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Lifestyle

Maschio d’estate e femmina d’inverno: l’ultima frontiera è il “genere di stagione”

Nel mondo dell’identità di genere, ogni giorno sembra portare una nuova sorpresa. Dall’onda del “gender season” alla recente tendenza dell’ecosessualità, le frontiere dell’espressione individuale si allargano sempre di più. Esaminiamo da vicino queste nuove tendenze, tra l’assurdo e l’innovazione, che stanno ridefinendo il concetto stesso di identità di genere.

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    La corsa verso l’assurdo non sembra avere mai fine quando si parla di identità di genere. Dopo il Royal Stoke Hospital e le sue venti identità sessuali personalizzate con tanto di bandiere, ci si chiedeva cosa potesse ancora sbucare fuori dal cilindro della religione woke. Ebbene, ecco a voi l’ultima chicca virale: il “gender season”, ovvero il “genere di stagione”.

    Ma attendete, c’è di più! Secondo Dee Whitnell, autoproclamatosi non binario, l’identità di genere dovrebbe cambiare con le stagioni. Sì, avete capito bene. Puoi sentirti più maschile in inverno e più femminile in estate, o viceversa, come se fossi una playlist di Spotify con le tue stagioni preferite.

    Dee ha precisato che non si tratta di essere determinati dalle stagioni, ma solo influenzati da esse. “Io, ad esempio, mi sento più maschile d’estate. Indosso abiti maschili e tengo i capelli corti. In inverno, invece, adoro i vestiti femminili e porto i capelli lunghi”. Insomma, un’autentica rivoluzione.

    Naturalmente, i video sono diventati virali e le reazioni sono state altrettanto spettacolari. C’è chi ha sbottato con un semplice “è una sciocchezza”, mentre altri hanno sottolineato l’evidente banalità della cosa: “Chiamasi vestirsi secondo la stagione, una novità incredibile!”.

    Questa “stagione di genere” si inserisce in un panorama già popolato da altre fantastiche categorie, come l’ecosessualità, che vede relazioni erotiche con alberi e piante. Insomma, il futuro dell’identità di genere è luminoso e pieno di sorprese, o forse solo un po’ folle. Chi può dirlo con certezza?

      Tech

      Basta con i “belan e i belin”. Svolta digitale dei tassisti genovesi

      La Cooperativa RadioTaxi Genova ha introdotto Iris una nuova app che rivoluziona il settore dei trasporti, offrendo servizi più efficienti e personalizzati.

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        Per fare il tassista a Genova ci vuole tanto coraggio. E tanta pazienza… Per anni hanno dovuto far fronte a una serie di sfide quotidiane. Pet esempio? Tempi di attesa prolungati al centralino, difficoltà nel gestire un numero elevato di chiamate, e un sistema di prenotazione spesso inefficiente. Problematiche che nel corso degli anni hanno creato frustrazione sia tra i conducenti, oberati di lavoro, sia tra i clienti, costretti ad attendere all’infinito.

        Ma in soccorso ai tascisti arriva Iris

        Per risolvere questi problemi e migliorare l’esperienza di tutti, la Cooperativa RadioTaxi Genova ha deciso di investire in una soluzione innovativa: l’intelligenza artificiale Iris. Sviluppata da MicroTek, Iris è stata integrata nel sistema del centralino 5966 con l’obiettivo di ottimizzare la gestione delle richieste e rendere il servizio più efficiente.

        Come funziona Iris?

        Iris è un sistema altamente sofisticato che, grazie a potenti algoritmi di apprendimento automatico, è in grado di: comprendere il linguaggio naturale. Iri, infatti, è stata addestrata su un vasto database di richieste, imparando a interpretare anche le frasi più complesse e a individuare le informazioni chiave, come l’indirizzo di partenza e di arrivo. Il sistema, inoltre, sa gestire le chiamate in modo autonomo. Quando il volume delle chiamate aumenta, Iris interviene in modo proattivo, rispondendo alle richieste più semplici e indirizzando quelle più complesse agli operatori umani. Infine Iris riesce a ottimizzare l’assegnazione delle corse. Utilizzando dati in tempo reale sulla posizione dei taxi e sulla disponibilità delle vetture, il sistema è in grado di assegnare le corse in modo più efficiente, riducendo i tempi di attesa per i clienti. Grazie agli algoritmi di autoapprendimento, Iris è in grado di migliorare continuamente le proprie prestazioni, adattandosi alle nuove situazioni e alle richieste degli utenti.

        Ma quali sono i vantaggi per tassisti e clienti?

        L’introduzione di Iris ha portato numerosi benefici per tutti. Dalla riduzione dei tempi di attesa per un taxi grazie alla gestione più efficiente delle chiamate e all’ottimizzazione dell’assegnazione delle corse. Alla maggiore efficienza che consente ai tassisti di concentrarsi sulla guida, sapendo che Iris si occupa di gestire le chiamate e di ottimizzare i percorsi.
        Inoltre l’interazione con il centralino è diventata più fluida e intuitiva, grazie alla capacità di Iris di comprendere anche le richieste più complesse. Con l’introduzione di questa app dedicata ai tassisti le tradizionali colonnine presenti nei parcheggi non servirebbero più perché il processo di prenotazione è stato ulteriormente semplificato.

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          Lifestyle

          I manager della felicità: i professionisti che combattono lo stress in azienda

          Molte aziende stanno implementando percorsi di welfare e introducendo una nuova figura professionale: il Chief Happiness Officer (CHO), o manager della felicità.

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            Essere felici al lavoro sembra un’utopia, soprattutto in Italia dove solo il 41% dei lavoratori dichiara di “star bene” secondo il report GallupState of the Global Workplace”. In Italia, il 46% dei lavoratori prova stress e il 25% tristezza, percentuali superiori alla media europea. Questo ha portato a un aumento delle denunce di malattia professionale, con 22.620 casi protocollati dall’Inail nel primo trimestre del 2024, un incremento del 24,5% rispetto al 2023.

            Anche in Italia arriva il Chief Happiness Officer

            In risposta, molte aziende stanno implementando percorsi di welfare e introducendo una nuova figura professionale: il Chief Happiness Officer (CHO), o manager della felicità. Anche se non è una figura istituzionale, esiste una certificazione presso la 2bHappy Agency, fondata da Veruschka Gennari e Daniela Di Ciaccio. Attualmente, in Italia ci sono circa 400 CHO certificati. Gennari e Di Ciaccio sono state invitate dall’Onu a Ginevra nel 2016 per contribuire all’elaborazione dell’Happiness Index.

            Una serata al mese si cucina tutti insieme

            Eleonora D’Alessandri è una marketing manager presso Cda, una società friulana con 80 dipendenti che gestisce distributori automatici. Laureata in scienza delle comunicazioni, ha ottenuto la certificazione di CHO e ha iniziato a trasformare la vita aziendale. Come? Motivando un collega prossimo alla pensione proponendogli il ruolo di mentore per i nuovi assunti. Inoltre ha organizzato la “Vinars Pizza“, una serata mensile dove i colleghi cucinano insieme. Un successo.

            Protagonisti del proprio lavoro

            Francesca Zecca ha abbandonato il mondo delle multinazionali per fondare con suo marito Progetto Ed, un’azienda che si occupa della progettazione e installazione di ferramenti. Con 20 dipendenti, l’azienda promuove una leadership diffusa dove le persone si sentono protagoniste del proprio lavoro. Questo approccio valorizza i talenti dei dipendenti, migliorando sia la soddisfazione che la produttività.

            Team building e una cassetta dove segnalare le azioni positive dei colleghi

            Giorgia Cordella lavora nel settore delle risorse umane per una compagnia alberghiera che gestisce due hotel con 75 dipendenti. Dopo il Covid, ha riorganizzato il lavoro per creare un ambiente più felice, introducendo incontri di team building e una cassetta per segnalare le azioni positive dei colleghi. Questo ha migliorato il morale dei dipendenti e la soddisfazione degli ospiti.

            Discutere giocando

            Enrico Benassuti, noto come “Ben”, è direttore vendite e formatore in Axera Spa. La sua certificazione di CHO ha avuto un impatto positivo sull’ambiente lavorativo. Ha introdotto momenti di aggregazione tra commerciali e tecnici, promuovendo discussioni in un contesto giocoso e aumentando i profitti aziendali. Inoltre, organizza incontri mensili per discutere di intelligenza emotiva e comunicazione.

            L’introduzione dei CHO potrebbe davvero essere un primo passo imporrante per contribuire a creare ambienti di lavoro più armoniosi. Ma soprattutto valorizzare i talenti dei dipendenti, migliorando il benessere complessivo in azienda. E magari anche i profitti…

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              Moda

              Lo stilista calabrese Valentino Mele alla Milano Fashion Week

              Fra i nomi degli stilisti emergenti alla Milano Fashion Week spicca quello del calabrese Valentino Mele, dotato di gran gusto e ricercatezza, anche se in un’ottica di semplicità e misura.

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                Domenica 22 settembre 2024, nella splendida cornice della Biblioteca Filologica, nell’ambito della Milano Fashion Week settembrina, con oltre duecento invitati va in scena uno degli eventi collaterali più glamour e attesi, con la presenza di volti noti della moda. Alle ore 17:00 è previsto l’inizio del défilé, coordinato egregiamente dal Direttore Artistico Steven G. Torrisi.

                Un emergente di stile

                Una serata che vedrà al timone della conduzione il volto noto Rai Veronica Maya. Tra gli stilisti invece segnaliamo la presenza di un emergente, ovvero la nuova linea di Valentino Mele Couture, sarto-stilista calabrese. A pochi giorni dalla settimana della moda, si prepara a presentare la sua nuova collezione Primavera-Estate 2025. Il lino incontra la seta, una linea di alta sartoria: la sua specialità.

                Gusto e misura nella ricercatezza

                Attraverso il suo genio e il talento fonte d’ispirazione, nelle sue idee di moda rivela cura e buon gusto, grazie e semplicità senza scadere in un’eccessiva ricercatezza. “L’eleganza è qualcosa che nasce con noi, è l’impronta dell’esempio che vogliamo essere nel mondo, mentre lo stile fa parte della personalità di ognuno di noi, la moda è per tutti, nessuno si senta escluso”, queste le parole del giovane stilista. La capitale della moda, per Valentino Mele è un punto di partenza in quanto il suo è un progetto molto ambizioso.

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