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Cronaca

Che paura uscire da sola la sera: anche Giulia Salemi è stufa di questa Milano

L’influencer si lascia andare a un duro sfogo denunciando la sensazione di estremo timore nel girare per le strade di Milano: “Mi fissano con sguardo fastidioso, devo sempre aumentare il passo, tenere gli occhi bassi e la borsa stretta e nascondere il telefono in tasca”.

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    Milano violenta, il cittadino è indifeso. Sembra il titolo di un film poliziottesco anni ’70 e, purtroppo, invece corrisponde al quotidiano di chi abita nel capoluogo lombardo. Anche Giulia Salemi, come tanti concittadini all’ombra della Madonnina, si dichiara “stufa di vivere in una città così poco sicura”. E’ il suo personale grido di allarme, che si aggiunge al coro di tanti personaggi che, in questi mesi, stanno continuando a lamentarsi della situazione sicurezza nella metropoli meneghina.

    Il problema è sempre più drammaticamente concreto

    L’influencer denuncia la poca sicurezza che si respira camminando tra le vie di Milano. Confessando drammaticamente di essere stanca per non sentirsi affatto al sicuro mentre torna a casa la sera. “Solo gente poco raccomandabile”, ha esordito sul suo profilo Instagram.

    Una città completamente trasfigurata

    “Sono davvero così stufa e impaurita da donna. Ogni giorno vivo con il terrore di girare da sola”. Questo si legge aprendo le storie Instagram di Giulia, che ha puntato la telecamera del telefono su se stessa e si è ripresa mentre qualche sera fa, rincasava. Per farlo – ha raccontato – ho voluto percorrere un tratto di strada del capoluogo lombardo a piedi. Una situazione, apparentemente normale, che ha fatto sentire l’influencer poco al sicuro.

    Circondata da potenziali stupratori

    La fidanzata di Pierpaolo Pretelli racconta quali siano state le sensazioni provate durante una semplice passeggiata tra le strade milanesi: “Da donna, sono veramente stanca di vivere in una città così poco sicura. Vedo solo facce che mi terrorizzano, vedo solo gente poco raccomandabile e persone che potrebbero essere potenziali stupratori che mi fissano e mi fanno, sapete, quello sguardo fastidioso. Devo abbassare lo sguardo, tenere la borsa stretta e il telefono in tasca”.

    Una metropoli, a detta sua, sfuggita di mano a chi dovrebbe controllare

    Poi, l’ex gieffina, ha puntato il dito contro la “cattiva” gestione della città: “Bella Milano, eh… poi per quello che costa. Bella e sicura. Pensiamo solo ad aumentare la Zona C e le strisce pedonali”. Concludendo senza un minimo di speranza: “Sono proprio stufa, io da donna ho paura. Ogni giorno della mia vita ho paura a uscire da casa”.

    In che mondo crescerà il figlio in arrivo?

    Uno sconforto da leggere anche alla luce del fatto che lei e Pierpaolo Pretelli diventeranno genitori. L’annuncio del futuro nascituro di casa Salemi-Pretelli ha fatto il giro della rete e i “Prelemi” sono stati inondati di affetto, con un post che in breve ha superato il mezzo milione di like! Un nuovo ed emozionante capitolo della loro vita, desiderato, cercato. Lei si dichiara impaurita, anche se promette che “farò del mio meglio come mamma per crescerti nel migliore dei modi e certa di avere accanto un super Papà che grazie al suo amore mi fa sentire protetta e al sicuro. Siamo grati alla vita per aver ricevuto un dono così grande. Adesso siamo pronti a vivere per te”.

      Mistero

      “Mummia urlante”, ecco il volto della donna egiziana morta urlando 3.500 anni fa

      Ricostruito il volto della “Donna Urlante”, la mummia ritrovata a Deir Elbahari, che racconta una morte misteriosa e tragica. Grazie a una combinazione di tecniche avanzate, gli scienziati hanno riportato in vita le sembianze di una donna che morì in agonia, offrendo uno sguardo senza precedenti sulla mummificazione e la cultura dell’antico Egitto.

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        Per la prima volta in 3.500 anni, il mondo può osservare il volto della misteriosa “Donna Urlante”, una mummia egizia scoperta nel 1935 a Deir Elbahari, in Egitto. La ricostruzione, realizzata dal grafico brasiliano Cicero Moraes, offre un’immagine sorprendente di una donna che, secondo gli scienziati, morì in preda a un dolore straziante. Questa mummia, unica nel suo genere, fu ritrovata con la bocca spalancata in un’espressione di urlo, che per lungo tempo si pensò fosse il risultato di un errore degli imbalsamatori.

        Tuttavia, recenti studi guidati da Sahar Saleem dell’Università del Cairo hanno rivelato che questa espressione era dovuta a uno spasmo cadaverico, segno di una morte atroce. La mummia fu ritrovata con i suoi organi interni intatti, contrariamente alla pratica comune dell’epoca, e imbalsamata con materiali costosi come ginepro e incenso, indicativi di uno status elevato.

        La ricostruzione del volto

        La ricostruzione del volto è avvenuta utilizzando avanzate tecniche di imaging e dati raccolti da scansioni TC. Moraes ha creato diverse versioni del volto: una più oggettiva, con gli occhi chiusi e in scala di grigi, e un’altra che la ritrae come poteva apparire in vita, con colori vividi e indossando la parrucca con cui fu sepolta. Un’ulteriore versione cattura l’urlo che congelò il suo volto per l’eternità.

        Svelati i segreti della morte

        La mummia, descritta come una “capsula del tempo,” non solo svela i segreti della sua morte ma offre anche preziose informazioni sulle tecniche di mummificazione e sulla cultura dell’antico Egitto. I ricercatori hanno scoperto che il corpo fu trattato con attenzione, contraddicendo l’idea che la mancata rimozione degli organi fosse indice di una mummificazione di bassa qualità.

        La questione del colore della pelle della mummia ha sollevato dibattiti, con Moraes che ha scelto un approccio scientifico basato su pubblicazioni e dati locali per evitare controversie culturali e politiche.

        La “Donna Urlante” rimane un enigma, ma grazie a queste tecniche moderne, il suo volto è tornato alla luce, offrendo una nuova prospettiva sulla vita e la morte nell’antico Egitto.

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          Cronaca

          Toretto riparte da Rozzano. Per Scardina palestra nuova, progetti nuovi!

          Daniele Scardina, alias King Toretto
          presto aprirà la sua palestra “per dare ai ragazzi di Rozzano un’alternativa”.

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            Il pugile Daniele Scardina, meglio conosciuto come King Toretto, sta per realizzare un nuovo progetto nella sua città natale, Rozzano. “Presto aprirà la mia palestra, per offrire un’alternativa ai giovani che potrebbero essere tentati da scelte sbagliate“, afferma. Nato il 2 aprile 1992, il pugile ha vissuto a Rozzano per tutta la sua vita. E anche ora, durante il percorso di riabilitazione al San Raffaele, dopo l’emorragia cerebrale che lo ha colpito il 28 febbraio 2023, non ha mai lasciato il suo paese.

            Rinato dopo aver lottato per la vita

            Il pugile ha affrontato una dura battaglia per la vita, seguita da una complessa operazione alla testa e una lunga convalescenza. Ora, però, guarda al futuro con fiducia, pronto a tornare in azione e a presentare la sua nuova palestra, un luogo pensato per dare ai giovani di Rozzano un’alternativa costruttiva. La palestra, vicino al Cinema Teatro Fellini, sarà inaugurata entro l’anno.

            Le origini e la carriera di King Toretto

            Daniele Scardina è figlio di madre pugliese e padre siciliano, ed è cresciuto a Rozzano, dove ha iniziato la sua carriera pugilistica. Dopo essersi avvicinato alla boxe grazie allo zio, ha viaggiato negli Stati Uniti e deciso di dedicarsi completamente a questo sport. Nel 2015 è passato tra i professionisti nella categoria dei pesi supermedi, conquistando nel 2019 il titolo di campione del mondo IBF. Nel 2021 ha ottenuto il titolo intercontinentale WBO, mettendo KO il campione Ricardo Nunez.

            Un impegno per difendere Rozzano dagli stereotipi

            Scardina difende con forza Rozzano dall’immagine di città violenta, specialmente dopo l’omicidio di Manuel Mastropasqua, ucciso per delle cuffie da 15 euro. “È stato un episodio isolato, non rappresenta la realtà di Rozzano”, sostiene King Toretto, aggiungendo che vivere lì comporta gli stessi rischi di Milano. Né più né meno.

            Nuova vita abbracciando la Fede

            Dopo l’emorragia cerebrale e il coma, Scardina attribuisce la sua sopravvivenza alla Fede. “Senza Dio sarei morto“, dichiara il pugile, che ha visto la sua fede rafforzarsi dopo l’incidente. La scritta “My Lord“, che si è tatuato sulla nuca, ne è un simbolo. Ora, con l’apertura della Scardina Team, il campione vuole continuare a dare un contributo positivo alla sua comunità.

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              Storie vere

              Luna, la mia stella polare. La vita del preside dipende dalla sua labrador

              Il preside e Luna, cane antidiabete: «Viviamo in simbiosi. A chi dice che è la mia ombra, rispondo che è la mia luce».

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                Il preside Fulvio Genero dell’istituto superiore Copernico Luxemburg di Torino ha un’alleata speciale. Si chiama Luna, una labrador nera che segue il preside ovunque, anche a scuola. No no si tratta della sua segretaria. E neppure di un semplice animale da compagnia. Niente di tutto questo. Luna è un cosiddetto cane d’allerta per il diabete, che aiuta il preside Genero a gestire le crisi ipoglicemiche. La sua cuccia è accanto alla scrivania in presidenza e, anche se la conoscono tutti, Genero ricorda spesso di non distrarla con coccole, poiché Luna è impegnata nel suo delicato compito.

                Un addestramento prezioso

                Genero, affetto da diabete, ha scoperto nel 2020 l’Associazione Italiana Cani d’Allerta Diabete (Aicad) e ha iniziato a far addestrare Luna, trovata in un allevamento. Il legame tra i due è stato immediato e forte: “Viviamo in simbiosi fin da subito, le ho ispirato fiducia e da allora non ci separiamo mai“, racconta il preside. Luna è in fase di addestramento e, grazie alla sua capacità di riconoscere l’odore di una crisi ipoglicemica, aiuta il preside intervenendo tempestivamente. E come fa Luna ad avvisare il preside Genero? Oltre a segnalare l’inizio di una crisi con colpetti sulla gamba, Luna è addestrata anche a recuperare bustine di zucchero in caso di emergenza.

                L’importanza di non distrarla

                Sebbene Luna susciti simpatia e curiosità in tutti, Genero spiega l’importanza di non accarezzarla né distrarla dal suo compito. “Ogni volta devo ricordare che non è un cane da compagnia, ma da assistenza“, spiega. “Dobbiamo superare l’esame entro dicembre, quindi l’addestramento è intenso“.

                Una vita in simbiosi

                Luna è sempre vigile, meglio di un vice preside, sia a scuola che a casa, e Genero racconta come la loro vita sia profondamente legata. “Mi segue come una spia. Dove sono io, lei c’è. Quando mi dicono che è la mia ombra, rispondo che è la mia luce“, confida.

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