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Beauty

Come mantenere l’abbronzatura al ritorno in città: consigli e segreti

Tornare in città dopo una vacanza al mare non significa dover dire addio alla tanto desiderata tintarella. Con qualche accortezza, è possibile mantenere l’abbronzatura luminosa e dorata ancora per settimane.

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    L’estate è quasi finita e con essa le giornate trascorse al sole per ottenere quel tanto desiderato colorito dorato. Ma chi ha detto che bisogna rassegnarsi a vederlo svanire in pochi giorni? Con alcuni semplici accorgimenti, è possibile mantenere l’abbronzatura anche al ritorno in città, prolungando il ricordo delle vacanze ancora per qualche settimana. Ecco come fare.

    Idratazione: il segreto per una pelle luminosa

    La parola d’ordine per preservare l’abbronzatura è idratazione. Dopo l’esposizione al sole, la pelle tende a seccarsi e a desquamarsi più facilmente, portando alla perdita del colore. È fondamentale applicare ogni giorno una crema idratante o un olio corpo, meglio se arricchiti con ingredienti come aloe vera, burro di karité o acido ialuronico, noti per le loro proprietà emollienti e rigeneranti.

    Alimentazione: nutrire la pelle dall’interno

    Anche l’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel mantenere l’abbronzatura. È consigliabile consumare alimenti ricchi di beta-carotene, come carote, albicocche, meloni e verdure a foglia verde, che stimolano la produzione di melanina e aiutano a preservare il colore. Bere molta acqua e infusi a base di frutta e verdura è altrettanto importante per mantenere la pelle idratata dall’interno.

    Scrub: sì, ma con moderazione

    Uno scrub delicato può essere un alleato prezioso per mantenere l’abbronzatura, poiché elimina le cellule morte e favorisce una pelle liscia e luminosa. Tuttavia, è essenziale non esagerare: esfoliare la pelle una volta alla settimana è sufficiente per evitare di rimuovere eccessivamente lo strato superficiale abbronzato.

    Scegliere i giusti prodotti per la doccia

    Anche il tipo di detergente utilizzato sotto la doccia può fare la differenza. È preferibile scegliere saponi neutri e delicati, che non aggrediscano la pelle, evitando quelli troppo schiumogeni o con un alto contenuto di alcol, che possono causare secchezza.

    Proteggersi sempre, anche in città

    Anche se il sole cittadino non è intenso come quello del mare, è comunque importante continuare a proteggere la pelle con una crema solare. L’utilizzo di un prodotto con un fattore di protezione SPF adatto al proprio fototipo aiuterà a mantenere l’abbronzatura più a lungo, evitando scottature e disidratazione.

    Valorizzare il colore con il make-up

    Un tocco di make-up può aiutare a esaltare l’abbronzatura e farla sembrare più intensa. L’utilizzo di un bronzer leggero su guance, naso e fronte, insieme a un illuminante dorato sugli zigomi, darà un effetto glow che accentuerà il colorito estivo. Anche un gloss nude o un rossetto dai toni caldi possono contribuire a mettere in risalto la tintarella.

    Autunno, ma con la pelle estiva

    Con questi semplici consigli, mantenere l’abbronzatura al ritorno in città sarà un gioco da ragazzi. Basta prestare un po’ di attenzione alla cura della pelle e continuare a idratarla e nutrirla come si deve. In questo modo, potrai godere ancora per un po’ della tua pelle dorata, portando con te un pezzo di estate anche tra i palazzi e le strade della città.

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      Salute

      Ti sei tuffato con troppa foga? Ecco perché l’acqua nelle orecchie rovina l’estate (e come liberarsene in un lampo)

      Quando l’acqua resta intrappolata nell’orecchio dopo un bagno in piscina o al mare, può trasformare una giornata di relax in un incubo ovattato. Scopri perché accade, come evitarlo e soprattutto i rimedi più rapidi e sicuri per farla uscire. Anche quelli più strani, che però funzionano davvero.

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      Ti sei tuffato con troppa foga? Ecco perché l’acqua nelle orecchie rovina l’estate (e come liberarsene in un lampo)

        Estate. Sole, mare, tuffi e… un fastidioso gluck nell’orecchio che non se ne va. Sì, stiamo parlando dell’acqua intrappolata nel condotto uditivo: uno dei tormentoni estivi più insospettabili. Hai presente quella sensazione ovattata, tipo quando parli e ti senti “rimbombare dentro”? Ecco, è proprio quella. E spesso, più tenti di liberartene, più sembra attaccarsi peggio di una hit reggaeton passata in loop.

        Ma perché succede? Il problema è che l’acqua, entrando con troppa pressione o in certe angolazioni (ciao tuffi acrobatici!), può restare intrappolata nel canale uditivo esterno, magari “sigillata” da un tappo di cerume. Già, perché il cerume – che normalmente protegge l’orecchio – in certi casi si compatta e fa da barriera. Il risultato? Un micro-acquario personale che può diventare un paradiso per batteri e lieviti. Ed è così che nasce l’otite estiva, detta anche “otite del nuotatore”.

        Attenzione però: non serve nuotare come un delfino per beccarsela. A volte basta una doccia distratta o una nuotata coi bambini. E chi è più soggetto? Chi ha condotti più stretti, tappi di cerume frequenti o usa spesso i cotton fioc (che, spoiler, spingono il cerume ancora più in fondo).

        Ma passiamo al sodo: come liberarsi dell’acqua nelle orecchie?

        Primo rimedio: la testata alla gravità. Inclina la testa dal lato dell’orecchio tappato, salta su un piede solo e dai qualche colpetto con la mano aperta. Sembra una danza tribale? Forse. Ma funziona.
        Secondo metodo: il sottovuoto casalingo. Tira il lobo verso il basso mentre tappi e stappi l’orecchio con il palmo: l’effetto ventosa può far uscire l’acqua intrappolata.
        Terzo, per i più pazienti: il phon a distanza, con aria tiepida e a bassa potenza. Sempre muovendo l’orecchio per favorire l’evaporazione.
        E poi ci sono i trucchi da nonna tech: una goccia di alcol borico o aceto bianco (se l’orecchio non è già irritato) può aiutare a disinfettare e ad asciugare.
        Cosa non fare mai: infilare cotton fioc, forcine, dita o chiavi della macchina. L’orecchio non è un borsello.

        Se però il fastidio dura più di 48 ore, o arriva dolore, febbre o secrezioni, niente fai-da-te: è ora di farsi vedere da un medico.

        Intanto, per prevenire: usa tappi appositi per il nuoto, asciuga bene le orecchie dopo ogni bagno e… sì, anche limitare i tuffi a bomba può aiutare.

        Perché tuffarsi è bello, ma farlo senza restarci “a mollo dentro” è ancora meglio.

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          Beauty

          Pelle dorata ma protetta: la beauty routine estiva che ti regala luce senza scottature

          Abbronzarsi sì, ma con intelligenza. Idratazione, protezione e leggerezza sono le parole chiave di una routine estiva efficace: bastano pochi gesti al giorno per una pelle radiosa, elastica e felice.

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            L’estate è la stagione dell’abbronzatura, dei tramonti sulla pelle e del riflesso dorato che fa sembrare tutto più bello. Ma sotto il sole cocente, la pelle chiede attenzione. E no, il segreto non è “più ci si scotta, più si colora”: quella è una leggenda da archiviare insieme al doposole allo yogurt. Oggi la beauty routine estiva punta tutto su equilibrio, protezione e semplicità.

            1. Prima regola: preparare la pelle
            La bellezza dell’abbronzatura comincia ben prima di stendere l’asciugamano. Uno scrub delicato, due volte a settimana, elimina le cellule morte e rende la pelle più ricettiva alla tintarella. Scegli formule naturali con zucchero, caffè o sabbia vulcanica, e non dimenticare gomiti e ginocchia.

            2. Protezione: il filtro giusto cambia tutto
            Sole sì, ma con criterio. I dermatologi lo ripetono da anni: la protezione solare è il primo gesto anti-age. Non serve un SPF 50 tutto il giorno, ma saperlo modulare. Al mattino, se hai la pelle chiara, meglio partire alto. Poi, durante la giornata, si può scendere. E ricordati: il viso non perdona. Usa un prodotto specifico, leggero e opacizzante se hai la pelle grassa, o ricco di attivi idratanti se la tua è più secca.

            3. Idratazione continua (fuori e dentro)
            Bere almeno due litri d’acqua al giorno non è solo una frase da rivista: è un mantra da seguire. La pelle disidratata si abbronza male e si spella in fretta. Aiutala anche da fuori con gel all’aloe, sieri alla vitamina E o spray rinfrescanti da tenere sempre in borsa.

            4. Make-up? Sì, ma invisibile
            In estate il trucco cambia pelle. Fondotinta pesanti e ciprie compatte vanno in vacanza. Meglio puntare su BB cream con SPF, blush liquidi effetto sun-kissed e mascara waterproof. Il vero segreto di bellezza resta sempre uno: la luce naturale.

            5. Doposole: più importante di quanto pensi
            Dopo una giornata in spiaggia, la pelle ha bisogno di calma. I prodotti doposole non sono solo freschi e profumati: se formulati con burro di karité, calendula o acqua termale, riparano i danni e prolungano l’abbronzatura. Un gesto che fa la differenza.

            Alla fine dell’estate, la pelle racconta come l’hai vissuta. Proteggerla non significa rinunciare alla tintarella, ma conquistarla in modo più sano, uniforme e duraturo. E con quel tocco dorato che, diciamolo, fa sempre la sua figura.

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              Benessere

              Stacca, respira, cammina: il potere della lentezza in un mondo che corre

              Psicologi e coach lo ripetono da mesi: serve rallentare. E per stare meglio, a volte basta fare meno, dormire di più e concedersi una passeggiata senza meta

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                Siamo entrati nell’estate con i nervi a pezzi. Dicono che sia la stagione del relax, delle pause, della leggerezza. Ma per molti – troppi – è solo un altro capitolo di un libro già faticoso: quello del burnout permanente. Lavoro da finire prima di partire, figli da gestire h24, vacanze da organizzare come un evento aziendale. E quando si arriva finalmente al mare, o in montagna, o anche solo al weekend, si è talmente stanchi da non sapere nemmeno più cosa voglia dire “rilassarsi”.

                Eppure, il nostro corpo lo sa. Il nostro cervello lo sa. Ce lo chiede da tempo, con segnali che ignoriamo finché non diventano mal di testa, insonnia, irritabilità o quella stanchezza che non se ne va neanche dopo dieci ore di sonno. Perché non è il corpo ad essere sfinito, è la mente. E l’unica vera cura – ormai lo dicono anche le neuroscienze – è rallentare. Ma sul serio.

                La buona notizia è che rallentare non significa scomparire nel deserto per settimane. Né fuggire su un’isola greca con il cellulare spento (anche se, diciamolo, sarebbe magnifico). A volte basta molto meno. Bastano micro-pause consapevoli: una passeggiata lenta senza auricolari. Un pranzo senza scrollare lo smartphone. Un bagno caldo senza interruzioni. Un pomeriggio sul divano senza sensi di colpa. O anche solo cinque minuti per chiudere gli occhi e respirare, davvero, come se ogni respiro fosse un atto di cura.

                Le chiamano “vacanze mentali”, e sono diventate un’ancora di salvezza per chi non può permettersi un mese alle Maldive ma ha urgente bisogno di recuperare lucidità e benessere. I terapeuti lo spiegano chiaramente: il cervello ha bisogno di vuoto. Di tempi morti, di riposo attivo. Di attività lente, ripetitive, prive di scopo. Una camminata in mezzo al verde. Un puzzle. Lavorare a maglia. Annaffiare le piante. Fare il pane. Piccoli riti che sembrano inutili ma nutrono la mente.

                Ecco perché sempre più persone scelgono vacanze diverse, in luoghi silenziosi, magari senza connessione. O si regalano ritiri di meditazione, soggiorni in agriturismi senza Wi-Fi, persino weekend in silenzio totale. Non per moda, ma per necessità. Per sentire di nuovo la propria voce interiore, soffocata dai mille stimoli di ogni giorno.

                Secondo uno studio dell’Università di Harvard, le persone che praticano consapevolmente la lentezza – anche solo per 30 minuti al giorno – ridimensionano l’ansia del 40%, migliorano la qualità del sonno e aumentano la capacità di concentrazione. Non serve diventare asceti o esperti di mindfulness: basta iniziare da piccoli gesti. Spegnere le notifiche. Uscire senza meta. Dire qualche “no” in più. E smettere di credere che la produttività sia l’unico metro con cui misurare il nostro valore.

                L’estate, con il suo sole impietoso e le sue aspettative altissime, può diventare una trappola. Ma può anche essere un’occasione. Un momento per fare pace con la lentezza, quella vera. Perché fermarsi non è fallire. È respirare, ricentrarsi, tornare a sé.

                E magari scoprire che non serve cambiare continente per ritrovare un po’ di serenità. A volte basta camminare piano, in una strada familiare, senza fretta. Guardare le cose che ci sono sempre state. Lasciar andare quello che ci pesa. E concedersi il lusso – raro, prezioso, rivoluzionario – di non fare nulla.

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