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Salute

Xec, la nuova variante Covid che preoccupa gli esperti sta arrivando

La variante Xec è una nuova sfida nella lotta contro il Covid-19. Tuttavia oggi siamo preparati ad affrontare questa nuova ondata che si preannuncia dal prossimo novembre.

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    La variante Xec, un nuovo ceppo del SARS-CoV-2, sta destando crescente preoccupazione tra gli esperti. Identificata per la prima volta a Berlino lo scorso mese di giugno, questa nuova variante si sta diffondendo rapidamente in Europa, negli Stati Uniti e in altre parti del mondo.

    Sintomi della variante Xec

    I sintomi associati alla variante Xec sono simili a quelli delle precedenti varianti Omicron e includono: febbre, mal di gola, mal di testa, tosse, dolori muscolari. Molti esperti ritengono che la variante Xec abbia il potenziale per diventare la variante dominante nei prossimi mesi. La sua rapida diffusione e la sua capacità di superare altre varianti suggeriscono che potrebbe guidare una nuova ondata di contagi durante l’autunno e l’inverno.

    Alta contagiosità e preoccupazioni degli esperti

    La variante Xec è un ibrido delle precedenti sotto varianti Omicron KS.1.1 e KP.3.3. Secondo gli esperti, alcune mutazioni presenti in Xec le conferiscono un vantaggio in termini di trasmissibilità. Secondo Andrea Garcia, vicepresidente dell’American Medical Association, “Dobbiamo tenere gli occhi aperti sui movimenti della Xec e nelle prossime settimane le infezioni causate da questa variante potrebbero sorpassare quelle con la mutazione KP.3.1.1.”

    Cosa dicono gli esperti sulle caratteristiche di Xec?

    Mike Honey, un esperto australiano, ha descritto Xec come la variante “con la crescita più rapida” che abbia mai osservato. Ha calcolato che Xec sta crescendo del 3,8% al giorno (27% alla settimana), superando altre varianti.

    I vaccini rimangono lo strumento più efficace

    Nonostante la preoccupazione per la nuova variante, gli esperti rassicurano sulla efficacia dei vaccini aggiornati. Marco Cavaleri dell’EMA ha sottolineato che i vaccini attualmente disponibili offrono una buona protezione contro le nuove varianti, incluso Xec.

    Che fare?

    Per esempio ci si potrebbe vaccinare. È fondamentale vaccinarsi con le dosi di richiamo per proteggersi dalle nuove varianti. In seconda battuta meglio seguire le indicazioni delle autorità sanitarie ovvero mantenere le distanze, indossare la mascherina nei luoghi affollati e igienizzare frequentemente le mani sono misure importanti per contenere la diffusione del virus. Infine monitorare i sintomi sospetti e ça va sans dire rivolgersi al proprio medico.

      Salute

      L’inquinamento silenzia i fiori: le api sono in pericolo

      L’inquinamento sta avendo un impatto sempre più documentato sui meccanismi di impollinazione delle api e di molti altri insetti. E’ a rischio la biodiversità globale e la stessa sicurezza alimentare.

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        L’inquinamento atmosferico sta mettendo a tacere il linguaggio segreto dei fiori, rendendo sempre più difficile per le api e altri insetti impollinatori trovare il cibo di cui hanno bisogno. Questa situazione, allarmante per la biodiversità, rischia di avere ripercussioni significative sulla produzione alimentare globale.

        Un profumo soffocato dall’inquinamento

        Le api e molti altri insetti utilizzano l’olfatto per individuare i fiori ricchi di nettare e polline. I profumi delicati e unici di ogni specie vegetale rappresentano una sorta di “mappa” che guida gli impollinatori verso le loro preziose risorse. Tuttavia, l’inquinamento atmosferico, con i suoi gas nocivi come l’ozono e gli ossidi di azoto, altera in modo significativo questi segnali olfattivi. Studi recenti hanno dimostrato che l’ozono, in particolare, reagisce con i composti organici volatili emessi dai fiori, modificando in modo sostanziale le loro fragranze. In pratica, l’inquinamento “nasconde” i fiori agli insetti, rendendoli più difficili da trovare.

        Un impatto a catena sull’ecosistema

        La difficoltà nel localizzare i fiori ha diverse conseguenze negative per gli insetti impollinatori. Per prima cosa il loro affaticamento. Le api devono volare per distanze maggiori per trovare cibo, consumando più energia e aumentando il rischio di non farcela. La lontananza dai fiori inoltre potrebbe comportare una malnutrizione, una dieta meno varia e meno ricca che può compromettere la salute degli insetti e la loro capacità di riprodursi. Potremmo quindi assistere in poco tempo al declino delle popolazioni. A lungo termine, la riduzione delle fonti di cibo può portare a un declino significativo delle popolazioni di api e altri impollinatori.

        Le conseguenze per l’uomo

        La scomparsa delle api e degli altri insetti impollinatori avrebbe conseguenze disastrose per l’agricoltura e, di conseguenza, per la nostra alimentazione. Molte colture, come frutta, verdura e semi, dipendono dall’impollinazione degli insetti per produrre frutti e semi. Una diminuzione dell’impollinazione si tradurrebbe in una riduzione della produzione agricola, con conseguenti aumenti dei prezzi e una minore disponibilità di alimenti sani e nutrienti.

        Cosa possiamo fare?

        Per proteggere le api e gli altri impollinatori, è fondamentale ridurre l’inquinamento atmosferico. Da parte nostra possiamo agire con alcune azioni concrete come limitare l’uso dell’auto per esempio. Preferire i mezzi pubblici, la bicicletta o il carpooling può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra. Scegliere energie rinnovabili sostenendo lo sviluppo dell’energia solare ed eolica, che potrebbero ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
        Potremmo supportare l’agricoltura biologica visto che utilizza meno pesticidi e fertilizzanti chimici, riducendo l’inquinamento e favorendo la biodiversità. E soprattutto potremmo piantare fiori nei nostri giardini sui nostri balconi o terrazze. Un modo semplice per fornire cibo e rifugio per gli insetti impollinatori.

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          Salute

          Che fai svapi? Evita. Svapare è dannoso per polmoni e muscoli

          Una ricerca scientifica fornisce ulteriori prove a sostegno delle campagne contro il fumo e lo svapo.

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            Una ricerca scientifica mette in discussione l’idea che svapare faccia meno male che fumare delle sigarette, La nuova ricerca scientifica getta un’ombra ancora più cupa sul mondo del fumo e dello svapo. Gli studi condotti su un gruppo di fumatori e svapatori hanno rivelato un quadro preoccupante. Entrambi i gruppi mostrano segni di un deterioramento della salute cardiovascolare e respiratoria, con conseguenze dirette sulla capacità di svolgere attività fisica.

            Svapare fa male

            A sostenerlo è stato un gruppo di ricercatori della Manchester Metropolitan University in uno studio al congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna. Questi risultati vanno ad aggiungersi alle prove scientifiche che mostrano quanto l’uso a lungo termine delle sigarette elettroniche è dannoso e mettono in discussione la convinzione che svapare possa essere un’alternativa più sana al fumo.

            Polmoni affaticati ma soprattutto muscoli indolenti

            Gli esami del sangue e le ecografie hanno evidenziato come sia i fumatori che gli svapatori presentino un malfunzionamento dei vasi sanguigni, compromettendo così l’afflusso di ossigeno ai tessuti. Questo si traduce in una sensazione di affanno e stanchezza anche durante sforzi moderati, come una semplice pedalata sulla cyclette. Inoltre, i livelli di lattato nel sangue, un indicatore della fatica muscolare, risultano significativamente più alti nei fumatori e negli svapatori, anche prima di raggiungere il massimo sforzo fisico. Questo significa che i loro muscoli si affaticano più rapidamente e recuperano più lentamente.

            Giovani, ma non solo, nel mirino

            Le sigarette elettroniche vengono vendute a basso costo e in una varietà di gusti per attirare i giovani“, sottolinea Filippos Filippidis, esperto di controllo del tabacco dell’Imperial College London. “Purtroppo, molti ragazzi iniziano a svapare senza essere consapevoli dei rischi a lungo termine per la loro salute.”

            Appello per una maggiore consapevolezza

            Alla luce di questi risultati, gli esperti lanciano un allarme. “Le persone che svapano devono essere consapevoli che questa pratica può compromettere la loro forma fisica e la loro capacità di svolgere attività fisica“, afferma Azmy Faisal, autore principale dello studio. È fondamentale che anche i medici e i decisori politici siano informati sui rischi dello svapo e agiscano di conseguenza. “Dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare i giovani a evitare o smettere di svapare“, conclude Filippidis.

            Svapare è nocivo

            Sia il fumo che svapare hanno un impatto negativo sulla salute cardiovascolare e respiratoria con un danno davvero reale. Le sigarette elettroniche, con i loro gusti accattivanti, rappresentano una seria minaccia per la salute dei giovani sempre più attratti da questo metodo. È necessario intensificare gli sforzi per prevenire l‘inizio del fumo e dello svapo tra i giovani e per aiutare coloro che già ne fanno uso a smettere. La ricerca scientifica fornisce ulteriori prove a sostegno delle campagne contro il fumo e lo svapo. È, quindi, fondamentale che tutti siano consapevoli dei rischi associati a queste pratiche e che si impegnino per promuovere stili di vita sani.

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              Salute

              Digiuno intermittente: tutto quello che non ci hanno mai detto!

              Disordini alimentari e problemi cardiovascolari, alcuni dei problemi riscontrati durante i periodi alternati di alimentazione e privazione di cibo. Scopriamo i risultati di una recente analisi sull’impatto del digiuno intermittente sulla salute cardiovascolare e le considerazioni da tenere presente prima di adottare questo approccio dietetico. Consultare un medico è fondamentale, specialmente per coloro con problemi cardiaci preesistenti.

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                Il digiuno intermittente non è una dieta nel senso tradizionale del termine, in quanto non specifica quali alimenti debbano essere consumati o evitati. Piuttosto, si concentra sulla temporizzazione dei pasti. L’idea di base è quella di alternare periodi di alimentazione a periodi di digiuno, creando una sorta di “finestra alimentare”.

                Attenti al cuore
                Mentre alcuni studi suggeriscono che il digiuno intermittente possa portare benefici per la salute cardiovascolare, altri indicano possibili rischi, soprattutto se praticato a lungo termine. È fondamentale valutare attentamente i dettagli dello studio, compresi i suoi metodi e le sue conclusioni, prima di trarre delle conclusioni definitive.

                Effetti immediati, ma dopo?
                Anche se il digiuno intermittente può avere benefici osservabili a breve termine, come la perdita di peso, è importante considerare gli effetti a lungo termine sulla salute, compreso il suo impatto sul metabolismo, sull’umore, sull’energia e su altri aspetti del benessere generale.

                Attenzione per i cardiopatici
                Prima di adottare qualsiasi programma dietetico, inclusi i regimi di digiuno intermittente, è sempre consigliabile consultare un medico, soprattutto per coloro che hanno problemi cardiaci preesistenti, pressione alta, diabete o altri problemi di salute. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente sulla salute cardiovascolare e per individuare eventuali rischi o benefici specifici.

                Male anche per chi soffre di pressione alta
                Consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi programma dietetico, inclusi i regimi di digiuno intermittente, è sempre consigliato, soprattutto per chi ha già pressione alta, diabete o altri problemi di salute. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente, sulla salute del nostro corpo e per individuare eventuali rischi o benefici specifici che potrebbe apportarci.

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