Personaggi e interviste
Tra cronaca rosa e cronaca sportiva, la storia di Amedeo Goria
Settanta anni, ex giornalista della Rai, nonno da pochi mesi ed ex marito di Maria Teresa Ruta, Amedeo Goria racconta con leggerezza la sua vita e carriera.
Amedeo Goria, figura controversa e amatissima dal pubblico televisivo, è un volto noto del giornalismo italiano. La sua carriera è stata costellata da aneddoti curiosi e da una vita privata ricca di colpi di scena. Un personaggio unico nel panorama mediatico italiano.
Dalla provincia alla ribalta nazionale
Nato a Torino nel 1954, Goria ha mosso i primi passi nel giornalismo sportivo scrivendo per la Sentinella del Canavese. La sua passione per lo sport lo ha portato a collaborare con importanti testate come la Gazzetta del Popolo e Tuttosport, dove ha avuto l’opportunità di seguire da vicino campioni come Michel Platini.
Un incontro fortuito e una carriera in Rai
Un’inaspettata coincidenza ha segnato una svolta nella sua carriera. Un’omonimia lo ha portato a lavorare in Rai, dove ha condotto trasmissioni di successo come “Uno Mattina“. “Scrivevo gli appunti su un foglietto e improvvisavo davanti alla telecamera“, racconta simpaticamente Goria, rivelando il suo approccio spontaneo e disinvolto al lavoro e alle telecamere.
La passione per il calcio e l’amicizia con i campioni
Il calcio è sempre stato una grande passione per Goria, che ha avuto modo di frequentare alcuni dei più grandi calciatori italiani. Il suo rapporto con Michel Platini, in particolare, è stato segnato da stima reciproca e da un’amicizia sincera.
Una vita privata sotto i riflettori, con 2000 donne nella sua agenda
La vita privata di Goria è stata spesso al centro del gossip, in particolare per via della sua celebre agenda con i nomi di duemila donne. Nonostante le polemiche, Goria affronta l’argomento con una certa leggerezza, ammettendo i suoi errori ma sottolineando la sua natura disordinata e non cattiva. La fama ha indubbiamente giocato un ruolo importante nella vita di Amedeo. Da un lato, gli ha permesso di vivere esperienze uniche e di conoscere persone importanti. Dall’altro, lo ha esposto al giudizio del pubblico e lo ha reso un personaggio pubblico. Amedeo è un personaggio schietto e sincero, che non ha paura di dire quello che pensa. La sua carriera è stata caratterizzata da alti e bassi, ma la sua capacità di adattarsi e di reinventarsi lo ha reso una figura indimenticabile nel panorama televisivo italiano con i suoi collegamenti dagli stadi un po’ naif e certamente spontanei anche a rischio di qualche gaffes.
Il rapporto con Maria Teresa Ruta: un amore finito sotto i riflettori
Il matrimonio tra Amedeo Goria e Maria Teresa Ruta è stato uno dei più seguiti dal pubblico italiano. La coppia si è sposata nel 1987 e ha avuto due figli, Guenda e Gianamedeo. La loro storia d’amore, nata sotto i riflettori della televisione, è stata caratterizzata da alti e bassi, culminando in una separazione nel 1999 e in un successivo divorzio. La coppia si era conosciuta sul set di “Uno Mattina”, che hanno condotto insieme per diversi anni. La loro complicità e il loro affiatamento professionale si sono presto trasformati in un amore passionale, che ha fatto sognare molti telespettatori. Ma quindi perché si è separato? Le cause della loro separazione sono state oggetto di numerose indiscrezioni e rumors. Tra le ragioni più frequentemente citate vi sono le diverse personalità dei due coniugi, le pressioni del lavoro e la difficoltà di conciliare vita privata e carriera. Il rapporto tra Goria e la Ruta è stato sempre molto complesso e a volte controverso. Nonostante la separazione, i due hanno mantenuto un rapporto civile e hanno collaborato per il bene dei loro figli.
Vantaggi, svantaggi e adattamento alla notorietà
La fama ha aperto a Goria le porte di molti ambienti e gli ha permesso di realizzare i suoi sogni. Grazie alla sua popolarità, ha potuto viaggiare, conoscere persone interessanti e lavorare in ambito televisivo. Tuttavia, la notorietà ha anche un prezzo. Goria ha dovuto affrontare critiche, indiscrezioni e invadenza dei media. La sua vita privata è stata spesso al centro del gossip, e questo ha inevitabilmente influenzato il suo rapporto con le persone a lui care. Con il passare degli anni, Goria ha imparato a gestire la sua fama in modo più sereno. Ha compreso che la notorietà è parte integrante della sua vita e ha cercato di trovare un equilibrio tra la sua vita privata e quella pubblica.
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Personaggi e interviste
Amore, cinema e risate: Scamarcio racconta il dietro le quinte più ‘morbido’ del cinema italiano
Per Riccardo Scamarcio è stato complicato rimanere passivo per sette ore di un finto amplesso con Monica Bellucci durante le riprese di Manuale d’amore 2. “A un certo punto uno poi… si stanca, siamo fatti di carne e ossa!”. Se lo dice lui…
Che Riccardo Scamarcio fosse tenebroso lo sapevamo già. Ma chi avrebbe immaginato che fingere un amplesso potesse essere per lui “una faticaccia”? A raccontarlo è lo stesso attore durante l’intervista a Belve, il programma condotto da Francesca Fagnani. Interrogato sulla celebre scena di Manuale d’amore 2 da realizzare in compagnia con nientepopodimeno che Monica Bellucci, Scamarcio non si è sottratto, regalando perle di ironia. E aggiungendo anche qualche lamentela…Come?
A’ Riccà che te stai a lamentà…?
Tra una risata e l’altra l’attore racconta che la sua è stata”un’esperienza… come dire…morbida“, riferendosi al fatto che nel film era su una sedia a rotelle. Ma dietro quella presunta “morbidezza” si nasconde una maratona tutt’altro che semplice. Che comunque è stata una maratona in compagnia della Bellucci che pur con i suoi 60 anni resta ancora un’icona di bellezza. “Sette ore a fingere un amplesso! A un certo punto, uno si stanca… siamo fatti di carne e ossa!“.
Se sette ore ti sembrano troppe…
E poi, con un sorrisetto malizioso, ha aggiunto “Uno può avere anche delle reazioni involontarie“, peraltro molto giustificate Riccardo. Una confessione che strappa sorrisi, ma fa capire quanto possa essere impegnativo anche ciò che sembra “solo finzione”. A chiudere il siparietto ci pensa la stessa conduttrice della trasmissione Fagnani, che incalza “Ma perché fino alle quattro di notte?” Scamarcio risponde tentando di svicolare: “Passiamo oltre, no?“, ma alla fine cede, ribadendo che “non è mica facile essere passivi per sette ore di fila“. Un pensiero condiviso anche da Monica Bellucci che, intervistata qualche giorno prima, aveva ribadito che per lei quella scena era stata la più erotica mai interpretata prima. Bingo! Scamarcio si dice onorato, ma non nasconde che l’esperienza gli abbia anche attirato un po’ di “odio maschile”: “Molti uomini mi hanno guardato male dopo quel film“. Addirittura… Un po’ di invidia sì dai ci sta. D’altra parte Riccà avevi a che fare con la Bellucci non con Nonna Pepera…Ehh andiamo!
Personaggi e interviste
Maurizio Mattioli, simbolo di romanità al cinema e in tv, si risposa (video)
Attore molto amato, interprete di una Roma verace che forse non esiste più… nel privato si sposa per la terza volta con la sua Simonetta, che reputa la donna giusta in questo preciso momento della sua vita.
Un attore che tutti conoscono ed apprezzano come uno dei volti più amati del Bagaglino. Attualmente non vive più in città, preferendo la quiete rurale della campagna, con la sua nuova moglie. All’inizio dell’anno è infatti convolato in terze nozze con la signora Simonetta. Di lei racconta: «Ci siamo rivisti dopo il 2014 quando sono rimasto solo (per la scomparsa della moglie, ndr). Simonetta la conoscevo già da prima ma tra noi non c’era nulla. Poi in quel momento è scoppiato qualcosa di importante, di bello. È la donna giusta in questo momento della mia vita».
La tragicomica maschera dell’attore
Uomo gentile e cordiale, l’avevamo incontrato qualche tempo fa sul set di uno dei suoi tanti film e con lui avevamo parlato di cinema e di grandi attori romani, sul filo di una sottile nostalgia. Parlando dei suoi personali punti di riferimento come l’indimenticabile Gigi Proietti ma anche il regista Carlo Vanzina – per lui è sempre Carletto – e il cantante della “Roma bella” Lando Fiorini: «Avere la certezza di non poterli incontrare più mi destabilizza molto. Mi fa invecchiare con più rapidità… Ma questa è la vita».
La solitudine dell’attore
Franz Kafka una volta disse che “mentre si ride, si pensa che c’è sempre tempo per la serietà”. Molti non se ne accorgono, ma la bellezza e il fascino di un attore comico si nascondono nel fatto che dietro a quel volto e a quelle battute che ci divertono ed emozionano si nasconde quasi sempre un’indole malinconica che in pubblico ci viene nascosta da una metaforica maschera. È la solitudine dell’attore, il riso amaro di chi per professione deve sempre essere qualcun altro, finendo così per trascurare e perdere un po’ se stesso.
Per il momento dai Cesaroni nessun segnale
Mattioli è anche un uomo dai mille progetti, sempre in attività, sul doppio asse cinema e teatro. Ma niente Cesaroni, almeno per il momento: «Non mi hanno cercato, se vogliono sanno dove trovarmi». Il ritorno della serie aveva fatto ben sperare anche in un suo utilizzo, staremo a vedere se accadrà o meno. La sua carriera cinematografica vanta circa 100 film interpretati per il grande schermo, incarnando spesso la figura del romano di periferia, rozzo e cialtrone o quella di cafone arricchito. In teatro con Un paio d’ali nel 1997 e in Rugantino nel 1998.
Pingitore e il Bagaglino, vero e proprio fenomeno di costume
Se si nomina il Bagaglino del maestro Pingitore il suo carattere verace si scalda: «Secondo tanti politici avversi il Bagaglino non era un luogo di cultura e arte. L’hanno voluto far passare per qualcosa di trash come se metà del popolo italiano potesse essere considerato così male… Si sono presi delle responsabilità che non sono mai stati in grado di sostenere fino in fondo. Non mi metto a dire a chi mi riferisco, di destra o di sinistra, ma tanto ci siamo capiti… Avevamo ascolti che oggi fa solo il Festival di Sanremo! Daje su…».
Grandi ascolti
Lasciandosi andare sull’onda dei ricordi: «Rammento, a proposito di ascolti, una volta che facemmo 9 milioni e mezzo anziché i soliti 11-12 milioni, noi attori arrivammo con i musi. E Pingitore: ma che andate cercando? Aggiungendo che avremmo dovuto ringraziare Dio!». E in riferimento alla politica attuale, aspetto che Pingitore ha sempre tenuto in considerazione per prendersi gioco del potere, dice: «Se fossimo ancora al Bagaglino le pare che Ninni Pingitore non mi avrebbe fatto fare Trump? Credo che l’avrebbe proposto a me anche per una somiglianza dal punto di vista fisico. Pensi le risate!».
Dell’ex gruppo di lavoro, Mattioli è rimasto in contatto con Martufello.«Ci frequentiamo tuttora con una certa continuità. Lui vive due montagne dietro di me, più verso il mare a Sezze, dove abbiamo festeggiato i 90 anni di Pingitore».
Personaggi e interviste
Stash derubato a Milano con il trucco del gatto: refurtiva recuperata grazie alla Squadra Mobile
Stash racconta l’incubo vissuto a Milano, risolto grazie alla Polizia: «Un grazie immenso per la professionalità e la vicinanza. Denunciate subito, è fondamentale».
Un episodio che poteva avere conseguenze ben peggiori per Antonio Fiordispino, in arte Stash, frontman dei The Kolors. Il cantante è stato derubato a Milano il 14 novembre con il cosiddetto “trucco del gatto”. Due uomini lo hanno distratto in corso di Porta Romana, sottraendogli uno zaino contenente quattro orologi di grande valore, un pc con la nuova musica della band e altri effetti personali.
Stash ha raccontato quei momenti concitati: «C’è un gatto sotto la macchina, puoi scendere?», gli avrebbe detto uno dei ladri, parlando in inglese. Il cantante, sceso dal Suv per controllare, si è ritrovato a pochi metri dall’auto. Mentre il complice apriva una delle portiere posteriori e portava via lo zaino. «Non riuscivo a credere che in pochi secondi mi avessero sottratto oggetti che ho impiegato una vita per comprare», ha detto Stash in una storia su Instagram.
Tra gli oggetti rubati c’era il pc con la nuova musica dei The Kolors, un danno che il cantante ha definito «indescrivibile». Ma fortunatamente, il dramma si è risolto nel migliore dei modi. La prontezza di Stash, che è riuscito a scattare una foto dell’auto dei ladri si è rivelata cruciale.
«Sono corso dalla polizia subito dopo l’accaduto, e grazie alla loro professionalità tutto si è risolto in tempi record. Questa mattina mi hanno chiamato per dirmi che avevano individuato i ladri e recuperato tutto. Voglio dire un grazie immenso per il lavoro e la vicinanza che ho sentito in questi giorni così pesanti».
Gli agenti, grazie alla tempestività delle indagini, hanno rintracciato i responsabili: un anglo-algerino di 50 anni e un marocchino di 27 anni, entrambi con precedenti specifici Nella loro abitazione in via Civitali, non solo è stato ritrovato lo zaino di Stash, ma anche altre borse di valore, presumibilmente provento di furti simili.
Il cantante ha sottolineato un aspetto importante: «Fortunatamente tutto è successo in assenza delle mie bimbe. Sarebbe potuto essere un trauma per loro, e tutti gli oggetti del mondo non valgono un solo istante del loro amore».
Stash ha concluso il suo messaggio con un consiglio per chiunque si trovi in una situazione simile: «Denunciate appena succede, senza aspettare. È l’unico modo per permettere alle forze dell’ordine di agire rapidamente».
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