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Cinema

Sissi, l’imperatrice amata nei film, ebbe un destino tragico e ben diverso da quello delle fiabe

La vera storia di Elisabetta d’Austria, conosciuta da tutti come l’iconica “Sissi” dei film, non ha nulla a che vedere con le immagini romantiche e idilliache portate sul grande schermo. Il suo destino fu segnato da tragedie personali e un finale drammatico che la allontana anni luce dal personaggio cinematografico interpretato da Romy Schneider.

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    Se pensiamo all’imperatrice Sissi, le prime immagini che ci vengono in mente sono quelle dei celebri film degli anni ’50 con Romy Schneider, dove una giovane e bellissima Elisabetta d’Austria vive una vita da favola tra lussi, danze e grandi amori. Tuttavia, la vera storia di Sissi è ben diversa e decisamente più tragica.

    La principessa di Baviera diventa imperatrice

    Elisabetta Amalia Eugenia di Baviera, nata il 24 dicembre 1837, divenne imperatrice d’Austria sposando Francesco Giuseppe a soli 16 anni. Sebbene il loro matrimonio fosse iniziato come una favola d’amore, la realtà si dimostrò presto molto più difficile. Sissi dovette affrontare l’austerità della corte viennese, le tensioni familiari e una serie di dolori personali che la segnarono profondamente.

    La perdita del primogenito, la principessa Sofia, seguita anni dopo dal suicidio del figlio Rodolfo nell’oscura tragedia di Mayerling, affondarono l’imperatrice in un lutto perpetuo. Da allora, Sissi indossò solo abiti neri e si ritirò sempre di più in un mondo di malinconia e solitudine. Lontana dalla vivace figura dei film, la vera Sissi era una donna tormentata, afflitta da una profonda depressione e da problemi di salute.

    Assassinata da un italiano

    La sua vita si concluse tragicamente il 10 settembre 1898, quando Luigi Lucheni, un anarchico italiano, la assassinò a Ginevra con un colpo di lima affilata. Colpita al cuore, Sissi si accasciò, ma trovò la forza di rialzarsi e di camminare per qualche minuto prima di perdere conoscenza. La sua morte fu lenta e dolorosa, ben lontana dalla serena immagine di bellezza e grazia con cui la storia cinematografica l’ha immortalata.

    Dopo il suo assassinio, Sissi fu sepolta nella Cripta Imperiale di Vienna, accanto a suo marito Francesco Giuseppe e al figlio Rodolfo. Il desiderio di essere sepolta a Corfù, dove aveva trovato un po’ di pace nei suoi ultimi anni, non fu esaudito.

    Questa è la vera storia dell’imperatrice Sissi, una vita segnata da tragedie e dolore, un destino ben diverso da quello che abbiamo visto nei film che l’hanno resa un’icona.

      Cinema

      I magnifici 19 italiani selezionati per l’Oscar 2025. Ma perchè non c’è la Cortellesi?

      L’Italia si presenta con 19 pellicole alla selezione dei film per l’Oscar 2025. Tra i favoriti ad accedere alla shortlist c’è Paolo Sorrentino, mentre il campione d’incassi ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi non è della partita. Vi spieghiamo perchè…

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        Sono ben diciannove le pellicole italiane che parteciperanno alla designazione del titolo candidato a rappresentare il nostro Paese, nella categoria International Feature Film Award (Premio al Film Internazionale) alla 97 edizione degli Oscar. Sono state candidate le pellicole distribuite in Italia o in un altro Paese (ma al di fuori degli Stati Uniti e dei loro territori) distribuiti tra il 1° novembre 2023 e il 30 settembre 2024. La selezione avverrà il 24 settembre 2024, l’annuncio delle shortlist da parte dell’Academy è previsto per il 17 dicembre di quest’anno.


        I 19 titoli italiani candidati

        Questi sono i film iscritti, in ordine alfabetico: ‘Accattaroma’ di Daniele Costantini ‘Campo di battaglia’ di Gianni Amelio ‘Cento domeniche’ di Antonio Albanese ‘Confidenza’ di Daniele Luchetti ‘Food for profit’ di Giulia Innocenzi, Pablo D’Ambrosi ‘Gloria!’ di Margherita Vicario ‘I Bambini di Gaza – sulle onde della libertà’ di Loris Lai ‘Il mio posto è qui’ di Daniela Porto, Cristiano Bortone ‘Il tempo che ci vuole’ di Francesca Comencini ‘L’altra via’ di Saverio Cappiello ‘La casa di Ninetta’ di Lina Sastri ‘La vita accanto’ di Marco Tullio Giordana ‘Lubo’ di Giorgio Diritti ‘Taxi monamour’ di Ciro De Caro ‘Palazzina Laf’ di Michele Riondino ‘Parthenope’ di Paolo Sorrentino ‘Vermiglio’ di Maura Delpero ‘Volare’ di Margherita Buy ‘Zamora’ di Neri Marcorè.

        Perchè non c’è il campione d’incassi della Cortellesi?

        ‘C’è ancora domani’, il film che ha fatto segnare al botteghino la cifra record di 37 milioni di euro per biglietti venduti, non è tra i 19 film italiani che si sono autocandidati per gareggiare agli Oscar 2025. Ma non si tratta di un errore…

        Una questione di regolamento

        L’opera prima di Paola Cortellesi come regista ha avuto così tanta risonanza da essere stato esportato anche all’estero: perchè non è in lista per la tanto ambita statuetta dorata? E’ presto spiegato, a norma di regolamento. Per poter candidarsi a rappresentare l’Italia agli Oscar (la premiazione avverrà il prossimo 2 marzo 2025), i film devono contemplare alcuni requisiti obbligatori. Tra questi, uno prevede che la prima distribuzione in Italia o in un altro Paese, purché al di fuori degli Stati Uniti e dei loro territori, sia avvenuta (o sia in previsione) nel periodo compreso tra il 1° novembre 2023 e il 30 settembre 2024. ‘C’è ancora domani’ invece è uscito nelle sale il 26 ottobre 2023, nemmeno una settimana prima rispetto alla data regolamentare prevista dall’Academy. L’anno scorso, infatti, la pellicola era stata candidata, ma alla fine era stato selezionato il bellissimo film ‘Io capitano’ di Matteo Garrone.

        Sorrentino tra i favoriti

        Molti puntano sulla nuova opera di Sorrentino, che verrà distribuita negli Stati Uniti da A24, una casa di produzione e distribuzione indipendente che negli ultimi anni ha rappresentato moltissimi film di successo. Il sostegno di A24 e la notorietà del regista napoletano a Hollywood fanno pensare che anche stavolta il suo film potrebbe arrivare alla premiazione degli Oscar.

        Tra neanche una settimana la scelta

        Il Comitato di Selezione si riunirà per votare e scegliere il film nella giornata di martedì 24 settembre 2024. Le shortlist dei titoli candidati all’Oscar 2025 verranno annunciate il 17 dicembre 2024, mentre l’annuncio delle nomination si terrà il 17 gennaio del prossimo anno. La cerimonia di consegna degli Oscar si terrà, come al solito, a Los Angeles il prossimo 2 marzo. E anche stavolta gli appassionati italiani di cinema faranno notte per seguire la trasmissione tv in diretta.

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          Cinema

          L’hotel che ha ispirato “Shining” diventerà un museo horror 

          Lo Stanley Hotel di Colorado, noto per aver ispirato il famigerato Overlook Hotel di “Shining”, potrebbe presto includere un autentico museo dedicato al cinema horror e una piccola casa di produzione

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            Lo Stanley Hotel di Colorado, celebre per aver ispirato l’inquietante Overlook Hotel nel romanzo e nel film “Shining”, si prepara a un’entusiasmante trasformazione. Il management dell’albergo ha annunciato i piani per creare il Stanley Film Center, una nuova iniziativa che includerà un museo dedicato al cinema horror e una casa di produzione cinematografica.

            Il Stanley Film Center mira a diventare un punto di riferimento per gli amanti del cinema e dell’horror, con progetti che includono la costruzione di un auditorium, rassegne cinematografiche, e strutture per la produzione e la post-produzione cinematografica. Il progetto prevede un investimento stimato di 24 milioni di dollari, di cui una parte significativa potrebbe provenire dal dipartimento del turismo locale.

            Tra i membri coinvolti nella neonata compagnia ci sono nomi di spicco come Elijah Wood e Simon Pegg, il che aggiunge ulteriore interesse e attenzione al progetto. Attualmente, lo Stanley Hotel attira numerosi visitatori grazie ai tour tematici legati a “Shining”, ma il Film Center mira a trasformare l’hotel in un luogo attivo tutto l’anno, non solo in determinati periodi.

            Con l’annuncio di un prossimo prequel di “Shining” intitolato “Overlook Hotel”, l’iniziativa sembra essere perfettamente cronometrata per capitalizzare sull’interesse continuo per la storia di Stephen King e Stanley Kubrick. Resta da vedere se il Stanley Hotel riuscirà a realizzare i suoi ambiziosi piani senza intoppi, ma l’entusiasmo attorno all’idea è palpabile.

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              Cinema

              Hollywood miserabile: quando Cate Blanchett ha lavorato gratis nel Signore degli Anelli

              Non sempre lavorare in produzioni di successo corrisponde ad un cachet stellare per gli attori. Chiedere all’attrice australiana Cate Blanchette cosa ha portato a casa per il primo film della saga de Il Signore degli Anelli…

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                Tutti avrete visto La compagnia dell’anello, prima pellicola della saga relativa al Signore degli Anelli? Un film kolossal in piena regola del 2001 co-sceneggiato, diretto e co-prodotto da Peter Jackson. Tratto dall’omonima prima parte del romanzo di J. R. R. Tolkien, rappresenta il primo lungometraggio della trilogia, seguito da Il Signore degli Anelli – Le due torri (2002) e da Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2003).

                La compagnia del… braccino corto

                Una pellicola che ottenne un grande successo di critica e incassi, aggiudicandosi anche vari riconoscimenti, tra cui quattro premi Oscar su tredici candidature e quattro British Academy Film Awards. Tanto successo al botteghino corrisponde a tanti soldi incassati. Eppure l’attrice Cate Blanchett che interpreta la nobile elfa Galadriel, quella che dona a Frodo una fiala con la luce di una stella che lo proteggerà… ha qualcosa da recriminare. Lei è la prova vivente che recitare in una pellicola che ha incassato quasi4 miliardi di dollari non significa automaticamente ricevere compensi record. Nemmeno se si è delle star e se di cognome si fa Blanchette.

                Ricompensata con cibo e un paio di orecchie finte

                Lo raccontato proprio lei, ospite di una trasmissione televisiva su BravoTv. Il conduttore Andy Cohen, chiedendole per quale film fosse stata pagata di più, ha ipotizzato che si trattasse proprio della saga kolossal-fantasy tratta dai libri di Tolkien. «Mi stai prendendo in giro?» ha risposto la Blanchette, raccotando – fra lo sbigottimento generale – che nessuno aveva guadagnato granché da quel film. «In pratica mi hanno dato panini gratis e ho potuto tenere le orecchie da elfo». E «nessuna retribuzione finale» calcolata sui soldi incassati al botteghino.

                Il personaggio interpretato dall’attrice, la Dama della luce

                Nel primo film Cate Blanchett interpreta invece Galadriel, elfa conosciuta come la Dama della luce. Frodo, distrutto dalla fatica di portare il fardello dell’anello del potere, glielo vuole regalare ma lei, seppure a fatica, rifiuta e dona invece allo hobbit una fiala con la luce di Eärendil, la stella degli elfi. «Possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne» dice a Frodo. E così infatti sarà.

                Volendo lavorare a tutti i costi con Peter Jackson

                «Le donne non vengono pagate tanto quanto si pensa» ha voluto aggiungere l’attrice, che aveva scelto di partecipare al film, perché voleva lavorare a tutti i costi con il regista Peter Jackson, autore di un grande classico di serie B come Splatters – gli schizzacervelli, nonchè regista del bellissimo documentario sui Beatles Get Back, minserie del 2021 che vede i 4 di Liverpool impegnati nella creazione dell’album che nella forma definitiva si sarebbe intitolato Let It Be (in luogo dell’originale Get Back) e nella pianificazione della loro prima esibizione dal vivo dopo tre anni. Il documentario contiene anche il leggendario concerto dei Beatles sul tetto della Apple.

                Solo Frodo ha percepito un compenso di tutto rispetto

                La Blanchette non è stata l’unica del cast a rimanere delusa dal compenso: Orlando Bloom, nei panni dell’elfo Legolas, aveva raccontato a sua volta di aver guadagnato solo 175.000 dollari per tutti e tre i film. Il protagonista Elijah Wood, (Frodo), riuscì invece a rinegoziare il compenso con la produzione, arrivando a un milione di dollari dopo l’uscita dell’intera saga e la sua trionfale accoglienza. Il suo compenso di partenza era di 250.000 dollari…

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