Cronaca
Allarme “cocaina rosa” anche in Italia: gli effetti sono devastanti
Sballo totale e in tempi rapidissimi: l’effetto di questa nuova sostanza, che contiene ketamina, presenta però rischi altissimi, alimentando anche stati fortemente psicotici.
Diventata in breve tempo “famosa” con la recente morte a Buenos Aires del cantante degli One Direction, Liam Payne, la cocaina rosa circola sempre più anche in Italia. Ma con la classicapolvere bianca non c’entra niente perché composta di tutt’altre sostanze.
Si sniffa ma con la polvere bianca non c’entra nulla
In pratica nella “tusi” (così la chiamano oltreoceano) di cocaina non c’è traccia. Eppure in Italia ha assunto questo nome perché il suo aspetto la ricorda. Anche se talvolta può essere venduta sotto forma di pasticche, generalmente è una polvere rosa che si sniffa. Diffusa e ricercata tra i più giovani, non è certo una droga da poveri: 400 euro al grammo. Per il momento è stata segnalata su Roma, Milano e Torino, presenza menzionata anche nella Relazione europea sulla droga 2024.
Uno sballo che può risultare mortale
Tra i vari trend di consumo, questo report sottolinea la diffusione della cocaina rosa anche nell’Unione. Un aspetto preoccupante, secondo gli esperti dell’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenza (Emcdda), soprattutto in relazione alle singole sostanze presenti in questa miscela rosa, di cui i consumatori sono ignari. Chi si sballa con questa droga, in pratica, non sa assolutamente cosa assume.
Un mix ad altissimo rischio
Nell’ultima droga totalmente sintetica che piace ai giovanissimi, si riscontra un intruglio altamente pericolo di sostanze come ketamina, metanfetamina, ecstasy e crack. Un cocktail da suicidio tinto poi di rosa… come se il colore così trendy lo rendesse più sexy ed appetibile, invogliando il consumo.
Solo per gente col portafoglio pieno
Micidiale e parecchio costosa. La cocaina rosa costa fino a quattro volte la comune polvere bianca: attualmente nel borsino degli spacciatori la sua quotazione si aggira intorno ai 400 euro al grammo. Secondo gli esperti in materia, subito dopo averla assunta la sua composizione raggiunge rapidamente il cervello e altrettanto rapidamente produce dipendenza tra gli utilizzatori. Anche perché gli effetti, iniazialmente potenti, sembrano svanire nel giro di breve tempo.
Per ravvivare un party privato
Utilizzata principalmente nel corso di feste private ed eventi, il suo consumo si sta diffondendo in maniera velocissima tra gli esponenti delle classi più abbienti. Nell’identikit degli assuntori l’età non è un dato significativo: ci sono anche molti minorenni.
La situzione nel nostro Paese
Le indagini della Polizia di Stato hanno messo a fuoco un fiorente mercato della cocaina rosa soprattutto nei quartieri nord di Roma, dai Parioli a Salario-Trieste. Qui addirittura la droga veniva consegnata direttamente a domicilio per rendere ancora più movimentate cene o feste, nascosta in lampade di sale, fino a mezzo chilo alla volta.
Milano e Torino, altre piazze di spaccio molto attive
Lo scorso ottobre i controlli all’aeroporto di Malpensa hanno portato al sequestro di un carico di oltre 300 chili di droga di vario tipo, cocaina rosa compresa. E a settembre la sostanza è stata trovata in un ostello e nelle tasche di diversi spacciatori. A Torino, il primo sequestro della “droga dei vip” risale all’ottobre dello scorso anno. Rinvenuta dai carabinieri durante la perquisizione dell’abitazione di un pusher locale, insieme a 40 mila euro in contanti.
Il parere di un esperto
Antonio Bolognese, responsabile scientifico della Commissione per lo studio e la prevenzione delle dipendenze dell’Ordine dei Medici di Roma, spiega: «Si tratta di una delle sostanze più utilizzate in questo momento e ha degli effetti devastanti. La sua precoce attività sul cervello crea immediatamente una sensazione di piacere. E come tutte le sostanze stupefacenti può portare a dipendenza e stati psicotici».
INSTAGRAM.COM/LACITY_MAGAZINE
Cronaca
Alessitimia e crimini efferati: la psicopatologia dietro gli omicidi di Impagnatiello e Pifferi
Alessia Pifferi e Alessandro Impagnatiello sono due casi drammatici legati all’alessitimia, un disturbo che impedisce di riconoscere e gestire le emozioni. Ma quanto influisce davvero sulle azioni criminali?
L’alessitimia è un disturbo psicologico che può influire profondamente sul comportamento umano, ma non giustifica azioni criminali estreme. Recentemente, questa condizione è stata diagnosticata in due protagonisti di tragiche vicende: Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, e Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia di 18 mesi, Diana. Sebbene l’alessitimia possa spiegare alcuni tratti comportamentali, entrambi sono stati ritenuti capaci di intendere e volere secondo la perizia psichiatrica. Ma che cos’è esattamente l’alessitimia e come influisce sul comportamento umano?
Cos’è l’alessitimia e come incide sulla vita emotiva
Il termine “alessitimia”, derivato dal greco, significa “mancanza di parole per esprimere emozioni”. Questo disturbo psicologico impedisce a chi ne soffre di riconoscere, comprendere e verbalizzare le proprie emozioni, rendendo difficile relazionarsi con gli altri e prendere decisioni razionali. Le persone alessitimiche tendono a confondere emozioni e sensazioni fisiche, mostrando una scarsa empatia e difficoltà nell’elaborare e comunicare i propri sentimenti.
Alessitimia e crimine: perché giustifica azioni estreme
Sebbene l’alessitimia possa essere associata a disturbi psicologici come ansia, depressione e disturbi alimentari, non può essere considerata una giustificazione per comportamenti criminali. Nei casi di Alessia Pifferi e Alessandro Impagnatiello, le perizie psichiatriche hanno confermato che, nonostante il disturbo emotivo, entrambi erano pienamente consapevoli delle loro azioni e quindi responsabili. L’alessitimia, sebbene comprometta la capacità di regolare le emozioni, non scusa comportamenti impulsivi e violenti.
Trattamento dell’alessitimia con la psicoterapia e gli approcci Terapeutici
Il trattamento dell’alessitimia è possibile attraverso tecniche di psicoterapia cognitivo-comportamentale, che mirano a migliorare la consapevolezza emotiva e la gestione delle emozioni. Questi trattamenti aiutano i pazienti a sviluppare una maggiore empatia e a migliorare la comunicazione emotiva. Tuttavia, la diagnosi e il trattamento devono essere condotti da professionisti qualificati, in quanto il disturbo può avere un impatto significativo sulla vita emotiva e relazionale dell’individuo.
L’alessitimia non è una scusa per commettere crimini!
L’alessitimia, pur essendo una condizione che può compromettere gravemente la consapevolezza emotiva e la gestione delle emozioni, non deve essere vista come una scusante per crimini violenti. Sebbene questa psicopatologia possa spiegare comportamenti impulsivi e difficoltà affettive, la responsabilità individuale resta fondamentale. La consapevolezza emotiva è essenziale per un corretto funzionamento sociale e per la gestione delle proprie azioni, ed è importante che i disturbi psicologici vengano trattati in modo adeguato per evitare conseguenze devastanti.
Storie vere
I fumetti a richiesta del disegnatore Giovanni Freghieri: col ricavato aiuta il suo quartiere
Il fumettista della Bonelli Editore ogni prima domenica del mese a Piacenza realizza e firma tavole su richiesta. Per uno scopo benefico: con il ricavato della vendita vengono supportati progetti di riqualificazione del suo quartiere.
L’appuntamento per gli appassionati è ogni prima domenica del mese in una vecchia strada di Piacenza. E’ qui che Giovanni Freghieri allestisce il suo banchetto con tutto l’occorrente: matita, penna, foglio e inchiostro. Incominciando a disegnare. Con un obiettivo preciso: quello di aiutare i volontari del quartiere, per smentire i luoghi comuni sull’invivibilità della via, in mano soltanto a immigrati e spacciatori. Un’idea contraddistinta da un preciso senso di giustizia sociale e di restituzione, perché quel mondo povero che ha bisogno tutto – sia di sogni pindarici che di sicurezza concreta – Freghieri lo conosce molto bene, prima di diventare il disegnatore di Dylan Dog, di Martin Mystère e di Tex Willer.
Venne assunto praticamente per caso
Lui è un disegnatore “vecchia scuola”: non utilizza computer e nessun supporto digitale, con ogni singola tavola eseguita rigorosamente mano. Prima della sua affermazione ricorda: «Andavo da Piacenza a Milano con la cartella dei disegni da mostrare alle case editrici. Collezionavo solo rifiuti: ogni volta respinto con perdite. Fino all’ultimo corridoio: quando stavo per abbandonare il mondo che amavo una porta si è aperta, quasi per caso. “Abbiamo un’emergenza, il disegnatore è ammalato, se la sente di fare lei il suo lavoro?”. Ci provo, ho risposto».
Per i futuri disegnatori un solo consiglio: disegnare e disegnare…
Era esattamente il 1966: «Da allora non ho più smesso». Giovanni Freghieri, 74 anni con una contagioso sense of humor. A un editore che lo aveva congedato con un «ripassi fra due anni» lui rispose: «La mattina o il pomeriggio?». Oggi, dopo cinquant’anni di lavoro, premi e riconoscimenti, si sente più artigiano che artista. Ai giovani appassionati che gli fanno domande sul suo lavoro lui dice: «Se avete questa passione dovete disegnare, disegnare e disegnare, fino a quando vi fanno male le dita…».
A scuola in disegno non aveva la sufficienza
I suoi inizi si perdono davvero nella prima infanzia. Aveva poco più di tre anni ed era ricoverato nel reparto dei grandi ustionati: gli si era rovesciata addosso una pentola di acqua bollente. «Sono stato tra la vita e la morte per diversi giorni. Alla ripresa – ricorda – disegnare era l’unica cosa che potevo fare». E pensare che alle scuole media in disegno aveva 5, uno dei pochi a risultare insufficiente…».
Il fumetto è un grande veicolo di istruzione
Poi la vita professionale l’ha certamente ripagato con grandi soddisfazioni, anche se dentro di lui è rimansta una sottile delusione per una scuola che spesso mortifica passioni e inclinazioni. «Io mi sono fermato alla terza media, e molto di quel che ho imparato – ammette – lo debbo ai fumetti. Sceneggiatori e autori dei dialoghi possono insegnare grammatica e sintassi». Una teoria che sosteneva pure un grande intellettuale come Umberto Eco…
Caratterialmente come Dylan Dog
Freghieri assomiglia caratterialmente ad uno dei personaggi più famosi che disegna: Dylan Dog. Come l’indagatore dell’incubo si sente un cane sciolto che, in totale autonomia, supera le paure senza farsi condizionare: «Dopo tanti anni che lo disegno lo sento vicino, qualcosa mi ha lasciato. Ho imparato molto da Tiziano Sclavi, il suo creatore ed anche dalla nuova curatrice, Barbara Baraldi».
Una sua tavola con autografo per 25 euro da destinare al quartiere
La sua iniziativa domenicale in un angolo di città storico e popolare come via Roma vuole rappresentare un segno di fiducia nella gente che non si arrende, a supporto di quel volontariato che tampona le assenze della politica. Regalando con la sua matita sorrisi e amicizia. «Disegno per beneficenza, in diretta. Mi chiedono di Dylan Dog o di Tex e io eseguo. Non porto tavole gia fatte, mi piace esaudire le richieste dei ragazzi e di qualche genitore». Un suo disegno autografato vale 25 euro e si supporta, in questo modo, l’associazione che poi compra le panchine per il giardino o ripulisce i muri deturpati da scarabocchi e scritte varie.
Mai smettere di sognare, altrimenti è finita
Baluardo di una filosofia artigianale, esorta a non mollare anche quando tutto ti consiglierebbe di farlo: «Quando vado nelle scuole cerco di trasmettere ai ragazzi la mia stessa passione. Bisogna coltivare il talento, un brutto voto non è un motivo per scoraggiarsi: il mio cinque in disegno è un esempio. Seguite i vostri sogni, ripeto a tutti. Io l’ho fatto con il disegno e non mi stanco di sognare».
Cronaca
L’albero di Natale del Papa: una questione spinosa che divide popolazione e Comune di Ledro
Sono state già raccolte 40mila firme per non mandare l’albero di Natale al Papa per abbellire Piazza San Pietro. Ma il sindaco del Comune di Ledro non ci sta e insiste mettendosi contro gli ambientalisti e anche molti cittadini.
Insomma ogni anno la stessa storia. Nel periodo pre natalizio il Trentino è al centro del dibattito sui tagli degli alberri destinati alle piazze italane e non solo. La scelta del Comune di Ledro di donare un abete rosso al Vaticano per abbellire Piazza San Pietro in occasione del Natale, ha scatenato un acceso dibattito. Sta dividendo l’opinione pubblica mettendo in luce una serie di questioni legate all’ambiente, alla tradizione e alla gestione del territorio. Al centro della polemica c’è la preoccupazione per l’impatto ambientale di questa scelta. Gli attivisti ambientalisti sottolineano come il taglio di un albero secolare rappresenti un danno per l’ecosistema. Una pratica in contraddizione con le encicliche papali che invitano al rispetto della natura. Addirittura…! Inoltre, viene contestato il costo dell’operazione, ritenuto eccessivo e non giustificabile in un momento di difficoltà economica. E questa ci sta tutta. Vediamo perchè.
La posizione del Comune di Ledro e le opinioni dei cittadini
Il sindaco di Ledro, Renato Girardi, difende la scelta del Comune, sostenendo che l’abete destinato al Vaticano (alto 29 metri) fa parte di un lotto che sarebbe stato comunque tagliato per ragioni di gestione forestale. L’amministrazione ledrense infatti invierà altri 39 alberi (di misura variabile tra 1,50 e 6 metri) per abbellire i palazzi vaticani. E poi vuoi mettere… il comune che ha fornito l’abete al Vaticano è tenuto in palmo di mano. Il sindaco sottolinea l’importanza di questa iniziativa per la comunità locale, in quanto rappresenta un’occasione di visibilità e di promozione del territorio.
L’associazione Bearsandothers ha lanciato una petizione online «per dire no a questa pratica unicamente consumistica, che nel giro di un mese ha raccolto quasi 40 mila firme. Ma la cittadinanza di Ledro è divisa su questa questione. Da un lato, ci sono quelli che sostengono l’iniziativa, sottolineando l’importanza di onorare una tradizione e di promuovere il territorio. Dall’altro ci sono quelli che condividono le preoccupazioni degli ambientalisti e ritengono che sia necessario trovare soluzioni alternative, più rispettose dell’ambiente. E alle casse del Comune che ha stanziato circa 60 mila euro per il trasferimento degli alberi.
Ma quali sono i problemi e come è possibile risolverli?
Questa vicenda ha messo in luce una serie di problemi che richiederebbero una riflessione più attenta anche perchè nei prossimi anni la situazione si riproporrà In saecula saeculorum … Insomma si oscilla tra tradizione e sostenibilità. Sarebbe necessario trovare un equilibrio tra il rispetto delle tradizioni e la necessità di tutelare l’ambiente. Inoltre occorrerebbe avere più trasparenza nella gestione del territorio. La comunità locale, infatti, deve essere coinvolta nelle decisioni che riguardano la gestione del territorio, garantendo la massima trasparenza e partecipazione. Pratiche forestali sostenibili ne abbiamo?. E’ possibile valorizzare le risorse del territorio in modo rispettoso dell’ambiente?
In alternativa al taglio di alberi secolari o simboli di una comunità si potrebbe, per esempio, scegliere alberi provenienti da vivai. Le associazioni ma anche molti comuni pedemontani puntano, giustamente a valorizzare le specie autoctone caldeggiando l’utilizzo di rami di abete rosso per decorare la piazza, anziché un albero intero. Intanto il Papa e Piazza San Pietro aspettano…speriamo che l’albero arrivi prima che a Roma arrivi… la neve!!!
-
Gossip8 mesi fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera4 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Speciale Olimpiadi 20243 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Moda e modi3 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez
-
Sport4 mesi fa
Tra le medaglie di Tokyo e quelle che verranno
-
Speciale Grande Fratello2 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Cronaca5 mesi fa
Big Mac non è più solo McDonald’s: persa l’esclusiva sul marchio!
-
Gossip5 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?