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Lifestyle

Giardino in casa con le orchidee da davanzale

Le orchidee, con la loro bellezza esotica e i colori vivaci, sono tra le piante più amate per decorare i davanzali delle finestre. Questi splendidi fiori tropicali non solo aggiungono un tocco di eleganza e raffinatezza agli ambienti interni, ma possono anche trasformare semplici spazi domestici in angoli di natura vibrante.

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    Coltivare orchidee in vaso sui davanzali di casa nostra, può diventare una fusione ideale tra estetica e praticità, permettendo di godere della loro bellezza in un contesto facilmente accessibile e controllabile.

    Adattare l’ambiente del davanzale delle finestre alle esigenze specifiche delle orchidee e fornire cure regolari, garantisce che queste piante esprimano al massimo la loro bellezza e vitalità. Vediamo come scegliere, posizionare e gestire i vasi di orchidee all’interno della nostra casa.


    La maggior parte delle specie è originaria delle zone tropicali o sub-tropicali di AsiaAmerica centrale e Sudamerica; solo il 15% di esse cresce spontaneamente nelle zone temperate e fredde. Al di là di questo dato, la famiglia può comunque ritenersi cosmopolita essendo diffusa nei 5 continenti, con una area che si estende da alcuni territori a nord del Circolo Polare Artico, sino alla Patagonia e all’Isola Macquarie, vicino l’Antartide.

    Le orchidee offrono una varietà di forme, colori e dimensioni che possono adattarsi a qualsiasi stile di arredamento, dal classico al moderno. I loro fiori, spesso duraturi, aggiungono una nota di lusso e fascino naturale alla casa. I davanzali delle finestre sono luoghi perfetti per le orchidee perché spesso forniscono una luce naturale indiretta, ideale per queste piante che preferiscono evitare l’esposizione diretta e intensa al sole. Coltivare orchidee in vaso permette un controllo ottimale su irrigazione, drenaggio e umidità. La possibilità di spostare i vasi facilita anche il posizionamento delle piante in base alle condizioni di luce e temperatura durante le diverse stagioni. Prendersi cura delle orchidee in vaso può essere un’attività gratificante. Vederle crescere e fiorire fornisce una soddisfazione unica, soprattutto quando si riesce a farle rifiorire dopo i periodi di riposo.


    Le orchidee, come molte altre piante d’appartamento, contribuiscono alla purificazione dell’aria, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, migliorando così la qualità dell’ambiente domestico. Per coltivare orchidee sane e fiorenti sul davanzale, è fondamentale considerare alcuni fattori essenziali
    Luce
    Le orchidee preferiscono una luce indiretta brillante. Troppa luce solare diretta può bruciare le foglie, mentre la luce insufficiente può ostacolare la fioritura.
    Umidità: Le orchidee prosperano in ambienti con umidità moderata. Durante i mesi più secchi, può essere utile utilizzare un umidificatore o posizionare il vaso su un sottovaso con ciottoli e acqua.
    Temperatura
    Le orchidee preferiscono temperature calde e costanti, con temperature ideali tra i 16°C e i 22°C. Evitare di esporre la pianta a temperature troppo basse o a sbalzi di temperatura.
    Annaffiatura
    Le orchidee non amano essere annaffiate troppo; quindi, è importante annaffiare solo quando il terreno è completamente asciutto. In generale, è meglio annaffiare le orchidee immergendo il vaso in acqua per 5-10 minuti una volta alla settimana, quindi lasciando scolare l’acqua in eccesso.
    Concimazione
    Concimare le orchidee ogni 2-4 settimane con un fertilizzante specifico per orchidee. Seguire le istruzioni sulla confezione per evitare di sovrafforzare la pianta.
    Rinvaso
    Rinvasare le orchidee ogni 1-2 anni, o quando il vaso diventa troppo piccolo. Utilizzare un terriccio specifico per orchidee e un vaso con fori di drenaggio sul fondo.
    Fioritura
    Dopo la fioritura, è possibile tagliare lo stelo a circa 2,5 cm sopra la base della pianta. Questo incoraggerà la pianta a fiorire di nuovo.

    Il tipo di orchidea che possiedi potrebbe avere esigenze specifiche; quindi, è importante fare qualche ricerca sulla tua varietà specifica per ottenere consigli più dettagliati. Presta attenzione alle foglie e alle radici della pianta per individuare eventuali segni di stress o malattie. Se hai dubbi su come prenderti cura della tua orchidea, puoi sempre consultare un vivaio locale o un giardiniere esperto.

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      Curiosità

      L’eco e le conversazioni con la natura

      L’eco è un fenomeno acustico che si manifesta come la ripetizione di un suono riflesso da una superficie distante, come una parete, una montagna o un edificio. Questo riflesso sonoro si verifica quando un’onda sonora viene emessa, rimbalza su una superficie e ritorna all’ascoltatore con un certo ritardo temporale.

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        L’eco è distinto dal riverbero, che è un effetto più diffuso e prolungato di molte riflessioni sonore ravvicinate. È udibile in molti contesti, dai panorami naturali maestosi alle affascinanti architetture urbane, rivelando le caratteristiche e le distanze delle superfici attorno a noi.

        Ma che cos’è quella vocina che rimbalza
        L’eco è il risultato della riflessione delle onde sonore su superfici che sono abbastanza distanti da permettere al suono riflesso di essere percepito come separato dal suono originale. Questo ritardo è dovuto alla distanza percorsa dal suono tra la sua origine e la superficie riflettente, e poi di nuovo verso l’ascoltatore.

        Le distanze
        Per essere percepito chiaramente, l’eco richiede che la superficie riflettente sia sufficientemente lontana da permettere un ritardo
        (di almeno 0,1 secondi, che corrisponde a circa 17 metri di distanza, dato che la velocità del suono nell’aria è di circa 343 metri al secondo).

        Dove si può creare e sentire l’eco?

        L’eco può essere udito in vari ambienti e condizioni che favoriscono la riflessione delle onde sonore. Ad esempio, sulle Montagne dove la riflessione delle onde sonore sulle superfici rocciose o innevate delle montagne può produrre eco chiaramente udibili. Nelle Grotte, dove le pareti di una grotta, grazie alla loro struttura chiusa, possono creare eco distinti e persistenti. Sotto i Ponti o vicino a essi, dove il suono può rimbalzare sulle superfici di cemento o metallo, creando eco particolari. In Teatri e Sale da Concerto, in spazi progettati per l’acustica, l’eco può essere utilizzato per migliorare l’esperienza sonora, anche se di solito si mira a controllarlo per evitare distorsioni.

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          Curiosità

          Padre Pio detestava la tv: lo sapevate?

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            Si tratta di un must del palinsesto estivo di Rai1. Da anni, infatti, in diretta da Piazza Santissima Annunziata di Pietrelcina (BN) va in onda Una Voce per Padre Pio, una serata di canzoni e di sensibilizzazione – con relativa raccolta fondi – condotta da Mara Venier in versione “illuminata dalla fede”. Magari ogni tanto esagerando con l’enfasi… e mostrando al popolo dell’etere canonizzato (nel senso che… pagano il canone) tutta la lotro devozione, vera o stimolata ad hoc per l’occasione.

            Avversione totale per il piccolo schermo

            Peccato solo per un piccolo ma singolare dettaglio: padre Pio da Pietrelcina detestata la televisione! In lei e in molte altre cose vedeva gli influssi negativi della modernità dilagante. Sembra che, da una testimonianza che va presa come tale, parlando con una sua figlia spirituale, davanti ad altri testimoni, padre Pio dopo aver saputo che nelle case degli abitanti di San Giovanni Rotondo nei primi anni ’60 era arrivata la televisione, avrebbe esclamato: «È arrivato il diavolo in casa!».

            Le telecamere? Che gran fastidio!

            Eiste anche un filmato, visibile su YouTube, che mostra un Padre Pio piuttosto infastidito dalla presenza delle telecamere. La Rai, in quel frangente, aveva deciso di raccontare «Una giornata di Padre Pio» e aveva mandato una troupe in loco. Più volte Padre Pio si rivolge all’operatore e ai tecnici urlando: «La finite o no?». E quando la macchina da presa lo segue in sacrestia sbotta: «O la smettete voi o ora io me ne vado».

            Un presunto burbero

            Per essere completamente obiettivi, ci sarebbe da capire meglio la caratteristica definita da molti “burbera” del suo carattere. Per alcuni non si trattava di scontrosità caratteriale… ma allontavìnava laa folla per timotre che gli calpestassero i piedi pieni di piaghe. Successe tante volte e sobbalzava dal dolore.

            La questione, costantemente dibattuta, delle sue stimmate

            Di contro, la questione delle stimmate è fonte di polemica costante. Sembra che il religioso ordinasse in segreto acido fenico dal farmacista: attraverso alcuni bigliettini chiedeva flaconi di acido fenico e veratrina, sostanze caustiche in grado di procurare bruciature e lesioni sulla pelle. Quando il Santo Uffizio inviò monsignor Raffaele Carlo Rossi per indagare sui sospetti che circondavano le sue stigmate, Padre Pio si difese sostenendo che intendeva usare tali sostanze per fare uno scherzo ai confratelli, mischiandole al tabacco in modo da farli starnutire.

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              Lifestyle

              Pericolo squali: leggenda e realtà

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                I non giovanissimi sono stati certamente traumatizzati dalla pellicola Jaws di Steven Spielberg datata 1975… e dal filone di genere che ne è seguito. Lo squalo – questo il titolo della versione italiana – è stato il prototipo del blockbuster estivo ed è considerato uno spartiacque nella storia del cinema. La sua uscita fu considerata come un momento di svolta nella storia del cinema e per l’avvento della Nuova Hollywood.

                Dal grande schermo alla realtà

                Gli squali sono creature pericolose ed al contempo affascinanti, che popolano i mari italiani da secoli. Negli ultimi anni, gli avvistamenti di squali lungo le coste italiane sono aumentati, suscitando preoccupazione tra i bagnanti e i pescatori.

                Le specie presenti in Italia

                Predatori efficienti e assolutamente necessari per mantenere l’equilibrio ecologico negli oceani. Certo è che la loro presenza può rappresentare un rischio per gli esseri umani. Tra le specie di squali più comuni avvistate nei mari italiani ci sono lo squalo bianco, lo squalo martello e lo squalo toro.

                Qualche accortezza

                I pericoli che gli squali possono creare vanno affrontati con consapevolezza e precauzione. Nonostante gli attacchi degli squali siano relativamente rari, è fondamentale seguire alcune linee guida di sicurezza durante le attività in mare, come evitare di nuotare in acque profonde o in orari di maggiore attività predatoria degli squali. Inoltre, è importante sensibilizzare la popolazione sull’importanza di preservare l’habitat degli squali e di adottare pratiche di pesca sostenibili per ridurre il rischio di conflitti tra uomini e squali.

                Dove può capitare di incontrarli

                Gli incontri nelle immediate vicinanze della riva sono più frequenti negli stretti, in particolare dove vi è una presenza più rilevante di pesci che possono rappresentare delle prede potenziali, come ad esempio lo Stretto di Messina. Accade inoltre di frequente nelle aree di nursery di alcune specie di squali, ossìa in quelle zone nelle quali le femmine gravide vanno a partorire i loro piccoli e dove i piccoli restano nella prima fase della loro vita. Come ad esempio si verifica in Puglia, lungo la costa del Mar Ionio.

                Giustificata la paura degli squali nei nostri mari?

                No! Gli squali, specialmente quelli di grossa taglia, incluse le specie ritenute pericolose o potenzialmente pericolose, sono in drammatica diminuzione ormai da decenni nelle nostre acque. Anche le pochissime specie che – di rado – possono mostrare segni di aggressività nei confronti dell’essere umano, di norma non hanno alcun interesse nei nostri confronti. Il più delle volte si limitano ad allontanarsi non appena si accorgono della presenza umana. L’ultimo caso di attacco mortale di squalo ad un essere umano verificatosi in acque italiane risale al 1989. Da allora sono trascorsi 32 anni. Anche perchè… non facciamo parte della loro dieta.

                Vanno protetti, non sterminati

                Gli squali rappresentano una parte integrante dell’ecosistema marino e meritano rispetto e protezione. Con la giusta educazione e precauzione, possiamo imparare a convivere pacificamente con queste affascinanti creature e a godere della bellezza dei mari italiani in tutta sicurezza.

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