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Sport

Non solo mucche, cioccolata e orologi di precisione…

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    Il Mister della squadra svizzera, Murat Yakin (nato a Basilea 51 anni fa da una famiglia di immigrati turchi), appare sereno e convinto in conferenza stampa: «Contro l’Italia dovremo essere precisi ed efficienti, non vediamo l’ora che arrivi lo scontro. Finora molte cose hanno funzionato per noi, abbiamo un’ottima squadra» .

    Il timore di essere spiati

    Anche se, a ben guardare, c’è un aspetto che gli trasmette un po’ di inquietudine. Accanto allo stadio dove la sua squadra si allena sorge la Swr Television Tower, una torre alta oltre duecento metri dove chiunque può salire per vedere il panorama di Stoccarda… ma anche il campo d’allenamento. Nei giorni scorsi nel cielo sopra il centro sportivo è transitato un drone , poi sparito. È dovuta intervenire anche la polizia: che si sia trattato di… spie italiane?!?

    Ambizioni alle stelle

    L’entusiasmo dei tifosi svizzeri è alle stelle, forse anche sovradimensionato dopo l’1-1 contro i tedeschi. «Battiamo l’Italia e arriviamo fino in fondo» dice un supporter arrivato dal Canton Ticino per seguire la Nazionale. Sicuramente la squadra che affronteremo sabato a Berlino negli ottavi è senza dubbio una delle sorprese di questo torneo.

    Un pezzetto d’Italia in campo anche fra gli svizzeri

    Con più di un aspetto che ce la fanno sentire anche un po’ familiare: schiera ben tre i giocatori che con la maglia del Bologna hanno centrato la storica qualificazione in Champions. Si tratta dei centrocampisti Michel Aebischer e Remo Freuler, oltre all’attaccante Dan Ndoye. Il gruppo degli “italiani” contempla anche il portiere interista Yann Sommer, l’ormai ex torinista Ricardo Rodriguez e l’attaccante milanista Noah Okafor, fino ad oggi fra le riserve.

    Non più outsider

    Il luogo comune dello svizzero buono solo a sciare è ormai ampiamente tramontato. Da ormai quasi 15 anni la squadra di calcio è nella top 20 delle nazionali al mondo. Oggi è al 19°, nove posizioni dietro a noi. Ricordiamoci che ci hanno lasciato a casa dal Mondiale in Qatar… Il suo punto di forza è l’organizzazione, in grado di muoversi come un corpo solo. Solidità, compattezza, duttilità: tutte cose che dovremo tenere ben presente quando scenderemo in campo.

      Calcio

      Zlatan Ibrahimovic senza filtri: “Il sesso è meglio dei gol? Chi dice il contrario ha un problema!”

      Al “First We Feast” l’ex campione torna a provocare con la sua consueta ironia: dall’attacco a Guardiola al ricordo commovente di Mino Raiola.

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        Ibrahimovic non delude mai quando si tratta di dichiarazioni spiazzanti. Durante l’intervista con Piers Morgan nel format ‘Uncensured’, il campione svedese ha confermato alcune delle sue frasi più celebri e ne ha smentite altre. Sul noto paragone tra il fare gol e il sesso, è stato chiarissimo: “Chiunque dica che segnare è meglio del sesso, ha dei seri problemi. Deve farsi aiutare”. E sul suo celebre ego: “Quando dico che sono Dio, non sto scherzando. Vuoi giocare con il fuoco? Sarò il tuo fuoco, ma ti brucerai”.

        “Annienterei James Bond, ma sono troppo costoso”
        Sempre senza peli sulla lingua, Ibra ha scherzato anche su un suo possibile ruolo da cattivo in un film di James Bond: “Annienterei Bond, ma non lavoro gratis, sono troppo costoso”. Un’uscita che riflette perfettamente il mix di arroganza e autoironia che lo contraddistingue.

        Ferrari e Pep Guardiola: l’incontro che fece scintille
        Tra aneddoti e provocazioni, Zlatan ha raccontato anche del suo turbolento rapporto con Pep Guardiola al Barcellona. “Al primo incontro mi disse che lì i giocatori non arrivano in Ferrari. Io, ovviamente, mi sono presentato con la mia fottuta Ferrari”. Un retroscena che conferma quanto lo spirito ribelle e indipendente di Ibra abbia sempre faticato a piegarsi a qualsiasi regola.

        Un pensiero per Mino Raiola: “Mi manca ancora”
        Non sono mancate parole più intime e sincere, come quelle dedicate a Mino Raiola, il suo storico agente scomparso nel 2022: “Non era solo un agente, era tutto per me. Mi manca ancora, manca a tutti”. Un ricordo che mostra un lato più umano e vulnerabile del gigante svedese.

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          Sport

          Lavorare per CR7? 2.300 euro al mese, 50 giorni di ferie e tanti benefit

          CR7 è alla ricerca di personale per il suo lussuoso hotel Pestana CR7 a Madrid. Si ricercano cameriere, receptionist e assistente bar. Stipendio? 2.300 euro al mese. E tanti benefit.

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            Cristiano Ronaldo non è solo una leggenda del calcio. E’ anche un imprenditore di successo nel settore dell’ospitalità. Il suo lussuoso hotel, Pestana CR7 a Madrid, è alla ricerca di nuovo personale. Un’opportunità unica per chi sogna di lavorare in un contesto prestigioso, con vantaggi difficili da trovare altrove. Vediamo quali.

            Le offerte di lavoro al Pestana CR7

            Quali sono le posizioni aperte? Coprono diversi ruoli: cameriere, supervisore, receptionist, assistente bar e cameriere junior. Non è richiesta un’esperienza pregressa, rendendo l’offerta accessibile a tanti, ma ci sono due requisiti importanti: un livello di inglese C1 e un diploma di Formazione professionale medio o superiore.

            Stipendio e benefit

            Il pacchetto di lavoro è davvero interessante. I dipendenti possono contare su uno stipendio base di 2.300 euro al mese. Sono previsti 50 giorni di ferie all’anno. Nel contratto è compresa anche l’assicurazione sanitaria privata gratuita. Ma non basta. E’ compreso anche un bonus per il compleanno. Inoltre nel contratto è previsto uno sconto del 25% nei bar e ristoranti dell’hotel. Incluse anche tariffe agevolate per chi decide di soggiornare nella catena di hotel Pestana. Un’offerta che ha rapidamente attirato l’attenzione non solo in Spagna, ma in tutta Europa.

            Come candidarsi per lavorare a fianco di Ronaldo

            Per inviare la propria candidatura, è necessario registrarsi sul portale Turijobs, caricare il curriculum e seguire le indicazioni per il processo di selezione. L’hotel accoglie profili con diversi livelli di esperienza, rendendo l’offerta un’occasione perfetta sia per chi si affaccia per la prima volta nel mondo dell’ospitalità, sia per chi desidera crescere professionalmente.

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              Sport

              Thomas Ceccon: “Sono diventato un campione olimpico grazie ad una delusione d’amore”

              Sportivo serio, attento alla disciplina ma libero di pensiero. Ammira la Pellegrini come sportiva ma per il resto non la considera minimamente. Alla base della sua reazione vittoriosa a Parigi un amore finito.

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                Il nostro oro olimpico nei 100 dorso, Thomas Ceccon, è stato di recente ricevuto – con gli altri azzurri medagliati – al Quirinale dal presidente della Repubblica. Anche se lui non è tipo da cerimonie. Del nosto presidente dice: «Mattarella è una persona di spirito, alla mano. Ma credo che negli impegni formali si annoi pure lui. Ha dovuto premiare un centinaio di atleti, compresi quelli arrivati quarti: non finivano mai…».

                In Australia ad allenarsi

                Tra qualche mese lo attende un periodo di “ricostruzione” in Australia. In merito lui dichiara: “A gennaio vado in Australia e ci resto fino ai Mondiali: luglio 2025, a Singapore”. Il motivo è quel senso di smarrimento successivo alle grandi imprese sportive: «Più vinci, più vai su; ma più vai anche giù. Fatico a ricominciare la vita di sempre. Sono spiazzato. Vado a letto all’ora in cui di solito mi alzo, le sei del mattino, anche alle sette. Dormo fino alle due di pomeriggio».

                Svuotamento interiore

                il Corriere della Sera ha infatti pubblicato da poco una sua lunga intervista all’azzurro, nella quale il campione olimpico dei 100 dorso racconta il momento di svuotamento emotivo che sta attraversando dopo le vittorie sportive e personali.

                Anche tra gli sportivi esiste il nonnismo

                L’eco di certe parole sui presunti rapporti tra “vecchia e nuova” generazione di atleti non s’è mai spento e tornano a fare rumore oggi per il concetto ribadito da Ceccon: l’atleta ricorda cosa gli è toccato subire all’epoca, quando era solo un talento 16enne un po’ esuberante. “Forse ho la mia parte di responsabilità – ha spiegato al Corriere – perché era molto giovane e magari facevo casino. Ma un atleta più grande, se vuole spiegarti come ci si comporta, può farlo in maniera sicuramente differente che non riempirti di olio la valigia con i vestiti”.

                La Pellegrini? L’ammiro solo come sportiva, per il resto non è niente

                Altro argomento che fa discutere – e che ha generato anche una risposta per le rime da parte di Matteo Giunta – sono le sue dichiarazioni sulla ex collega Federica Pellegrini: «Non è mai venuta a dirmi una parola. Si fa i fatti suoi, e io mi faccio i fatti miei. L’ho vista allenarsi tantissimo. L’ho ammirata come sportiva. Per il resto, sinceramente, no». Thomas non è certo una persona che non le manda a dire… Raccontando la sua vita da campione e le sfide future ha aggiunto un commento sulla “divina” Federica che non è passato inosservato. Cosa rappresenta? gli hanno chiesto. «Niente» la risposta glaciale di lui. E puntuale è arrivata la replica di Federica e del marito Matteo Giunta. I due campioni di nuoto si sono allenati nella stessa piscina a Verona. Impossibile, quindi, non rivolgere a Ceccon una domanda su Pellegrini. Ma, sull’argomento, Ceccon ha tagliato corto. Parole le sue che hanno subito fatto il giro del web. E alle quali la Pellegrini e soprattutto il marito hanno voluto rispondere.

                Federica balla, il marito risponde per le rime a Ceccon

                Federica è impegnata nelle prime battute di Ballando con le stelle dove fa coppia con Angelo Madonia. La risposta è arrivata quindi per bocca di Matteo Giunta, marito della Pellegrini e allenatore di nuoto. Lo ha fatto con una story su Instagram, senza mai citare Ceccon o l’intervista. Ma le sue parole lasciano ben poche interpretazioni: «Il rispetto è il valore fondamentale alla base dello sport e della vita. Se non ce l’hai, puoi anche aver vinto le Olimpiadi, ma per me vali zero. Questo è tutto quello che ho da dire sull’argomento». Ceccon, per il momento, non ha aggiunto benzina sul fuoco.

                Fisico perfetto per questo sport

                Lui possiede il dono dell’acquaticità. Una cosa innata, che non si insegna. Ci sono quelli che galleggiano meglio, che spostano più acqua con una bracciata, quello che viene definito il “gesto perfetto”. Con un fisico ideale per questa disciplina: gambe corte, busto lungo, spalle larghe, bacino sottile.

                Ceccon e l’amore

                Quando gli chiedono se attualmente è fidanzato, lui racconta: «C’era una persona. Le voglio bene e mi vuole bene. Una ragazza più grande di me: non mi ci vedo con le ragazzine. Però prima di Parigi è finita, peccato perché stavo bene con lei, ma cerchiamo cose diverse, lei una famiglia, io ho altre due Olimpiadi davanti. È difficile fare insieme l’atleta e il fidanzato».

                La routine giornaliera di un campione

                Sveglia molto presto, colazione con un toast e latte. Alle 7.30 in piscina per il riscaldamento, dalle 8 alle 10 in vasca, provando tutti gli stili. Poi a casa, un panino al prosciutto o una piadina e siesta. All’una e mezzo pranzo — riso o pasta o gnocchi e un secondo — riposo fino alle 4, e nuovamente a nuotare altre due ore. Poi cena, sempre primo e secondo e a letto.

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