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Cronaca

L’influencer nullatenente… ma con borsette griffate e gioielli a più carati (gallery)

Si fa chiamare Mady Gio, la maggiorata starlette iper pettoruta, tra le più cliccate sulla piattaforma a pagamento per impenitenti guardoni. Al secolo è Madalina Ioana Filip, denunciata dalla Guardia di Finanza di Varese per evasione fiscale.

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    Secondo le indagini, l’influencer di origine romena, avrebbe opportunamente trasferito la sua residenza anagrafica in Svizzera, a Lugano, nei primi mesi del 2022. Una mossa che, lo sostengono gli inquirenti, motivata dal disegno di beneficiare di un regime fiscale più favorevole. Le verifiche effettuate dalla Guardia di Finanza hanno rivelato che le giustificazioni plausibili che potevano motivare il cambio di residenza erano assenti, dal momento che i legami affettivi, il conto corrente e il dominio web di Mady Gio risultano tutti localizzati qui in Italia. Una presunta evasione fiscale da circa un milione e mezzo di euro, che lei respinge al mittente.

    Alcuni scatti (quelli almeno pubblicabili da noi) che ritraggono la content creator all’opera

    Una montagna di soldi non dichiarati

    La star di OnlyFans è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio per il reato di dichiarazione infedele in relazione all’anno 2022. Oltre al milione e mezzo di euro di ricavi non dichiarati, le sono stati contestati 360mila euro di tassa etica non versata. Si tratta di una specifica addizionale del 25% sul reddito netto complessivo per chi produce, distribuisce o vende materiale pornografico, come stabilito dalla legge italiana.

    Così si difende l’influencer, ex barista ed ora sexy star

    Lei si difende così: «Leggo articoli di giornali che riferiscono di un’accusa di evasione fiscale a mio carico. È stato violato il mio diritto alla riservatezza e soprattutto il sacrosanto principio di innocenza finì a prova contraria. Si tratta solo di accuse per le quali ho già dato mandato ai miei legali di difendermi in tutte le opportune sedi. Ho sempre pagato le tasse sia in Italia che in Svizzera, mia effettiva residenza dal 2022», spiega l’influencer con una storia di Instagram, peraltro cliccatissima.

    Un settore che fattura in grande stile

    I numeri del fenomeno influencer sono pesanti: secondo gli ultimi in Italia ci sono oltre 350mila creatori di contenuti digitali in grado di muovere un giro di affari da due miliardi di euro. I soli influencer, chi ha cioè decine di migliaia di follower e per questo firma contratti di sponsorizzazioni con diversi marchi (sponsorizzazioni che attualmente devono essere dichiarate, anche nei post) sono in grado di spostare più di mezzo miliardo di euro.

    Ospite in studio a La Zanzara su Radio 24

    A Radio 24 ha raccontato di guadagnare davvero parecchio…

    Un’indagine partita dal comando provinciale di Varese, che ha monitorato influencer e personalità attive sul web, il cui tenore di vita appariva in contraddizione con le dichiarazioni fiscali presentate. Fra loro c’è anche Mady Gio, che dichiara solo poche decine di migliaia di euro, nonostante i compensi milionari citati senza problema nelle interviste e nelle apparizioni radio-televisive. Se fosse appurata l’evasione, oltre ad essere legalmente inadempiente nei confronti del fisco la ragazza ci farebbe pure una figura davvero barbina…

    La quantomeno sciocca ostentazione del lusso

    I contenuti social proposti dai vari personaggi vengono considerati dagli inquirenti vere e proprie “confessioni”: «I video con gli orologi di lusso. Gli alberghi a cinque stelle. I marchi di alta moda esibiti in ogni post. Per noi quelle non sono soltanto storie ma materiale investigativo: come puoi permetterti una borsa da cinquemila euro se risulti nullatenente?». Le indagini sulle content creator sulle varie piattaforme sono nate dalla GdF utilizzando sul web il cosiddetto “metodo strada”: «Quando fermiamo un auto di lusso» racconta un ufficiale delle fiamme gialle che in questi anni ha contribuito a recuperare decine di milioni di euro dall’evasione fiscale degli influencer, «praticamente in automatico partiamo con l’accertamento per verificare se è compatibile con il reddito dichiarato dal proprietario. Perché dovevamo fare una differenza con la rete?».

    Tutto viene passato al setaccio dagli algoritmi

    Partendo proprio dai video postati da chi ha milioni di visualizzazioni sono partiti con i controlli. Lavorando su tre canali, in accordo con l’Agenzia delle Entrate con cui qualche mese fa è stato firmato un protocollo. Grazie ad algoritmi sofisticati, vengono monitorati social e piattaforme per analizzare post, stories, video, commenti. Individuando in questo modo le collaborazioni commerciali non dichiarate, le sponsorizzazioni occulte e tutto quello che potenzialmente può creare reddito”. «I compensi degli influencer» si legge nel protocollo «variano in base ai follower, le visualizzazioni e sul ritorno dell’investimento per i brand che remunerano i digital content creator per promuovere i loro prodotti».

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      Storie vere

      Quell’affare che affare non è anche se sembra vero, parola di Facebook

      Facebook e Facebook Marketplace sono utili per trovare occasioni, ma purtroppo sono anche terreno fertile per i truffatori. Ecco come riconoscere le truffe più comuni e proteggersi.

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        Se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. E’ questa la sintesi di quanto ultimamente sta accadendo a molti utenti di Facebook. Il social media, posseduto e gestito dalla società Meta, può essere un ottimo strumento per scovare occasioni e fare acquisti. Ma è anche terreno fertile per truffe sempre più sofisticate. Immagina di trovare finalmente quell’oggetto che desideravi da tempo: una bici elettrica, un iPhone usato o magari un divano che sembra nuovo di zecca. Il prezzo è allettante, il venditore sembra affidabile e tutto sembra andare per il verso giusto. Eppure… Eppure è proprio lì che spesso inizia la fregatura.

        Il venditore fantasma

        Le truffe su Facebook si evolvono costantemente e, ogni giorno, ingannano centinaia di persone. Il modus operandi dei truffatori segue due strategie principali. Da un lato ci sono i “venditori fantasma”, che pubblicano annunci per articoli molto richiesti a prezzi eccezionali. Il loro obiettivo è convincerti a pagare una caparra tramite bonifico o ricarica, sparendo subito dopo aver ricevuto il denaro. Dall’altro ci sono gli “acquirenti-truffatori”, che ti contattano fingendo interesse immediato per il tuo oggetto in vendita. Questi propongono sistemi di pagamento fraudolenti, come link fasulli che imitano PayPal o Poste, per ottenere i tuoi dati e rubarti soldi.

        Riconoscere i segnali di allarme

        Un prezzo troppo basso rispetto al valore reale del prodotto, un profilo Facebook con pochissimi amici o creato di recente, richieste di pagamenti fuori dalla piattaforma ufficiale e l’insistenza nel chiudere rapidamente l’affare, sono tutti campanelli d’allarme che non dovrebbero essere ignorati. Ma come possiamo proteggerci da queste insidie? Prima cosa evitare di inviare soldi prima di vedere il prodotto di persona, poi scegliere sempre metodi di pagamento tracciabili e sicuri. Quindi assicurati di incontrare il venditore o acquirente in un luogo pubblico. Inoltre, diffidate dei link esterni per ricevere o inviare denaro: spesso sono il mezzo principale con cui i truffatori riescono a ingannare gli utenti.

        Pronto qui è il servizio clienti di Facebook che parla

        Una delle trovate più recenti riguarda i falsi “servizi clienti” di Facebook. Dopo essere stati truffati, alcuni utenti ricevono messaggi che sembrano provenire dal supporto ufficiale della piattaforma, promettendo assistenza in cambio di informazioni personali. È un’altra trappola! Meta non ti contatterà mai tramite chat per chiederti password o dati sensibili. Lo scrivino e riscrivono in tutte le lingue possibili, ma niente c’è chi spavado non legge le indicazioni e agisce di testa propria perdendoci.

        E se dovessi cadere vittima di una truffa?

        Per prima cosa è importante agire tempestivamente. Conservare tutte le prove, come screenshot e dettagli dei pagamenti, e segnalare l’accaduto a Facebook. Si può denunciare il fatto alle autorità competenti, come la Polizia Postale, e contattare la propria banca per bloccare eventuali operazioni sospette. Meta, da parte sua, consiglia agli utenti di prestare attenzione alle e-mail sospette che fingono di provenire da Facebook, spesso con notifiche fasulle o promesse troppo belle per essere vere. In caso di dubbi, è sempre possibile segnalare direttamente il problema tramite l’indirizzo phish@fb.com o gli strumenti ufficiali di Facebook.

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          Italia

          Codice della strada: record di patenti ritirate nei primi tre mesi dalla riforma

          La riforma ha sicuramente portato a una maggiore attenzione alla sicurezza stradale, ma ha anche evidenziato l’importanza di rispettare le regole per evitare sanzioni sempre più severe.

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            Dal 14 dicembre 2024 al 15 marzo 2025, la Polizia Stradale ha registrato un numero impressionante di ritiri di patente. Ben 16.432, quasi la metà delle 38mila patenti ritirate in tutto il 2024. Il nuovo Codice della Strada, voluto dal ministero guidato da Matteo Salvini, ha introdotto sanzioni più dure per infrazioni come la guida in stato di ebbrezza o l’utilizzo del cellulare al volante, causando un vero e proprio boom di provvedimenti. Era ora.

            Patenti ritirate, Milano maglia nera

            L’aumento dei ritiri è evidente nelle principali città italiane. A Milano, ad esempio, si è passati da 183 patenti ritirate a 647 nei primi tre mesi del 2025 (+253%). A Torino i ritiri sono stati 160, con un incremento del 241%. Anche Palermo e Bari hanno registrato aumenti significativi, rispettivamente del 214% e del 202%. A Napoli l’aumento è stato del 64,4%, a Firenze del 40% e a Bologna del 60%. La crescita delle sanzioni ha generato un carico di lavoro considerevole per i comandi della Polizia Locale, costretti a gestire procedure più complesse e un volume di infrazioni mai visto prima.

            Cosa sono le mini sospensioni e a chi servono

            Un’importante novità introdotta dal nuovo Codice riguarda le cosiddette «mini-sospensioni», provvedimenti che durano sette o quindici giorni. Si applicano in casi di infrazioni meno gravi, come il superamento a destra, il mancato rispetto delle precedenze o il passaggio con il semaforo rosso. Solo a Milano, nei primi due mesi e mezzo del 2025, sono state applicate 157 mini-sospensioni, seguite da Napoli con 87 e Bologna con 28.

            Giro di vite per chi usa il cellulare quando è alla guida

            Il giro di vite sulla guida con il cellulare ha avuto un impatto rilevante. Questa infrazione da sola è responsabile del 50% dei ritiri di patente registrati in questi primi mesi. La procedura è diventata più severa, con il ritiro immediato della patente e l’intervento della Prefettura, che entro 15 giorni stabilisce la durata della sospensione. In caso di recidiva o incidenti, il provvedimento diventa ancora più restrittivo, prevedendo raddoppi delle durate.

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              Storie vere

              Estorce denaro al padre con la minaccia di accusarlo di stupro. Lui, disperato, si uccide

              “Mi invento che mi hai violentata”, così la 15enne estorceva denaro al padre prima del suicidio dell’uomo.

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                Questa incredibile storia si svolge a Palermo dove una quindicenne e il suo fidanzato sono sotto indagine per aver estorto denaro al padre della giovane, portandolo al suicidio. La ragazza minacciava il padre vedovo con false accuse di violenza sessuale e minacce fisiche. La frase più utilizzata dalla figlia negli scambi con il padre su whatsapp era: “Se non mi dai i soldi mi invento che mi hai violentata“. Le continue richieste di denaro, a volte anche di migliaia di euro, avevano ridotto l’uomo in povertà togliendogli la forza di ribattere.

                Un ricatto inammissibile

                I messaggi whatsapp tra padre e figlia, contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale minorile di Palermo, rivelano una situazione di forte conflitto e prevaricazione. La quindicenne, insieme al fidanzato, pretendeva denaro per spese futili come videogiochi e cosmetici, ma anche per sostenere il gioco d’azzardo del ragazzo e le spese carcerarie del padre di lui.

                Un giorno prima del suicidio del padre la quindicenne perpetuava la sua squallida minaccia

                Nonostante le difficoltà economiche dell’uomo, che non aveva più soldi nemmeno per il cibo e le medicine, la figlia continuava a minacciarlo e a insultarlo. La situazione si era aggravata dopo la morte della madre della ragazza e l’arrivo di una nuova compagna del padre. Il giorno prima del suicidio, la ragazza aveva inviato un ultimo messaggio minaccioso al padre. L’uomo è stato trovato impiccato dal figlio, lasciando due lettere in cui esprimeva il suo dolore e il suo disprezzo per le azioni della figlia e del fidanzato.

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