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Cronaca

Possibile che il Mac non sia più tanto “Big”?!? Bye bye…

Per anni è stato un simbolo del mangiare a stelle e strisce. Ma la tendenza è cambiata…

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    La McDonald’s ha registrato il primo calo della domanda dal 2020. Che anche gli americani, abituati ad ingollare qualsiasi cosa… abbiano cominciato a maturare un minimo di gusto per il buon cibo?!? Nulla di ciò. La ragione, almeno secondo gli analisti, sarebbe l’effetto dell’aumento dei prezzi per burger, patatine fritte e bevande.

    Un calo che ha sorpreso pure Wall Street

    Nel secondo trimestre conclusosi lo scorso giugno, rispetto a un anno fa le vendite sono calate dell’uno per cento. Rimangono immutati i ricavi, con 6,49 miliardi di dollari. Cala invece il profitto netto del 12 per cento: 2,02 miliardi, al di sotto di quanto si attendesse la borsa di Wall Street.

    Inflazione e conflitti: le ragioni del calo

    I consumatori adesso “sono molto più selettivi nella spesa”, questo è quello che dichiara il ceo Chris Kempczinki. Moltissime sono le famiglie – parliamo di milioni di persone – che hanno terminato i risparmi accumulati durante il lungo periodo della pandemia. Chiaramente anche l’inflazione riveste un peso in tutto questo… ma – sempre secondo i vertici aziendali – a incidere sul calo a livello internazionale sono anche i conflitti, come quello in corso a Gaza. Peccato che le vendite di hamburger e patatine siano in calo anche in Paesi lontani dalle bombe come Cina e Francia. La gente evita sempre più di mangiare fuori casa o scegliere cibi più economici, questa è la verità.

    Il rilfesso di alcune scelte aziendali su packaging e assunzioni

    Kempczinski ha proseguito la sua analisi, sottolineando che il calo dei ricavi è dovuto anche ad alcune scelte dell’azienda, che negli ultimi mesi è stata costretta ad aumentare i prezzi. Il motivo? Coprire i costi per l’acquisto di packaging e materie prime e per procedere a nuove assunzioni dipersonale. A maggio il presidente di McDonald’s USA, Joe Erlinger, aveva annunciato in una lettera aperta che, negli Stati Uniti, il prezzo del Big Mac – il panino-simbolo della catena – era aumentato del 21 per cento dal 2019.

    Un settore in forte flessione

    La diminuzione dei ricavi non riguarda solo il brand McDonald’s ma l’intero settore dei fast food. Per un giro d’affari complessivo che è sceso del 2 per cento nella prima metà del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Alcuni analisti sostengono che il previsto aumento dell’inflazione danneggerà ulteriormente il settore nel prossimo futuro.

    I prezzi aumentano, le azioni calano

    Le azioni McDonald’s hanno perso dall’inizio dell’anno il 15 per cento, risalite di quasi il quattro dopo il lancio del “meal” a cinque dollari. Nei mesi scorsi l’aumento dei prezzi ha provocato nei una campagna da parte consumatori diventata virale sui social, alla quale l’azienda aveva provato a rispondere, spiegando che non era proprio così, o almeno non ovunque.

    La lettera aperta del presidente

    Una situazione piuttosto critica che ha spinto il presidente di McDonald’s USA Joe Erlinger a pubblicare una lettera aperta, ammettendo come il costo medio di un Big Mac Meal fosse cresciuto del 27 per cento dal 2019 (negli Stati Uniti costa 9,29 dollari, equivalente ai nostri 8,58 euro), ma anche che alcuni prezzi di prodotti presenti nel menù erano stati superati dall’inflazione.

    Una storia di successo a stelle & strisce

    Nel 1940, i fratelli Dick e Mac McDonald aprirono il loro primo ristorante a San Bernardino, California. Oggi McDonald’s è una delle più grandi catene di fast food al mondo, con circa 36.000 ristoranti in oltre 100 paesi. Il successo del ristorante californiano fu immediato: grazie alla loro innovativa cucina basata sulla produzione seriale, i McDonald furono in grado di servire hamburger e patatine fritte a un numero sempre maggiore di clienti.

    La svolta nel 1955

    Nel 1955 un imprenditore di Chicago chiamato Ray Krok, comprese il potenziale di crescita del marchio e ne divenne il distributore esclusivo. Fondando la McDonald’s Corporation nel 1961 e trasformando il ristorante in una catena di fast food, aprendo nuovi punti vendita in tutto il paese. Oggi McDonald’s opera nei settori dei servizi di catering, della ristorazione e della distribuzione di alimenti.

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      Storie vere

      Quell’affare che affare non è anche se sembra vero, parola di Facebook

      Facebook e Facebook Marketplace sono utili per trovare occasioni, ma purtroppo sono anche terreno fertile per i truffatori. Ecco come riconoscere le truffe più comuni e proteggersi.

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        Se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. E’ questa la sintesi di quanto ultimamente sta accadendo a molti utenti di Facebook. Il social media, posseduto e gestito dalla società Meta, può essere un ottimo strumento per scovare occasioni e fare acquisti. Ma è anche terreno fertile per truffe sempre più sofisticate. Immagina di trovare finalmente quell’oggetto che desideravi da tempo: una bici elettrica, un iPhone usato o magari un divano che sembra nuovo di zecca. Il prezzo è allettante, il venditore sembra affidabile e tutto sembra andare per il verso giusto. Eppure… Eppure è proprio lì che spesso inizia la fregatura.

        Il venditore fantasma

        Le truffe su Facebook si evolvono costantemente e, ogni giorno, ingannano centinaia di persone. Il modus operandi dei truffatori segue due strategie principali. Da un lato ci sono i “venditori fantasma”, che pubblicano annunci per articoli molto richiesti a prezzi eccezionali. Il loro obiettivo è convincerti a pagare una caparra tramite bonifico o ricarica, sparendo subito dopo aver ricevuto il denaro. Dall’altro ci sono gli “acquirenti-truffatori”, che ti contattano fingendo interesse immediato per il tuo oggetto in vendita. Questi propongono sistemi di pagamento fraudolenti, come link fasulli che imitano PayPal o Poste, per ottenere i tuoi dati e rubarti soldi.

        Riconoscere i segnali di allarme

        Un prezzo troppo basso rispetto al valore reale del prodotto, un profilo Facebook con pochissimi amici o creato di recente, richieste di pagamenti fuori dalla piattaforma ufficiale e l’insistenza nel chiudere rapidamente l’affare, sono tutti campanelli d’allarme che non dovrebbero essere ignorati. Ma come possiamo proteggerci da queste insidie? Prima cosa evitare di inviare soldi prima di vedere il prodotto di persona, poi scegliere sempre metodi di pagamento tracciabili e sicuri. Quindi assicurati di incontrare il venditore o acquirente in un luogo pubblico. Inoltre, diffidate dei link esterni per ricevere o inviare denaro: spesso sono il mezzo principale con cui i truffatori riescono a ingannare gli utenti.

        Pronto qui è il servizio clienti di Facebook che parla

        Una delle trovate più recenti riguarda i falsi “servizi clienti” di Facebook. Dopo essere stati truffati, alcuni utenti ricevono messaggi che sembrano provenire dal supporto ufficiale della piattaforma, promettendo assistenza in cambio di informazioni personali. È un’altra trappola! Meta non ti contatterà mai tramite chat per chiederti password o dati sensibili. Lo scrivino e riscrivono in tutte le lingue possibili, ma niente c’è chi spavado non legge le indicazioni e agisce di testa propria perdendoci.

        E se dovessi cadere vittima di una truffa?

        Per prima cosa è importante agire tempestivamente. Conservare tutte le prove, come screenshot e dettagli dei pagamenti, e segnalare l’accaduto a Facebook. Si può denunciare il fatto alle autorità competenti, come la Polizia Postale, e contattare la propria banca per bloccare eventuali operazioni sospette. Meta, da parte sua, consiglia agli utenti di prestare attenzione alle e-mail sospette che fingono di provenire da Facebook, spesso con notifiche fasulle o promesse troppo belle per essere vere. In caso di dubbi, è sempre possibile segnalare direttamente il problema tramite l’indirizzo phish@fb.com o gli strumenti ufficiali di Facebook.

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          Italia

          Codice della strada: record di patenti ritirate nei primi tre mesi dalla riforma

          La riforma ha sicuramente portato a una maggiore attenzione alla sicurezza stradale, ma ha anche evidenziato l’importanza di rispettare le regole per evitare sanzioni sempre più severe.

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            Dal 14 dicembre 2024 al 15 marzo 2025, la Polizia Stradale ha registrato un numero impressionante di ritiri di patente. Ben 16.432, quasi la metà delle 38mila patenti ritirate in tutto il 2024. Il nuovo Codice della Strada, voluto dal ministero guidato da Matteo Salvini, ha introdotto sanzioni più dure per infrazioni come la guida in stato di ebbrezza o l’utilizzo del cellulare al volante, causando un vero e proprio boom di provvedimenti. Era ora.

            Patenti ritirate, Milano maglia nera

            L’aumento dei ritiri è evidente nelle principali città italiane. A Milano, ad esempio, si è passati da 183 patenti ritirate a 647 nei primi tre mesi del 2025 (+253%). A Torino i ritiri sono stati 160, con un incremento del 241%. Anche Palermo e Bari hanno registrato aumenti significativi, rispettivamente del 214% e del 202%. A Napoli l’aumento è stato del 64,4%, a Firenze del 40% e a Bologna del 60%. La crescita delle sanzioni ha generato un carico di lavoro considerevole per i comandi della Polizia Locale, costretti a gestire procedure più complesse e un volume di infrazioni mai visto prima.

            Cosa sono le mini sospensioni e a chi servono

            Un’importante novità introdotta dal nuovo Codice riguarda le cosiddette «mini-sospensioni», provvedimenti che durano sette o quindici giorni. Si applicano in casi di infrazioni meno gravi, come il superamento a destra, il mancato rispetto delle precedenze o il passaggio con il semaforo rosso. Solo a Milano, nei primi due mesi e mezzo del 2025, sono state applicate 157 mini-sospensioni, seguite da Napoli con 87 e Bologna con 28.

            Giro di vite per chi usa il cellulare quando è alla guida

            Il giro di vite sulla guida con il cellulare ha avuto un impatto rilevante. Questa infrazione da sola è responsabile del 50% dei ritiri di patente registrati in questi primi mesi. La procedura è diventata più severa, con il ritiro immediato della patente e l’intervento della Prefettura, che entro 15 giorni stabilisce la durata della sospensione. In caso di recidiva o incidenti, il provvedimento diventa ancora più restrittivo, prevedendo raddoppi delle durate.

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              Storie vere

              Estorce denaro al padre con la minaccia di accusarlo di stupro. Lui, disperato, si uccide

              “Mi invento che mi hai violentata”, così la 15enne estorceva denaro al padre prima del suicidio dell’uomo.

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                Questa incredibile storia si svolge a Palermo dove una quindicenne e il suo fidanzato sono sotto indagine per aver estorto denaro al padre della giovane, portandolo al suicidio. La ragazza minacciava il padre vedovo con false accuse di violenza sessuale e minacce fisiche. La frase più utilizzata dalla figlia negli scambi con il padre su whatsapp era: “Se non mi dai i soldi mi invento che mi hai violentata“. Le continue richieste di denaro, a volte anche di migliaia di euro, avevano ridotto l’uomo in povertà togliendogli la forza di ribattere.

                Un ricatto inammissibile

                I messaggi whatsapp tra padre e figlia, contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale minorile di Palermo, rivelano una situazione di forte conflitto e prevaricazione. La quindicenne, insieme al fidanzato, pretendeva denaro per spese futili come videogiochi e cosmetici, ma anche per sostenere il gioco d’azzardo del ragazzo e le spese carcerarie del padre di lui.

                Un giorno prima del suicidio del padre la quindicenne perpetuava la sua squallida minaccia

                Nonostante le difficoltà economiche dell’uomo, che non aveva più soldi nemmeno per il cibo e le medicine, la figlia continuava a minacciarlo e a insultarlo. La situazione si era aggravata dopo la morte della madre della ragazza e l’arrivo di una nuova compagna del padre. Il giorno prima del suicidio, la ragazza aveva inviato un ultimo messaggio minaccioso al padre. L’uomo è stato trovato impiccato dal figlio, lasciando due lettere in cui esprimeva il suo dolore e il suo disprezzo per le azioni della figlia e del fidanzato.

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