Salute
Ci vuole naso! Ecco i trucchi per proteggerci dal raffreddore nei mesi più freddi
Vitamine, abitudini e piccoli segreti per tenere a bada i malanni stagionali, senza farsi prendere alla sprovvista dai primi colpi di tosse
Con l’arrivo dei mesi più freddi, il rischio di prendersi un bel raffreddore è dietro l’angolo. Non parliamo solo di aria pungente o riscaldamento a tutta, ma di un mix perfetto per colpi di tosse e naso chiuso. La buona notizia? Con qualche accorgimento si può ridurre drasticamente il rischio di ammalarsi. Vediamo come rinforzare le nostre difese immunitarie per affrontare il freddo e lasciarsi alle spalle i fazzoletti.
1. Idratazione e alimentazione: una difesa naturale
Prima regola: bere tanta acqua. Anche in inverno, mantenersi idratati aiuta a proteggere le mucose nasali e a mantenere in equilibrio il nostro sistema immunitario. Preferiamo tè caldi e tisane, magari arricchite con miele e limone, ottimi per lenire e prevenire infiammazioni. Inoltre, via libera ai cibi ricchi di vitamina C: agrumi, kiwi e verdure a foglia verde sono ottimi scudi contro il raffreddore.
Aumentiamo anche le vitamine D e A
Nei mesi con meno sole, il nostro organismo può aver bisogno di un apporto extra di vitamina D, fondamentale per le difese immunitarie. Anche la vitamina A, presente nelle carote, spinaci e zucca, è essenziale per il benessere delle mucose e per tenere alla larga virus e batteri.
2. Lavaggio frequente delle mani e igiene delle vie nasali
Il lavaggio delle mani resta uno dei metodi più efficaci per evitare contatti con i virus, presenti su superfici e oggetti di uso comune. Per una protezione completa, è consigliato usare sapone antibatterico e acqua calda, soprattutto dopo essere stati in ambienti affollati. Un ulteriore trucco? Il lavaggio delle vie nasali con soluzioni saline: aiuta a eliminare eventuali batteri presenti nel naso e mantiene le mucose ben idratate.
3. Evitiamo sbalzi di temperatura e proteggiamo naso e bocca
Gli sbalzi di temperatura, si sa, sono una delle cause più comuni dei raffreddori. Cerchiamo quindi di mantenere un equilibrio: fuori casa, sciarpa a protezione di naso e bocca, mentre dentro è meglio evitare di tenere il riscaldamento troppo alto, per non irritare le vie respiratorie. Un trucco? Utilizzare un umidificatore per mantenere l’aria interna più sana e respirabile.
4. Piccoli accorgimenti per rafforzare il sistema immunitario
Oltre alle buone abitudini di base, possiamo dare un “boost” alle nostre difese. I probiotici, ad esempio, non solo fanno bene all’intestino, ma aiutano il sistema immunitario. Lo yogurt è una buona fonte di probiotici naturali, ma esistono anche integratori specifici. Infine, non dimentichiamoci dell’attività fisica: una bella camminata o qualche esercizio a casa può migliorare la circolazione e stimolare le difese immunitarie.
5. Rimedi della nonna: per raffreddore e gola infiammata
I rimedi casalinghi non passano mai di moda. Una tisana di zenzero e limone, oppure un brodo caldo con un pizzico di aglio, sono ottimi alleati contro i primi segni di raffreddamento. Il classico “fumento” di acqua calda con qualche goccia di olio essenziale (menta o eucalipto) aiuta a liberare il naso e dona un immediato senso di sollievo.
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Salute
Sindrome del piriforme: quando il dolore ai glutei simula la sciatica
Una comune ma fastidiosa condizione muscolare può comprimere il nervo sciatico, generando sintomi simili a un’ernia del disco. Fortunatamente, è meno grave e più semplice da trattare.
La sindrome del piriforme può trasformarsi in una vera e propria spina nel fianco per chi ne soffre. Si tratta di una condizione dolorosa che coinvolge i glutei e, talvolta, si irradia lungo le gambe. I sintomi possono essere sorprendentemente simili a quelli della sciatica, che spesso è causata da un’ernia del disco o altre patologie spinali. La buona notizia, tuttavia, è che la sindrome del piriforme è generalmente meno grave e, fortunatamente, più facile da trattare.
Che cos’è e dove si trova il muscolo piriforme?
La sindrome si manifesta quando il muscolo piriforme comprime il nervo sciatico, il nervo più grande e lungo del corpo umano. Il piriforme è un muscolo lungo e piatto, posizionato trasversalmente in profondità nella regione del gluteo. Si estende dalla parte inferiore della colonna vertebrale, attraversa i glutei e si inserisce nella parte superiore del femore.
Questo muscolo, presente su entrambi i lati del corpo, gioca un ruolo fondamentale nella rotazione delle anche, influenzando di conseguenza quasi tutti i movimenti della parte inferiore del corpo. Il nervo sciatico, invece, scorre dalla parte bassa della schiena, attraverso i fianchi e i glutei, biforcandosi poi lungo ogni gamba fino ai piedi.
Come distinguere i sintomi
Quando il piriforme si infiamma o si contrae, esercita pressione sul nervo sciatico adiacente. I sintomi tipici includono:
- Dolore profondo e indolenzimento nel gluteo.
- Dolore sciatalgico (formicolio, intorpidimento o dolore lancinante) che si irradia lungo la parte posteriore della gamba.
- Aumento del dolore durante la corsa, la camminata prolungata, o stando seduti a lungo (specialmente su superfici dure).
La principale differenza clinica rispetto a una sciatica da ernia del disco è che, in genere, la sindrome del piriforme non presenta i segni neurologici più gravi tipici dei problemi spinali, come la perdita di forza muscolare significativa. La diagnosi differenziale è cruciale per impostare la terapia corretta, che spesso non richiede interventi invasivi.
Trattamento e gestione
Il trattamento della sindrome del piriforme si concentra solitamente sulla riduzione dell’infiammazione e sulla distensione del muscolo. Le opzioni includono:
- Riposo: Limitare le attività che scatenano il dolore.
- Fisioterapia: Esercizi specifici di stretching per allungare il muscolo piriforme e rafforzare i muscoli circostanti.
- Farmaci: Antinfiammatori non steroidei (FANS) per gestire il dolore e l’infiammazione.
- Terapie fisiche: Applicazioni di caldo o freddo sulla zona interessata.
In rari casi, se il dolore è persistente, possono essere considerate iniezioni locali di corticosteroidi o, in situazioni estreme, interventi minimamente invasivi per decomprimere il nervo. La prognosi è generalmente ottima, e la maggior parte delle persone recupera completamente con un trattamento conservativo.
Salute
Quando la schiena ti “tradisce”: perché il colpo della strega arriva all’improvviso e come rimettersi in piedi senza panico
Si chiama lombalgia acuta, ma tutti lo conosciamo come colpo della strega: un dolore improvviso e lancinante che immobilizza la schiena. Colpisce soprattutto tra i 30 e i 60 anni, complice lo stress muscolare, la postura sbagliata e qualche distrazione quotidiana. Capire cosa avviene, come intervenire nelle prime ore e quali abitudini adottare per evitarlo può fare la differenza tra una settimana di sofferenza e un recupero rapido e sereno.
Il colpo della strega non è magia nera, ma biomeccanica pura. È un blocco muscolare violento nella zona lombare, spesso causato da uno sforzo improvviso su una colonna già affaticata. Accade quando un gesto quotidiano – chinarsi a raccogliere un oggetto, sollevare una busta della spesa, piegarsi per allacciare una scarpa – incontra muscoli contratti e poco allenati. Il dolore arriva come un fulmine: secco, profondo, che costringe a rimanere fermi. In molti casi si tratta di una contrattura importante, altre volte di un’irritazione delle strutture che proteggono le vertebre. Il corpo reagisce “bloccando” tutto per evitare danni peggiori.
Cosa fare subito (e cosa evitare)
Le prime ore contano. Il riposo totale a letto, contrariamente alle vecchie convinzioni, non è la soluzione: immobilizzarsi del tutto può irrigidire ancora di più la muscolatura. Meglio preferire una pausa breve, sdraiandosi su un fianco con le ginocchia piegate o mettendo un cuscino sotto le gambe se si sta supini. Il calore lieve — una borsa termica tiepida, mai bollente — aiuta a sciogliere la tensione muscolare. Movimenti lenti e controllati, senza forzare. Da evitare i “rimedi casalinghi miracolosi” e gli scatti improvvisi: peggiorano l’infiammazione e prolungano il dolore. Se il fastidio è intenso, può essere utile una valutazione medica e, se indicato, una terapia antinfiammatoria prescritta.
Come evitare che ritorni
Il vero segreto è la prevenzione. Il colpo della strega raramente arriva senza preavviso: spesso è l’esito di giorni passati curvi su computer e smartphone, di sedute troppo lunghe e poca attività fisica. Rinforzare il core, scegliere esercizi che migliorano la flessibilità e imparare a sollevare pesi usando le gambe — non la schiena — sono abitudini semplici e preziose. Anche il sonno gioca un ruolo decisivo: un materasso troppo morbido o un cuscino non adatto possono alimentare tensioni e accorciare i muscoli lombari. Camminare, nuotare, fare stretching regolare e prendersi micro-pause dal lavoro sedentario diventano una sorta di assicurazione contro nuovi blocchi.
Un colpo della strega spaventa perché arriva senza preavviso e toglie controllo. Ma con qualche attenzione in più — e la scelta di trattare la schiena come il baricentro del nostro benessere quotidiano — si può tornare a muoversi in fretta. E soprattutto, evitare che il dolore torni a bussare alla porta al primo piegamento distratto.
Salute
La nuova frontiera della salute: vivere per prevenire, non per curare
La medicina cambia direzione: non più solo pronto soccorso e farmaci, ma sonno di qualità, movimento costante, alimentazione anti-infiammatoria e ascolto di sé. La salute diventa un equilibrio da coltivare ogni giorno.
Per decenni la medicina è stata soprattutto reattiva: si curava un sintomo, si affrontava una malattia, si interveniva “dopo”. Oggi, invece, il paradigma si capovolge. La parola chiave della nuova era sanitaria è prevenzione. L’obiettivo non è più guarire, ma evitare di ammalarsi, mantenendo il corpo e la mente in equilibrio costante.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre il 70% delle patologie croniche — dal diabete alle malattie cardiovascolari — è prevenibile grazie a stili di vita corretti e controlli regolari. È su questa consapevolezza che nasce un nuovo modello di salute, in cui la tecnologia, la scienza e le abitudini quotidiane collaborano per costruire un futuro più sano.
Gli strumenti di questa rivoluzione sono già nelle nostre mani — o, più precisamente, al nostro polso. Gli smartwatch e i bracciali fitness non sono più semplici accessori sportivi: misurano battito, sonno, ossigenazione, stress e perfino la qualità della respirazione. La wearable tech trasforma ogni individuo in protagonista del proprio benessere, offrendo dati utili per comprendere e migliorare il proprio stile di vita.
A questi si aggiungono i check-up digitali e i test genetici personalizzati, che permettono di conoscere predisposizioni e rischi prima che si manifestino. Piattaforme online e app mediche integrano telemedicina e monitoraggio remoto, rendendo la prevenzione accessibile e continua. Non è più necessario aspettare la visita annuale: la salute si segue giorno per giorno, in tempo reale.
Anche la nutraceutica, settore in rapida espansione, gioca un ruolo decisivo. Si tratta di alimenti e integratori con proprietà benefiche mirate, capaci di sostenere il sistema immunitario, ridurre l’infiammazione o migliorare la qualità del sonno. Secondo Fortune Business Insights, il mercato globale della nutraceutica ha superato i 400 miliardi di dollari nel 2024, segno di un interesse crescente verso l’alimentazione preventiva.
Ma non è solo questione di tecnologia o prodotti. La vera innovazione è culturale. Le nuove generazioni, cresciute in un’epoca di stress e iperconnessione, hanno imparato a considerare la salute come un processo continuo, non un evento eccezionale. “Wellness” non significa più spa o fitness estremo, ma ritmo sostenibile: sonno regolare, movimento gentile, alimentazione anti-infiammatoria, tempo per sé.
Questo approccio ha cambiato anche il ruolo del medico, che da figura autoritaria diventa alleato e consulente. La relazione medico-paziente è oggi un dialogo costante, fondato su dati condivisi e scelte personalizzate. La medicina di precisione, che unisce genetica, tecnologia e prevenzione, promette cure sempre più su misura.
Persino le aziende stanno ridefinendo il concetto di salute. Crescono i programmi di corporate wellness, con pause attive, mindfulness e sostegno psicologico. Dormire bene, muoversi di più, mangiare meglio non sono più raccomandazioni generiche, ma strategie di performance sostenibile.
In fondo, la salute non è una conquista momentanea ma un comportamento quotidiano. Non si trova in un farmaco o in un intervento d’urgenza, ma nei piccoli gesti ripetuti ogni giorno: camminare, respirare, dormire, scegliere con consapevolezza.
La medicina del futuro, dunque, non guarda più solo alla malattia, ma alla longevità sana. È un approccio che unisce scienza e responsabilità, corpo e mente, individuo e comunità. Perché prevenire, oggi, non significa vivere nella paura del male — ma imparare l’arte di stare bene, prima che serva curarsi.
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