Calcio
Maldini 3.0: arriva il turno di Daniel in azzurro, anche se il pareggio col Belgio scombina le carte
Arriva la terza generazione dei Maldini ad indossare la maglia della nazionale di calcio. Tra i 23 convocati di Luciano Spalletti per le sfide di Nations League c’è anche Daniel Maldini. Per lui si tratta della prima chiamata in azzurro. Anche se il tanto sperato esordio di ieri sera è stato rimandato, probabilmente contro Israele nel prossimo incontro.
Dopo nonno Cesare e papà Paolo, Daniel Maldini, terza generazione della leggendaria famiglia del pallone, è al settimo cielo: «Penso che questa convocazione sia arrivata al momento giusto, un momento perfetto, mi sento bene in campo e sto bene con la mia squadra». Purtroppo ieri sera, dopo un avvio eccellente da parte degli Azzurri sul 2-0 (reti di Cambiaso e Retegui), l’espulsione di Pellegrini al 40′ ha stravolto i piani di Spalletti che non ha potuto farlo scendere in campo, come si pensava alla vigilia. Stessa sorte toccata al difensore del Milan Gabbia. Ma per loro due il debutto è solo rimandato.
Il regalo della convocazione
Così aveva commentato a Coverciano la prima chiamata in Nazionale dove rappresenta la terza generazione dopo il nonno Cesare e il papà Paolo. «Mio padre era contento ma non mi ha detto nulla di particolare – ha continuato il talento del Monza che proprio oggi compie 23 anni – Cosa vorrei per il mio compleanno? Già essere qui è un regalo. Sono contento e orgoglioso. Fa effetto vedere a Coverciano le foto dei miei familiari».
Appuntamento a lunedì con Israele
“Continuità” aveva chiesto Luciano Spalletti alla sua Italia a punteggio pieno in Nations League dopo le vittorie esterne con Francia e Israele conquistate a settembre dopo il fallimento europeo. Continuità di risultati e prestazioni che ieri sera col Belgio si sono concretizzate a meta, col risultato finale di 2-2. Lunedì a Udine contro l’Israele i nostri avranno la possibilità di incrementare il vantaggio sulle inseguitrici in previsione del rush decisivo di novembre.
Nuova linfa per l’Italia che verrà
Intanto il commissario tecnico prosegue nella ricerca di nuovi talenti da inserire nell’Italia presente e futura: dal romanista Niccolò Pisilli al milanista Matteo Gabbia («Essere qui è una grande responsabilità, questa maglia va onorata in ogni momento» ha detto) fino a Daniel Maldini, prima volta nella Nazionale maggiore 61 anni dopo nonno Cesare e 22 anni dopo il padre Paolo.
Il papà è felice
Brillantini alle orecchie, risposte brevi e compostezza nel descrivere l’emozione di questa prima volta ai cronisti. «Sono molto orgoglioso, è stato un bell’effetto entrare a Coverciano e vedere le foto del nonno e di papà. Ora voglio concentrarmi e fare bene, vivo alla giornata. Se mio padre mi ha detto qualcosa? Era felice ma abbiamo parlato poco. Questa convocazione credo sia arrivata al momento giusto, perché mi sento bene in campo e con la mia squadra».
Il glorioso nonno
Ammettendo di essere stato contattato pure dal Venezuela viste le origini della madre, dice: «Ho sempre preferito aspettare e fare una scelta giusta, penso sia valsa la pena. Se ricordo qualcosa di quel che diceva nonno Cesare parlando della Nazionale? Sono passati troppi anni, di sicuro è sempre stato vicino».
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Calcio
Jimenez shock: «Partite truccate in Italia, Atalanta-Ternana 2003 doveva finire in pari»
Luis Jimenez accusa: «Giocavo in partite sistemate, era pesante per un giovane come me. In Atalanta-Ternana del 2003-2004 doveva esserci un pareggio per accordi presi. Segnai un gol e scatenai il caos».
Dichiarazioni esplosive quelle di Luis Jimenez, ex calciatore di Ternana, Lazio, Inter e Fiorentina, che in un podcast sul canale YouTube Vamo A Calmarno ha rivelato di aver partecipato inconsapevolmente a partite combinate durante la sua esperienza in Italia. L’ex fantasista cileno, soprannominato Il Mago, non ha risparmiato dettagli su un calcio che, secondo lui, all’epoca era pesantemente influenzato dalla corruzione.
«C’era molta mafia, partite sistemate»
«In Italia ho giocato almeno tre partite truccate», ha confessato Jimenez. «Non posso dirvi con quale squadra, ma è successo. Era un sistema pesante per un giovane che voleva arrivare al top. Oggi le cose sono migliorate, molti ex calciatori e dirigenti coinvolti sono stati puniti, ma allora c’era molta mafia».
Il caso Atalanta-Ternana 2003-2004
Tra gli episodi raccontati, Jimenez ha fatto riferimento a una partita specifica: Atalanta-Ternana, turno prenatalizio del campionato di Serie B 2003-2004, conclusasi 1-1. «Eravamo prima e seconda in classifica, c’era il gemellaggio tra tifosi e doveva essere una festa. Mi procurai un rigore e lo segnammo, ma nessuno esultò: il mio compagno si mise le mani sul volto. Solo dopo il dottore mi spiegò che era tutto combinato e di non entrare più in area di rigore. Avvisatemi almeno, mi sono sentito preso in giro».
La partita si concluse con i gol di Zampagna su rigore all’87’ e di Budan all’89’, rispettando l’accordo del pareggio. La Ternana, che chiuse settima in campionato, non riuscì a raggiungere la promozione in Serie A, diversamente dall’Atalanta.
Le pressioni nello spogliatoio
Jimenez ha raccontato di aver segnato in un’altra partita combinata, provocando la reazione furiosa del portiere della sua squadra: «Volevano un pari senza reti, ma io non lo sapevo. Segnai un gol e scatenai il caos: mi dissero tutto solo dopo. Fu devastante per me».
L’ombra sul calcio italiano
Le dichiarazioni di Jimenez gettano nuova luce su un’epoca oscura del calcio italiano, già segnata da scandali come Calciopoli. Nonostante le accuse, l’ex calciatore ha sottolineato che oggi la situazione è cambiata, grazie a interventi mirati che hanno colpito dirigenti e giocatori coinvolti in episodi di corruzione.
Ora resta da vedere se le autorità calcistiche italiane decideranno di approfondire queste rivelazioni o se si tratterà di un nuovo capitolo che alimenterà le polemiche sul passato del calcio italiano.
Calcio
Antonio Cassano contro Salt Bae: “880 euro per una bistecca? Mai più nel suo ristorante!”
Da 4 antipasti e una bistecca a un conto da 880 euro. La disavventura di Cassano nel ristorante di Salt Bae in Grecia strappa risate in studio e diventa un cult online.
Antonio Cassano continua a essere il protagonista assoluto di Viva El Futbol, il programma streaming condotto insieme a Lele Adani e Nicola Ventola, dove il calcio si mescola spesso a episodi di vita quotidiana. Nella puntata di ieri, l’ex calciatore ha raccontato un episodio che ha fatto ridere fino alle lacrime i suoi compagni di trasmissione.
Si parla di Nusret Gökçe, meglio noto come Salt Bae, celebre chef turco famoso per la teatralità con cui sparge il sale sulle sue pietanze. Cassano ha ricordato una visita nel ristorante di Salt Bae in Grecia, insieme alla sua famiglia: “Abbiamo preso quattro antipasti di carne e una bistecca grande da dividere in quattro”. Fin qui tutto normale, ma la sorpresa è arrivata con il conto.
“Ci hanno portato un conto di 880 euro,” ha raccontato Cassano tra risate e stupore. “Chiamo il cameriere e gli dico: amico, mi sa che hai sbagliato.” Ma no, il conto era giusto: “220 euro a testa per quello che abbiamo mangiato.”
Il racconto ha scatenato l’ilarità di Adani e Ventola, ma la battuta finale di Cassano ha rubato la scena: “Quando in inglese ci hanno chiesto come ci siamo trovati, ho risposto: benissimo, ma non ci verremo mai più!”
Una storia che si aggiunge alla lunga lista di commenti spontanei e taglienti che hanno reso Cassano una delle voci più genuine e divertenti del panorama sportivo e non solo.
Calcio
Calhanoglu nei guai? Rapporti con gli ultrà e il rischio di squalifica per il centrocampista dell’Inter
Frequentazioni con un capo della Curva Nord al centro delle indagini: per Hakan Calhanoglu potrebbe scattare una sanzione economica e fino a tre giornate di squalifica, mentre la Procura federale valuta i deferimenti.
Sono giorni decisamente complessi per Hakan Calhanoglu. Se le condizioni fisiche del centrocampista turco hanno tranquillizzato lo staff dell’Inter, ben diversa è la situazione legata alla sua posizione nell’inchiesta “Doppia Curva”, che sta facendo tremare il mondo del calcio nerazzurro.
L’indagine, condotta dalla Procura federale, punta i riflettori sui rapporti tra ultrà, criminalità organizzata, società e calciatori. Un intreccio che potrebbe portare a serie conseguenze per alcuni tesserati di Inter e Milan. Tra questi, proprio Calhanoglu sembra avere la posizione più critica.
Rapporti che fanno discutere
Secondo quanto riportato da Tuttosport, durante un’audizione come persona informata sui fatti, il centrocampista turco ha ammesso di aver avuto rapporti personali con uno dei capi della Curva Nord, figura finita nel mirino degli inquirenti. Tali frequentazioni, per quanto dichiarate non legate a questioni sportive, potrebbero costare caro a Calhanoglu sul piano disciplinare.
L’articolo 25 del Codice di Giustizia sportiva vieta ai calciatori di intrattenere rapporti con esponenti delle tifoserie organizzate che possano compromettere l’immagine del club o l’equità del campionato. Se le sue dichiarazioni dovessero essere interpretate come una violazione di tale norma, Calhanoglu potrebbe essere deferito dalla Procura federale.
Le possibili sanzioni
Per il numero 20 nerazzurro, le conseguenze potrebbero essere significative: si parla di una pesante ammenda economica e di una squalifica che potrebbe oscillare tra due e tre giornate. Una tegola che, in un momento cruciale della stagione, metterebbe in difficoltà sia il giocatore sia Simone Inzaghi, considerando il peso specifico del turco nel centrocampo interista.
L’inchiesta “Doppia Curva”
L’indagine non riguarda solo i calciatori: il focus è su un sistema complesso che intreccia tifoserie organizzate e criminalità, con legami che coinvolgono anche le società sportive. La Procura federale, guidata da Giuseppe Chiné, ha acquisito tutte le carte necessarie per far luce sui rapporti tra i tesserati e il mondo ultrà.
Il caso Calhanoglu potrebbe quindi rappresentare solo la punta dell’iceberg. I deferimenti attesi nelle prossime settimane potrebbero coinvolgere altri tesserati, sia di Inter che di Milan, aprendo un capitolo delicato per il calcio italiano e la sua immagine.
Una stagione a rischio?
In attesa di sviluppi ufficiali, l’Inter resta in allerta, mentre Calhanoglu dovrà prepararsi a difendersi da accuse che rischiano di compromettere non solo la sua stagione, ma anche la sua reputazione. Per ora, l’unica certezza è che l’inchiesta Doppia Curva continuerà a far parlare di sé, con possibili ripercussioni su più fronti del calcio italiano.
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