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Personaggi

Brigitte Bardot fa 90: “Io, simbolo del peccato, della perversione, ero io la bagascia mangiatrice di uomini”.

Lontana da tempo dai clamori del jet set, l’attrice francese vive nella sua villa col marito e i suoi animali. Consapevole di aver rappresentanto un personaggio di rottura per i suoi anni bacchettoni, un inno alla gioia di vivere e al sesso.

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    Una diva dalle 9 decadi che ha rappresentato un pezzo della storia del cinema e ha contribuito a lanciare mode. Nata nel 1934, BB – chi la ama chiama così l’attrice Brigitte Bardot– compie 90 anni. Con una lunghissima filmografia (ed un corposo elenco di amanti), lei ha davvero contribuito a fare la storia del cinema, comparendo in pellicole acclamate e lavorando con registi e attori di grandissimo pregio. Esordisce nella moda, poi con una carriera da cantante e il cinema: un’esistenza vissuta in nome dell’arte, a contatto col pubblico, che l’ha sempre amata e ammirata.

    Dopo i ’70 si occuperà solo dei suoi adorati animali

    Negli anni Settanta, una decisione che ha spiazzato molti – abbandona le scene per abbracciare la causa animalista, diventando un’attivista convinta per i diritti degli animali. Fondando pure un’associazione legata a diverse battaglie tra cui quella contro la caccia, contro le pellicce, contro l’uso di animali al circo, contro la produzione di patè d’oca. Autoreclusasi nella sua villa La Madrague a Saint-Tropez in compagnia del marito Bernard d’Ormale, circondata dai suoi amati animali domestici. Lontana dalla pazza folla.

    Come ha influenzato la moda

    I suoi inizi come modella li deve a Hélène Lazareff, direttrice di Elle e amica della madre, che la volle in alcuni servizi fotografici per la rivista, intuendone il potenziale. Vedendoci lungo, perché la giovane ci mise davvero poco a diventare la protagonista di diverse copertine di moda, rivolte in particolar modo agli adolescenti, dei quali diventa una sorta di immagine pubblica.

    La sua eredità nel mondo del fashion

    Scatti che attirarono l’attenzione del regista Marc Allégret, che la lanca al cinema negli anni Cinquanta. Mantenendo un filo conduttore con la moda, BB ha dato il nome a una scollatura: definito “scollo alla Bardot” quello di abiti e maglioni a collo largo aperto, che lascia entrambe le spalle nude. Rendendo trendy anche la pettinatura cotonata a “nido d’api”, la cosiddetta choucroute scolpita verso l’alto. Quella che sarebbe diventata, molti anni dopo, l’acconciatura iconica di Amy Winehouse, copiatissima anche da tante altre celebrity e amata dai fan degli hairstyle retrò.

    Una divoratrice d’uomini

    Ha avuto tantissimi uomini, aspetto che lei non rinnega, anzi… dichiarando orgogliosa: “Io, simbolo del peccato, della perversione, ero io la bagascia, la p*ttana, quella che prende e butta via, la mantide religiosa, la mangiatrice di uomini”. “Ho voluto aver la botte piena e il marito ubriaco, io”, da femmina predatrice “affamata di carne e sesso facile… io, la bestia nera di ogni donna sposata”.

    Perde la verginità minorenne

    Con grande scandalo, la Bardot ha perso la verginità a 15 anni con Roger Vadim, futuro regista di fama, pigmalione e marito di BB 18enne (“l’ho sposato per fare l’amore secondo la legge!”). Mamma e papà Bardot la credevano illibata inviolata e mai hanno saputo che la loro “bambina” rimase incinta, abirtendo in Svizzera ancora minorenne. Interrompendo nuovamente la gravidanza anche da 19enne e coniugata Vadim, perché la Bardot i figli non li voleva e mai li ha voluti: “la maternità è una punizione divina”, specie se ti piace il sesso.

    Un figlio accettato solo in età adulta

    Dopo Vadim, Brigitte si sposa con l’attore Jacques Charrier, che la mette incinta e lei non riesce ad abortire. Il figlio che nasce si chiama Nicholas e BB non lo allatta, affidandolo a una tata. Lo “accetterà” solo da adulto. e da adulta. Durante la gravidanza, per il riacutizzarsi di un problema ai reni, a Brigitte i medici le prescrivono la morfina. Ne diventa dipendente, per mesi, e mesi.

    In seguito un sacco di altri uomini, sesso con personaggi famosi (tra i quali Jimi Hendrix e Warren Beatty), un credo politico convinto di destra, tanto che un politico di destra se l’è pure sposato, Bernard d’Ormale.

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      Papa Francesco: “Meno cagnolini, più bebè! L’Italia ha bisogno di una svegliata”

      Papa Francesco e gli animali domestici: il pensiero del Pontefice in occasione dell’udienza all’evento della fondazione The Economy of Francesco.

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        Durante l’udienza all’evento “The Economy of Francesco“, la Fondazione che riunisce giovani economisti, Papa Francesco ha toccato nuovamente il tema della crisi di natalità in Italia. Con il suo solito stile schietto, il Pontefice ha detto parole semplici ma allo stesso tempo molto ficcanti con l’intenzione di scuotere le coscienze delle famiglie. “Vedo che ci sono alcuni bambini qui, è una cosa bella, in una cultura dove si preferisce avere cani e gatti invece dei figli. Bisogna dare una svegliata all’Italia!”.

        Bisogna bastonare un po’ l’Italia

        Il pontefice ha esortato i presenti a dedicarsi con passione alla riforma economica e sociale, sottolineando quanto sia importante cambiare il mondo in meglio per le generazioni future. “Se sarete fedeli alla vostra vocazione, la vostra vita fiorirà“, ha detto, incoraggiando a vivere per creare storie da raccontare ai figli e ai nipoti.

        Cani e gatti al posto dei figli. Perché Papa Francesco insiste sull’argomento

        Il Pontefice ha iniziato a parlare del rapporto tra persone e animali nel giugno 2014, poco più di un anno dopo l’inizio del suo pontificato. In quell’occasione, rivolgendosi a coppie sposate da molti anni, ha criticato la scelta di preferire cani e gatti ai figli, legando la presenza di animali domestici alla crisi di natalità, che preoccupa la Chiesa. Bergoglio ha condannato i matrimoni che scelgono di rimanere senza figli per motivi di comodità e benessere, affermando che “forse è più comodo avere un cagnolino o due gatti“.

        Tutti gli animali andranno in paradiso. Chi è indifferente ai bisogni del prossimo, no

        Nel 2016, Francesco ha ribadito questo concetto durante un’udienza, criticando chi si attacca troppo agli animali, ma rimane indifferente verso i bisogni del prossimo. Pur riconoscendo che gli animali meritano compassione e affetto (secondo il pontefice, andranno in Paradiso), ha sottolineato che la pietà, uno dei doni dello Spirito Santo, deve essere rivolta principalmente verso le persone in difficoltà.

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          Personaggi

          Justin Bieber: dall’entusiasmo della paternità allo scandalo Sean ‘Diddy’ Combs

          Alle accuse già note di abusi e violenze – che avevano portato Puff Daddy a un primo processo nel 2016 finito in un patteggiamento – emergono ora i precedenti per ulteriori accuse di favoreggiamento alla prostituzione e traffico sessuale. Vicende che coinvolgono molti grandi nomi della musica, tra cui anche Justin Bieber.

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            La vita di Justin Bieber attualmente è paragonabile ad un giro sulle montagne russe: felicissimo per la nascita del primo figlio Jack Blues, annunciata il 24 agosto dalla popstar e da sua moglie Hailey Baldwin… in grande preoccupazione per lo scandalo Puff Daddy, nome d’arte del rapper e produttore discografico Sean Combs. Una brutta storia che sta sconvolgendo il mondo delle star americane e nel quale, il neopapà potrebbe essere trascinato. Ripercuotendosi negativamente anche sulla stabilità della sua famiglia.

            Bene arrivato Jack Blues!

            La nascita del figlio, accolta con grande entusiasmo dal cantante canadese e dai fan di tutto il mondo, ha rappresentato un punto di svolta nella sua vita. Da icona pop seguita da milioni di giovani, Bieber si è trasformato in un padre affettuoso, applaudito dai suoi 295 milioni di follower su Instagram. Un entusiasmo comprensibilmente incontenibile che rischia però di essere spezzata da uno che, ironia della sorte, la parola “Daddy” (“papino”) l’ha scelta come nome d’arte. Oltretutto padre di sei figli.

            Fra Bieber e Daddy un’intensa collaborazione e una precisa amicizia

            Puff Daddy, noto come Sean Diddy Combs, è stato arrestato per abusi sessuali e presunte violenze avvenute negli anni ‘90 e 2000. Anche se attualmente non ci sono prove che Bieber sia coinvolto nel fattaccio, la vicinanza tra i due musicisti (esistono diversi video e collaborazioni musicali fra i due) sta già portando a pericolose speculazioni sulla popstar canadese. Anche perchè l’indagine sta alzando un polverone di dimensioni ienormi, che vanno ben oltre il mondo della musica.

            Abusi sessuali avvenuti in festini privatissimi

            Puff Daddy nega tutte le accuse, definendo false e diffamatorie le dichiarazioni di diverse donne secondo cui il rapper avrebbe commesso gravi e reiterati abusi sessuali e comportamenti violenti. Le accuse riguardano episodi avvenuti in contesti di feste private denominate ‘white party’ a cui hanno partecipato vip di svariati mondi, non solo dell’industria musicale.

            Il timore di rimanere coinvolto in un enorme scandalo

            E così anche Bieber, che negli ultimi anni ha lavorato sodo per trasformare la sua immagine pubblica e allontanarsi dagli scandali giovanili, ora potrebbe essere coinvolto in una situazione delicata, anche se indirettamente. Lui che ha attraversato momenti difficili in carriera a causa della fama precoce e delle forti pressioni legate alla celebrità, ha dichiarato di volersi concentrare sulla famiglia. I timori che il suo nome venga accostato a quello di Puff Daddy ha alimentato voci e speculazioni sui social, creando ansia non solo tra i fan ma anche tra i colleghi dell’industria musicale.

            Puff Daddy, figura controversa già dagli anni ’90

            Bieber si trova ora a cercare un equilibrio tra il suo entusiasmo per la paternità e la preoccupazione per i rischi che la fama e le relazioni professionali comportano. E la vicinanza a Puff Daddy, figura molto controversa da tempo, potrebbe rappresentare una minaccia alla sua reputazione, soprattutto ora che è diventato papà.


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              Nicola Trussardi: vittima di una moda che discrimina

              Secondo Tomaso Trussardi il padre Nicola venne discriminato perché non era omosessuale, a differenza di molti stilisti influenti dell’epoca.

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                L’affermazione di Tomaso Trussardi, secondo cui suo padre, il celebre stilista Nicola Trussardi, sarebbe stato discriminato dal mondo della moda per la sua eterosessualità e le sue origini bergamasche, ha scosso l’opinione pubblica e aperto un dibattito sulla natura spesso esclusiva del settore.

                Una discriminazione inusuale

                Siamo abituati a sentire parlare di discriminazione basata sull’orientamento sessuale, sul genere, sulla razza o sull’origine etnica. Tuttavia, l’idea che un individuo possa essere emarginato per essere eterosessuale risulta inusuale e controintuitiva. Eppure, secondo il racconto di Tomaso Trussardi, questo è ciò che sarebbe accaduto a suo padre. E forse forse non stentiamo a credergli.

                Perché Nicola Trussardi? Le ragioni di una esclusione

                Negli anni in cui Nicola Trussardi era attivo nel mondo della moda, l’omosessualità era più apertamente celebrata nel settore. Ciò potrebbe aver creato un ambiente in cui gli eterosessuali si sentissero “diversi” e meno accettati. In più esistono numerosi stereotipi errati associati al mondo della moda, tra cui l’idea che gli stilisti siano perlopiù gay. Questi stereotipi potrebbero aver contribuito a creare un ambiente in cui gli eterosessuali si sentissero fuori posto. Insomma una discriminazione all’incontrario…

                Moda? Tanta competizione e rivalità

                Il mondo della moda è ancora spesso caratterizzato da una forte competizione. È possibile che alcuni stilisti abbiano visto in Nicola Trussardi una minaccia e abbiano cercato di emarginarlo per proteggere i propri interessi. Le radici bergamasche? Ma non scherziamo dai. Eppure…Le origini bergamasche di Trussardi potrebbero essere una delle cause della presunta discriminazione. Un elemento di diversità rispetto al panorama modaiolo dell’epoca, dominato da figure più cosmopolite.

                Le conseguenze per la maison

                Vera o falsa che sia l’accusa lanciata da Tomaso Trussardi la discriminazione subita dal padre Nicola ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera. Escluso dalle fiere del settore e boicottato dai suoi colleghi, lo stilista è stato costretto a trovare strade alternative per promuovere il suo marchio. Ma nonostante le difficoltà, Trussardi è riuscito a farsi un nome e a lasciare un’eredità importante.

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