Lifestyle
Che fine hanno fatto i biglietti da visita nell’era digitale?
Il biglietto da visita, sia cartaceo che digitale, continua a essere un elemento essenziale nel mondo professionale, adattandosi e evolvendosi con le tecnologie emergenti. La combinazione di tradizione e innovazione rappresenta la chiave per mantenere vivo questo rituale globale.
Nell’era della trasformazione digitale, potrebbe sembrare che i biglietti da visita siano destinati all’obsolescenza. Tuttavia, un’indagine ha raccolto dati internazionali e pareri di esperti, dimostrando che questo piccolo rettangolo di carta continua a plasmare le relazioni professionali adattandosi all’evoluzione tecnologica. I biglietti da visita cartacei coesistono con quelli digitali dotati di QR Code e quelli realizzati con realtà aumentata, confermando il loro ruolo cruciale nelle interazioni di lavoro.
L’impulso dei biglietti da visita digitali
Secondo HiHello, una delle piattaforme che realizza biglietti da visita, lo scorso anno ne sono stati condivisi oltre 13 milioni digitali. Market Research Future prevede una crescita significativa del 9,8% per questo settore, mentre il mercato globale dei cartacei, stimato a 1,3 miliardi di dollari nel 2021, continua a contrarsi ma a resistere.
Tra tradizione e innovazione
La chiave per il futuro dei biglietti da visita sembra essere un approccio che bilanci tradizione e innovazione. Mentre il biglietto da visita fisico rimane un potente strumento di connessione personale, il suo equivalente digitale offre nuove opportunità di networking interattivo e sostenibile.
Biglietti da visita in realtà aumentata
I biglietti da visita in realtà aumentata sovrappongono contenuti virtuali in 2D o 3D, offrendo una presentazione innovativa e coinvolgente del proprio ruolo e dell’azienda. Secondo Massimo Galli, consulente sulle terapie del linguaggio e delle relazioni “Questa trasformazione ha reso la connessione immediata e semplice, ma ha ridotto l’intimità dell’interazione. Parafrasando McLuhan, il medium digitale è diventato il messaggio, modificando come comunichiamo e cosa siamo. Le identità sono fluide e intercambiabili, dove la solidità del cartaceo lascia spazio alla fugacità del byte. Sta a noi umani riappropriarci della profondità e creare nuovi rituali che arricchiscano l’esperienza, ricordando che dietro ogni contatto digitale c’è comunque una persona reale“.
Una risorsa in vacanza
La natura digitale dei biglietti da visita consente di condividere i propri contatti professionali ovunque ci si trovi, senza la necessità di avere fisicamente con sé i biglietti cartacei.
Il fascino del rituale asiatico del biglietto da visita
Giappone
In Giappone, lo scambio di biglietti da visita, noto come “meishi koukan“, è un’introduzione formale e rispettosa. I biglietti vengono presentati con entrambe le mani, con il testo rivolto verso il destinatario. Ricevere un biglietto richiede un momento di attenta osservazione e un commento rispettoso. È considerato scortese mettere subito il biglietto in tasca; l’attività professionale non può iniziare finché non avviene questo scambio.
Cina
In Cina, i biglietti si presentano e ricevono con entrambe le mani. È apprezzato avere un lato del biglietto tradotto in cinese. Il rango e il titolo sono particolarmente importanti e dovrebbero essere evidenziati.
Corea del Sud
In Corea del Sud, lo scambio avviene all’inizio di un incontro, con la persona di rango inferiore che offre per prima il suo biglietto. È considerato irrispettoso scrivere sul biglietto ricevuto in presenza del proprietario.
India
In India, i biglietti vengono scambiati anche in contesti non lavorativi. Devono essere presentati con la mano destra, considerata la mano pura. Come in altri paesi asiatici, il biglietto va presentato con il testo rivolto verso il destinatario.
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Curiosità
Dimmi dove siedi e ti dirò chi sei: la psicologia nascosta dietro la disposizione a tavola
La scelta del posto a tavola può offrire un’interessante finestra sulla personalità di chi partecipa al pasto. Osservare dove una persona sceglie di sedersi può fornire preziose indicazioni sul suo carattere, sulle sue inclinazioni e sul modo in cui si relaziona agli altri durante un incontro sociale.
Attraverso una prospettiva psicologica, possiamo comprendere meglio come la disposizione dei posti a tavola influenzi la dinamica di gruppo e contribuisca alla creazione di esperienze di pasto più significative.
La disposizione dei posti a tavola può essere considerata come un linguaggio non verbale che comunica una serie di messaggi sottili sulle relazioni interpersonali e la gerarchia sociale all’interno del gruppo.
Chiunque abbia pianificato una cena o un evento sociale, sa quanto sia importante pensare attentamente alla disposizione dei posti al tavolo. Chi si siede accanto a chi, chi occupa il posto centrale e chi è posizionato ai margini possono influenzare la fluidità della conversazione, il senso di appartenenza e la percezione della leadership all’interno del gruppo.
Inoltre, la disposizione può riflettere il livello di familiarità e intimità tra i partecipanti. Ad esempio, coppie o amici intimi tendono ad essere posizionati in prossimità l’uno dell’altro, mentre individui meno familiari potrebbero essere separati da una certa distanza. Questo posizionamento può influenzare il grado di conforto e confidenza durante il pasto e contribuire a creare un’atmosfera di calore e accoglienza.
Analizziamo come la scelta dei posti possa riflettere diverse sfaccettature della personalità di una persona, considerando anche il tipo di tavolo coinvolto.
Tavolo Rettangolare
Chi opta per i due posti capotavola manifesta spesso una personalità dominante da leader. Questa persona ama essere al centro dell’attenzione e prendere il controllo della situazione. Durante il pasto, sarà il protagonista delle discussioni e tenderà a dirigere il dibattito a suo piacimento.
Coloro che invece scelgono di sedersi accanto al leader potrebbero essere più inclini all’incertezza e all’evitamento delle responsabilità. Potrebbero essere persone che preferiscono seguire piuttosto che guidare, lasciando agli altri il compito di prendere decisioni importanti.
D’altra parte, chi opta per posti più centrali al tavolo mostra una tendenza all’osservazione e alla valutazione ponderata delle situazioni. Queste persone preferiscono mantenere una posizione equidistante, ascoltare le opinioni degli altri e poi intervenire nel momento opportuno con il proprio contributo. Sono spesso considerate persone affidabili e di cui ci si può fidare.
Tavolo rotondo
Discorso diverso quando ci si trova davanti un rotondo. In questo caso anche se sposti un posto a tavola le cose non cambieranno. Le posizioni sono tutte uguali, proprio per questo sono le forme preferite in bar o ristoranti. Annullano la competizione, fanno sentire tutti uguali, ma anche qui ci può essere qualche indizio sulla personalità degli astanti. Un esempio? Chi si scosterà per prima dal tavolo con la sedia darà un messaggio inequivocabile. Vuole dominare gli altri presenti, assumere il ruolo di leader. A te decidere se lasciarlo fare o provare a contrastarlo.
Libri
Elle Macpherson: «Bevevo vodka ogni sera fino a perdere i sensi, ora festeggio 20 anni di sobrietà»
Un circolo vizioso iniziato con la nascita del figlio più piccolo e che l’ha portata a dipendere dall’alcol. Tra blackout, ossessioni e il bisogno di mantenere un’immagine impeccabile, Elle è riuscita a ritrovare se stessa dopo anni di lotta.
Elle Macpherson, una delle supermodelle più famose al mondo, ha rivelato il lato oscuro della sua vita apparentemente perfetta. Nel suo nuovo libro autobiografico Elle: Life, Lessons & Learning to Trust Yourself, la top model australiana, oggi 60enne, racconta il periodo più difficile della sua vita, quando l’alcol aveva preso il controllo delle sue giornate.
«Ero prigioniera dell’alcol»
La dipendenza è iniziata poco dopo la nascita del figlio più piccolo, Cy, oggi 21enne. «La mia vita sembrava perfetta a tutti, ma dentro di me stavo lottando», scrive Elle. Ogni sera, dopo aver messo a letto Cy e Flynn, allora bambini, beveva vodka fino a perdere i sensi. «Cercavo di rilassarmi e di mantenere quell’immagine impeccabile che il pubblico si aspettava da me».
Mentre il compagno dell’epoca, il finanziere francese Arpad “Arki” Busson, era spesso assente, Elle si trovava intrappolata in un circolo vizioso: feste, alcol e il bisogno di dimostrarsi perfetta in ogni aspetto della sua vita.
Blackout e ossessioni
Le conseguenze non tardarono ad arrivare. «Mi infilavo le dita in gola e mi assicuravo di vomitare tre volte prima di andare a dormire», racconta Elle, descrivendo la rigidità con cui gestiva la sua vita. A peggiorare la situazione, i blackout frequenti: «Parlavo con qualcuno e dimenticavo quello che stavo dicendo. Mi guardavano perplessi».
Un episodio particolarmente drammatico avvenne a Ibiza, durante un’estate trascorsa con la famiglia. Dopo settimane di sobrietà, bastò una serata per farla crollare: «Rompendo il tappo di vetro di una bottiglia, versai uno shot e lo bevvi, frammenti di vetro compresi. Ricordo di aver pensato: “Adoro questa sensazione”».
La rinascita: 20 anni di sobrietà
Nonostante le difficoltà, Elle ha trovato la forza di combattere. Nel 2003 ha deciso di smettere di bere, iniziando un percorso che l’ha portata a festeggiare, lo scorso anno, 20 anni di sobrietà. «Ho smesso perché non riuscivo a essere pienamente presente nella mia vita. È difficile conoscersi davvero se ti stai anestetizzando», ha spiegato.
Oggi, Elle Macpherson è una donna nuova, capace di guardare al passato con consapevolezza e di condividere la sua storia per ispirare chiunque affronti le stesse battaglie. Attualmente si trova a New York per promuovere il suo libro, un’opera che rappresenta non solo un viaggio nella sua vita, ma un messaggio di speranza e resilienza.
Curiosità
Notre-Dame e le 24 monete d’oro da collezione: quando storia e arte brillano insieme
Dopo cinque anni di attesa Notre-Dame tornerà a essere non solo un luogo di culto ma anche un simbolo della resilienza e del patrimonio culturale francese. La Zecca di Parigi fissa questa rinascita nella storia e nel cuore degli appassionati di numismatica con il conio di una serie di monete per collezinisti e appassionati.
Per celebrare la tanto attesa riapertura di Notre-Dame, la Zecca di Parigi ha creato una collezione esclusiva di monete commemorative, un tributo alla cattedrale simbolo di Parigi. Tra queste, spiccano le 24 monete d’oro da un chilo, vendute a collezionisti per 155.000 euro ciascuna. Una scelta non solo celebrativa, ma anche artistica. Ogni moneta unisce tradizione e tecnologia moderna, con dettagli realizzati tramite incisione laser. Le monete presentano una forma ispirata all’arco a sesto acuto, elemento distintivo dell’architettura gotica di Notre-Dame.
Sul fronte, l’iconica facciata occidentale con il maestoso rosone, colorato con una tecnica iridescente che richiama i giochi di luce delle vetrate. Sul retro, l’interno della cattedrale ricostruito, con la navata centrale e l’altare come protagonisti. Oltre ai pezzi da collezione più esclusivi, la Zecca ha reso disponibile una gamma di monete commemorative. Duecento monete d’oro da 31 grammi (del costo di 3.450 euro ciascuna) e 5.000 monete d’argento (105 euro). Ma non basta. Delle monete commemorative sono prevista altre versioni più accessibili da 375 a 875 euro ciascuna.
Notre-Dame: un ritorno glorioso dopo l’incendio del 2019
La cattedrale, devastata da un incendio nell’aprile 2019, riaprirà ufficialmente le sue porte il 7 dicembre 2024, seguita dalla prima messa dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre. Sebbene i lavori di restauro non siano del tutto completati, Parigi festeggia con un programma ricco di eventi liturgici e celebrazioni. Il 15 novembre è già ritornata in Cattedrale la statua della Vergine e del Bambino, accompagnata da una grande processione popolare. Per il 7 dicembre è previsto il suono dell’organo e la celebrazione liturgica con benedizione e Vespri. L’8 dicembre si celebrerà l’Immacolata Concezione con la consacrazione dell’altare durante la prima messa aperta al pubblico. Dal 9 al 15 dicembre, si svolgerà un ottavario di messe tematiche che coinvolgeranno fedeli, comunità religiose e tutti coloro che hanno contribuito alla ricostruzione.à ritornata.
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