cambia per sempre la vita della multinazionale di Bill Gates.
Fonda una squadra speciale con l’ok di Gates
Nathan, master in matematica ed economia a Princeton e un post dottorato a Cambridge, non possiede certo il profilo di chi entra in una grossa azienda in silenzio. Pronti-via… il primo incarico che gli viene affidato è di occuparsi dello sviluppo di tecnologia avanzata. Rileva una falla in azienda e scrive un corposo documento nel quale chiede a Bill Gates (al tempo Ceo di Microsoft) di creare una squadra speciale formata da ricercatori. Con l’ok di Gates nasce il Microsoft Research, per sviluppare progetti innovativi. Sono i primi mattoni di quello che oggi è un centro di ricerca nato nel 1991 con un gruppo di cinque persone e cresciuto fino a impiegare oggi oltre 1000 risorse, tra America, Europa e Asia.
La nascita di Msn
È il 24 agosto 1995 quando debutta uno dei primi prodotti che Microsoft decide di commercializzare: Microsoft Network, un insieme di servizi online. Due su tutti diventano subito popolari, Hotmail (per la posta elettronica). E Messenger, servizio di istant messaging. Oggi, nell’epoca di Whatsapp, l’idea fa un po’ sorridere. Ma ai tempi era rivoluzionario, in anni in cui i ragazzi possedevano cellulari con traffico prepagato, quando gli anni in cui sarebbe stato possibile inviare messaggi gratis erano molto lontani. Con Messenger potevi chattare, fare video, telefonate, con la tua lista di amici in Italia o all’estero. Tutto gratis. I trentenni che ci sono passati, i Millennials, lo ricordano molto bene.
Con l’avvento di Facebook si inaugura una nuova era e il Web ne esce radicalmente trasformato. Messenger perde utenti, 48% l’anno. Mentre un altro software di messaggistica istantanea e voip, nato in Estonia, cresce a ritmi vertiginosi. Si chiama Skype e nel 2011 ha 663 milioni di utenti registrati a livello mondiale. Nel 2012 la decisione: Messenger confluisce in Skype che lo rimpiazza ufficialmente. E vengono chiusi anche i cosiddetti “space”, i blog, associati a ogni account. La fine di un servizio e di un’epoca.
Il business attuale di Myhrvold è quello di fare soldi coi brevetti
Il nome di Nathan Myhrvold negli ultimi anni è legato alla Intellectual Ventures, società che sviluppa, compra e vende brevetti per risolvere grosse sfide dell’umanità come epidemie e riscaldamento globale. Fondata nel 2000, l’azienda ha raccolto finanziamenti complessivi di 5,5 miliardi. Più investimenti da università come Stanford, con ricavi di 3 miliardi di dollari sulle licenze accumulate negli anni. Un vero e proprio dominio sul mercato dei brevetti: ne possiede circa 70 mila. In molti lo criticano ma lui risponde sereno: «Lo scopo dell’azienda è di investire in nuove invenzioni. Le grosse aziende che mi accusano di essere un troll sono solo ipocrite. Facciamo esattamente quello che fanno Microsoft, Apple, Facebook. Tutte comprano brevetti per rivenderli e guadagnarci».
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