Arte e mostre
La Sindone e il mistero del restauro rinascimentale: c’è la mano di Leonardo?
La Sindone, uno dei reperti più venerati e studiati al mondo, potrebbe essere stata soggetta a un restauro artistico tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Le nuove scoperte sollevano domande sull’autenticità dell’immagine e sul possibile intervento di un artista di grande abilità.
La Sindone di Torino, da secoli oggetto di venerazione e dibattito, potrebbe nascondere tra le sue pieghe una storia più complessa di quanto finora immaginato. Un gruppo di ricercatori del Centro di ricerca di Stile Arte ha portato alla luce indizi che suggeriscono un intervento artistico avvenuto tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento, finalizzato a potenziare l’immagine impressa sul sacro lenzuolo.
L’ipotesi di un restauro rinascimentale
Il lenzuolo di lino, lungo circa 4,41 metri e largo 1,11 metri, porta impressa l’immagine di un uomo nudo, segnato da lesioni che sembrano compatibili con le ferite della crocifissione. Per secoli, la Sindone è stata al centro di controversie: è davvero il sudario che avvolse il corpo di Gesù, come credono molti fedeli, o un manufatto medievale?
I ricercatori di Stile Arte hanno analizzato i segni presenti sulla Sindone, confrontandoli con le tecniche pittoriche dei monocromi rinascimentali. Il risultato? Esistono “elevate possibilità” che la Sindone sia stata “rinvigorita” con interventi pittorici, forse per renderla più leggibile e suggestiva, in vista della sua esposizione pubblica organizzata dai Savoia intorno al 1502. L’intervento avrebbe potuto essere condotto da un artista di grande abilità, qualcuno vicino all’ambiente di Leonardo da Vinci, che all’epoca era già noto per le sue opere innovative e la sua padronanza delle tecniche ottiche.
Leonardo da Vinci: il sospettato perfetto?
Leonardo da Vinci, che tra il 1499 e il 1508 visse un periodo errabondo dopo aver lasciato Milano, avrebbe potuto essere coinvolto in questo restauro. I ricercatori sottolineano che Bona di Savoia, duchessa consorte di Milano e madre di Gian Galeazzo Maria Sforza, aveva stretti contatti con il mondo artistico e culturale di Leonardo. Questo legame suggerisce una possibile connessione tra il grande maestro e l’intervento sulla Sindone.
Il Centro di ricerca di Stile Arte sostiene che il restauro sia stato condotto con un “pigmento ocra scuro, molto allungato nell’acqua e in materiale rugginoso”, applicato con un pennello appena inumidito. Le tracce di sangue, che oggi sembrano così nitide, sarebbero state potenziate con l’uso di un pennino, un procedimento che avrebbe reso l’immagine più visibile e drammatica, soprattutto se retroilluminata.
Una sindone “rinvigorita” per un effetto teatrale
Secondo gli studiosi, la Sindone restaurata doveva essere esposta in modo da ottenere il massimo impatto visivo, con un’immagine che appariva tridimensionale e che scompariva o si intensificava a seconda dell’illuminazione e della distanza dell’osservatore. “A uno-due metri essa è perfettamente a fuoco, mentre avvicinandosi sembra scomparire”, spiegano i ricercatori, sottolineando come questi effetti ottici fossero ben conosciuti e sfruttati dagli artisti rinascimentali.
Inoltre, il lenzuolo sembra essere stato concepito per una visione retroilluminata, con torce che ne avrebbero evidenziato i dettagli, creando un’atmosfera quasi mistica. L’analisi rivela anche la presenza di figure composite e immagini reversibili, come un crocifisso che appare come un cartiglio quando osservato da una certa angolazione. “L’insieme parrebbe una sorta di colomba posta su un’ancora”, affermano gli studiosi, ipotizzando che l’artista possa aver inserito simboli nascosti con un significato esoterico o religioso.
La Sindone: un capolavoro rinascimentale?
Se confermata, l’ipotesi di un restauro rinascimentale della Sindone aggiungerebbe un nuovo capitolo alla sua già complessa storia. Non si tratterebbe quindi di un falso, ma di un’opera potenziata per migliorare la sua leggibilità e il suo impatto durante le esposizioni pubbliche. Un intervento che, pur non alterando l’autenticità del lenzuolo come reliquia, ne avrebbe modificato l’aspetto per renderlo più adatto alle necessità devozionali e politiche del tempo.
La storia documentata della Sindone
Per comprendere appieno l’importanza di queste scoperte, è utile ripercorrere la storia documentata della Sindone. Dopo essere stata donata alla chiesa di Lirey nel 1353 dal cavaliere francese Goffredo di Charny, la Sindone passò attraverso numerose mani e contese, fino a diventare proprietà dei Duchi di Savoia nel 1453. Nel 1502, fu costruita una cappella apposita a Chambéry per custodirla, e nel 1506 il Papa Giulio II autorizzò il culto pubblico della Sindone.
La storia del lenzuolo è segnata da eventi drammatici, come l’incendio del 1532, che causò gravi danni al tessuto, e le successive riparazioni che hanno alterato in parte il suo aspetto originale. Tuttavia, è solo con l’avvento della fotografia nel 1898 che l’immagine della Sindone ha rivelato i suoi segreti più profondi, mostrando dettagli invisibili a occhio nudo.
Un enigma ancora aperto
Nonostante i numerosi studi, la Sindone di Torino continua a suscitare dibattiti e controversie. Le nuove scoperte suggeriscono che, oltre a essere una reliquia sacra, la Sindone potrebbe anche essere considerata un capolavoro dell’arte rinascimentale, frutto dell’intervento di un maestro come Leonardo da Vinci o di un artista a lui vicino.
Questo intreccio tra fede, arte e scienza rende la Sindone un oggetto unico nel suo genere, che continua a sfidare la nostra comprensione e a ispirare nuove ricerche. Con ogni nuova scoperta, ci avviciniamo un po’ di più a svelare i misteri di questo antico lenzuolo, che da secoli affascina credenti e scettici.
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Arte e mostre
Un ‘covone’ davvero caro venduto da Sotheby’s
L’opera “Covone a Giverny” di Claude Monet ha suscitato grande interesse con un prezzo di vendita di quasi 35 milioni di dollari.
L’asta di “Covone a Giverny” di Claude Monet che si è svolta a New York ha suscitato grande interesse da parte di collezionisti e investitori. Alla fine dell’asta ha ottenuto un notevole risultato, con un prezzo di vendita di quasi 35 milioni di dollari. Questo successo è particolarmente significativo visto che da qualche tempo si assiste a un calo del mercato mondiale dell’arte. E’ soprattutto un inizio promettente per le vendite delle grandi case d’asta come Christie’s e Sotheby’s.
Inversione di tendenza
La vendita online, telefonica e in sede di Sotheby’s ha generato un totale di 235 milioni di dollari per una cinquantina di dipinti di arte moderna. La competizione per “Covone a Giverny” è stata descritta come una “guerra di offerte di otto minuti“, culminata con il suo acquisto per 34,8 milioni di dollari. Questo dimostra anche il persistente fascino e valore dell’opera di Monet nel mercato dell’arte.
Inoltre, un’altra opera d’arte, “Les Distractions de Dagobert” della pittora anglo-messicana Leonora Carrington, ha stabilito un nuovo record d’asta per l’artista, con una vendita di 28,5 milioni di dollari dopo una battaglia di dieci minuti tra gli acquirenti presenti in sala.
Risultati che indicano un rinnovato interesse e fiducia nel mercato dell’arte, con gli acquirenti che dimostrano una forte disposizione a investire in opere di grande valore artistico e storico.
Arte e mostre
Non solo relax, pranzi e regali: le mostre da non perdere in questi giorni di vacanza
Questo è il momento perfetto per scoprire nuove mostre d’arte e vivere l’atmosfera culturale unica che l’Italia è in grado di offrire durante le festività.
Vi suggeriamo le mostre più interessanti da visitare in questi giorni, dalle esposizioni artistiche più affascinanti del Nord a quelle imperdibili del Sud. Un viaggio indimenticabile attraverso le bellezze artistiche del nostro paese, in questo magico periodo dell’anno!
La rivoluzione di Elio Fiorucci a Milano
Esposizione di grande interesse che ripercorre la storia di questo leggendario stilista, noto per aver rivoluzionato la moda e il costume in Italia dagli anni Sessanta ai Novanta, influenzando col suo impatto profondo l’arte contemporanea. Vero e proprio pioniere nel mescolare arte e moda, creando un punto di riferimento col suo store meneghino per intellettuali, performer e artisti. La mostra che celebra il suo eclettico mondo creativo è visitabile alla Triennale di Milano e dura fino al 16 marzo 2025.
William Blake a Torino
Uno dei più grandi poeti, pittori e incisori della letteratura e dell’arte inglese. Praticamente ignorato in vita, le sue opere visionarie hanno ispirato intere generazioni e attualmente sono considerate come testimonianze di valore nella cultura mondiale. La mostra Blake e la sua epoca, visitabile fino al 2 febbraio 2025 è ospitata nella magnifica Venaria Reale di Torino.
A Genova la pioniera dell’impressionismo
La mostra principale da vedere all’ombra della lanterna è quella dedicata a Berthe Morisot, la pioniera dell’Impressionismo, ospitata a Palazzo Ducale fino al 23 febbraio 2025. Si tratta della prima grande mostra in Italia sulla sua figura (1841-1895). La rassegna presenta ben 86 opere, molte delle quali sono in prestito esclusivo dagli eredi di Morisot, alcune delle quali inedite e mai esposte prima d’ora.
Nicola Verlato a Imola
Il Museo San Domenico di Imola ospita una grande mostra antologica dal titolo Myth Generation, in grado di offrire una panoramica unica sull’arte di questo artista contemporaneo di fama internazionale. Aperta fino al 19 gennaio 2025, presenta oltre 50 opere selezionate per raccontare il percorso artistico di Verlato, nato a Verona nel 1965. La sua arte che fonde pittura, scultura e nuovi media attribuisce vita a un’estetica innovativa che mescola riferimenti all’arte rinascimentale e barocca, con le influenze più moderne provenienti dal cinema, dai fumetti, dai videogame e dalle tecnologie di realtà virtuale.
E fu sera, e fu mattina: Valter Bernardeschi a Firenze
Se apprezzi la fotografia e la natura non perderti la mostra di Valter Bernardeschi intitolata E fu sera, e fu mattina: la natura negli scatti di Valter Bernardeschi, ospitata a Palazzo Medici Riccardi, a Firenze. La mostra, aperta fino al 7 gennaio 2025, si ispira alle riflessioni di Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Sii, un’opera che invita a prendersi cura della Terra e della sua bellezza.
I Capolavori dorati a Perugia: L’età dell’oro presso la Galleria Nazionale dell’Umbria
Un’altra occasione da non perdere è quella che ha luogo nella Galleria Nazionale dell’Umbria, a Perugia. La rassegna “L’età dell’oro. I capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria incontrano l’Arte Contemporanea“ esplora il fascino dei capolavori dorati che fanno parte della collezione della Galleria umbra, mettendo in dialogo le opere di grandi maestri del passato con quelle dei protagonisti dell’arte contemporanea.
Se ti trovi a Roma
Per le mostre da vedere in Italia a Natale 2024 una tappa a Roma non può mancare. Fino al 23 marzo 2025 il Museo di Roma ospita la rassegna Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo, un’esposizione tutta al femminile che celebra le donne artiste che hanno lasciato un segno indelebile nella Capitale. L’evento si concentra su 56 pittrici attive a Roma dal XVI al XIX secolo. Artiste che hanno lavorato tra le mura di Roma, contribuendo alla storia dell’arte in modo significativo. Un’occasione per scoprire il talento femminile nell’arte, raramente messo in luce, ma che merita assolutamente attenzione.
Giuseppe Pirozzi a Napoli: L’atelier dello scultore al Museo di Capodimonte
Visitabile presso il suggestivo Cellaio Real Bosco di Capodimonte, nel prestigioso museo omonimo.. La rassegna, aperta fino al 6 gennaio 2025, offre uno spunto affascinante per scoprire l’evoluzione artistica di Giuseppe Pirozzi, uno dei più importanti scultori contemporanei italiani, nato a Napoli nel 1934.
A Conversano il sogno d’amore di Chagall
Il grahde Chagall è di scena al Castello Aragonese di Conversano. Prorogata fino al 12 gennaio 2025, questa rassegna presenta oltre 100 opere di uno degli artisti più amati del XX secolo, offrendo un’esauriente panoramica sulla sua arte, costituita da opere vibranti, oniriche e piene di simboli. Un viaggio emozionale attraverso i colori e le suggestioni che hanno caratterizzato il suo universo creativo.
I Tesori d’Italia ad Agrigento: la mostra al Parco della Valle dei Templi
Ultima (ma non ultima) di questa agenda: ti consigliamouna visita ad Agrigento, in Sicilia, dove il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi ospita la mostra I Tesori d’Italia. Si tratta di un’esperienza che celebra il patrimonio storico e culturale del nostro paese, in un contesto unico, fino al 31 dicembre 2025. Questa rassegna rende omaggio ad Agrigento, Capitale della cultura italiana per l’anno 2025, ponendo in evidenza la sua straordinaria ricchezza archeologica e culturale. Un’occasione imperdibile per scoprire uno dei siti archeologici più affascinanti del nostro paese.
Arte e mostre
“Odor de Milan”: il libro olfattivo che racconta la storia del panettone e di Milano
Un’opera d’arte che si scopre con il naso, non con gli occhi, l’incontro tra memoria, aroma e creatività nell’opera olfattiva di Topylabrys. Un libro che va oltre le pagine, raccontando Milano in modo inedito e coinvolgente.
Cosa accade quando un libro non si legge con gli occhi, ma con il naso? Quando le pagine non sono solo di carta, ma di ricordi e profumi che accarezzano i sensi? “Odor de Milan” è l’opera olfattiva di Ornella Piluso, in arte Topylabrys, che racchiude l’essenza di Milano nel profumo inconfondibile di un panettone appena sfornato. Il 10 dicembre, questo progetto troverà una nuova espressione al Museo Bagatti Valsecchi, dove sarà protagonista di un’asta benefica a favore della ristrutturazione dell’impianto luci del museo. Un’occasione imperdibile per supportare la cultura, mentre si esplora il potere evocativo dell’olfatto.
Il profumo del panettone e la memoria olfattiva, un viaggio sensoriale nella tradizione milanese
“Odor de Milan” va oltre la lettura tradizionale. Ogni pagina di questo libro è impregnato di una fragranza che risveglia ricordi legati alla ritualità del panettone: l’impasto che lievita, il taglio della fetta, l’ingresso in una bottega dove l’aroma di dolce si diffonde nell’aria. Un’emozione che va oltre il gusto, trasformando il panettone in un’esperienza sensoriale completa che coinvolge tutti i sensi.
Topylabrys e la magia del lievito madre
Con “Odor de Milan”, Topylabrys invita il pubblico a riflettere su come i profumi siano legati ai ricordi e alle sensazioni fisiche. Il lievito madre, che cresce e si rinnova nel tempo, diventa la metafora perfetta di come il nostro senso dell’olfatto custodisca memorie indelebili, come il panettone, che viene “rinfrescato” ad ogni incontro. Un libro che non è solo da leggere, ma da vivere, in un’esperienza che risveglia la memoria olfattiva di ognuno di noi.
Una Collaborazione Creativa e Sensoriale: Visioni Olfattive e l’Arte Contemporanea
Il progetto “Odor de Milan” è il risultato di una collaborazione creativa tra Topylabrys e l’azienda Visioni Olfattive, che ha contribuito a rendere questo viaggio sensoriale un’innovazione artistica, dove il profumo diventa arte. Il libro è un ponte tra la memoria olfattiva, la tradizione gastronomica milanese e l’arte contemporanea. Presentato durante la 25ª edizione del Panettone Party 2024, evento organizzato dall’Associazione Arte da Mangiare Mangiare Arte e dal Movimento di Pensiero, il progetto ha ricevuto una calorosa accoglienza, con la partecipazione di oltre 150 artisti internazionali.
“Odor de Milan”: Un Viaggio nella Milano Più Intima e Sensoriale
Con “Odor de Milan”, Topylabrys prosegue la sua ricerca artistica sensoriale, esplorando il mondo delle emozioni e dei sensi. Questo libro non è solo un oggetto da collezionare, ma un’opera che invita il lettore a scoprire una Milano più intima e sensoriale, fatta di profumi che parlano al cuore e alla mente. Un’opera che celebra la tradizione e l’arte contemporanea, unendo passato e presente in una nuova e affascinante dimensione olfattiva.
Supporta l’Arte e la Cultura con “Odor de Milan”
Il 10 dicembre, unisciti all’asta benefica al Museo Bagatti Valsecchi, dove “Odor de Milan” sarà protagonista. Acquistando questo libro, non solo entrerai in contatto con un’esperienza unica, ma contribuirai alla ristrutturazione del museo, sostenendo la cultura e l’arte contemporanea. Non perdere l’opportunità di vivere un’esperienza olfattiva che trasforma il panettone in una memoria indimenticabile e in un viaggio sensoriale che celebra Milano.
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