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Cronaca

Mille euro in un giorno per assaggiare gelati. Una trovata pubblicitaria?

Mille euro in un giorno per assaggiare gelati: la trovata di Maxibon, tra offerta di lavoro e pubblicità Le candidature sono aperte, l’appuntamento è per il 31 luglio in una località segreta.

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    Trovare lavoro oggi è difficile. Trovare il lavoro dei sogni lo è ancora di più. Ma quello offerto da Maxibon grazie alla collaborazione con InfoJobs sarebbe davvero un terno al Lotto. In pratica Maxibon il brand del gruppo Froneri, propone di vivere un’avventura professionale unica: assaggiare gelati.

    Eh dai assaggia…

    InfoJobs ha aperto le candidature per diventare assaggiatori di Maxibon, con una retribuzione di 1.000 euro per una giornata di lavoro il 31 luglio in una località segreta. Questa esperienza offrirà l’opportunità di partecipare a una degustazione guidata da un professionista del team di Maxibon e scoprire i segreti del sandwich gelato più venduto in Italia.

    Una giornata da sogno per gli amanti del gelato

    Maxibon, da alcuni decenni dal punto di vista della comunicazione è noto per la sua irriverenza e stile fuori dagli schemi. Questa volta offre un’occasione unica per sfatare il mito che il lavoro perfetto non esiste. Per Simona Mantovani, brand manager di Maxibon, diventare assaggiatore o assaggiatrice di Maxibon per un giorno è un’occasione unica per scoprire cosa lo rende diverso dagli altri sandwich gelato. Se lo dice lei…

    Quali sono i requisiti per candidarsi

    Per presentare la propria candidatura su InfoJobs, la piattaforma che supporta le aziende nel processo di ricerca e selezione del personale, è necessario soddisfare alcuni requisiti. Bisogna essere una persona divertente, autentica e curiosa, avere una passione per i social media e naturalmente amare i gelati Maxibon.

    Un lavoro da sogno

    Secondo Nilton Navarro, brand manager di InfoJobs, non è vero che i lavori che abbiamo sempre sognato non esistono realmente. Esistono eccome. Per questa iniziativa la piattaforma di selezione del personale punta a dare visibilità proprio a questo genere di lavoro. “Vogliamo far sì che le persone li provino, li sperimentino scoprendo un nuovo lato del mondo del lavoro“.

      Storie vere

      Come volare in prima classe (quasi gratis) in tre mosse. Lo svela l’assistente di volo

      Chi non ha mai sognato di viaggiare in prima classe, coccolato e servito come un re? Un’assistente di volo ha svelato alcuni trucchi per ottenere un upgrade gratuito, facendo impazzire il web.

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        L’estate è finita. E questo è inconfutabile. Oltre alla pioggia, l’arrivo delle correnti fredde atlantiche ci ha avvisato anche l’inesorabile equinozio d’autunno. Ma c’è chi ancora sogna un po’ di relax e e sta programmando qualche giorno di vacanza? Già ma i soldi…? Se il budget è un problema, niente paura. Esistono alcuni trucchetti alla portata di tutti per cui anche la prima classe potrebbe diventare accessibile… gratuitamente! A svelare questi segreti è l’assistente di volo Cierra Mistt che ha condiviso su TikTok un breve filmato con tre consigli su come ottenere un upgrade senza spendere un centesimo in più. Vediamo come fare!

        Piccoli gesti per grandi upgrade. Il potere dell’assistente di volo

        Il primo consiglio di Cierra è tanto semplice quanto efficace: mettere in pratica tanta gentilezza. Ovvero? “A volte, se ci offrite un caffè o dei cioccolatini, potremmo essere molto più disponibili a concedervi favori“, afferma quasi spudoratamente. I gesti di cortesia verso il personale di bordo, specialmente durante voli stressanti, potrebbero aprirti le porte della prima classe. Un piccolo pensiero può fare una grande differenza!

        Equilibrio del peso, un passepartout per il lusso

        Il secondo trucco riguarda l’equilibrio del peso a bordo dell’aereo. Quando il volo non è completamente pieno, il personale potrebbe decidere di spostare i passeggeri da un punto all’altro della fusoliera per bilanciare l’aereo. Se vi trovate in coda non è escluso che vi venga offerto un posto nella parte anteriore… e magari direttamente in prima classe! Basta un po’ di fortuna e di buone vibrazioni con gli assistenti di volo.

        Venga dottore… quella posizione che fa la differenza

        Il terzo segreto – che non è quello di Fatima – riguarda il vostro lavoro. Il vostro ruolo nella società. Se svolgete un ruolo utile in caso di emergenza – come medico, infermiere, pompiere o poliziotto – fatelo sapere in fase di decollo all’assistente di volo. In caso di necessità, potrebbero spostarvi in una posizione più comoda, magari con più spazio per le gambe. E chissà, forse anche in prima classe!

        Tra scettici e sognatori: le reazioni degli utenti

        Il video di Cierra ha scatenato reazioni contrastanti. Alcuni utenti si sono mostrati assai scettici. Tutto qui? “Se devo comprare caffè per tutti, tanto vale pagarmi direttamente un biglietto in prima classe“, ha scherzato qualcuno. Altri si sono preoccupati per la “questione del peso”, temendo di essere spostati per bilanciare l’aereo. Tuttavia, molti sono rimasti affascinati dall’idea che la gentilezza possa davvero diventare il viatico per viaggiare in prima classe.

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          Politica

          Artisti contro Trump: chi ha vietato l’uso delle proprie canzoni nella campagna elettorale del tycoon

          Trump, in corsa per diventare il 47esimo presidente degli Stati Uniti, ha incontrato la resistenza di numerosi artisti che non vogliono vedere la loro musica associata alla sua candidatura. Nel frattempo, Kamala Harris ottiene l’appoggio di Taylor Swift.

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            Le elezioni per il 47° presidente degli Stati Uniti si avvicinano a grandi passi, con Donald Trump in corsa per il Partito Repubblicano e Kamala Harris come rappresentante dei Democratici. Entrambi i candidati stanno intensificando i loro sforzi per guadagnare consensi, facendo leva su dibattiti, social media e il sostegno delle celebrità. Taylor Swift, ad esempio, ha dichiarato apertamente il suo sostegno a Harris. Tuttavia, sul fronte musicale, Trump si è trovato spesso in contrasto con diversi artisti che hanno vietato l’uso delle loro canzoni durante la sua campagna elettorale.

            La denuncia di Neil Young e altri artisti contrari

            Oltre ai numerosi artisti già noti per essersi opposti all’uso della loro musica, tra cui The Rolling Stones, Rihanna, Adele, Queen ed Elton John, anche Neil Young ha intrapreso azioni legali contro Trump, chiedendogli 150 mila dollari di risarcimento. Young ha presentato una denuncia in cui si legge: «Questa denuncia non intende mancare di rispetto ai diritti e alle opinioni di cittadini americani, liberi di scegliere il loro candidato preferito. Tuttavia, il querelante in buona coscienza non può tollerare che la sua musica sia usata come tema per una campagna di ignoranza e odio, che mira a dividere e che non riflette i valori dell’America».

            Jack White e la reazione a “Seven Nation Army”

            Anche Jack White, leader dei White Stripes, ha espresso il suo disappunto, vietando a Trump di utilizzare le sue canzoni. Dopo aver visto un video postato sui social in cui Trump saliva su un aereo con in sottofondo Seven Nation Army, White ha reagito duramente sui social media, scrivendo: «Non pensateci nemmeno di usare la mia musica, fascisti. C’è in arrivo una denuncia dai miei avvocati per questo».

            ABBA, Aerosmith e Rolling Stones in lotta con Trump

            Il gruppo svedese ABBA ha diffidato Trump dopo l’uso non autorizzato delle loro hit Dancing Queen, Money, Money, Money e The Winner Takes It All durante un comizio. Anche gli Aerosmith sono da tempo in contrasto con Trump. Dal 2015, Steven Tyler ha ripetutamente chiesto di non utilizzare i loro brani a scopo politico, e in un post su X ha scritto: «La nostra musica è per le cause delle persone, non per le campagne politiche».

            Infine, i Rolling Stones potrebbero portare Trump in tribunale per l’uso non autorizzato delle loro canzoni, nonostante i vari ammonimenti. La band inglese, come molti altri, non vuole essere associata alla propaganda del magnate.

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              Cronaca

              Affondamento del Bayesian: nuove ipotesi emergono con una foto. I portelloni erano chiusi?

              Le indagini della guardia costiera e della procura di Termini Imerese si concentrano ora sul chiarire ogni dettaglio dell’accaduto, in un naufragio che ha lasciato dietro di sé molte domande ancora senza risposta

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                A 45 giorni dall’affondamento del veliero Bayesian, che ha causato la morte di sette persone nelle acque di Porticello, Palermo, nuovi dettagli emergono dall’inchiesta. La principale ipotesi investigativa parla di una catena di errori umani e di una tempesta che ha colpito la nave in modo drammatico, con raffiche di vento che hanno superato i 100 km/h, inclinando pericolosamente il veliero fino a farlo inabissare.

                Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la nave di 56 metri e 750 tonnellate sarebbe stata esposta al vento perpendicolarmente, rendendola estremamente vulnerabile all’effetto “vela” provocato dagli alberi alti. “Aveva l’intero lato sinistro esposto alle raffiche e alle onde,” ha dichiarato un investigatore coinvolto nell’inchiesta. Il punto critico sembra essere stata la mancata accensione tempestiva dei motori per contrastare la tempesta e portare la prua della nave contro il vento, una manovra fondamentale in queste circostanze.

                Durante quei fatidici minuti, l’acqua ha cominciato a riversarsi all’interno del Bayesian attraverso la zona living, travolgendo gli occupanti della nave. Le sette vittime, tra cui membri dell’equipaggio e ospiti, sono state travolte dall’acqua che ha invaso il ponte inferiore attraverso le scale. Solo alcuni membri dell’equipaggio e ospiti, allertati dal peggioramento repentino delle condizioni meteo, erano riusciti a rendersi conto del pericolo incombente.

                La foto che cambia le carte in tavola

                Finora, una delle ipotesi più accreditate era che il veliero fosse affondato perché i portelloni di poppa o quelli del vano tender fossero stati lasciati aperti, permettendo all’acqua di entrare. Tuttavia, una foto scattata dagli ospiti di un altro veliero, il Sir Robert BP, potrebbe ribaltare questa teoria. La foto, pubblicata dal quotidiano tedesco Der Spiegel, mostra il Bayesian da poppa circa un quarto d’ora prima dell’affondamento. L’immagine, sebbene sgranata e scattata nell’oscurità, sembra suggerire che i portelli di poppa fossero effettivamente chiusi, smentendo così la ricostruzione che circolava nei primi giorni.

                La foto non è comunque decisiva: l’oscurità e la qualità non permettono di escludere del tutto che i portelloni fossero chiusi correttamente o meno. Questo nuovo elemento, però, potrebbe spostare l’attenzione degli inquirenti su altre possibili cause dell’affondamento, come errori nelle manovre o nel coordinamento dell’equipaggio.

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