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Personaggi e interviste

Giorgia: «Non mi sono mai sposata, ma l’amore si nutre ogni giorno»

Con la sua solita ironia, Giorgia parla della sua vita con quattro gatti, un figlio adolescente soprannominato “il Grinch” e il compagno di sempre, Emanuel Lo. Vent’anni insieme, una proposta di matrimonio mai concretizzata e l’amore per la musica che, dopo trent’anni, continua a crescere.

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    Giorgia, una delle voci più iconiche d’Italia e conduttrice di X Factor, ha raccontato a cuore aperto alcuni aspetti intimi della sua vita, rivelando dettagli personali e riflessioni sulla famiglia, l’amore e la carriera. Con la sua caratteristica spontaneità e autoironia, Giorgia ha condiviso il suo mondo, parlando della vita di tutti i giorni tra gatti, figli, compagni e nuove esperienze lavorative.

    «Ho quattro gatti in casa, e mia figlia Samuel mi ha convinto a prendere l’aereo dopo vent’anni di paura», ha raccontato ridendo. «Mi dicevo che non volevo che la mia paura gli impedisse di fare le cose che fanno tutti. Così mi sono fatta forza, abbiamo volato ed è stato bellissimo, ma ero terrorizzata: mentre lui guardava fuori dal finestrino, io continuavo a tremare».

    Sul palco di X Factor, dove è stata conduttrice, Giorgia ha ammesso di divertirsi molto, confessando che da piccola sognava di fare l’annunciatrice: «Prima del canto, la mia passione era presentare. Facevo finta di leggere annunci, ma un po’ come una psicopatica… Oggi lo faccio davvero e sono scioccata che mi abbiano preso sul serio». Riguardo alle sue influenze nel mondo dello spettacolo, ha citato figure come Pippo Baudo e Fiorello, da cui ha imparato tanto: «Pippo è uno che risolve, se non hai la risposta la dà lui. Fiorello invece è geniale, ti mette sempre in bilico tra il terrore e l’eccitazione».

    Quando si parla di famiglia, Giorgia ha condiviso dettagli dolci e divertenti sulla vita quotidiana con suo figlio Samuel, soprannominato “il Grinch” per il suo carattere dissacrante: «Mi dice che sono rompiballe perché lo faccio studiare, ma abbiamo trovato un liceo vicino a casa e adesso mi sopporta meglio. Una volta mi ha detto: “Ma tu hai vinto Sanremo Giovani o Sanremo Vecchi?”, è incredibile».

    Nonostante la lunga carriera e i numerosi successi, Giorgia non si è mai sposata, ma c’è stata una proposta: «C’è stato un anello, c’è stata la commozione, ma come per tante altre cose nella nostra vita, nessuno ha mai organizzato niente». Tuttavia, il loro amore sembra saldo: «Siamo insieme da vent’anni, e sì, sono ancora innamorata. Penso che un rapporto vada nutrito ogni giorno, ma lui ha ragione quando dice: “Bello, ma che fatica!”».

    Giorgia ha anche parlato della sua esperienza come cantante e del trentennale dalla sua vittoria a Sanremo con Come Saprei: «Quella canzone mi ha cambiato la vita, ma non ne parlo mai. A volte mi è capitato di raccontarlo a Samuel, che però mi prende in giro come sempre».

    Tra un aneddoto e l’altro, Giorgia ha mostrato tutta la sua umanità e ironia, dipingendo il ritratto di una donna e artista che, pur avendo raggiunto grandi traguardi, rimane profondamente legata alle sue radici e ai suoi affetti.

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      Luce Caponegro, tra passato e futuro: “Ho lasciato Selèn ma il marchio è rimasto”

      Luce Caponegro, meglio nota come Selèn, si racconta senza filtri: “Non rinnego il passato, ma ho pagato un prezzo alto. Oggi mi occupo di benessere olistico e di vini, e sono una madre felice”.

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        Luce Caponegro, conosciuta come Selen, inizia l’intervista chiedendo di non parlare del suo passato nel mondo del cinema hard. “Non parliamo di Selèn, basta col passato. Niente porno”, specifica subito. Preferisce raccontare del presente e delle sue attività attuali, come la sua nuova passione per il vino. “Ho un buon rosso che ho chiamato Selèngiovese e un bianco che ha vinto un premio, la Passerina di Selèn”, dice scherzando.

        Riguardo alla sua recente partecipazione a L’Isola dei Famosi, Selen ammette di aver accettato principalmente per motivi economici. “Fare l’imprenditrice in Italia non è facile, così sono finita in Honduras. La spiaggia era claustrofobica, ma per fortuna la mia pelle sa naturalmente di buono”. Nonostante sia stata eliminata rapidamente, racconta che quell’esperienza le ha dato un senso di libertà e le ha permesso di portare con sé un oggetto simbolico: “Ho scelto una lettera di mio figlio Gabriele che mi ha fatto piangere”, dice emozionata.

        Parlando dei suoi figli, Selen si sofferma sul primogenito, Kangi, e sul bullismo che ha subito a causa del passato della madre: “Lui ha sofferto molto, ma non me lo ha mai detto per non ferirmi. Ho cercato di spiegargli il mio lavoro senza banalizzarlo”. Parlando di Gabriele, invece, sottolinea come sia orgogliosa di aver cresciuto da sola entrambi i suoi figli: “Fare la mamma è la cosa che mi è riuscita meglio”.

        Sulla scelta di entrare nel mondo dell’hard, Selen riflette: “Volevo divertirmi e sperimentare. Non c’è niente di male. Mi giudicavano senza conoscermi, ma ero lì solo per esplorare”. Parla anche di Moana Pozzi, con cui spesso veniva paragonata: “Lei era stata santificata, ma era diversa da me. Io ero più spontanea, più avventurosa”. Tuttavia, dopo qualche anno, decise di smettere quando capì che rischiava di diventare un oggetto.

        Nonostante le sue scelte passate, afferma di non rinnegare nulla ma sottolinea il peso del marchio che le è rimasto addosso: “Selèn non c’è più, ma ancora oggi vedo che arriva prima di Luce”. Dopo aver lasciato quel mondo, Selen racconta di essersi dedicata a un percorso di crescita personale attraverso meditazione e yoga, cercando di trovare un nuovo equilibrio.

        Alla fine, parlando dei suoi cambiamenti, dice: “Sono una donna di mezza età, ma dentro sono ancora una ragazza. Ho imparato a prendere la vita con leggerezza e sono felice di essere stata una buona madre e nonna”.

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          Amore, cinema e risate: Scamarcio racconta il dietro le quinte più ‘morbido’ del cinema italiano

          Per Riccardo Scamarcio è stato complicato rimanere passivo per sette ore di un finto amplesso con Monica Bellucci durante le riprese di Manuale d’amore 2. “A un certo punto uno poi… si stanca, siamo fatti di carne e ossa!”. Se lo dice lui…

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            Che Riccardo Scamarcio fosse tenebroso lo sapevamo già. Ma chi avrebbe immaginato che fingere un amplesso potesse essere per lui “una faticaccia”? A raccontarlo è lo stesso attore durante l’intervista a Belve, il programma condotto da Francesca Fagnani. Interrogato sulla celebre scena di Manuale d’amore 2 da realizzare in compagnia con nientepopodimeno che Monica Bellucci, Scamarcio non si è sottratto, regalando perle di ironia. E aggiungendo anche qualche lamentela…Come?

            A’ Riccà che te stai a lamentà…?

            Tra una risata e l’altra l’attore racconta che la sua è stata”un’esperienza… come dire…morbida“, riferendosi al fatto che nel film era su una sedia a rotelle. Ma dietro quella presunta “morbidezza” si nasconde una maratona tutt’altro che semplice. Che comunque è stata una maratona in compagnia della Bellucci che pur con i suoi 60 anni resta ancora un’icona di bellezza. “Sette ore a fingere un amplesso! A un certo punto, uno si stanca… siamo fatti di carne e ossa!“.

            Se sette ore ti sembrano troppe…

            E poi, con un sorrisetto malizioso, ha aggiunto “Uno può avere anche delle reazioni involontarie“, peraltro molto giustificate Riccardo. Una confessione che strappa sorrisi, ma fa capire quanto possa essere impegnativo anche ciò che sembra “solo finzione”. A chiudere il siparietto ci pensa la stessa conduttrice della trasmissione Fagnani, che incalza “Ma perché fino alle quattro di notte?” Scamarcio risponde tentando di svicolare: “Passiamo oltre, no?“, ma alla fine cede, ribadendo che “non è mica facile essere passivi per sette ore di fila“. Un pensiero condiviso anche da Monica Bellucci che, intervistata qualche giorno prima, aveva ribadito che per lei quella scena era stata la più erotica mai interpretata prima. Bingo! Scamarcio si dice onorato, ma non nasconde che l’esperienza gli abbia anche attirato un po’ di “odio maschile”: “Molti uomini mi hanno guardato male dopo quel film“. Addirittura… Un po’ di invidia sì dai ci sta. D’altra parte Riccà avevi a che fare con la Bellucci non con Nonna Pepera…Ehh andiamo!

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              Maurizio Mattioli, simbolo di romanità al cinema e in tv, si risposa (video)

              Attore molto amato, interprete di una Roma verace che forse non esiste più… nel privato si sposa per la terza volta con la sua Simonetta, che reputa la donna giusta in questo preciso momento della sua vita.

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                Un attore che tutti conoscono ed apprezzano come uno dei volti più amati del Bagaglino. Attualmente non vive più in città, preferendo la quiete rurale della campagna, con la sua nuova moglie. All’inizio dell’anno è infatti convolato in terze nozze con la signora Simonetta. Di lei racconta: «Ci siamo rivisti dopo il 2014 quando sono rimasto solo (per la scomparsa della moglie, ndr). Simonetta la conoscevo già da prima ma tra noi non c’era nulla. Poi in quel momento è scoppiato qualcosa di importante, di bello. È la donna giusta in questo momento della mia vita».

                La tragicomica maschera dell’attore

                Uomo gentile e cordiale, l’avevamo incontrato qualche tempo fa sul set di uno dei suoi tanti film e con lui avevamo parlato di cinema e di grandi attori romani, sul filo di una sottile nostalgia. Parlando dei suoi personali punti di riferimento come l’indimenticabile Gigi Proietti ma anche il regista Carlo Vanzina – per lui è sempre Carletto – e il cantante della “Roma bella” Lando Fiorini: «Avere la certezza di non poterli incontrare più mi destabilizza molto. Mi fa invecchiare con più rapidità… Ma questa è la vita».

                La solitudine dell’attore

                Franz Kafka una volta disse che “mentre si ride, si pensa che c’è sempre tempo per la serietà”. Molti non se ne accorgono, ma la bellezza e il fascino di un attore comico si nascondono nel fatto che dietro a quel volto e a quelle battute che ci divertono ed emozionano si nasconde quasi sempre un’indole malinconica che in pubblico ci viene nascosta da una metaforica maschera. È la solitudine dell’attore, il riso amaro di chi per professione deve sempre essere qualcun altro, finendo così per trascurare e perdere un po’ se stesso.

                Per il momento dai Cesaroni nessun segnale

                Mattioli è anche un uomo dai mille progetti, sempre in attività, sul doppio asse cinema e teatro. Ma niente Cesaroni, almeno per il momento: «Non mi hanno cercato, se vogliono sanno dove trovarmi». Il ritorno della serie aveva fatto ben sperare anche in un suo utilizzo, staremo a vedere se accadrà o meno. La sua carriera cinematografica vanta circa 100 film interpretati per il grande schermo, incarnando spesso la figura del romano di periferia, rozzo e cialtrone o quella di cafone arricchito. In teatro con Un paio d’ali nel 1997 e in Rugantino nel 1998.

                Pingitore e il Bagaglino, vero e proprio fenomeno di costume

                Se si nomina il Bagaglino del maestro Pingitore il suo carattere verace si scalda: «Secondo tanti politici avversi il Bagaglino non era un luogo di cultura e arte. L’hanno voluto far passare per qualcosa di trash come se metà del popolo italiano potesse essere considerato così male… Si sono presi delle responsabilità che non sono mai stati in grado di sostenere fino in fondo. Non mi metto a dire a chi mi riferisco, di destra o di sinistra, ma tanto ci siamo capiti… Avevamo ascolti che oggi fa solo il Festival di Sanremo! Daje su…».

                Grandi ascolti

                Lasciandosi andare sull’onda dei ricordi: «Rammento, a proposito di ascolti, una volta che facemmo 9 milioni e mezzo anziché i soliti 11-12 milioni, noi attori arrivammo con i musi. E Pingitore: ma che andate cercando? Aggiungendo che avremmo dovuto ringraziare Dio!». E in riferimento alla politica attuale, aspetto che Pingitore ha sempre tenuto in considerazione per prendersi gioco del potere, dice: «Se fossimo ancora al Bagaglino le pare che Ninni Pingitore non mi avrebbe fatto fare Trump? Credo che l’avrebbe proposto a me anche per una somiglianza dal punto di vista fisico. Pensi le risate!».

                Dell’ex gruppo di lavoro, Mattioli è rimasto in contatto con Martufello.«Ci frequentiamo tuttora con una certa continuità. Lui vive due montagne dietro di me, più verso il mare a Sezze, dove abbiamo festeggiato i 90 anni di Pingitore».

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