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Lifestyle

Cercasi disperatamente fantasma per abitazione reale!

Il principe William e Kate Middleton possiedono diverse proprietà immobiliari, tra cui alcune che sono attualmente vuote e in stato di degrado. La questione ha attirato l’attenzione dei tabloid inglesi, che ipotizzano diverse intenzioni da parte della coppia reale.

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    Alcuni pettegolezzi suggeriscono che William e Kate stiano pianificando di rinnovare le proprietà per poi rivenderle o affittarle. Altri ipotizzano che le intendano destinare a uso filantropico o per ospitare membri della famiglia allargata. Al momento, non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte della coppia riguardo ai loro piani per queste proprietà.

    La coppia abita ad Adelaide Cottage
    William e Kate risiedono ad Adelaide Cottage, una graziosa dimora rosa confetto con quattro camere da letto situata nel Windsor Home Park, adiacente al Castello di Windsor nel Berkshire. La loro scelta di trasferirsi in questa residenza più modesta rispetto a Kensington Palace è stata interpretata come un desiderio di maggiore privacy e tranquillità, soprattutto in un periodo delicato come quello che Kate sta affrontando a seguito della diagnosi di cancro.
    Adelaide Cottage offre alla famiglia reale un rifugio immerso nella natura, che vanta ben sette ingressi e uscite che collegano direttamente al Castello di Windsor. Questa caratteristica offre alla famiglia reale un notevole grado di privacy e flessibilità negli spostamenti, permettendo loro di muoversi all’interno della tenuta senza il timore di essere paparazzati.


    Ma sullo stesso vialetto si trova Adelaide Lodge
    Adelaide Lodge, situata sullo stesso vialetto di Adelaide Cottage, rappresenta un’altra residenza presente nella tenuta di Windsor. Tuttavia, a differenza della dimora occupata dal Principe William e Kate Middleton, Adelaide Lodge si trova attualmente disabitata e versa in condizioni non ottimali, presentando diverse problematiche strutturali che ne compromettono la sicurezza. Mentre alcuni ipotizzano che la ristrutturazione dell’edificio potrebbe renderlo una futura residenza indipendente per uno dei figli della coppia, George, Charlotte o Louis, al momento non vi è alcuna conferma ufficiale che questa sia una priorità per Kate e William. Le loro attuali scelte sembrano infatti concentrarsi sul mantenimento e sul potenziale rinnovamento di Adelaide Cottage come loro residenza principale.

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      Curiosità

      L’eco e le conversazioni con la natura

      L’eco è un fenomeno acustico che si manifesta come la ripetizione di un suono riflesso da una superficie distante, come una parete, una montagna o un edificio. Questo riflesso sonoro si verifica quando un’onda sonora viene emessa, rimbalza su una superficie e ritorna all’ascoltatore con un certo ritardo temporale.

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        L’eco è distinto dal riverbero, che è un effetto più diffuso e prolungato di molte riflessioni sonore ravvicinate. È udibile in molti contesti, dai panorami naturali maestosi alle affascinanti architetture urbane, rivelando le caratteristiche e le distanze delle superfici attorno a noi.

        Ma che cos’è quella vocina che rimbalza
        L’eco è il risultato della riflessione delle onde sonore su superfici che sono abbastanza distanti da permettere al suono riflesso di essere percepito come separato dal suono originale. Questo ritardo è dovuto alla distanza percorsa dal suono tra la sua origine e la superficie riflettente, e poi di nuovo verso l’ascoltatore.

        Le distanze
        Per essere percepito chiaramente, l’eco richiede che la superficie riflettente sia sufficientemente lontana da permettere un ritardo
        (di almeno 0,1 secondi, che corrisponde a circa 17 metri di distanza, dato che la velocità del suono nell’aria è di circa 343 metri al secondo).

        Dove si può creare e sentire l’eco?

        L’eco può essere udito in vari ambienti e condizioni che favoriscono la riflessione delle onde sonore. Ad esempio, sulle Montagne dove la riflessione delle onde sonore sulle superfici rocciose o innevate delle montagne può produrre eco chiaramente udibili. Nelle Grotte, dove le pareti di una grotta, grazie alla loro struttura chiusa, possono creare eco distinti e persistenti. Sotto i Ponti o vicino a essi, dove il suono può rimbalzare sulle superfici di cemento o metallo, creando eco particolari. In Teatri e Sale da Concerto, in spazi progettati per l’acustica, l’eco può essere utilizzato per migliorare l’esperienza sonora, anche se di solito si mira a controllarlo per evitare distorsioni.

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          Curiosità

          Padre Pio detestava la tv: lo sapevate?

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            Si tratta di un must del palinsesto estivo di Rai1. Da anni, infatti, in diretta da Piazza Santissima Annunziata di Pietrelcina (BN) va in onda Una Voce per Padre Pio, una serata di canzoni e di sensibilizzazione – con relativa raccolta fondi – condotta da Mara Venier in versione “illuminata dalla fede”. Magari ogni tanto esagerando con l’enfasi… e mostrando al popolo dell’etere canonizzato (nel senso che… pagano il canone) tutta la lotro devozione, vera o stimolata ad hoc per l’occasione.

            Avversione totale per il piccolo schermo

            Peccato solo per un piccolo ma singolare dettaglio: padre Pio da Pietrelcina detestata la televisione! In lei e in molte altre cose vedeva gli influssi negativi della modernità dilagante. Sembra che, da una testimonianza che va presa come tale, parlando con una sua figlia spirituale, davanti ad altri testimoni, padre Pio dopo aver saputo che nelle case degli abitanti di San Giovanni Rotondo nei primi anni ’60 era arrivata la televisione, avrebbe esclamato: «È arrivato il diavolo in casa!».

            Le telecamere? Che gran fastidio!

            Eiste anche un filmato, visibile su YouTube, che mostra un Padre Pio piuttosto infastidito dalla presenza delle telecamere. La Rai, in quel frangente, aveva deciso di raccontare «Una giornata di Padre Pio» e aveva mandato una troupe in loco. Più volte Padre Pio si rivolge all’operatore e ai tecnici urlando: «La finite o no?». E quando la macchina da presa lo segue in sacrestia sbotta: «O la smettete voi o ora io me ne vado».

            Un presunto burbero

            Per essere completamente obiettivi, ci sarebbe da capire meglio la caratteristica definita da molti “burbera” del suo carattere. Per alcuni non si trattava di scontrosità caratteriale… ma allontavìnava laa folla per timotre che gli calpestassero i piedi pieni di piaghe. Successe tante volte e sobbalzava dal dolore.

            La questione, costantemente dibattuta, delle sue stimmate

            Di contro, la questione delle stimmate è fonte di polemica costante. Sembra che il religioso ordinasse in segreto acido fenico dal farmacista: attraverso alcuni bigliettini chiedeva flaconi di acido fenico e veratrina, sostanze caustiche in grado di procurare bruciature e lesioni sulla pelle. Quando il Santo Uffizio inviò monsignor Raffaele Carlo Rossi per indagare sui sospetti che circondavano le sue stigmate, Padre Pio si difese sostenendo che intendeva usare tali sostanze per fare uno scherzo ai confratelli, mischiandole al tabacco in modo da farli starnutire.

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              Lifestyle

              Pericolo squali: leggenda e realtà

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                I non giovanissimi sono stati certamente traumatizzati dalla pellicola Jaws di Steven Spielberg datata 1975… e dal filone di genere che ne è seguito. Lo squalo – questo il titolo della versione italiana – è stato il prototipo del blockbuster estivo ed è considerato uno spartiacque nella storia del cinema. La sua uscita fu considerata come un momento di svolta nella storia del cinema e per l’avvento della Nuova Hollywood.

                Dal grande schermo alla realtà

                Gli squali sono creature pericolose ed al contempo affascinanti, che popolano i mari italiani da secoli. Negli ultimi anni, gli avvistamenti di squali lungo le coste italiane sono aumentati, suscitando preoccupazione tra i bagnanti e i pescatori.

                Le specie presenti in Italia

                Predatori efficienti e assolutamente necessari per mantenere l’equilibrio ecologico negli oceani. Certo è che la loro presenza può rappresentare un rischio per gli esseri umani. Tra le specie di squali più comuni avvistate nei mari italiani ci sono lo squalo bianco, lo squalo martello e lo squalo toro.

                Qualche accortezza

                I pericoli che gli squali possono creare vanno affrontati con consapevolezza e precauzione. Nonostante gli attacchi degli squali siano relativamente rari, è fondamentale seguire alcune linee guida di sicurezza durante le attività in mare, come evitare di nuotare in acque profonde o in orari di maggiore attività predatoria degli squali. Inoltre, è importante sensibilizzare la popolazione sull’importanza di preservare l’habitat degli squali e di adottare pratiche di pesca sostenibili per ridurre il rischio di conflitti tra uomini e squali.

                Dove può capitare di incontrarli

                Gli incontri nelle immediate vicinanze della riva sono più frequenti negli stretti, in particolare dove vi è una presenza più rilevante di pesci che possono rappresentare delle prede potenziali, come ad esempio lo Stretto di Messina. Accade inoltre di frequente nelle aree di nursery di alcune specie di squali, ossìa in quelle zone nelle quali le femmine gravide vanno a partorire i loro piccoli e dove i piccoli restano nella prima fase della loro vita. Come ad esempio si verifica in Puglia, lungo la costa del Mar Ionio.

                Giustificata la paura degli squali nei nostri mari?

                No! Gli squali, specialmente quelli di grossa taglia, incluse le specie ritenute pericolose o potenzialmente pericolose, sono in drammatica diminuzione ormai da decenni nelle nostre acque. Anche le pochissime specie che – di rado – possono mostrare segni di aggressività nei confronti dell’essere umano, di norma non hanno alcun interesse nei nostri confronti. Il più delle volte si limitano ad allontanarsi non appena si accorgono della presenza umana. L’ultimo caso di attacco mortale di squalo ad un essere umano verificatosi in acque italiane risale al 1989. Da allora sono trascorsi 32 anni. Anche perchè… non facciamo parte della loro dieta.

                Vanno protetti, non sterminati

                Gli squali rappresentano una parte integrante dell’ecosistema marino e meritano rispetto e protezione. Con la giusta educazione e precauzione, possiamo imparare a convivere pacificamente con queste affascinanti creature e a godere della bellezza dei mari italiani in tutta sicurezza.

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