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Cecilia Rodriguez e Ignazio Moser: tra amore, montagne e sogni di famiglia (Gallery)

Cecilia Rodriguez e Ignazio Moser incarnano l’immagine perfetta dell’amore vero, un sentimento che brilla più che mai nella quiete delle montagne alpine immersi nella bellezza della natura e legati da un desiderio che li avvolge: quello di diventare genitori.

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    Cecilia Rodriguez e Ignazio Moser vivono un amore profondo e senza tempo, come emerge dai dolcissimi scatti che condividono con i loro fan durante la loro fuga romantica tra le maestose Alpi.

    Gli sguardi complici, le risate spontanee e gli abbracci tra le coperte parlano di una felicità che ha trovato il suo rifugio nelle piccole cose, lontano dal mondo. Cecilia, radiosa, cattura l’attenzione con la sua bellezza naturale, mentre Ignazio, con il suo fisico scolpito, non nasconde l’orgoglio di aver trovato nella sua compagna la sua metà perfetta.

    Ma dietro questa dolcezza palpabile si cela un desiderio profondo, condiviso con delicatezza nel corso di un’intervista a “Verissimo”. Cecilia ha parlato del sogno che lei e Ignazio custodiscono nel cuore: quello di diventare genitori. Un figlio, desiderato e atteso, che tarda però ad arrivare. “Stiamo provando, ma non è facile”, ha confidato Cecilia, con la sincerità di chi affronta ogni difficoltà insieme, mano nella mano.

    Sette anni d’amore, vissuti con passione e complicità, hanno portato Cecilia e Ignazio a superare ogni ostacolo, sempre più uniti e pronti a costruire un futuro insieme. Il loro matrimonio, celebrato lo scorso 30 giugno, è stato l’incoronazione di un legame speciale che continua a crescere, forte come il primo giorno. “Sono una donna sposata e sono molto felice”, ha dichiarato Cecilia, e quella felicità traspare in ogni gesto, in ogni sorriso che scambia con Ignazio.

    Dopo una magica estate in Sardegna, vissuta come una luna di miele infinita, ora si godono la quiete delle montagne, immersi nella natura e nell’amore che li avvolge. Ogni attimo insieme sembra preparare il terreno per ciò che sperano arriverà presto: un bambino da amare e crescere. Nel frattempo, continuano a vivere questo viaggio insieme, con la certezza che l’amore troverà la sua strada.

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      Monaco nel caos: Alberto di Monaco riorganizza il potere, mentre il suo ex braccio destro denuncia un complotto!

      Il Principe Alberto di Monaco e sua moglie Charlene Wittstock accusati di spese folli e scandali finanziari. A quanto pare, l’ex contabile della coppia principesca è stato arrestato e interrogato per la gestione dei fondi del Principato, con sospetti su irregolarità e spese eccessive. L’arresto e l’interrogatorio dell’ex contabile sollevano dubbi sulla trasparenza finanziaria delle famiglia reale monegasca

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        Alberto di Monaco è coinvolto in un nuovo scandalo mediatico, con l’ex amministratore del suo patrimonio, Claude Palmero, arrestato e interrogato per ore. Le accuse, tra diffamazione e abuso di fiducia, provengono dallo stesso principe. Il licenziamento di Palmero, avvenuto a giugno 2023, ha scatenato un’indagine dopo la divulgazione di segreti sulla famiglia reale tramite il sito Dossiers du Roche.

        Il diario di Palmero, trapelato al Le Monde, ha rivelato dettagli sulle spese eccessive della famiglia, come i 15 milioni di euro spesi da Charlene, e le fortune custodite in paradisi fiscali da Alberto per mantenere i figli illegittimi.

        In risposta alla crisi, Alberto ha rafforzato la catena di comando giudiziaria del Principato con nuove nomine, mentre l’avvocato di Palmero denuncia una campagna di false informazioni per colpire il suo cliente, aumentando la tensione politica a Monaco con Samuel Vuelta-Simon, ex procuratore di Tolosa e ora nuovo segretario di Stato, Éric Arella, nominato direttore della pubblica sicurezza.

        Nel frattempo, l’avvocato di Claude Palmero, Marie-Alix Canu-Bernard, ha criticato la diffusione di “false informazioni” per influenzare l’indagine e danneggiare la reputazione del suo cliente, sostenendo che Palmero è da tempo “bersaglio di potenti interessi a Monaco”. La situazione evidenzia una crescente tensione politica e giudiziaria nel Principato.

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          Barbascura X: da topo da laboratorio a pirata dei social con un milione di followers

          Barbascura X, nato a Taranto 37 anni fa, è diventato un fenomeno del web con oltre un milione di follower. Da chimico a divulgatore scientifico, conduttore televisivo, scrittore e performer teatrale, il suo stile ironico e grottesco ha rivoluzionato il modo di spiegare la scienza

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            Prima di diventare un fenomeno dei social, Barbascura X era praticamente un topo da laboratorio. Nato a Taranto 37 anni fa, ha un curriculum impressionante: laurea in chimica organica, specialistica in sintesi organica, dottorato in green chemistry e una serie di lavori di ricerca e laboratorio in tutta Europa. Ma la sua carriera ha preso una svolta inaspettata, facendolo diventare uno dei primi divulgatori scientifici del web, oltre che conduttore televisivo, scrittore e performer teatrale. La sua scienza “spiegata male”, raccontata in modo ironico e grottesco, ha conquistato oltre un milione di follower, grazie a uno stile che ha superato “l’autoreferenzialità e la sacralità tradizionalmente associate al mondo scientifico”.

            Le origini del fenomeno Barbascura X

            Iniziamo con le presentazioni, anche se non ha mai svelato il suo vero nome.

            “Penso di aver tolto davvero la maschera facendomi chiamare Barbascura. Ho l’impressione di poter fare e dire qualsiasi cosa senza dover rendere conto a nessuno.”

            Del tipo?

            “Quando ho iniziato a fare video lavoravo come chimico in un laboratorio ad Amsterdam e mi faceva comodo che i colleghi e le persone che leggevano i miei articoli non sapessero che nel frattempo facevo lo scemo sui social.”

            Cosa temeva?

            “Il mio capo non avrebbe sicuramente apprezzato, mi avrebbe messo davanti a una scelta. Per qualcuno il divertimento è inaccettabile.”

            E nella quotidianità l’anonimato non le crea alcun problema?

            “No anzi, la cosa più bella è che non ricevo chiamate dai call center, non riescono a rintracciarmi. E non ci è riuscito nemmeno un gruppetto di persone con idee molto bizzarre sul Covid che per mesi ha tentato invano di trovare il mio indirizzo di casa. Volevano venire a ‘redarguirmi’ perché non apprezzavano quello che dicevo sulla pandemia. Per un po’ mi sono anche infiltrato tra loro su Twitter, è stato divertente assistere agli sforzi con cui cercavano di scoprire il mio vero nome.”

            L’evoluzione del personaggio

            Il nome d’arte, invece, lo aveva scelto ai suoi esordi su YouTube nel 2014. “Poi con calma lo cambio”, aveva detto. Invece, ha compiuto dieci anni.

            “È come quando a 14 anni crei un indirizzo mail imbarazzante e poi rimane quello per tutta la vita. Barbascura nasce in un periodo in cui i miei coinquilini di Bologna mi davano del pirata per via del mio look e perché mi ero appassionato di storia della pirateria. E ‘Barbanera’ era già stato preso.”

            La vita da pirata dei social

            Com’è la vita di un pirata?

            “Sono un festaiolo, ho trasformato la mia casa in un parco giochi. La mia serata ideale è con una chitarra, un po’ di amici, una pizza e giochi da tavolo. E poi viaggio un sacco.”

            In quale altra definizione si rivede? Online viene descritto come youtuber, scrittore, stand-up comedian, persino divulgatore punk.

            “Il problema delle definizioni è che cercano di incasellarti, a me invece piace fare tante cose e in modo molto caotico. Però direi satiratore scientifico.”

            Niente a che vedere con lo stile sobrio alla Piero Angela.

            “No e forse ha funzionato proprio per questo. Quando ho iniziato a fare video, i divulgatori si rivolgevano solo ai propri colleghi, c’era questa necessità di darsi un tono. Non esisteva qualcuno che parlasse di scienza come se si stesse rivolgendo a un amico al pub e le persone non immaginavano di potersi divertire imparando cose nuove.”

            Critiche e consensi

            Alcuni nel settore non la apprezzarono. Ricordo che in uno scambio su Twitter Roberto Burioni le disse: “Non discuto con chi ha la cattedra su Youtube”. Lei in risposta lo definì un classista.

            “È stato un battibecco divertente. Mi ricordo che quando uscirono i miei primi video si scatenò un dibattito all’interno della comunità dei divulgatori scientifici italiani, perché non era pensabile scherzare su determinati argomenti. Uno di loro mi disse che non avevo capito come funzionava l’evoluzione perché l’avevo rappresentata attraverso un pupazzetto verde. Ma oggi sono ben voluto nel mondo accademico.”

            La transizione dalla chimica alla comunicazione

            Il lavoro da chimico, però, nel frattempo l’ha lasciato.

            “In parte perché nel 2019 ero tornato in Italia con la prospettiva di rimanere a Roma qualche mese, invece rimasi bloccato per la pandemia e mi innamorai della città. E poi il lavoro in laboratorio era diventato molto stressante. Erano luoghi poco umani ed ero arrivato al punto in cui entravo nel panico all’idea di tornarci. Adesso continuo a fare ricerca e scrivere articoli per l’università.”

            Il successo sui social

            A darle la fama sui social in ogni caso non fu la chimica, ma gli animali. Nel primo video del suo format più noto, “Scienza Brutta”, sosteneva la tesi che i panda dovrebbero estinguersi.

            “È nato per caso, per dare fastidio a una mia collega di dottorato a cui i panda piacevano un sacco. Mi ero messo a studiare tutto di questi animali, cercando dei ganci per demolirli, e involontariamente era nato questo monologo che ripetevo spessissimo agli amici per farli ridere.”

            Quando ha capito che l’idea funzionava?

            “Quando ho pubblicato un video sui cetrioli di mare. Io stesso pensavo ‘ma a chi interessano?’ e invece è andato primo in tendenza su YouTube.”

            Dalla scienza ai teatri

            Poi è passato ai riti di accoppiamento e di recente li ha anche portati a teatro.

            “Sono affascinanti. Soprattutto quelli dei ragni, animali che in genere sono molto sottovalutati e che invece fanno delle cose assurde. I maschi hanno un sacco di strategie di corteggiamento, dalla danza al bondage. Conquistano le femmine anche con i regali, come bozzoli pieni di prede.”

            Quindi uno spettacolo in cui si parla di sesso, persino di escrementi. Il politicamente corretto allora non esiste?

            “In passato ho assistito a esternazioni di cattivo gusto, fatte da comici che si sono poi lamentati della censura del politicamente corretto. In realtà si può parlare veramente di ogni cosa, dipende da come lo fai. La gente deve sapere che stai scherzando.”

            La sfida dei social moderni

            Ma se aprisse il suo canale oggi, avrebbe lo stesso successo?

            “Oggi bisogna un po’ appiattirsi, perché i reel e l’algoritmo privilegiano contenuti brevi e sempre più semplici. La soglia dell’attenzione si è abbassata molto ed è facile diventare una ‘scrollata sul cesso’ fra mille altre.”

            Lei ha paura di diventarlo?

            “Io parto da una posizione avvantaggiata, perché le persone mi conoscono già e posso permettermi di non esplodere con ogni contenuto. Il terrore più grande è piuttosto di deludere chi mi segue, di tradire la loro fiducia. Questa cosa mi crea un po’ di problemi.”

            In che modo?

            “Sto così attento a non dire e fare cazzate che alla fine lavoro e studio anche più del dovuto. Rivedo i miei contenuti mille volte e ormai non parlo quasi più nemmeno delle cose di cui sono sicuro al cento per cento.”

            La crisi climatica

            La crisi climatica le fa paura invece? Nel suo “Saggio erotico sulla fine del mondo” il disastro ambientale si trasforma nel set di una commedia tragicomica.

            “Nel tempo ho sviluppato un certo cinismo. Ogni volta che a livello politico si è sul punto di prendere delle decisioni che aiuterebbero a salvare il pianeta ci sono delle categorie che si oppongono perché viene toccato il loro orticello. Adesso ci troviamo tutti a bordo di un aereo che sta precipitando, circondati da persone che sorseggiano serenamente il loro cocktail mentre altre, i più giovani soprattutto, sono in piedi e urlano, com’è naturale che sia.”

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              Donatella Rettore: ribelle icona pop, tra successi, inquietudini e l’incontro che le cambiò la vita

              Donatella Rettore si racconta in uno spaccato intimo e rivelatore della sua vita professionale e personale. La sua carriera musicale caratterizzata da una serie di eventi e cambiamenti che hanno definito il suo percorso artistico, fino alle esperienze di onestà e vivacità che riflettono la sua personalità indomita.

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                Donatella Rettore racconta al Corriere della Sera la sua vita, segnata da ribellione, successo e insicurezze. Da giovane, prima mandata in collegio, poi incontra Lucio Dalla che la incoraggia a seguire la sua passione per la musica. Nonostante i successi, affronta problemi di peso e attacchi di panico. La sua carriera internazionale la porta a conoscere grandi star, ma le relazioni con le colleghe non sono sempre facili. Dopo una fuga d’amore con Umberto Marzotto, torna dal marito con cui è ancora sposata.

                Ma chi è “miss Rettore”?
                Donatella Rettore, chiamata semplicemente Rettore, è una cantautrice e attrice, una delle figure più iconiche e trasgressive della musica italiana, si è fatta conoscere al grande pubblico negli anni ’70 e ’80 con un repertorio caratterizzato da testi ironici, provocatori e ritmi energici, che l’hanno resa una vera e propria icona pop.

                Donatella si è sempre distinta per il suo look androgino e colori accesi, e per i suoi testi che affrontavano temi considerati tabù all’epoca, come la sessualità e la libertà femminile. Ha ottenuto numerosi successi commerciali con brani come “Splendido Splendente”, “Kobra”, “Donatella” e “Lametta”, che sono diventati veri e propri inni generazionali.

                La sua carriera artistica è iniziata sin da giovanissima, e ha attraversato diverse fasi, dal rock al pop, passando per la disco music. Negli ultimi anni, Rettore ha continuato a essere molto attiva nel panorama musicale italiano, collaborando con giovani artisti e riproponendo i suoi grandi successi.

                Rettore ha raccontato come la sua carriera musicale sia decollata nonostante le difficoltà iniziali. Il suo talento per la musica è emerso sin da giovane, ma è stato solo con la spinta di figure influenti come Lucio Dalla che ha trovato il coraggio di affermarsi nel panorama musicale italiano. Dalla, incontrato durante un concorso per voci nuove a Riva del Garda, è stato un mentore cruciale. Il suo incoraggiamento e la sua difesa della passione di Rettore per la musica hanno avuto un impatto duraturo sulla carriera dell’artista. «Lo incontrai ad un concorso per voci nuove di Riva del Garda – racconta – e mi chiese: “Le canzoni chi te le ha scritte?” “Io, però mamma non vuole”. “Ora ci parlo io”. Le disse: “Signora, sua figlia deve cantare, mica fare la tr…”. E lei: “Signor Dalla, si faccia gli affari suoi”». 

                Dopo una prima esperienza negativa al Festival di Sanremo nel 1974, Donatella Rettore decide di tentare la fortuna in Germania, dove riscuote un grande successo. Nonostante ciò, si trova a fare i conti con le critiche della madre e con un problema che la affligge: l’eccesso di peso. In Germania, dove le forme morbide sono più apprezzate, riesce a nascondere i suoi chili in abbondanti abiti, ma decide comunque di intraprendere una dieta rigorosa.
                La cantante racconta di come l’ossessione per il peso fosse un problema comune anche per altri artisti dell’epoca, citando l’esempio di Lucio Battisti, che evitava le apparizioni televisive per paura delle critiche dei giornalisti sulla sua immagine fisica.

                «Ero grassa. Insomma, molto in carne, tipo Adele prima maniera. In Germania non ci facevano caso, mi camuffavo con dei camicioni di garza. Però acchiappavo un sacco, le rotondità piacevano…». Poi si mette a dieta: «Ci mettevo ore a preparare i decotti, pian piano ho perso tanti chili, senza una smagliatura, passando dalla taglia 50 alla 42». Un problema che aveva anche Lucio Battisti. «Quando gli chiesi: “Perché non vai più in televisione?”, mi rispose: “Perché mi direbbero che ho le cosce grosse e le gambe a x o che mi vesto come un cretino, basta”. Certi giornalisti allora erano davvero cattivi». Tra l’altro «trovava che Splendido splendente fosse il pezzo più internazionale scritto da una donna».

                Dal punto di vista personale, Rettore ha vissuto una serie di esperienze significative. Ha parlato apertamente delle sfide che ha affrontato, inclusi i conflitti familiari e le pressioni sociali che ha dovuto superare. Durante la sua carriera, Donatella ha avuto l’opportunità di conoscere e frequentare grandi star della musica internazionale, tra cui David Bowie, Elton John, Simon Le Bon e George Michael. Nonostante il successo e la vita mondana, la cantante ammette di soffrire di ansia e attacchi di panico, che a volte la impediscono di salire sul palco. Rettore confida di non avere una grande stima di sé e di essere spesso autodistruttiva. La malattia (la talassemia) e il tumore al seno, oltre alla mancanza di una figura su cui poter contare ciecamente, l’hanno resa ancora più fragile.

                Donatella Rettore non ha sempre avuto rapporti idilliaci con le sue colleghe. In particolare, ha espresso opinioni piuttosto critiche nei confronti di Gianna Nannini, accusandola di averla imitata in modo poco originale. Anche con Marcella Bella ha avuto un acceso confronto durante il Festival di Sanremo, a causa di un commento giudicato fuori luogo. I rapporti con Loredana Bertè non sembrano essere particolarmente stretti.

                La sua carriera, segnata da successi internazionali e da incontri fondamentali riflette la determinazione di seguire la propria strada nonostante le difficoltà personali. La sua storia, tra successi artistici e fragilità umane, rappresenta un ritratto autentico di una donna che ha sempre scelto di essere se stessa, con tutte le sue luci e ombre.

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