Politica
Possibile ritiro di Elly Schlein? Paolo Gentiloni in pole per la successione alla guida del Pd
Le recenti dichiarazioni della segretaria del Pd alimentano voci su un suo possibile ritiro. Con le sfide elettorali in vista, il futuro del partito si gioca tra l’autonomia regionale e la cittadinanza. Se Schlein non dovesse superare questi test, il nome di Paolo Gentiloni diventa sempre più forte per la sua successione.
Le recenti parole di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), hanno suscitato nuove speculazioni sul suo futuro alla guida del partito. Dopo aver dichiarato che la politica per lei è un “contratto a termine”, Schlein ha lasciato intendere la possibilità di un ritiro anticipato se i risultati elettorali non saranno favorevoli. Questa dichiarazione ha fatto emergere voci riguardo al suo possibile successore, con un nome su tutti che spicca: Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio e figura di spicco del partito.
Le elezioni: una prova di fuoco per Schlein
Il destino della leadership di Schlein dipenderà dai prossimi appuntamenti elettorali, in particolare dai referendum sull’autonomia regionale e sulla cittadinanza. Il successo o il fallimento di questi referendum sarà decisivo per valutare la capacità di Schlein di guidare il partito verso una vittoria, o almeno di consolidare una base elettorale forte. Il referendum sull’autonomia sarà un banco di prova cruciale per la coalizione di centrosinistra, di cui il Pd è il principale promotore. La scommessa di Schlein è quella di unire le forze progressiste in un fronte compatto, ma questo tentativo è ostacolato dalle crescenti tensioni interne e dai rapporti complicati con Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle e Matteo Renzi di Italia Viva.
Le pressioni interne e l’ombra di Gentiloni
Se il Pd non dovesse ottenere risultati soddisfacenti, le correnti moderate del partito, capitanate da esponenti di spicco come Dario Franceschini, Stefano Bonaccini e Lorenzo Guerini, potrebbero spingere per un cambio di leadership. In questo scenario, Paolo Gentiloni, figura di equilibrio e con una vasta esperienza istituzionale, emerge come il candidato ideale per prendere le redini del partito. Gentiloni è visto come un profilo capace di rassicurare le aree più moderate del Pd e potrebbe rappresentare una scelta strategica per consolidare il partito in una fase particolarmente delicata.
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Politica
Il M5S tra rebus, flop e nostalgie: Grillo manda messaggi in codice mentre Conte si perde nella giungla elettorale
Dopo il disastro delle Regionali, il fondatore del Movimento 5 Stelle lancia un enigmatico WhatsApp a Conte: “Oz Onoda”. Mentre gli italiani arrancano tra mille problemi, i 5 Stelle sembrano impegnati in un gioco senza fine tra metafore, liti interne e minacce di dimissioni. In attesa dell’Assemblea Costituente del 23 e del 24 novembre al Palazzo dei Congressi a Roma che potrebbe sancire la fine stessa del M5S.
Immaginate la scena: bollette che lievitano, stipendi che evaporano a metà mese, due guerre in atto e un ex presidente americano, Donald Trump, che minaccia dazi anche contro l’Europa. Il mondo è un posto incerto, pericoloso, pieno di problemi reali. E poi c’è l’Italia, dove un’intera forza politica – che un tempo si vantava di “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno” – si perde tra metafore giapponesi e chat di WhatsApp.
La notizia è questa: dopo il disastro delle elezioni regionali, Beppe Grillo, garante e fondatore del Movimento 5 Stelle, ha inviato un messaggio a Giuseppe Conte con una foto criptica e la didascalia “Oz Onoda”. Sembra uno scherzo? Non lo è. Questo rebus ha un significato profondo, almeno secondo Grillo: Oz è il soprannome che il comico ha affibbiato a Conte. Oz come il famoso mago del celebre romanzo di L. Frank Baum, un “grande e potente” illusionista che si rivela un uomo comune, capace di manipolare l’apparenza per sembrare straordinario. Mentre Hiroo Onoda era un soldato giapponese che continuò a combattere nella giungla filippina fino al 1974, convinto che la Seconda Guerra Mondiale non fosse mai finita.
Il messaggio è chiaro: Conte, sei l’ultimo giapponese a non renderti conto che la guerra è persa.
Le elezioni regionali hanno sancito un altro colpo durissimo per il Movimento. In Emilia-Romagna il risultato è stato un umiliante 3,5%, in Umbria poco sotto il 5%. Numeri che non lasciano spazio a interpretazioni: i fasti del 2018, quando il M5S sfiorava il 33% e dominava la scena politica, sono ormai un lontano ricordo.
Giuseppe Conte, però, non si arrende. “Le vittorie sono anche nostre”, ha dichiarato, tentando di rivendicare un ruolo cruciale nella vittoria del centrosinistra. Eppure, il calo di consensi è evidente, e anche all’interno del Movimento le critiche non mancano. Danilo Toninelli, mai incline a usare mezzi termini, ha attaccato frontalmente l’ex premier: “Conte si è già scavato la fossa. Ha deciso di schierarsi in maniera preconcetta e priva di contenuti con il PD, e ora ne paga le conseguenze”.
Non è da meno Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, che parla di una “mancanza di identità” e accusa il PD di “fagocitare” il Movimento. “Siamo diventati il socio minoritario, quando va bene”, ha dichiarato, aggiungendo che il 5% non può essere considerato un risultato soddisfacente.
E mentre Conte cerca di tenere insieme i cocci, Grillo resta fedele al suo stile. Il fondatore del Movimento ha sempre preferito parlare per enigmi, lasciando agli altri il compito di interpretare i suoi messaggi. Ma questa volta, il simbolismo di Onoda – l’ultimo giapponese – è fin troppo esplicito.
Secondo fonti vicine al comico, Grillo considera il Movimento ormai in declino irreversibile, quasi una “specie in via di estinzione”. E, come spesso accade, ha lanciato il messaggio senza mezzi termini, quasi a voler preparare il terreno per un addio definitivo.
Ma non è tutto: Grillo potrebbe partecipare all’Assemblea costituente del Movimento, prevista per il weekend. Una possibilità che agita non poco i sostenitori di Conte. “Se viene, finirà con l’oscurare i lavori, sempre che non cerchi proprio di boicottarli”, è il timore diffuso tra i contiani. E così, mentre Grillo manda rebus e Conte medita sulle dimissioni, gli italiani arrancano tra mille problemi concreti. La guerra in Ucraina prosegue senza tregua, il Medio Oriente è sull’orlo del collasso, l’inflazione colpisce le famiglie, e l’Europa si prepara a fronteggiare nuove sfide geopolitiche.
In questo contesto, il Movimento 5 Stelle sembra ormai lontano anni luce dalla realtà. Anziché affrontare le questioni cruciali per il Paese, si perde in giochi di potere interni e in assemblee costituenti che rischiano di trasformarsi in un mero esercizio di sopravvivenza politica.
La domanda, allora, è una sola: ha ancora senso parlare di Movimento? Forse Grillo ha ragione, e il paragone con Onoda è più calzante di quanto sembri. Come il soldato giapponese, Conte e il M5S sembrano vivere in una giungla fatta di illusioni e nostalgie, incapaci di accettare che il mondo è andato avanti.
Eppure, c’è una parte del Movimento che non vuole arrendersi. Gli iscritti saranno chiamati a votare sulla piattaforma Skyvote per decidere il futuro del partito, dalle alleanze con il PD alle modifiche dello statuto. Conte ha dichiarato che rispetterà il verdetto, mettendo sul tavolo le sue dimissioni se la linea progressista dovesse essere bocciata.
Ma è difficile immaginare che un voto online possa risolvere problemi così profondi. Il Movimento 5 Stelle è nato come una rivoluzione, ma oggi sembra più una nave alla deriva. E mentre Grillo gioca ai rebus, Conte conta i cocci di un progetto politico che, a detta di molti, non ha più niente da offrire. La verità è che il mondo va avanti, con o senza il Movimento. E forse, è arrivato il momento di uscire dalla giungla.
Politica
Antonio De Matteo tra cinema e televisione: l’attore di “Mare Fuori” torna con film e serie che lo vedono protagonista
Antonio De Matteo, conosciuto per il ruolo di Lino in Mare Fuori, si prepara a una stagione ricca di progetti che lo consacrano come uno dei volti più interessanti del panorama artistico italiano. Nei prossimi mesi, lo vedremo impegnato sia sul grande che sul piccolo schermo, con interpretazioni che spaziano dal dramma storico alla commedia poliziesca.
Antonio De Matteo, noto al grande pubblico come il Lino di Mare Fuori, è pronto a emozionare i suoi fan con nuovi progetti che lo vedono protagonista in importanti produzioni. Nei prossimi mesi, l’attore sarà impegnato su più fronti, dal cinema alla televisione, con ruoli che promettono di sorprendere.
Nel cast di Mia, il nuovo film di Valentina De Amicis
De Matteo è tra gli interpreti principali di Mia, film diretto da Valentina De Amicis, al fianco di Matteo Paolillo ed Ester Pantano. La pellicola, girata nelle Marche tra Loreto, Porto Recanati, Sirolo, Ancona, Numana e Osimo con il supporto della Marche Film Commission, racconta una storia intensa e ricca di colpi di scena. De Matteo, in un ruolo ancora avvolto nel mistero, promette di lasciare il segno: «Sarò un personaggio del tutto inaspettato, che irromperà nella vita della protagonista, ma poi andate a vederlo al cinema», ha dichiarato enigmatico l’attore.
Un tassista nella storia: Pasquale Rotondi
Tra i prossimi progetti, De Matteo sarà co-protagonista di Pasquale Rotondi (titolo provvisorio), film diretto da Roberto Dordit, con Simone Liberati e Lia Greco. Ambientato tra il 1939 e il 1943, il film racconta vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale. L’attore interpreta Augusto Pratelli, un tassista di Urbino coinvolto in eventi storici che promettono di affascinare il pubblico.
In arrivo su Sky Cinema: Piedone – Uno sbirro a Napoli
Dal 2 dicembre, Antonio De Matteo sarà anche su Sky Cinema con Piedone – Uno sbirro a Napoli, rivisitazione del classico di Bud Spencer. La serie, suddivisa in quattro episodi, vede Salvatore Esposito nei panni del celebre poliziotto, affiancato da Fabio Balsamo, Silvia D’Amico e la regia di Alessio Maria Federici. De Matteo interpreta il miglior amico di Piedone, un “operatore sociale” sui generis, che torna nella sua vita dopo anni trascorsi all’estero. «Un personaggio super positivo, con un’energia travolgente», ha rivelato l’attore.
Antonio De Matteo si conferma così un volto sempre più presente e poliedrico nel panorama cinematografico e televisivo italiano, pronto a regalare nuove emozioni al pubblico.
Politica
Maria Rosaria Boccia, spuntano documenti choc: quella prima laurea in Economia Aziendale non esisterebbe!
In atti del 2011 e 2012, la stessa Boccia si dichiara “diplomata”, mentre nel profilo LinkedIn, poi rimosso, millantava una laurea in Economia Aziendale del 2005 e una recente. Con la prima laurea ormai smentita, il caso si fa sempre più controverso e il curriculum dell’imprenditrice rischia di sgretolarsi.
Nuove ombre sul curriculum di Maria Rosaria Boccia: il settimanale “Oggi” pubblica documenti che metterebbero in discussione la legittimità della prima delle sue due lauree in Economia Aziendale. Un colpo di scena che porta a chiedersi quanto di vero ci sia nella narrazione accademica dell’imprenditrice di Pompei, già al centro di polemiche per le sue frequenti revisioni del passato.
Quello che lascia a bocca aperta è che la fonte di questi documenti è proprio Maria Rosaria Boccia stessa. Lo scorso 30 ottobre, forse nel tentativo di sviare l’attenzione, ha condiviso sui social una copia della sentenza di divorzio. Eppure, in quegli atti ufficiali del 2011 e 2012, risulta chiaramente “diplomata”. Nella prima pagina del ricorso, in bella vista, compare la dicitura “di professione commerciante e titolo di studio diploma”. Insomma, nessuna traccia di lauree!
Ma l’imprenditrice, fino a poco tempo fa, era stata molto chiara nella sua bio su LinkedIn, dove vantava due titoli accademici: uno in Economia Aziendale, conseguito nel 2005 presso l’Università degli Studi Parthenope di Napoli, e una seconda laurea, completata nel 2023 in modalità telematica. Non solo la Boccia sfoggiava un titolo “tardivo” di dubbia utilità, ma anche una laurea in economia che oggi sembra frutto della sua fantasia.
Se le rivelazioni di “Oggi” sono veritiere, la prima laurea della Boccia si dissolverebbe come una bolla di sapone. E viene da chiedersi: qual è il motivo di questo gioco di prestigio accademico? Perché costruire un curriculum su un falso titolo? I documenti sono chiari, e l’immagine dell’imprenditrice rischia ora di essere travolta da questo crollo di credibilità.
Intanto, gli osservatori più attenti si interrogano su cosa possa ancora emergere dalle ricerche che continuano a scavare nel passato della Boccia.
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