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Calcio

Odissea finita, Calafiori vola a Londra e rompe con Benedetta

La vicenda tra il giocatore Calafiori, passato dal Bologna alla squadra londinese dell’Arsenal, e la sua ex fidanzata Benedetta Boeme mette in evidenza l’importanza di verificare l’autenticità delle informazioni sui social media, soprattutto quando si tratta di questioni personali e professionali di figure pubbliche.

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    Il difensore ex Bologna e nuovo acquisto della Nazionale, Riccardo Calafiori, è stato venduto alla squadra londinese dell’Arsenal per 50 milioni di euro. La cessione più remunerativa nella storia del club rossoblù. Il fatto è che oltre ad andarsene da Bologna Riccardino lascia anche la ragazza con cui stava dalla scorsa estate: Benedetta Boeme. Una delle tante stelline del web. Un amore durato solo un anno. O poco meno.

    Riccardo Calafiori e Benedetta Boeme un amore durato poco

    Le notizie sulla rottura tra Riccardo Calafiori e Benedetta Boeme hanno fatto il giro dei siti di gossip e sportivi, creando un intreccio di teorie che riguardano sia la vita privata che il futuro professionale del difensore romano.

    Una breve relazione tra baci spontanei e gaffe sui social

    Benedetta e Riccardo hanno iniziato la loro relazione la scorsa estate. Il loro amore è diventato virale a maggio quando Benedetta ha baciato Riccardo durante un’intervista post-partita, consolidando pubblicamente il loro legame. La loro storia è stata documentata sui social di Benedetta con foto di baci, abbracci e tatuaggi coordinati. Ma oggi tutte quelle immagini non ci sono più: sono state cancellate.

    Il messaggio social e la smentita

    Il punto di svolta è arrivato con la diffusione di un messaggio sui social, attribuito a Benedetta, che rivelava dettagli intimi sulla fine della loro relazione e sul futuro trasferimento di Calafiori all’Arsenal. Troppo presto per la tempistica del trasferimento. E forse anche per la tempistica del loro amore. Il messaggio, scritto in inglese, parlava della loro rottura a causa di un video virale su TikTok che mostrava Riccardo a una festa a Ibiza in atteggiamenti intimi con un’altra ragazza. Ma lei non ha alcun profilo su TikTok… così dice. E quindi?

    Una fake news da un profilo fake

    Nel messaggio che Benedetta ha postato su Instagram la giovane modella 27enne chiariva lo stato dell’arte della sua relazione ma smentiva categoricamente di avere un profilo su TikTok. “Mi trovo costretta a scrivere che non ho nessun profilo TikTok! Qualcuno si sta spacciando per me e sta scrivendo cose non vere! Questo è il mio unico profilo social. Io non ho mai parlato di nulla e mai lo farò“. Proseguiva chiedendo gentilmente a chiunque avesse aperto la finta pagina TikTok fingendosi lei, di chiudere immediatamente quel profilo per non essere costretta a passare alle vie legali.

    Il futuro calcistico di Calafiori

    Nonostante la confusione generata dal faldo messaggio alla fine Calafiori è passato all’Arsenal per davvero dopo una stagione impressionante con il Bologna e la partecipazione agli Europei 2024 con la Nazionale.

    Una significativa plusvalenza

    In questa vicenda di certo c’è che con Calafiori, acquistato dal Bologna per 4 milioni di euro più il 50% sulla futura rivendita, il club rossoblù incasserà circa 27 milioni di euro. E per il difensore è previsto un bell’aumento d stipendio. Passerà infatti dai 500mila euro guadagnati a Bologna ai 4 milioni più bonus (fino a 5 milioni) che percepirà con l’Arsenal.

      Calcio

      Jimenez shock: «Partite truccate in Italia, Atalanta-Ternana 2003 doveva finire in pari»

      Luis Jimenez accusa: «Giocavo in partite sistemate, era pesante per un giovane come me. In Atalanta-Ternana del 2003-2004 doveva esserci un pareggio per accordi presi. Segnai un gol e scatenai il caos».

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        Dichiarazioni esplosive quelle di Luis Jimenez, ex calciatore di Ternana, Lazio, Inter e Fiorentina, che in un podcast sul canale YouTube Vamo A Calmarno ha rivelato di aver partecipato inconsapevolmente a partite combinate durante la sua esperienza in Italia. L’ex fantasista cileno, soprannominato Il Mago, non ha risparmiato dettagli su un calcio che, secondo lui, all’epoca era pesantemente influenzato dalla corruzione.

        «C’era molta mafia, partite sistemate»

        «In Italia ho giocato almeno tre partite truccate», ha confessato Jimenez. «Non posso dirvi con quale squadra, ma è successo. Era un sistema pesante per un giovane che voleva arrivare al top. Oggi le cose sono migliorate, molti ex calciatori e dirigenti coinvolti sono stati puniti, ma allora c’era molta mafia».

        Il caso Atalanta-Ternana 2003-2004

        Tra gli episodi raccontati, Jimenez ha fatto riferimento a una partita specifica: Atalanta-Ternana, turno prenatalizio del campionato di Serie B 2003-2004, conclusasi 1-1. «Eravamo prima e seconda in classifica, c’era il gemellaggio tra tifosi e doveva essere una festa. Mi procurai un rigore e lo segnammo, ma nessuno esultò: il mio compagno si mise le mani sul volto. Solo dopo il dottore mi spiegò che era tutto combinato e di non entrare più in area di rigore. Avvisatemi almeno, mi sono sentito preso in giro».

        La partita si concluse con i gol di Zampagna su rigore all’87’ e di Budan all’89’, rispettando l’accordo del pareggio. La Ternana, che chiuse settima in campionato, non riuscì a raggiungere la promozione in Serie A, diversamente dall’Atalanta.

        Le pressioni nello spogliatoio

        Jimenez ha raccontato di aver segnato in un’altra partita combinata, provocando la reazione furiosa del portiere della sua squadra: «Volevano un pari senza reti, ma io non lo sapevo. Segnai un gol e scatenai il caos: mi dissero tutto solo dopo. Fu devastante per me».

        L’ombra sul calcio italiano

        Le dichiarazioni di Jimenez gettano nuova luce su un’epoca oscura del calcio italiano, già segnata da scandali come Calciopoli. Nonostante le accuse, l’ex calciatore ha sottolineato che oggi la situazione è cambiata, grazie a interventi mirati che hanno colpito dirigenti e giocatori coinvolti in episodi di corruzione.

        Ora resta da vedere se le autorità calcistiche italiane decideranno di approfondire queste rivelazioni o se si tratterà di un nuovo capitolo che alimenterà le polemiche sul passato del calcio italiano.

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          Calcio

          Antonio Cassano contro Salt Bae: “880 euro per una bistecca? Mai più nel suo ristorante!”

          Da 4 antipasti e una bistecca a un conto da 880 euro. La disavventura di Cassano nel ristorante di Salt Bae in Grecia strappa risate in studio e diventa un cult online.

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            Antonio Cassano continua a essere il protagonista assoluto di Viva El Futbol, il programma streaming condotto insieme a Lele Adani e Nicola Ventola, dove il calcio si mescola spesso a episodi di vita quotidiana. Nella puntata di ieri, l’ex calciatore ha raccontato un episodio che ha fatto ridere fino alle lacrime i suoi compagni di trasmissione.

            Si parla di Nusret Gökçe, meglio noto come Salt Bae, celebre chef turco famoso per la teatralità con cui sparge il sale sulle sue pietanze. Cassano ha ricordato una visita nel ristorante di Salt Bae in Grecia, insieme alla sua famiglia: “Abbiamo preso quattro antipasti di carne e una bistecca grande da dividere in quattro”. Fin qui tutto normale, ma la sorpresa è arrivata con il conto.

            “Ci hanno portato un conto di 880 euro,” ha raccontato Cassano tra risate e stupore. “Chiamo il cameriere e gli dico: amico, mi sa che hai sbagliato.” Ma no, il conto era giusto: “220 euro a testa per quello che abbiamo mangiato.”

            Il racconto ha scatenato l’ilarità di Adani e Ventola, ma la battuta finale di Cassano ha rubato la scena: “Quando in inglese ci hanno chiesto come ci siamo trovati, ho risposto: benissimo, ma non ci verremo mai più!”

            Una storia che si aggiunge alla lunga lista di commenti spontanei e taglienti che hanno reso Cassano una delle voci più genuine e divertenti del panorama sportivo e non solo.

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              Calcio

              Calhanoglu nei guai? Rapporti con gli ultrà e il rischio di squalifica per il centrocampista dell’Inter

              Frequentazioni con un capo della Curva Nord al centro delle indagini: per Hakan Calhanoglu potrebbe scattare una sanzione economica e fino a tre giornate di squalifica, mentre la Procura federale valuta i deferimenti.

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                Sono giorni decisamente complessi per Hakan Calhanoglu. Se le condizioni fisiche del centrocampista turco hanno tranquillizzato lo staff dell’Inter, ben diversa è la situazione legata alla sua posizione nell’inchiesta “Doppia Curva”, che sta facendo tremare il mondo del calcio nerazzurro.

                L’indagine, condotta dalla Procura federale, punta i riflettori sui rapporti tra ultrà, criminalità organizzata, società e calciatori. Un intreccio che potrebbe portare a serie conseguenze per alcuni tesserati di Inter e Milan. Tra questi, proprio Calhanoglu sembra avere la posizione più critica.

                Rapporti che fanno discutere

                Secondo quanto riportato da Tuttosport, durante un’audizione come persona informata sui fatti, il centrocampista turco ha ammesso di aver avuto rapporti personali con uno dei capi della Curva Nord, figura finita nel mirino degli inquirenti. Tali frequentazioni, per quanto dichiarate non legate a questioni sportive, potrebbero costare caro a Calhanoglu sul piano disciplinare.

                L’articolo 25 del Codice di Giustizia sportiva vieta ai calciatori di intrattenere rapporti con esponenti delle tifoserie organizzate che possano compromettere l’immagine del club o l’equità del campionato. Se le sue dichiarazioni dovessero essere interpretate come una violazione di tale norma, Calhanoglu potrebbe essere deferito dalla Procura federale.

                Le possibili sanzioni

                Per il numero 20 nerazzurro, le conseguenze potrebbero essere significative: si parla di una pesante ammenda economica e di una squalifica che potrebbe oscillare tra due e tre giornate. Una tegola che, in un momento cruciale della stagione, metterebbe in difficoltà sia il giocatore sia Simone Inzaghi, considerando il peso specifico del turco nel centrocampo interista.

                L’inchiesta “Doppia Curva”

                L’indagine non riguarda solo i calciatori: il focus è su un sistema complesso che intreccia tifoserie organizzate e criminalità, con legami che coinvolgono anche le società sportive. La Procura federale, guidata da Giuseppe Chiné, ha acquisito tutte le carte necessarie per far luce sui rapporti tra i tesserati e il mondo ultrà.

                Il caso Calhanoglu potrebbe quindi rappresentare solo la punta dell’iceberg. I deferimenti attesi nelle prossime settimane potrebbero coinvolgere altri tesserati, sia di Inter che di Milan, aprendo un capitolo delicato per il calcio italiano e la sua immagine.

                Una stagione a rischio?

                In attesa di sviluppi ufficiali, l’Inter resta in allerta, mentre Calhanoglu dovrà prepararsi a difendersi da accuse che rischiano di compromettere non solo la sua stagione, ma anche la sua reputazione. Per ora, l’unica certezza è che l’inchiesta Doppia Curva continuerà a far parlare di sé, con possibili ripercussioni su più fronti del calcio italiano.

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