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Calcio

Milan trionfa all’ultimo respiro: la Stella Rossa perde le staffe e bestemmia su X

Dopo il pareggio di Radonjic, la Stella Rossa si illude ma viene punita nel finale da un Milan determinato. La delusione diventa furia sui social, con un post che lascia il segno: una bestemmia in italiano fa il giro del web.

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    Il Milan chiude la fase a gironi di Champions League con una vittoria sofferta e spettacolare ai danni della Stella Rossa, imponendosi 2-1 grazie a un gol decisivo di Tammy Abraham allo scadere. Una partita combattuta e ricca di emozioni, che ha visto i rossoneri partire forte con il gol di Rafael Leao nel primo tempo. La squadra serba, però, non si è lasciata intimidire e ha trovato il pareggio nella ripresa con Radonjic, ex attaccante del Torino, riaccendendo le speranze di un risultato positivo.

    Per la Stella Rossa, con soli tre punti raccolti in questa edizione di Champions, la partita rappresentava una delle ultime occasioni per salvare l’onore in una competizione che finora li ha visti protagonisti più per le delusioni che per i successi. Il gol di Radonjic aveva dato linfa vitale alla squadra, con i tifosi serbi che per qualche minuto hanno sognato di strappare almeno un pareggio in una delle cattedrali del calcio europeo.

    Ma il finale è stato crudele: a pochi minuti dal triplice fischio, Tammy Abraham ha sfruttato una distrazione della difesa serba per firmare il gol che ha regalato i tre punti al Milan, chiudendo definitivamente la partita. Un colpo al cuore per la Stella Rossa, che si è vista sfuggire l’occasione proprio sul più bello. La delusione, però, non si è limitata al campo.

    Subito dopo la partita, l’account inglese ufficiale della Stella Rossa ha pubblicato un tweet che ha fatto scalpore. Commentando il gol decisivo di Abraham, il social media manager del club ha perso le staffe, scrivendo una bestemmia in italiano che non è passata inosservata. Il post, che recitava semplicemente “Porca…”, è stato immediatamente notato dagli utenti e ha scatenato una serie di reazioni, tra ironia e indignazione.

    Tifosi italiani e serbi si sono riversati nei commenti, alcuni per difendere il club, altri per sottolineare la scarsa professionalità del gesto. “Persino le bestemmie sono internazionali, che classe!” ha ironizzato un utente italiano, mentre altri si sono detti scandalizzati dal tono del messaggio. La Stella Rossa ha rapidamente cancellato il tweet, ma ormai lo screenshot era già virale, condiviso da migliaia di persone.

    Non è la prima volta che i social delle squadre di calcio diventano terreno di sfogo per le emozioni più forti, ma l’episodio ha riacceso il dibattito sull’uso eccessivo di toni sopra le righe da parte dei gestori di account ufficiali. Per la Stella Rossa, oltre alla delusione sportiva, resta l’imbarazzo di un episodio che non si cancella con un semplice click.

    Intanto, il Milan celebra una vittoria che dà morale in vista della fase successiva, mentre la Stella Rossa torna in Serbia con il rammarico di una Champions League che si conclude senza gloria.

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      Calcio

      Francesco Totti, la Procura chiede l’archiviazione per l’Iva non dichiarata

      La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento che vedeva Francesco Totti indagato per non aver dichiarato l’Iva su alcune attività pubblicitarie. Il “debito”, inizialmente di poche migliaia di euro, era lievitato fino a 900 mila euro con sanzioni e interessi. Ora l’ex calciatore ha saldato tutto.

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        Francesco Totti non dovrà affrontare un processo per omessa dichiarazione dell’Iva. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’indagine che coinvolgeva l’ex numero 10 della Roma, dopo che lo stesso ha provveduto a saldare il suo debito con il Fisco. Il procedimento, coordinato dai pm Stefano Pesci e Vincenzo Barba, si basava su una verifica effettuata dalla Guardia di Finanza, che aveva analizzato i movimenti economici legati ad alcune apparizioni pubblicitarie dell’ex calciatore.

        Secondo quanto emerso, Totti avrebbe svolto attività promozionali non occasionali, ma senza aprire una partita Iva dedicata. Un’irregolarità che, pur partendo da un importo iniziale piuttosto contenuto, è andata crescendo nel tempo: tra sanzioni e interessi, il debito con l’Erario è arrivato a sfiorare i 900 mila euro. Una cifra importante, maturata nel corso di circa cinque anni.

        Nonostante l’importo lievitato, la decisione della Procura di avanzare la richiesta di archiviazione è legata alla condotta dell’ex capitano giallorosso, che ha scelto di regolarizzare la propria posizione fiscale. Il pagamento del debito ha avuto un peso determinante, dimostrando la volontà di Totti di chiudere la vicenda con il Fisco.

        L’accusa era quella di omessa dichiarazione dell’Iva, un reato tributario che scatta quando un soggetto con obbligo fiscale non presenta le dichiarazioni annuali. In questo caso, però, i magistrati hanno ritenuto che l’interesse punitivo dello Stato fosse venuto meno, viste le somme integralmente versate.

        Nessuna battaglia legale, dunque, per Totti. Una vicenda che si chiude con un conto saldato, ma anche con l’ennesimo riflettore acceso sulla gestione fiscale dei personaggi pubblici. Un tema sempre delicato, soprattutto quando coinvolge volti tanto noti e amati dal grande pubblico. Anche perché, nel bene o nel male, il Pupone fa sempre notizia.

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          Calcio

          Noel, il raccattapalle eroe: “Ho battuto Donnarumma e l’Italia”. La Germania celebra il 15enne che ha beffato gli Azzurri

          Il raccattapalle della sfida tra Germania e Italia diventa protagonista con un assist a Kimmich. Nagelsmann lo ringrazia in conferenza, Kimmich gli regala la maglia. La Bild ironizza: “Anche un raccattapalle segna contro l’Italia”

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            A Dortmund si è scritto un capitolo surreale e beffardo della sfida tra Germania e Italia. A rubare la scena non è stato né un bomber da copertina né un fuoriclasse d’altri tempi, ma un ragazzo di 15 anni, alla sua prima volta come raccattapalle. Il suo nome è Noel Urbaniak e in poche ore è diventato l’idolo di un’intera nazione, ma l’incubo sportivo degli Azzurri.

            Minuto 36 del primo tempo, Nations League: l’Italia pasticcia, Donnarumma discute con l’arbitro Marciniak e i compagni, ignaro di ciò che sta accadendo alle sue spalle. E dietro la porta, c’è proprio Noel, che si coordina con un guizzo degno di un veterano e spara il pallone verso Joshua Kimmich, pronto a battere velocemente l’angolo. Da lì all’assist per Jamal Musiala il passo è breve: gol della Germania a porta praticamente sguarnita e Italia colta di sorpresa.

            “Anche un raccattapalle fa gol alla nazionale italiana”, ha titolato senza pietà la Bild, riassumendo l’umore tedesco e la valanga mediatica che si è abbattuta sul ragazzo. Noel, tesserato nelle giovanili dell’Hombrucher e tifoso sfegatato del Borussia Dortmund, da spettatore privilegiato si è ritrovato protagonista inatteso di uno degli episodi più discussi del match, terminato poi sul 3-3.

            A fine partita l’incredulità di Noel si è trasformata in festa: Kimmich lo ha raggiunto a bordo campo, gli ha regalato la maglia e il pallone della partita e si è prestato per una foto ricordo. “Non dimenticherò mai questa serata”, ha dichiarato il giovane ai media tedeschi. Poco prima, sul cellulare, i messaggi commossi dei genitori: “Sei in tv, sei un eroe!”.

            Il ct Julian Nagelsmann non ha perso l’occasione per celebrare il piccolo “alleato”: “Il nostro secondo gol è stato di livello mondiale da parte di tutti e tre: Kimmich, Musiala e il raccattapalle. Era lì, pronto sulla palla, bravissimo”. Da quel momento, selfie e applausi hanno travolto il ragazzo che, nel frattempo, ha già conquistato un posto speciale nella memoria collettiva dei tifosi tedeschi.

            E mentre l’Italia si lecca le ferite e cerca spiegazioni per l’ennesima distrazione difensiva, in Germania il nome di Noel Urbaniak è diventato sinonimo di furbizia e sangue freddo. Lui, con la spensieratezza dei suoi 15 anni, si gode la gloria: “È stato tutto così irreale, pazzesco”. E chissà se da grande non diventerà lui stesso uno di quei calciatori a cui i raccattapalle serviranno palloni decisivi.

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              Calcio

              Cassano e l’assegno “rubato”: il racconto esilarante di Totti e la confessione di Fantantonio

              L’ex capitano della Roma svela il retroscena sul famoso assegno smarrito e l’accusa (poi ritirata) che Cassano rivolse persino alla tata di casa Totti.

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                C’è chi lo ricorda per i suoi gol e chi per le sue proverbiali “cassanate”. Questa volta però è Antonio Cassano stesso a rievocare uno dei suoi momenti più folli, con l’amico Francesco Totti pronto a fare da spalla in un siparietto che ha scatenato le risate del pubblico. Durante una chiacchierata nella trasmissione “Viva el Futbol”, il Pupone ha svelato un retroscena che riguarda proprio gli anni in cui Cassano era ospite fisso nella casa dei Totti.

                “L’avrei ammazzato vi giuro. Un giorno ci perdemmo un assegno e non lo trovavamo più”, ha raccontato Totti. “Alla fine scoprimmo che era cascato in macchina sotto il sedile, quando tiravi su il freno a mano. Ma voi non potete capire cosa ha combinato: una sceneggiata degna di un film. Si era impuntato, accusava tutti, mia madre, mio padre, pure me”. La vicenda, che oggi fa sorridere, all’epoca aveva creato non pochi grattacapi, soprattutto perché l’assegno smarrito era intestato proprio a Cassano. “Era una bomba a mano – ha scherzato Totti – perché anche se lo trovavamo, era comunque suo”.

                A rincarare la dose ci ha pensato Lele Adani, presente alla trasmissione: “Ma perché fai una roba così? Ti hanno ospitato, eri a casa loro”. E qui arriva la confessione autoironica di Cassano: “Perché ero un cog…ne. Per tre mesi mi hanno trattato come un figlio, mi facevano mangiare e bere, ero il terzo figlio dei Totti. Ma allora ero un’altra persona rispetto ad oggi”. Poi il racconto si fa ancora più spassoso: “Andai pure dalla tata e le dissi: ‘Mi hai rubato l’assegno’. E quella mi rispose: ‘Ma li mortacci tua, guadagno più di te, sono più ricca di te, ti pare che devo rubare io a te?’”.

                Una storia che racconta perfettamente il carattere impulsivo e imprevedibile di Cassano e il rapporto fraterno con Totti, fatto di battibecchi, risate e amicizia vera. Alla fine, proprio Totti ha chiuso il siparietto con un sorriso: “Dai, ci può stare, era l’incoscienza di quegli anni”.

                Un episodio che aggiunge l’ennesima pagina divertente al libro di aneddoti che circonda l’incredibile coppia Totti-Cassano, e che dimostra quanto i due, nonostante le divergenze e le follie, siano rimasti legati nel tempo.

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