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La danza salvifica del nonno in memoria del nipote scomparso in un incidente

Nonno e nipote, da sempre molto legati, erano soliti trascorrere insieme il loro tempo libero. Il 15enne aveva iniziato a coltivare la passione per il ballo grazie al nonno e alcune volte lo aveva portato con sé in discoteca. Il suo ballo solitario davanti alla bara è stato sottolineato dagli applausi commossi di amici e familiari.

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    Uno di quei video che sono in grado di fare il giro del mondo via web: nonno Gino balla davanti alla bara del nipote Kevin Gentilin, scomparso a soli 15 anni in un incidente stradale a Castelfranco Veneto.

    Ballando allontana il dolore

    Un atto che può sembrare assolutamente fuori luogo e che invece il nonno spiega cosi: “A salvarmi è stato proprio quel ballo. Quando ho finito di danzare davanti alla bara di mio nipote, nella testa ho sentito distintamente la sua voce. Mi ha detto: ‘Grazie nonno’. E all’improvviso mi sono sentito svuotato, come se molta di quella sofferenza che mi portavo dentro, se ne fosse uscita”. Una danza liberatoria, dai contorni quasi… sciamanici.

    Il valore della danza

    Per comprendere meglio l’episodio basta pensare a come certe popolazioni utilizzano da tempo immemore la danza come mezzo di espressione, celebrazione e comunicazione, intesa non solo come forma di intrattenimento ma profondamente radicata nella loro storia, spiritualità e strutture sociali. Danze spesso utilizzate in maniera rituale per connettersi con gli antenati, invocare la buona fortuna e celebrare traguardi importanti.

    La morte in sella alla sua Vespa

    Il signor Gentilin parla dell’incidente nel quale ha perso il nipote: “A partire da quest’anno scolastico, con le belle giornate Kevin raggiungeva la scuola in Vespa. Da quel che sappiamo, venerdì un’auto è sbucata all’improvviso da una stradina laterale e non ha potuto evitarla”.

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      La proverbiale ospitalità dei calabresi: come ti “abboffo” il Premier…

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        Giorgia Meloni arriva in Calabria con propositi ferrei: “Basta sgarri, questa volta tengo la dieta!” Ma si sa, il Sud è terra di grande cuore e resistere ai sapori locali è un’impresa titanica. Così, tra una ‘nduja minacciosa e un pecorino ammiccante, la Premier lotta per la linea… e perde clamorosamente!

        “Sola una puntina di soppressata”, giura, mentre il piatto si riempie magicamente. “Un assaggio microscopico di parmigiana”, ma ecco arrivare la teglia formato famiglia. Il colpo di grazia? Un bicchiere di Cirò, offerto con quel sorriso tipico che dice: se rifiuti, non votiamo più per te! Alla fine, Giorgia tiene duro… ma la dieta cede sotto i colpi del gusto calabrese. Del resto, come si fa a dire di no a due dita di buon vino?

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          Bresh e l’elogio (scherzoso) del playback

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            Domenica pomeriggio, Rai 1, clima rilassato, come siamo abituati da tempo dalla rassicurante “zia” Mara. Poi arriva il ligure Bresh, uno degli artisti più freschi della scena italiana attuale, e succede qualcosa di assurdo: canta (o meglio, finge di cantare) usando un tulipano come microfono. Il pubblico sgrana gli occhi, il web esplode. “Ma davvero?”

            Il playback in TV: arte o imbarazzo?

            Il playback in televisione è una pratica nota. Serve per evitare problemi tecnici, certo, ma spesso trasforma le performance in siparietti surreali. Nel caso di Bresh, la scelta di un fiore al posto del microfono ha reso tutto ancora più evidente. Un gesto ironico? Una ribellione contro un sistema vecchio e stanco? O semplicemente una risata in faccia alle regole dello spettacolo?

            Quando il meme supera la musica

            L’episodio ha fatto il giro dei social: clip, meme, parodie. Il tulipano è diventato il simbolo di un playback così sfacciato da trasformarsi in gesto sottilmente geniale. Forse un piccolo atto di protesta o forse solo un gioco. Una cosa è certa: Bresh ha dimostrato che, anche senza un microfono vero, basta un fiore per far parlare di sé.

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              Angelina Mango, la sua mise per andare in università: una vera “brat”

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                ​Angelina Mango, il nome più “succoso” del panorama musicale, ha deciso di tornare all’università. E come ogni diva che si rispetti, l’ha annunciato – guarda caso – su TikTok, sfoggiando un look che grida “brat” da ogni cucitura.

                Il ritorno all’università

                Dopo aver conquistato le scene musicali pop di casa nostra, Angelina ha deciso di tornare sui banchi universitari. Tornare agli studi non significa però necessariamente rinunciare al proprio stile. Anzi, è l’occasione perfetta per mostrare al mondo accademico che la moda e l’ironia possono andare a braccetto, anche durante un esame. La notizia è stata condivisa con i fan attraverso un video social, dove la cantante ha mostrato per l’occasione il suo outfit. L’avreste mai detto che sostenere un esame potesse diventare un evento di moda? ​

                Cos’è lo stile “brat”?

                Il termine “brat” ha recentemente subito una trasformazione significativa. Originariamente usato per descrivere un bambino impertinente, oggi, grazie all’influenza dell’album Brat di Charli XCX, rappresenta un atteggiamento sicuro, indipendente ed edonistico. Nella moda, lo stile “brat” si traduce in un mix audace di elementi ribelli e anticonformisti, spesso caratterizzati da colori sgargianti e accessori provocatori. ​

                Decifriamo il look di Angelina

                Per il suo ritorno all’università, Angelina ha scelto un outfit che incarna perfettamente lo stile “brat”:​Fanpage

                Shorts in denim nero: perché i pantaloni lunghi sono troppo mainstream.​

                Collant velati: per lasciare intravedere i tatuaggi e aggiungere un tocco di mistero.​

                Bomber oversize scuro: per quel look “appena uscito da un concerto rock”.​

                Top lilla e giallo: perché un po’ di colore non guasta mai, soprattutto se fa constrasto col resto.

                Bandana leopardata: per domare la chioma con un pizzico di selvaggio.​

                Angelina stessa ha scherzato sul fatto che l’unico dettaglio mancante per completare il look “brat” fossero… i mocassini!

                Come adottare lo stile “brat”

                Se anche tu vuoi abbracciare lo stile “brat” e trasformare ogni corridoio universitario in una passerella, ecco alcuni consigli:

                Sii audace: non aver paura di mixare colori e pattern improbabili.​

                Accessorizza senza limiti: occhiali da sole a mascherina, cappelli da baseball e gioielli vistosi sono i tuoi migliori amici.​

                Comfort ribelle: scegli capi oversize abbinati a elementi più aderenti per un contrasto interessante.​

                Attitudine prima di tutto: ricorda, lo stile “brat” è più un’attitudine che un semplice modo di vestire. Mostra sicurezza e indipendenza in ogni passo.​

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