Sonar: tra suoni e visioni
Per una grande politica ci vuole un grande… boa!
Recentemente ho pubblicato un articolo dove spiegavo l’ennesima candidature del buon vecchio Alice Cooper alle Presidenziali USA. Con un “non programma” di tutto rispetto, così argomentato: “Bene, sono Alice Cooper e sono un uomo problematico per tempi difficili. Non ho assolutamente idea di cosa fare, quindi dovrei adattarmi perfettamente”.
Amanti dei serpentoni ed aspiranti politicanti
Pensando a Vincent Damon Furnier (questo il suo vero nome all’anagrafe, nato a detroit nel 1948) non ho potuto fare una sinapsi politico-erotica con la figura di Ilona Staller, in arte (e che arte…) Cicciolina. Anche lei candidata quantomeno scomoda, cantante (anche se la sua specialità in realtà era altro) ed amante come Alice dei… pitoni. E vi giuro che in questo caso il doppio senso è totalmente involontario!
Quello di Alice
Cooper è considerato tra i più importanti esponenti del cosiddetto shock rock, del quale è stato definito da giornalisti ed esperti il “Padrino” (The Godfather of Shock Rock). I suoi show sono macabri, cruenti r molto spettacolari. Le sue performance live sono famose per la presenza di elementi scenici come ghigliottine, bambole impalate e il famigerato boa conscriptor (assolutamente vivo e vegeto) attorcigliato al collo. I suoi testi contengono elementi ispirati dalla narrativa horror; tuttavia, nella sua ampia produzione possiamo trovare canzoni sugli argomenti più diversi, inclusi temi di ampio respiro come la libertà di espressione, la religione e i problemi legati alla società statunitense.
Il boa constrictor, lungo quasi 5 metri, che la rockstar americana Alice Cooper era solita portare in scena nei suoi concerti horror, nel 2017 venne azzannato da uno dei topi che costituivano la sua colazione preferita. Nel giro di poche ore, il serpenteone passò a miglior vita. Dopo qualche audizione, venne prontamente sostituito da un bellissimo esemplare della stessa razza che il cantante battezzò affettuosamente Angel.
Racconta Cooper: “Una sera ero al Marriott Hotel di Knoxville, Tennessee e ho lasciato il boa nella doccia della mia camera. Poi, sono uscito a cena. Quando sono tornato, il serpente era scomparso: si era infilato nel tazza del bagno e da lì giù nelle tubature. Pur di recuperarlo, hanno chiamato persino dei muratori che hanno spaccato i pavimenti. Niente da fare.
Due settimane dopo, mentre mi trovavo in un’altra città, ho letto sul giornale che al Marriot di Knoxville, la country star Charley Pride ha trovato un boa constrictor nella sua camera da letto ed è svenuto. Era Angel, il mio boa“.
Quello di Cicciolina
Per anni alla pornostar ungherese è stato attribuito un rapporto con un cavallo, in un film (Cicciolina Number One). Ilona Staller spiegò la verità svelando il nome dell’attrice che effettivamente girò quella scena, Denise Dior. Una leggenda alimentata dall’utilizzo – da parte di Ilona – di un serpente durante i suoi spettacoli negli spettacoli live: un boa chiamato Pito Pito. Il rettile, secondo Lorenzo Croce, presidente dell’associazione italiana difesa animali e ambiente, sarebbe morto “per l’uso improprio fatto dalla pornostar“. Leggenda metropolitana o cruda realtà?!?
Lui ci prova da anni, lei riuscì a farsi eleggere
Mentre Alice Cooper si candida invano per l’ennesima volta alle Presidenziali, mostrando tutta la sua inesauribile verve satirica… la Staller – ce lo ricordiamo in molti – nel 1987 fu eletta deputata nella X legislatura del Parlamento italiano, con circa 20.000 preferenze. Risultando seconda, nelle liste del Partito Radicale, solo dietro a Marco Pannella. Cinque anni più tardi, insieme a Moana Pozzi, si candidò nel Partito dell’Amore, fondato da Riccardo Schicchi e Mauro Biuzzi, ottenendo questa volta pochi consensi.
In conclusione, non può che tornare in mente quel passaggio di Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, scritta da Fabrizio De Andrè con il grande contributo dell’amico Paolo Villaggio e contenuta nell’album d’esordio del cantautore, uscito nel 1967:
“E’ mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane?
Per evitare querele… il reame è l’Italia, la puttana è (spesso) la politica.
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Sonar: tra suoni e visioni
Il Cavaliere e la rockstar mancina: che combinazione sorprendente…
Cosa c’entrano Silvio Berlusconi e Jimi Hendrix?!? Questa apparentemente sorprendente relazione lega i due personaggi per un dettaglio preciso, che non conoscono in molti. Si tratta del prezioso materiale con cui è stata costruita la bara che contiene il feretro con le spoglie di Silvio Berlusconi.
Il medesimo materiale
Il feretro che contiene i resti del Cavaliere è stato realizzato dai maestri artigiani dell’Art Funeral Italy di Caravaggio (BG). Una bara in legno di mogano con striature color rosso bruno proveniente dall’Honduras. Il medesimo legno con cui venivano costruite le leggendarie chitarre di Jimi Hendrix. Fra le tante, la meravigliosa Fender Stratocaster, quella principalmente associata alla sua iconografia, entrata nella storia del rock come simbolo di qualcosa che ha cambiato tutto. Il suo modo di suonare era qualcosa di mai visto prima, a partire dal fatto che continuasse a usare chitarre per destrimani pur essendo mancino. Ciò ha contribuito a creare quel sound unico che noi tutti apprezziamo, lo costringeva infatti a movimenti di dita non ortodossi.
Un legno particolarmente prezioso
La bara si chiama 23 Duomo. Per realizzarla ci sono voluti circa 20 giorni, 10 solo per la lucidatura. Il legno con cui è stata realizzata è stagionato e di elevatissima qualità. Il materiale utilizzato è stato ricavato sezionando tronchi interi, in modo da non far perdere al materiale le sue naturali venature, valorizzando in questo modo l’impronta digitale del legname definita figurazione.
Solo per la verniciatura ci sono voluti 10 giorni di lavoro
Altra caratteristica peculiare nella realizzazione del feretro è la doppia verniciatura: un processo che ha richiesto ben 10 giorni di tempo. Sulla bara infatti, grazie alla doppia verniciatura del legno è stato possibile creare un duplice effetto, visibile al meglio sotto la luce solare. Il cofano, infatti, risulta perfettamente lucido, in grado di mettere in risalto le venature del pregiato legno. Le parti parti laterali della bara e della cornice sono invece satinate.
Quanto è costata?
Il proprietario dell’azienda costruttrice, quando si svolse il funerale di Stato del Cavaliere, non lo svelò per non meglio specificati motivi di riservatezza. Si tratta comunque dello stesso tipo di bara in cui giace l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, scomparso nel 2022. L’azienda non ebbe ai tempi contatti diretti con la famiglia Berlusconi, realizzando la bara su commissione per terzi, in quanto solitamente progetta e realizza queste pregiate bare artigianali per diverse agenzie funebri.
Silvio e Jimi, due personaggi in totale antitesi, legati però dalla passione per le donne (clicca qui per un’altra sorprendente rivelazione)… e per questo aneddoto che avete appena letto. Riposino in pace, amen.
Sonar: tra suoni e visioni
Addio a Paul Di’Anno, un metallaro con il cuore punk
Negli ultimi anni si esibiva sul palco cantando sulla sedia a rotelle. Nonostante tutto… solo l’anno scorso aveva tenuto 100 concerti, con l’energia di un tempo. La sua ex band degli Iron Maiden lo ricorda con commozione e riconoscenza.
L’ultima volta che ho visto Paul Di’Anno dal vivo era completamente calvo, estremamente sovrappeso e, purtroppo, costretto dalle sue gambe malandate sulla sedia a rotelle. Eppure teneva ancora il palco con grande energia, con il classico piglio di chi si aggrappa alla vita, non volendo assolutamente mollare, qualsiasi cosa accada. La sua storia verrà raccontata in un documentario che uscirà nel 2025 e a cui il cantante ha lavorato prima di morire.
Con gli Iron Maiden
Nonostante tutto si esibiva di frequente
Era malato da tempo: Paul Di’Anno, il primo cantante ufficiale degli Iron Maiden, scomparso a 66 anni nella sua casa di Salisbury. I gravi problemi di salute legati soprattutto alle condizioni delle sue gambe, non gli impedivano di esibirsi con la band che aveva formato dopo la sua uscita dagli Iron Maiden. Solo l’anno scorso si era esibito in oltre 100 concerti!
Sua la voce nei primi due dischi
Il suo vero nome era Paul Andrews, è stato il cantante nei primi due album del gruppo heavy metal britannico: Iron Maiden del 1980 e Killers del 1981. Senza che Bruce Dickinson (il suo sostituto dal terzo disco fino ad oggi) se ne abbia a male… ma per molti – me compreso – rimane lui il vero leader dei Maiden!
Anche la sua casa lo ricorda
È stata la sua casa discografica, la Conquest Music, ad annunciare la scomparsa. «Nato a Chingford, East London, il 17 maggio 1958, Paul è arrivato alla ribalta come cantante della band inglese heavy metal Iron Maiden tra il 1978 e il 1981. Ha cantato nel loro innovativo album di debutto Iron Maiden, e nell’influente follow up, Killers», si legge nel ricordo della sua label.
Ero presente al concerto milanese del 1980
Il mio ricordo dello show milanese nel 1980 al quale assistetti è nitidissimo, sembra davvero ieri. I Maiden suonarono come supporter ai Kiss al Velodromo Vigorelli, lo stesso che nel 1965 ospitò i Beatles. Un set di neanche 40 minuti, tiratissimo, che impressionò tutti i presenti, forse anche di più della band mascherata di Gene Simmons e soci, sicuramente divertente e colorata… ma meno talentuosa.
Un “ragazzaccio”
Da quando aveva lasciato gli Iron Maiden, Paul Di’Anno ha avuto una lunga e movimentata carriera discografica, con alcune uscite soliste e apparizioni come ospiti. Di’Anno si era unito agli Iron Maiden dopo un’audizione nel novembre 1978. La band era stata fondata dal bassista Steve Harris tre anni prima e, nel frattempo, aveva già cambiato due frontman. Lui diceva di se stesso: «Gli Iron Maiden erano dei ragazzi adorabili che avresti potuto presentare a tua nonna. Li avrebbe adorati. Ma se avesse incontrato me, sarebbe morta di infarto nel giro di un minuto… Ho portato loro la follia e un look esagerato».
L’addio della sua ex band
«La notizia della scomparsa di Paul Di’Anno ci ha profondamente rattristati». Inizia così il messaggio diffuso dai Maiden dopo aver appreso la morte del loro ex cantante. «Il contributo che ha dato agli Iron Maiden è immenso», continua il messaggio, «ci ha aiutati a intraprendere il cammino che stiamo facendo da quasi cinque decenni. Ricorderemo con affetto la sua presenza negli anni pionieristici come frontman e cantante, sia sul palco che nei primi due album, e come noi verrà ricordata dai fan di tutto il mondo. Siamo grati per aver avuto la possibilità di rincontrato un paio d’anni fa e passare dell’altro tempo con lui».
Riposa in pace Paul.
Sonar: tra suoni e visioni
Canzoni pennute: quell’improbabile relazione tra il pollo e la musica
Come diceva Leo Longanesi… “Un vero giornalista spiega benissimo quello che non sa”. Io, più modestamente del grande elzevirista, pittore, disegnatore, editore ed aforista italiano… uso spesso il pretesto della musica per raccontare alcune mie viscerali passioni, come la cucina.
L’indimenticabile Fred a Detroit
Oggi parliamo di polli in musica. La prima cosa che mi viene in mente è il “confidenziale” Fred Bongusto che canta con eleganza gigiona Spaghetti a Detroit, canzonetta nella quale il protagonista si sottopone ad una dieta ferrea a base di pastasciutta, pollo con contorno di insalatina e caffè, ripensando con nostalgia alle pantagrueliche mangiate fatte nel Michigan. Come non citare poi, in questo contesto, i Chicken Mambo di Fabrizio Poggi?!? E i funambolici Chickenfoot… ne vogliamo parlare?!?
Una ricettina veloce veloce
A questo punto mi è venuta fame… e vi propino una ricettina sperimentata di recente, naturalmente a base del razzolante pennuto: gli arrosticini al miele! Ve la riassumo qui, con una piccola premessa: la cucina è spesso fatta di sapienti contrasti e, per certi versi, l’armonia di un piatto nasce proprio da connubi apparentemente irrealizzabili. Per esempio, può il latte convivere con il limone?
ARROSTICINI DI POLLO CARAMELLATI
Ingredienti per 4 persone:
1 petto di pollo da 500 gr.
Farina q.b.
1 bicchiere di latte
4 patate
Timo q.b.
Olio extravergine l’oliva
2 cucchiai di miele millefoglie
1 bicchiere di vino bianco
1 limone
Sale q.b.
Pepe q.b.
Preparazione
Tagliate a pezzetti il pollo e preparate gli spiedini, che metterete a marinare 15 minuti nel latte per ammorbidirli. Infarinateli e fateli cuocere in pentola con un filo d’olio, aggiustando di sale e pepe. Quando saranno dorati levateli dal fuoco e, nella medesima pentola, riducete il grasso di cottura con un bicchiere di vino bianco, due cucchiai grandi di miele millefoglie e il succo di limone. Fate poi caramellare gli spiedini nella riduzione ottenuta. Lessate le patate, schiacchiatele per bene, conditele con olio d’oliva, sale, pepe e timo e preparate delle quenelle (in italiano “chenelle”) aiutandovi con due cucchiai, che userete come contorno.
Cosa bere
E’ buona norma, se il piatto prevede l’utilizzo del vino come ingrediente, accompagnarlo col medesimo. Per questo piatto io ho usato (e bevuto) uno Chardonnay del Monferrato
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