Lifestyle
Prima elementare: come prepararsi all’inizio della scuola
L’inizio della prima elementare è un momento speciale per ogni bambino e un cambiamento importante per tutta la famiglia. Questo passo può portare emozioni, aspettative e un po’ di ansia. Ecco alcuni consigli per aiutare genitori e bambini a prepararsi bene per questa nuova esperienza.
L’inizio della prima elementare è un momento significativo nella vita di ogni bambino e rappresenta un’importante transizione per tutta la famiglia. Entrare nel mondo scolastico porta con sé emozioni, aspettative e, talvolta, preoccupazioni. Ecco una guida completa per aiutare genitori e bambini a prepararsi al meglio per questa nuova avventura.
L’importanza della preparazione emotiva
Per molti bambini, l’inizio della prima elementare segna il primo vero distacco dall’ambiente familiare per un periodo prolungato. Prepararli emotivamente è fondamentale. Parla con il tuo bambino delle nuove esperienze che lo attendono, presentando la scuola come un luogo positivo e sicuro dove potrà imparare e fare nuove amicizie. Leggere insieme libri che parlano del primo giorno di scuola può aiutare a ridurre eventuali ansie.
Facciamo finta di essere a scuola
Utilizza bambole, peluche o costruisci banchi con i Lego per ricreare un ambiente scolastico. Che sia con te o con la babysitter, coinvolgi il bambino in un gioco di ruolo sulla scuola. Puoi realizzare quaderni per le bambole con fogli di carta, usare una lavagna o appendere un cartoncino al muro. Il bambino può alternarsi nel ruolo di insegnante e alunno. L’importante è simulare una giornata scolastica, includendo la ricreazione, la mensa, i compiti e il disegno. Questo lo aiuta a visualizzare la nuova esperienza e a sentirsi più tranquillo.
Routine e autonomia
Ricorda che la prima elementare richiede una maggiore autonomia rispetto alla scuola dell’infanzia. È utile iniziare a stabilire una routine quotidiana che comprenda sveglia, colazione, preparazione dello zaino e abbigliamento. Insegnare al bambino a gestire queste attività in modo indipendente gli darà sicurezza e lo aiuterà ad adattarsi più facilmente alla vita scolastica.
Conoscere l’ambiente scolastico
Prima dell’inizio della scuola, è consigliabile visitare l’edificio scolastico insieme al bambino. Familiarizzare con gli spazi, come la classe, i bagni e la mensa, può ridurre il senso di smarrimento nei primi giorni. Inoltre, incontrare in anticipo l’insegnante e alcuni compagni di classe può essere rassicurante.
Materiale scolastico essenziale
Ogni scuola ha una lista specifica di materiale scolastico richiesto, ma ci sono alcuni articoli fondamentali che quasi sempre servono. Uno zaino resistente, astuccio con matite, penne, colori, quaderni e una borraccia sono indispensabili. È importante etichettare tutto con il nome del bambino per evitare smarrimenti. Coinvolgere il bambino nella scelta del materiale scolastico può rendere l’esperienza più entusiasmante. Leggi la nostra guida di come risparmiare sul materiale scolastico.
Sviluppare competenze sociali
Oltre all’apprendimento accademico, la prima elementare è un momento cruciale per lo sviluppo delle competenze sociali. Insegnare al bambino a condividere, rispettare le regole e collaborare con i compagni sono aspetti fondamentali per una buona integrazione nel gruppo classe. Attività come giochi di gruppo o partecipazione a sport di squadra possono aiutare a sviluppare queste abilità.
Gestione delle emozioni
La gestione delle emozioni è una sfida importante per i bambini che iniziano la scuola. È normale che si sentano nervosi o sopraffatti nei primi giorni. Insegnare loro a riconoscere e esprimere i propri sentimenti, piuttosto che reprimerli, è essenziale. Stabilire un dialogo aperto a casa, dove il bambino si senta libero di condividere le proprie esperienze, aiuta a gestire meglio le emozioni legate alla scuola.
Alimentazione e benessere fisico
Un’alimentazione equilibrata e un sonno adeguato sono fondamentali per il benessere fisico e mentale del bambino. Assicurati che la colazione sia nutriente e che i pasti durante la giornata scolastica siano sani e bilanciati. Inoltre, un regolare esercizio fisico, come giocare all’aperto o partecipare a sport, aiuta il bambino a rimanere energico e concentrato durante le ore di lezione.
Comunicazione con gli insegnanti
Mantenere una comunicazione aperta con gli insegnanti è cruciale per monitorare il progresso del bambino e affrontare eventuali difficoltà. Partecipare agli incontri con i docenti e agli eventi scolastici ti permetterà di essere coinvolto attivamente nella vita scolastica del tuo bambino, comprendendo meglio le sue necessità e sostenendolo nel percorso educativo.
L’inizio della prima elementare è un’esperienza emozionante e significativa sia per i bambini che per i genitori. Prepararsi adeguatamente, sia dal punto di vista emotivo che pratico, è la chiave per un passaggio sereno e positivo. Con il giusto supporto, il tuo bambino potrà affrontare questa nuova avventura con fiducia, entusiasmo e curiosità, ponendo solide basi per il suo futuro scolastico.
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Animali
Snack per cani: premio, vizio o strumento educativo?
Tra premi, coccole e rischi di eccessi, il tema degli snack per i cani divide molti proprietari. Ma secondo gli esperti, se scelti e dosati nel modo giusto, possono essere alleati preziosi del benessere e dell’educazione del nostro amico a quattro zampe.
Il dilemma del bocconcino
C’è chi li considera una coccola irrinunciabile e chi, invece, teme che rovinino la dieta. Gli snack per cani — che si tratti di biscottini, bocconcini di carne o premi masticabili — sono da tempo al centro di un dibattito tra proprietari e veterinari. “Fanno bene o fanno male?”, è la domanda più frequente tra chi desidera viziare il proprio cane senza correre rischi per la salute.
Secondo la dottoressa Zita Talamonti, medico veterinario comportamentalista, la risposta non è un semplice sì o no: “Gli snack possono essere molto utili, purché usati nel modo corretto. Sono strumenti efficaci sia nell’educazione del cane, come rinforzo positivo, sia come momento di coccola e gratificazione”.
Il rinforzo positivo: perché funziona
In ambito educativo, gli snack sono parte di una strategia ben precisa: il rinforzo positivo. “Il cane impara molto più velocemente quando un comportamento corretto viene premiato piuttosto che quando viene punito”, spiega la dottoressa Talamonti. “Un bocconcino nel momento giusto, unito a un ‘bravo!’ o a una carezza, rafforza la relazione con il proprietario e aiuta a fissare il comportamento desiderato”.
Non tutti i cani, però, rispondono allo stesso tipo di stimolo. “Alcuni preferiscono il cibo, altri un gioco o un momento di attenzione. Capire cosa motiva di più il proprio cane è parte del lavoro educativo”, sottolinea la veterinaria.
Quando e come dare gli snack
Gli snack non devono essere distribuiti a caso. È importante farne un uso mirato, legato a un contesto preciso: un esercizio ben riuscito, un momento di calma o una routine di cura. Ecco alcune situazioni in cui il bocconcino diventa utile:
- Addestramento: piccoli premi rendono l’apprendimento più rapido e piacevole.
- Relax e igiene orale: snack masticabili aiutano a tenere puliti i denti e riducono lo stress.
- Stimolazione mentale: nascondere premi in giochi interattivi favorisce la concentrazione e riduce la noia.
Il segreto sta nelle quantità. Gli snack non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere del cane, per evitare sovrappeso e problemi digestivi. Se usati per l’addestramento, meglio sceglierli piccoli, leggeri e a basso contenuto calorico.
Quali scegliere (e quali evitare)
Oggi il mercato offre una vasta gamma di snack per cani, ma non tutti sono uguali. “È fondamentale leggere le etichette”, avverte la dottoressa Talamonti. “Meglio orientarsi verso prodotti naturali e specifici per cani, a base di proteine di qualità, privi di zuccheri, coloranti o conservanti artificiali”.
Tra le alternative più sane e facili da preparare in casa ci sono:
- Carne o pesce essiccato, senza sale né condimenti.
- Frutta e verdura sicure, come mela, banana, carote o zucchine (senza semi).
- Snack funzionali per l’igiene orale, approvati dal veterinario.
Assolutamente da evitare, invece, cibi tossici come cioccolato, cipolla, aglio, uva, avocado o ossa cotte, che possono causare gravi intossicazioni.
Il ruolo emotivo della “coccola”
Gli snack non sono solo nutrimento o strumento educativo: hanno anche un forte valore relazionale. “Offrire un premio al cane, se fatto con equilibrio, è un gesto d’affetto e comunicazione”, spiega la veterinaria. “Diventa un momento di connessione tra animale e proprietario, rafforzando il legame di fiducia”.
Tuttavia, è bene evitare che lo snack diventi una risposta automatica a ogni richiesta del cane. “Il rischio è viziarlo, trasformando il premio in un diritto acquisito. Lo snack deve restare un gesto consapevole, non un’abitudine compulsiva”, avverte l’esperta.
In sintesi: sì agli snack, ma con criterio
Gli snack possono essere alleati del benessere e dell’educazione del cane, ma solo se integrati in una dieta bilanciata e usati con moderazione. La chiave è il buon senso: scegliere prodotti naturali, premiare nei momenti giusti e non abusarne.
Come conclude la dottoressa Talamonti: “Un bocconcino offerto con affetto e misura può dire molto di più di mille parole: è un modo per comunicare con il cane nel suo linguaggio, quello della fiducia e del rispetto reciproco”.
Libri
Zerocalcare rinuncia a Più libri più liberi: “Non condivido gli spazi con i nazisti”. Il fumettista lascia la fiera tra polemiche e accuse
L’assenza di Zerocalcare scuote la fiera romana della piccola e media editoria. La sua decisione segue l’appello di artisti e scrittori contro la partecipazione di Passaggio al bosco, casa editrice dell’area radicale di destra. “I vertici culturali non hanno gli anticorpi per arginare questa offensiva”.
Zerocalcare non sarà a Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria che si apre alla Nuvola di Roma dal 4 all’8 dicembre. Il fumettista, uno dei nomi più attesi della manifestazione, ha comunicato la sua rinuncia con un video animato pubblicato sui social: un tono ironico come nel suo stile, ma un messaggio politico preciso.
Al centro della polemica c’è la presenza allo stand della casa editrice “Passaggio al bosco”, etichettata da più parti come realtà di ispirazione nazi-fascista. Negli ultimi giorni diversi artisti avevano firmato un appello per chiedere l’esclusione della sigla dalla manifestazione organizzata dall’Associazione italiana editori. La risposta degli organizzatori, che hanno confermato la partecipazione dell’editrice, ha innescato la scelta drastica del fumettista.
“Purtroppo ognuno c’ha i suoi paletti, questo è il mio”, dice Zerocalcare nel video. «Non si condividono gli spazi con i nazisti». Un’affermazione che non lascia margini di interpretazione e che chiarisce la sua linea: la neutralità non è contemplata quando in gioco ci sono ideologie che lui ritiene incompatibili con il perimetro democratico.
Nel filmato, Michele Rech — questo il suo nome all’anagrafe — spiega di non voler partecipare ad “una operazione che normalizza la convivenza” con certe realtà editoriali. Rivolge poi un’accusa diretta ai vertici della cultura italiana: “Non hanno né gli anticorpi né lo spessore per arginare questa offensiva”.
La sua rinuncia ha amplificato un dibattito che già covava sotto traccia. Da una parte, chi considera la presenza di Passaggio al bosco un tentativo di legittimazione culturale dell’estrema destra; dall’altra, chi difende la scelta della fiera in nome della libertà di mercato e di espressione.
Zerocalcare, che negli ultimi anni ha spesso preso posizione pubblicamente su temi sociali e politici, ha preferito sfilarsi, anche a costo di rinunciare a un palcoscenico prestigioso. “Mi sento una barzelletta umana”, dice nel video, riferendosi all’ironia con cui è costretto a porre un messaggio che per lui è invece molto serio.
Intanto la discussione continua sui social, dove migliaia di utenti commentano l’episodio con posizioni che vanno dal sostegno totale alle accuse di eccesso di moralismo. La fiera, nel frattempo, apre comunque le porte, ma lo fa sotto una nuvola di tensione che accompagnerà inevitabilmente la sua nuova edizione.
Libri
Emilio Salgari, il genio sfruttato che inventò Sandokan: la vera storia dello scrittore visionario che ha cambiato l’immaginario italiano
Capostipite dell’avventura italiana, anticipatore della fantascienza e schiacciato da contratti-capestro, Salgari trasformò mappe, enciclopedie e tigri allo zoo in universi epici. La sua vita, segnata da genialità e sofferenza, resta una delle più affascinanti e tragiche della nostra letteratura
La nuova febbre da Sandokan riporta al centro il nome di Emilio Salgari, lo scrittore che più di ogni altro ha nutrito l’immaginario italiano con avventure, mari in tempesta e giungle brulicanti. Ma la sua vera storia è lontana anni luce dal mito romantico dello scrittore-navigatore. Salgari era un viaggiatore immobile: costruiva mondi perfetti senza lasciare Torino, tra biblioteche, mappe nautiche, diari di bordo e un’ossessione quasi fisica per il dettaglio.
Nato a Verona nel 1862, non solcò mai gli oceani che avrebbe poi raccontato con stupefacente realismo. Studiava le tigri allo zoo per descrivere le “tigri di Mompracem”, passava ore al Museo di Scienze Naturali, si nutriva di enciclopedie e atlanti. La sua immaginazione era così potente che, quando un giornalista lo definì “mozzo”, lo sfidò a duello: vinse, ferì l’avversario e finì in cella per qualche giorno. Un gesto d’altri tempi che racconta la sua furiosa fierezza.
La sua produzione fu titanica: oltre ottanta romanzi e più di cento racconti. Salgari anticipò persino la fantascienza con Le meraviglie del Duemila (1907), dove immaginò televisori, guerra aerea e una società talmente rapida da mandare i protagonisti in manicomio. Una visione sorprendente per un uomo che non aveva mai lasciato l’Italia.
Ma dietro il mito c’era lo sfruttamento. Gli editori gli imponevano ritmi disumani: tre pagine al giorno, tutti i giorni, per anni. Nel frattempo doveva mantenere la famiglia e curare la moglie malata. Scriveva immerso nel fumo di decine di sigarette e litri di Marsala. Era l’autore più letto d’Italia, ma viveva in una miseria feroce mentre gli editori si arricchivano.
I suoi capolavori – Le Tigri di Mompracem, Il Corsaro Nero, Jolanda, Cartagine in fiamme – non sono solo romanzi d’avventura: sono pietre miliari della narrativa popolare, capaci di ispirare cinema, fumetti, serie tv e generazioni di lettori.
Il finale della sua vita, tragico e quasi rituale, è noto: il 25 aprile 1911 Salgari si tolse la vita nei boschi di Torino, lasciando lettere incendiarie agli editori, accusati di averlo ridotto alla rovina. «Vi saluto spezzando la penna», scrisse. Quella penna, però, non si è mai spezzata davvero. Oggi Salgari continua a vivere in ogni avventura che amiamo, in ogni eroe romantico che sfida il destino, in ogni pagina che chiede di essere letta per fuggire altrove.
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