Sport
Ci siamo, iniziano oggi i 33esimi Giochi Olimpici Parigi 2024
Questa sera alle 19,30 ufficialmente Parigi e le Olimpiadi si incontreranno per mostraci il meglio di loro in una inaugurazione che si svilupperà per oltre sei chilometri della Senna per uno spettacolo che si preannuncia senza precedenti.

Se fossi lì questa sera mi chiederei: ma cosa vuoi di più dalla vita? Da una parte c’è Parigi più che una città, più che una capitale, più che una favola… Dall’altra ci sono le Olimpiadi con il loro fascino secolare, messaggere di unione tra i popoli del mondo. Questa sera alle 19,30 ufficialmente i due si incontreranno per mostraci il meglio di loro in una inaugurazione che si svilupperà per un tratto di sei chilometri della Senna. Più che un fiume…
Ambiziosa, storica, spettacolare, una cerimonia d’apertura senza precedenti
La cerimonia di apertura della 33esima edizione dei Giochi Olimpici Parigi 2024 sarà seguita da oltre 326.000 spettatori che fin da questa mattina stanno cercando il loro “posto al sole” lungo la Senna. Mentre i quasi 10 milioni di persone che hanno acquistato i biglietti per assistere dal vivo agli eventi a cinque cerchi in programma, vorrebbero già passare alle gare. Alcune delle quali, quelle di squadra, già iniziate. Gli altri 3 miliardi, tra cui noi, potranno godersi questa spettacolare inaugurazione comodamente seduti in poltrona.
La prima volta di un fiume
E’ la prima volta nella storia, che l’inaugurazione di un Olimpiade non avverrà in uno stadio, ma trasformerà la capitale francese in un palcoscenico a cielo aperto. La sfilata degli atleti si svolgerà su barche che passeranno accanto ai monumenti più iconici della capitale francese. Uno spettacolo che si preannuncia unico e innovativo diretto da Thomas Jolly e coreografato da Maud Le Pladec.
Gli ultimi chilometri della fiaccola
La fiaccola olimpica, partita da Marsiglia a bordo della storica nave Belem, in queste ultime settimane ha attraversato il Paese, portata da sportivi e personalità di ogni estrazione sociale. E questa sera lambirà La Concorde (Place de la Concorde) Stade Tour Eiffel (Champ de Mars), Pont de Iéna (Trocadéro), Grand Palais – Esplanade des Invalides – Pont Alexandre III sulla Senna.
I numeri dei Giochi Olimpici di Parigi 2024
Il Villaggio Olimpico aperto dal 18 luglio accoglierà fino al giorno di chiusura dei giochi previsto per l’11 agosto, oltre 200 delegazioni provenienti da 206 Comitati Olimpici.
In totale gli atleti in gara saranno 11.475 che si sfideranno in 32 diverse discipline. Parigi 2024 ha sfruttato l’opportunità offerta dall’Agenda Olimpica 2020 del CIO per includere 4 nuove discipline: breaking, l’arrampicata sportiva, lo skateboard e il surf, focalizzandosi su inclusività, uguaglianza di genere e attrazione per il pubblico giovane. Fino all’11 agosto si svolgeranno 329 gare distribuite in 35 diverse sedi con ben 754 sessioni. Il tutto sotto l’attenta collaborazione di oltre 45mila volontari e l’osservazione di 6.000 giornalisti accreditati che realizzeranno oltre 350.000 ore di diretta televisiva per raccontarci gara dopo gara tutte le fasi dei Giochi.
Come è cambiata la città
Ospitare i Giochi cambierà la Francia. Parigi 2024 vuole che i valori dello sport diventino parte integrante della vita quotidiana e dimostrare che l’eccellenza e la sostenibilità possono andare di pari passo. Le sedi di gara sono situate in alcuni dei luoghi più iconici della città, e offrono uno spettacolo senza precedenti e un’esperienza unica per atleti e spettatori.
Coinvolgimento degli atleti
Parigi 2024 ha creato una Commissione Atleti per garantire che l’evento sia organizzato da e per gli atleti. Composta da 18 membri, tutti ex partecipanti ai Giochi, la commissione lavora per assicurare che il Villaggio Olimpico e Paralimpico risponda alle necessità degli atleti e che ogni Paese possa dare il proprio input.
Modifiche alla mobilità, trasporti e costo dei biglietti
Durante i Giochi, Parigi vedrà modifiche significative nella mobilità urbana per garantire un flusso di traffico fluido. Le moto e gli scooter dovranno spostarsi più a destra per lasciare libera la corsia di sinistra per i veicoli delle Forze dell’Ordine e degli addetti alle emergenze. Le tariffe dei trasporti pubblici saranno adeguate per l’occasione, con il biglietto unitario della metropolitana già passato a 4 euro rispetto ai 2,15 euro di solo un mese fa.
I carnet di Pass Paris 2024
Sono disponibili abbonamenti giornalieri e plurigiornalieri “Pass Paris 2024” per facilitare gli spostamenti in tutta l’Île-de-France. La tariffa dei carnet è decrescente a seconda della durata: 30 euro per due giorni, 42 euro per tre giorni, e fino a 10 euro al giorno per sette giorni. Cioè 70 euro a settimana contro 30,75 euro prima dei Giochi. Il Pass Paris 2024 permette ai visitatori di spostarsi in tutta l’Ile-de-France accedendo alla totalità della rete in Île de France, aeroporti e Orlyval compresi in tutte le zone da 1 a 5.
Lo squadrone italiano
La partecipazione italiana è la più numerosa di sempre: 403 dei quali 209 uomini e 194 donne, mai così tanti, impegnati in 34 diverse discipline. Saranno guidati dai portabandiera Arianna Errigo per le donne e nel recuperato Gianmarco Tamberi per gli uomini. L’atletica è la disciplina con la maggiore presenza di atleti maschi e femmine, ben 82.
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Calcio
Di Livio e il segreto su Byron Moreno: “Lo insultai di brutto. E lo rifarei”
Ventitré anni dopo Italia-Corea del Sud, l’ex “Soldatino” confessa le parole dette all’arbitro dello scandalo: un mix esplosivo di rabbia, insulti e consapevolezza. Perché in campo, quel giorno, nessuno aveva dubbi.

Certe ingiustizie non invecchiano. Restano lì, in agguato dietro ogni replay, ogni “se”, ogni birra davanti a una partita dei Mondiali. E per Angelo Di Livio, 58 anni, ex motorino instancabile della nazionale azzurra, il 18 giugno 2002 non è mai davvero finito. Quel giorno, a Daejeon, in Corea del Sud, l’Italia venne eliminata ai supplementari da un arbitraggio che aveva più buchi di un colapasta, firmato Byron Moreno. Ora, passati più di vent’anni, Di Livio si toglie un sassolino grande come un macigno: “Lo insultai di brutto. Figlio di putt*, cogli***, mer**. E lo rifarei”.**
L’occasione per la confessione è un’intervista alla Gazzetta dello Sport, dove l’ex juventino torna su uno dei momenti più amari della storia recente del calcio italiano. “Tanto sapevo che non poteva cacciarmi, aveva appena espulso Totti. Vennero anche Gattuso, Vieri, Maldini. Eravamo fuori di noi, e a ragione”.
Quel giorno è entrato nell’album nero della nostra memoria collettiva. Un fuorigioco inesistente fischiato a Tommasi che stava per segnare il golden gol. Un’espulsione grottesca a Francesco Totti per una simulazione immaginaria. Falli ignorati, cartellini usati come coltelli. Una gestione dell’incontro che sembrava scritta da una penna cinica e truccata. E alla fine il colpo di grazia: il gol decisivo di Ahn Jung-hwan, attaccante coreano in forza al Perugia, poi subito licenziato dal patron Gaucci per “lesa maestà”.
“Doveva andare avanti la Corea, era tutto programmato”, dice Di Livio. E in effetti, dopo di noi, toccò alla Spagna. Sempre loro, sempre lo stesso copione: gol annullati, arbitri bendati, sudore e sangue buttati.
Ma il calcio, ogni tanto, sa essere giusto con ritardo. Il tempo ha restituito a Moreno la fama che meritava, ma non quella che cercava: espulso dalla federazione del suo Paese, accusato di combine, evasore fiscale. E, soprattutto, arrestato a New York con chili di cocaina addosso. Un narcotrafficante con il fischietto in tasca. Una carriera da arbitro finita come una sceneggiatura tarantiniana. “Quando l’hanno arrestato? Nessuna sorpresa. L’avevo capito subito che non era un professionista”.
O forse lo era. Solo in un altro senso. Di Livio cita Regalo di Natale, capolavoro di Pupi Avati, per spiegare quella sensazione: “Era un professionista, vero?”, chiede Abatantuono dopo esser stato fregato al tavolo da poker. Sì, risponde Cavina con lo sguardo. Era uno bravo. Solo che lavorava per gli altri.
Ecco: Byron Moreno era così. Un arbitro bravo a fare quello che doveva fare. Peccato che quello che doveva fare fosse sbagliato. Maledettamente, scandalosamente sbagliato.
Calcio
Francesco Totti, la Procura chiede l’archiviazione per l’Iva non dichiarata
La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento che vedeva Francesco Totti indagato per non aver dichiarato l’Iva su alcune attività pubblicitarie. Il “debito”, inizialmente di poche migliaia di euro, era lievitato fino a 900 mila euro con sanzioni e interessi. Ora l’ex calciatore ha saldato tutto.

Francesco Totti non dovrà affrontare un processo per omessa dichiarazione dell’Iva. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’indagine che coinvolgeva l’ex numero 10 della Roma, dopo che lo stesso ha provveduto a saldare il suo debito con il Fisco. Il procedimento, coordinato dai pm Stefano Pesci e Vincenzo Barba, si basava su una verifica effettuata dalla Guardia di Finanza, che aveva analizzato i movimenti economici legati ad alcune apparizioni pubblicitarie dell’ex calciatore.
Secondo quanto emerso, Totti avrebbe svolto attività promozionali non occasionali, ma senza aprire una partita Iva dedicata. Un’irregolarità che, pur partendo da un importo iniziale piuttosto contenuto, è andata crescendo nel tempo: tra sanzioni e interessi, il debito con l’Erario è arrivato a sfiorare i 900 mila euro. Una cifra importante, maturata nel corso di circa cinque anni.
Nonostante l’importo lievitato, la decisione della Procura di avanzare la richiesta di archiviazione è legata alla condotta dell’ex capitano giallorosso, che ha scelto di regolarizzare la propria posizione fiscale. Il pagamento del debito ha avuto un peso determinante, dimostrando la volontà di Totti di chiudere la vicenda con il Fisco.
L’accusa era quella di omessa dichiarazione dell’Iva, un reato tributario che scatta quando un soggetto con obbligo fiscale non presenta le dichiarazioni annuali. In questo caso, però, i magistrati hanno ritenuto che l’interesse punitivo dello Stato fosse venuto meno, viste le somme integralmente versate.
Nessuna battaglia legale, dunque, per Totti. Una vicenda che si chiude con un conto saldato, ma anche con l’ennesimo riflettore acceso sulla gestione fiscale dei personaggi pubblici. Un tema sempre delicato, soprattutto quando coinvolge volti tanto noti e amati dal grande pubblico. Anche perché, nel bene o nel male, il Pupone fa sempre notizia.
Sport
Il sogno nel cassetto di Federica Brignone? Giocare un set contro Jannik Sinner!
La sciatrice Federica Brignone, ospite di Che Tempo Che Fa, ha rivelato un sogno segreto: sfidare Jannik Sinner a tennis. Tra battute e autoironia, la campionessa di sci ha ammesso di non avere grandi speranze con la racchetta in mano, ma di essere curiosa di vedere Sinner sugli sci.

La fortissima atleta azzurra ha deciso di svelare un desiderio che teneva nascosto nel cassetto: giocare una partita a tennis contro il numero uno della racchetta, Jannik Sinner. Ospite di Che Tempo Che Fa su Nove, la sciatrice italiana ha lanciato la proposta con il sorriso sulle labbra: “Mi piacerebbe giocare con lui… ma c’è un problema! Io faccio schifo a tennis e non vedrei neanche la pallina!”.
Una sfida incrociata: la vedremo mai?
Insomma, Brignone è consapevole delle sue scarse doti tennistiche, ma il desiderio di confrontarsi con un talento come Sinner resta. E chi lo sa, magari il campione altoatesino potrebbe ricambiare la sfida sulle piste da sci… E e se da parte di Federica, spirito competitivo a parte, ci fosse un interesse nei confronti di Jannik di un altro tipo?!? Tutto può essere…
Sinner sugli sci? La Brignone approva!
Se a tennis la partita sarebbe a senso unico, sugli sci le cose cambiano. Brignone ha rivelato che Sinner, prima di dedicarsi completamente alla racchetta, aveva già dimostrato di essere un fenomeno sugli sci. “È stato campione del Trofeo Topolino, che è come essere campione del mondo Under 14!” ha spiegato. Insomma, Jannik non è esattamente un principiante sulla neve… Quindi, se la sfida sulla terra rossa sarebbe un massacro, una gara di slalom potrebbe essere più equilibrata. Chissà, magari un giorno vedremo davvero i due scambiarsi sport per un giorno!
Una confessione all’insegna dell’ironia
La campionessa azzurra ha raccontato tutto con il suo solito spirito leggero e autoironico, conquistando il pubblico e strappando qualche risata. Probabilmente anche lei “vittima” di quell’atmosfera rilassata e complice che i tanti ospiti del talk condotto da Fazio hanno avuto modo di sperimentare negli anni. “Non ho mai osato dirglielo, ma ora lo sa tutta Italia!” ha scherzato. E chissà, magari Jannik Sinner avrà sentito l’invito e sarà pronto ad accettare la sfida… a patto che Brignone lo aspetti al varco sulle piste!
Lo sport unisce, anche con un sorriso
In definitva… vedremo Brignone e Sinner su un campo da tennis o su una pista da sci? Un’idea che fa naturalmente sorridere ma che dimostra quanto lo sport possa unire mondi diversi. Anche se la partita a tennis potrebbe finire in pochi minuti, la curiosità di vedere Sinner sugli sci rimane. E se un giorno accadesse davvero, sarebbe uno spettacolo memorabile.
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