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Salute

Omocisteina, un alleato per cuore e cervello in forma!

Nonostante sia una componente naturale del nostro metabolismo, livelli elevati di omocisteina nel sangue, una condizione nota come iperomocisteinemia, sono stati associati a un aumento del rischio di patologie croniche. Monitorare e mantenere i livelli di omocisteina entro i limiti consigliati, può essere cruciale per la prevenzione di tali condizioni.

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    L’omocisteina è una sostanza presente nel sangue, derivante dalla digestione delle proteine. Livelli elevati di omocisteina possono essere un segnale di rischio per malattie cardiache e altre condizioni di salute. È importante monitorare i suoi livelli con l’aiuto del medico, poiché possono essere influenzati da dieta, genetica e stile di vita.

    Se hai livelli di omocisteina alti o bassi, è importante adottare alcune misure per riportarli a valori normali. Ecco alcuni consigli su come comportarsi in entrambi i casi.

    Omocisteina Alta

    Dieta Ricca di Vitamine

    Vitamina B6: Include alimenti come pollame, pesce, patate, ceci e banane.
    Vitamina B12
    : Mangia carne, pesce, latticini e uova.
    Acido Folico
    : Consuma verdure a foglia verde, agrumi, fagioli e cereali fortificati.
    Integratori
    : Consulta il tuo medico per eventuali integratori di vitamine B6, B12 e acido folico.

    Stile di Vita
    :
    Esercizio Fisico
    : Mantieni una routine di esercizi regolare.
    Evitare Alcol e Fumo
    : Limitare il consumo di alcol e smettere di fumare può aiutare a ridurre i livelli di omocisteina.
    Controllo Medico
    : Esegui controlli regolari del sangue per monitorare i livelli di omocisteina e altri parametri di salute.

    Omocisteina Bassa
    Valutazione Medica:
    È meno comune avere omocisteina bassa, ma è comunque importante consultare il medico per determinare la causa.
    Dieta Bilanciata:
    Mantieni una dieta equilibrata che fornisca tutti i nutrienti essenziali, ma non è necessario un apporto eccessivo di vitamine specifiche.
    Monitoraggio: Continua a monitorare i livelli di omocisteina come parte dei controlli di salute regolari, seguendo le indicazioni del tuo medico.

    Consigli Generali
    Idratazione: Bevi molta acqua ogni giorno.
    Stress: Cerca di ridurre lo stress attraverso tecniche di rilassamento come yoga, meditazione o hobby che ti piacciono.
    Consultazione Specialistica: Se necessario, il medico può indirizzarti a uno specialista per ulteriori esami o trattamenti.

      Salute

      Digiuno intermittente: tutto quello che non ci hanno mai detto!

      Disordini alimentari e problemi cardiovascolari, alcuni dei problemi riscontrati durante i periodi alternati di alimentazione e privazione di cibo. Scopriamo i risultati di una recente analisi sull’impatto del digiuno intermittente sulla salute cardiovascolare e le considerazioni da tenere presente prima di adottare questo approccio dietetico. Consultare un medico è fondamentale, specialmente per coloro con problemi cardiaci preesistenti.

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        Il digiuno intermittente non è una dieta nel senso tradizionale del termine, in quanto non specifica quali alimenti debbano essere consumati o evitati. Piuttosto, si concentra sulla temporizzazione dei pasti. L’idea di base è quella di alternare periodi di alimentazione a periodi di digiuno, creando una sorta di “finestra alimentare”.

        Attenti al cuore
        Mentre alcuni studi suggeriscono che il digiuno intermittente possa portare benefici per la salute cardiovascolare, altri indicano possibili rischi, soprattutto se praticato a lungo termine. È fondamentale valutare attentamente i dettagli dello studio, compresi i suoi metodi e le sue conclusioni, prima di trarre delle conclusioni definitive.

        Effetti immediati, ma dopo?
        Anche se il digiuno intermittente può avere benefici osservabili a breve termine, come la perdita di peso, è importante considerare gli effetti a lungo termine sulla salute, compreso il suo impatto sul metabolismo, sull’umore, sull’energia e su altri aspetti del benessere generale.

        Attenzione per i cardiopatici
        Prima di adottare qualsiasi programma dietetico, inclusi i regimi di digiuno intermittente, è sempre consigliabile consultare un medico, soprattutto per coloro che hanno problemi cardiaci preesistenti, pressione alta, diabete o altri problemi di salute. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente sulla salute cardiovascolare e per individuare eventuali rischi o benefici specifici.

        Male anche per chi soffre di pressione alta
        Consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi programma dietetico, inclusi i regimi di digiuno intermittente, è sempre consigliato, soprattutto per chi ha già pressione alta, diabete o altri problemi di salute. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente, sulla salute del nostro corpo e per individuare eventuali rischi o benefici specifici che potrebbe apportarci.

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          Salute

          Un sorriso rinato: Il farmaco che fa ricrescere i denti!

          Sta per diventare realtà un’innovazione senza precedenti proveniente dal Giappone: entro il 2030, un farmaco sperimentale potrebbe essere in grado di promuovere la ricrescita dei denti, offrendo una soluzione rivoluzionaria per coloro che hanno perso i propri denti o non li hanno mai avuti.

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            Nel prossimo decennio, la scienza medica potrebbe sorprenderci con un’incredibile scoperta: un farmaco in grado di stimolare la crescita dei denti. Questo potrebbe rivoluzionare completamente l’odontoiatria, offrendo una soluzione innovativa per coloro che hanno perso i propri denti o non li hanno mai avuti. Scopriamo insieme i dettagli di questo farmaco ancora in fase sperimentale e le sue possibili implicazioni per il settore dentale.

            La neonata start-up Toregem Biopharma, nata solo quattro anni fa come spin-off dell’Università di Kyoto, Giappone, è sul punto di avviare la fase iniziale della sperimentazione clinica di un farmaco innovativo che agisce sugli anticorpi. Questo farmaco è considerato “il primo al mondo per la ricrescita dei denti”, un’affermazione supportata dai risultati preliminari positivi ottenuti durante la sperimentazione su animali.

            Come funziona questo farmaco che fa ricrescere i denti
            Il professor Takahashi, membro del Dipartimento di Chirurgia orale e maxillo-facciale presso l’Università di Kyoto e cofondatore della start-up impegnata nella ricerca di questo farmaco, ha sviluppato una formula che disattiva la proteina Usag-1, nota per inibire la crescita dei denti. Questo farmaco, promettente per la sua capacità di agire senza causare effetti collaterali significativi, potrebbe rappresentare un importante passo avanti nel settore dell’odontoiatria.

            Dopo le prove sugli animali si passa alla sperimentazione umana
            I risultati positivi ottenuti durante la sperimentazione sugli animali hanno aperto la strada alla fase successiva della ricerca: la sperimentazione sull’uomo. La Toregem Biopharma sta attualmente reclutando volontari per partecipare alla prima fase della sperimentazione clinica, programmata per partire a settembre 2024 e durare fino ad agosto 2025. Il farmaco verrà somministrato per via endovenosa a 30 adulti sani, con un’età compresa tra i 30 ei 64 anni, che presentano almeno un dente posteriore mancante.

            Se tutto va bene, si procede alla somministrazione per i bambni
            In caso di conferma dei risultati positivi e di assenza di effetti collaterali significativi, durante questa fase iniziale, Toregem Biopharma progredirà verso la successiva fase della sperimentazione. Questa fase coinvolgerà bambini con età compresa tra i 2 e i 7 anni, che presentano almeno quattro denti mancanti fin dalla nascita.

            Ma quanto costa?
            Una potenziale commercializzazione del farmaco sarà ancora lunga. Tuttavia, la start-up non esclude la possibilità che, se il processo di sviluppo procedesse senza intoppi, il farmaco potrebbe essere disponibile sul mercato entro il 2030. Ma da quanto riportato dal quotidiano giapponese The Mainichi, il trattamento potrebbe comportare un costo di circa 9.000 euro.

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              Salute

              Adolescenti a rischio: il lockdown per Covid ha accelerato l’invecchiamento del cervello

              Il cervello degli adolescenti “invecchiato” per i traumi del Covid.
              Un nuovo studio ha “fotografato” il cervello dei ragazzi dai 9 ai17 anni durante il lockdown.

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                Un nuovo studio dell’Università di Washington, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha rivelato come la pandemia da Covid-19 e il lockdown abbiano avuto un impatto significativo sul cervello degli adolescenti. Esaminando ragazzi tra i 9 e i 17 anni durante il lockdown, i ricercatori hanno osservato un’accelerazione dello sviluppo cerebrale, paragonabile a quella causata da traumi severi come quelli subiti dai veterani di guerra. Nei ragazzi, il cervello è “invecchiato” rispetto all’età anagrafica, con un’accelerazione media di 4,2 anni nelle ragazze e 1,2 nei ragazzi. Questo fenomeno si manifesta nell’assottigliamento della corteccia cerebrale, lo strato esterno del cervello, che normalmente si riduce con l’età o in seguito a stress cronico.

                Un trauma di massa senza precedenti

                Mai nella storia recente un così ampio campione di popolazione è stato sottoposto a una limitazione della libertà come durante il lockdown di marzo-aprile 2020. Ha spiegato Liliana Dell’Osso, presidente della Società Italiana di Psichiatria. Questo ha portato a una situazione senza precedenti, che può essere considerata un vero e proprio “trauma di massa”.

                Perché le ragazze sono più vulnerabili?

                Secondo la ricerca, le ragazze hanno subito un impatto maggiore a livello cerebrale rispetto ai ragazzi. E come mai? “Gli studi epidemiologici dimostrano che il genere femminile è più suscettibile ai traumi psichici“, ha detto la dottoressa Dell’Osso. Anche se le donne, per natura, sono meno esposte a eventi pericolosi, reagiscono in maniera più intensa allo stress, come dimostrato dalla maggiore incidenza di disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Il lockdown, con la sua carica di isolamento e solitudine, ha causato in molte ragazze sintomi di panico e claustrofobia, il doppio rispetto ai maschi.

                Invecchiamento cerebrale e stress

                Il cervello, con l’avanzare dell’età, attraversa una fase di neurosviluppo, seguita da una neurodegenerazione. Eventi stressanti, come la pandemia, accelerano questo processo. Lo stress cronico, l’ansia e i traumi scatenano mediatori neurotossici, come il cortisolo, che accelerano l’invecchiamento del cervello ha aggiunto la Dell’Osso. Negli adolescenti, che vivono già una fase di intenso rimaneggiamento cerebrale, questo stress ha amplificato fenomeni neurodegenerativi, come la morte cellulare, determinando l’assottigliamento della corteccia.

                E’ possibile un recupero del cervello?

                Le neuroscienze offrono speranze. Un recupero è possibile. “Con il tempo, il cervello può rigenerarsi e migliorare, anche se si tratta di un processo lento che richiede cure adeguate“, conclude Dell’Osso. Sebbene i traumi causati dal lockdown abbiano avuto un effetto profondo, è possibile osservare un miglioramento clinico e un progressivo recupero nel tempo.

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