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Storie vere

Da un’idea al piatto: Margherita, 9 anni, inventa la pasta a forma di tappo e Barilla la produce

Una bambina di Genova scrive all’amministratore delegato di Barilla per proporre un nuovo tipo di pasta capace di trattenere più sugo. L’azienda risponde alla sua creatività con un prototipo realizzato in 3D.

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    A volte basta un semplice gesto per trasformare un’idea in realtà. Margherita, una bambina di nove anni e mezzo di Genova, ha compiuto un atto che molti adulti spesso non osano fare: ha preso carta e penna e ha scritto direttamente a Gianluca Di Tondo, amministratore delegato di Barilla, proponendo una nuova tipologia di pasta capace di trattenere al meglio il sugo. La sua creatività ha portato alla nascita di un formato originale che richiama la forma di un tappo, pensato proprio per “catturare” il condimento e regalare un’esperienza gustativa più intensa.

    Una lettera che ha fatto la differenza

    Nella sua lettera, Margherita ha descritto nei dettagli il suo progetto: una pasta che somigliasse a un tappo di pennarello, capace di raccogliere il sugo all’interno, rendendo ogni boccone più ricco e saporito. “Se vi piace, potete idearla”, ha scritto con innocente determinazione, sperando di vedere realizzata la sua invenzione.

    La risposta dell’ad di Barilla non si è fatta attendere troppo. Di Tondo, colpito dalla genuinità e dall’entusiasmo della bambina, ha scritto di proprio pugno una lettera di ringraziamento, in cui si diceva entusiasta dell’idea e prometteva di sottoporla ai colleghi del reparto sviluppo nuovi formati.

    Dal sogno alla realtà

    E così è stato. Dopo qualche settimana, a casa di Margherita è arrivato un pacco speciale. All’interno, una prima versione della pasta a forma di tappo, realizzata con la tecnologia 3D. “Abbiamo lavorato sulla tua bellissima idea e siamo riusciti a produrre una prima versione del nostro impianto pilota,” ha scritto Di Tondo nel messaggio che accompagnava il prototipo. “Ci potrebbe volere un po’ di tempo per riuscire a produrli su larga scala, ma, nel frattempo, volevamo farli avere a te.”

    Una pasta che promette bene

    La storia di Margherita e della sua pasta è un esempio di come la creatività, unita alla disponibilità e all’ascolto, possa portare a risultati straordinari. Non solo l’azienda ha accolto con entusiasmo l’invenzione della bambina, ma ha anche dimostrato come, attraverso l’innovazione e la sperimentazione, sia possibile dare forma a idee nuove e originali.

    Ora non resta che attendere per vedere se i “tappi di Margherita” arriveranno davvero sugli scaffali dei supermercati, ma una cosa è certa: il sogno di una bambina è diventato realtà, regalando a tutti noi una storia di creatività e speranza.

      Storie vere

      Ciao, ciao ufficio… io viaggio in camper. L’avventura milionaria di Steve Adcock

      Impiegato si licenzia, vende casa e va “in pensione” a 35 anni. Si trasferisce in un camper e diventa milionario.

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        Nel 2016, Steve Adcock, un programmatore 35enne stanco della routine lavorativa, ha deciso di cambiare radicalmente vita. Ha venduto la sua casa in Arizona di 150 metri quadrati, incassato 900.000 dollari e, insieme alla moglie e ai due cani, si è trasferito in un camper di 18 metri per un viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti.

        Per Steve il sogno è diventato realtà

        La scelta di vivere in un camper, con pochi beni materiali, naturalmente ha permesso alla coppia di ridurre drasticamente le spese, aumentando così il proprio patrimonio netto. Nonostante le difficoltà iniziali, come la mancanza di servizi essenziali e le entrate limitate da YouTube e dal blog, Steve e sua moglie sono riusciti a vivere una vita confortevole, visitando metà degli Stati Uniti e campeggiando in aree gratuite.

        Una lezione di semplicità

        L’esperienza di Steve Adcock potrebbe dimostrare che è possibile raggiungere la libertà finanziaria e realizzare i propri sogni, anche senza una carriera tradizionale. La coppia ha scoperto che la felicità non dipende dal possesso di beni materiali, ma dalla qualità delle relazioni e dalle esperienze vissute.

        Quello di Steve Adcock è un modello ispiratore

        Dopo tre anni di avventura, Steve e sua moglie hanno deciso di “mettere radici”. Lei è tornata a lavorare come agente immobiliare, mentre lui ha scritto un libro di successo, “Millionaire Habits“. Nel libro ha condiviso la sua esperienza e offrendo consigli pratici per raggiungere l’indipendenza finanziaria.

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          Laura Murphy: per non arrendermi al dolore faccio il viaggio di nozze da sola

          A un mese dalle nozze, Laura Murphy ha perso il fidanzato Davon a causa di un infarto. La giovane ha scelto di partire da sola per il viaggio di nozze che avevano organizzato insieme.

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            L’elaborazione di un lutto è un percorso difficile che ognuno affronta con la propria cultura, energia, forza, tenacia e affetti personali. Quando ti muore un compagno con cui stai per sposarti e iniziare un percorso di vita insieme potrebbe caderti il mondo addosso. Si rischia di non riuscire a risollevarsi per molto tempo. Laura Murphy, una donna statunitense, ha affrontato questo immenso dolore dopo la perdita del suo fidanzato, Devon O’Grady, deceduto a soli 31 anni per un infarto, a un mese dal loro matrimonio. Come? Reagendo e non lasciandosi abbattere.

            Un viaggio di nozze già organizzato nei minimi dettagli

            Nonostante il profondo lutto, Laura ha deciso di intraprendere un viaggio in solitaria, puntando alla meta che aveva pianificato insieme a Devon per la loro luna di miele. Questa scelta, sebbene inusuale, è stata per lei un modo per onorare la memoria del suo compagno e cercare una via d’uscita dal dolore. Durante il viaggio, Laura ha deciso di condividere sui social media alcuni momenti della sua esperienza, documentando le tappe del suo percorso in solitudine.

            Il lungo percorso di guarigione di Laura

            Durante il viaggio, Laura Murphy ha condiviso le sue esperienze su TikTok, documentando proprio tutto. Dalle cene solitarie alle passeggiate per Parigi e Londra, ai nuovi incontri, alle chiacchiere con sconosciuti. E non ha voluto tralasciare i momenti di debolezza in cui il pianto diventava un sollievo necessario. Ha iniziato a elaborare in solitudine un lutto che lascia un segno indelebile. Ma è ancora molto giovane. E sebbene la strada verso la guarigione sia ancora lunga, Laura ha trovato un piccolo conforto nell’esperienza vissuta. Esperienza che le è servita per mantenere vivo il ricordo di Devon. Ha solo bisogno di tempo…

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              Rapito a sei anni, ritrovato a 79: il mistero di Luis Armando Albino

              Il mistero di Luis Armando Albino rapito da una donna quando aveva soltanto 6 anni e rintracciato 73 anni dopo grazie alle ricerche di una nipote.

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                A West Oakland in California dopo molti decenni dai fatti accaduti hanno deciso di risolvere il mistero di un bambino rapito quando aveva sei anni e ricomparso all’età di 79 anni.

                Mai accettare caramelle da una sconosciuta

                Una storia che sembra uscita fresca, fresca da un romanzo di Conan Doyle, con un finale a sorpresa che lascia ancora molti interrogativi da chiarire. Luis Armando Albino, scomparso nel nulla all’età di sei anni mentre giocava in un parco, è stato ritrovato vivo da sua nipote, dopo. La scomparsa risale al 21 febbraio del 1951, quando una donna, con l’inganno di una promessa di caramelle, allontanò il piccolo Luis dal fratello di quattro anni più grande Roger. Da quel giorno le sue tracce si persero per sempre. Almeno così sembrava. La famiglia, devastata dal dolore e incredula dell’accaduto, non si arrese mai, ma le ricerche condotte anche dalla polizia si rivelarono vane.

                La nipote ha investigato sullo zio rapito

                La svolta è arrivata grazie alla tenacia di una nipote di Luis, che non si è mai rassegnata all’idea di non ritrovare lo zio. Attraverso il test del DNA, ricerche online e l’aiuto dell’FBI, la donna è riuscita a tracciare una pista che l’ha condotta fino al ritrovamento di Luis, che vive ormai anziano, sulla costa est degli Stati Uniti: niente di meno che a New York.

                Cresciuto da una coppia

                L’uomo, cresciuto da una coppia che lo aveva accolto come un figlio, ha raccontato di un’infanzia segnata dal mistero e dalle continue domande rimaste senza risposta. Nonostante la gioia del ritrovamento, intorno a questo caso aleggia ancora un’ombra di mistero. Chi era la donna che lo rapì e e perché fece un gesto tanto crudele. Per cattiveria, per gelosia, per vendetta? Oggi dopo i molti decenni trascorsi la polizia di Oakland ha riaperto il caso e l’FBI sta indagando per fare luce su quanto accaduto. Ma il tempo passato e la scomparsa di alcuni testimoni, il fratello Roger è deceduto a causa di un tumore, rendono difficile ricostruire con precisione i fatti. E soprattutto le motivazioni che avevano spinto a un atto del genere.

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