In primo piano
Matteo Salvini e la giornata da incubo: Pier Silvio lo bacchetta, il Tar lo stoppa, Open Arms lo aspetta. Le disavventure di un povero ministro in mezzo ai guai.
Un giorno da dimenticare per Matteo Salvini, bloccato dal Tar sullo sciopero, colpito dalla Cassazione sull’autonomia, in attesa del verdetto su Open Arms e criticato da Pier Silvio Berlusconi. Quando il destino decide di prenderti a schiaffoni, non c’è via di scampo.
Se fosse una giornata normale, Matteo Salvini si troverebbe al solito: tweet, video in diretta, un selfie con una bella fetta di panettone artigianale e uno con la cioccolata calda, poi via con gli impegni. Ma oggi, il destino ha deciso di farlo protagonista di una personalissima versione di Fantozzi al governo. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ricevuto più ceffoni in dodici ore che in un’intera carriera politica, al punto che sembra quasi che tutti abbiano deciso di fargliela pagare nello stesso giorno. Un vero nubifragio di brutte notizie per il prode vice primo ministro, che oggi si è trovato al centro di una tempesta perfetta di sberle giudiziarie, politiche e mediatiche da far impallidire un protagonista di commedia anni ’70. Mancava solo il secchio d’acqua in testa e un cane che gli morde la gamba per completare il quadro.
La giornata nera del leader leghista si apre con il verdetto del Tar del Lazio, che blocca l’ordinanza firmata dallo stesso Salvini per ridurre lo sciopero dei trasporti di domani, 13 dicembre, a sole quattro ore. Una decisione presa senza troppi complimenti: secondo il Tribunale amministrativo, lo sciopero deve fare il suo corso, disagi inclusi. Perché sì, lo sciopero è proprio quella cosa che causa disagi, e cercare di limitarlo senza una giustificazione straordinaria è un po’ come voler togliere le spine dalle rose perché pungono.
Con un decreto monocratico, il Tribunale ha accolto il ricorso dell’Unione Sindacale di Base (Usb) e sospeso l’ordinanza ministeriale. La motivazione? Salvini non può decidere di “precettare” senza che ci siano ragioni urgenti e straordinarie. Il Tar, con la grazia di un insegnante severo ma giusto, ricorda al ministro che i problemi causati dallo sciopero sono “fisiologici” e non necessitano di interventi draconiani. Insomma, la prossima volta, meglio pensarci due volte prima di mettere mano alla penna per fermare quello che è un sacrosanto diritto di sindacati e lavoratori.
Non passa nemmeno un’ora e arriva il secondo ceffone: la Cassazione ha pensato bene di aggiungere il suo contributo alla giornata di fuoco del ministro, dando il via libera al referendum per l’abrogazione totale dell’autonomia differenziata, uno dei cavalli di battaglia storici della Lega. Sì, proprio quella riforma che Salvini ha sventolato come una bandiera, quella che doveva essere la riforma simbolo del Nord operoso e indipendente finisce in balia delle urne e sarà il popolo a decidere se tagliarla fuori dai giochi. E quando il popolo entra in campo, le cose si complicano.
Non bastava la Corte Costituzionale che aveva già fatto a pezzi il testo lo scorso mese. Ora arriva la Cassazione a piazzare un sigillo di legittimità sul referendum. Un colpo basso per il leader leghista, che di certo non aveva immaginato questo finale per la sua “grande riforma”. Gli avversari politici intanto brindano, mentre Salvini si ritrova a guardare il suo progetto di autonomia sfaldarsi pezzo per pezzo, come un castello di sabbia sotto un’onda del mare.
Ma non è finita qui. A peggiorare le cose, arriva la notizia che la Corte di Palermo ha confermato che la sentenza sul caso – in cui l’ex ministro è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio – arriverà prima della fine dell’anno. Niente brindisi tranquilli con il panettone, quindi, ma un Natale con la toga per il leader leghista, che dovrà affrontare le gravissime accuse per aver bloccato nel 2019 lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave ONG spagnola.
La vicenda, che ha già fatto il giro del mondo, rischia di trasformarsi in un simbolo non solo della sua politica migratoria, ma anche delle sue battaglie giudiziarie. E, diciamocelo, non è proprio il tipo di simbolo che vuoi vedere appeso all’albero di Natale.
E proprio quando pensi che la giornata non possa andare peggio, arriva Pier Silvio Berlusconi a tirare l’ultimo colpo, quello che manda K.O. Durante la conferenza stampa natalizia con i giornalisti, l’amministratore delegato di Mediaset ha deciso di regalare a Capitan Matteo un momento da ricordare: ha definito la sua proposta di abbassare il canone Rai una “proposta strampalata”. «Salvini mi sta simpatico, ma la politica è la politica, e questa sembra solo propaganda», ha commentato con un sorriso che più ironico non si può. Non contento, Pier Silvio ha aggiunto che indebolire la Rai significa indebolire l’intero sistema editoriale italiano, mandando un messaggio chiaro: caro Matteo, noi di Mediaset abbiamo pazienza, ma tu stai giocando con il fuoco.
Una chiusura col botto, quindi, e un altro sberlone. A fine giornata, chiuso nel suo ufficio, Matteo Salvini deve essersi sentito come il protagonista di una di quelle commedie in cui il malcapitato viene preso a schiaffi da chiunque incontri. Tar, Cassazione, giudici di Palermo, Pier Silvio: non manca nessuno all’appello. E mentre i suoi avversari gongolano, il ministro incassa con il sorriso (ma chissà cosa avrà pensato davvero). Tra sentenze, referendum e battute al vetriolo, la giornata nera di Salvini è destinata a diventare un caso di scuola: mai far arrabbiare troppa gente contemporaneamente. Chissà, forse domani andrà meglio. Forse.
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Benessere
La “regola dei 6 secondi”: perché un bacio dura solo un attimo (ma è importante)
Scopri il fascino della “regola”: un bacio che dura poco, ma che può segnare un momento indimenticabile di connessione emotiva.
La “regola dei sei secondi” è una teoria popolare che circola soprattutto tra i romantici, secondo cui un bacio dovrebbe durare almeno sei secondi per essere considerato davvero significativo. Ma qual è il significato di questa regola? Si tratta di una semplice questione di durata o c’è qualcosa di più profondo dietro?
Il significato
I sei secondi potrebbero sembrare pochi, ma in realtà, sono abbastanza per creare una connessione emotiva intensa con un’altra persona. Diverse ricerche psicologiche suggeriscono che il bacio non è solo un gesto romantico, ma anche una forma di comunicazione non verbale che coinvolge il corpo e la mente. Durante un bacio, infatti, si attivano numerosi processi fisici ed emotivi: il battito cardiaco aumenta, i livelli di ossitocina (l’ormone dell’amore) salgono e il cervello rilascia endorfine, che ci fanno sentire più felici e più vicini al nostro partner.
Un bacio di sei secondi è un momento di connessione
Anche se la durata di un bacio non è una regola fissa o scientifica, i sei secondi simbolici rappresentano un lasso di tempo che permette di sentirsi veramente in sintonia con l’altra persona. Non si tratta solo di scambiarsi delle labbra, ma di immergersi in un momento di complicità che va al di là delle parole. Studi suggeriscono che il bacio, nella sua forma più autentica, può influenzare la percezione reciproca e stabilire una connessione che va oltre il fisico.
Molti hanno fatto propria questa “regola dei sei secondi” per sottolineare l’importanza di dedicare un tempo sufficiente a un bacio. Dal cinema alla musica, spesso vengono rappresentati baci iconici che durano giusto quel lasso di tempo.
Gossip
La pescivendola più bella d’Italia nei guai: accuse di maltrattamenti sugli animali e censura su TikTok
Carmela Febbraro, la “pescivendola” di Casoria diventata una star di TikTok, finisce sotto accusa dopo il ban del suo profilo. La denuncia di un attivista animalista per presunti abusi sugli animali vivi che vende nella sua pescheria scuote la rete e l’opinione pubblica.
Balletti, risate e pesce fresco: la ricetta del successo di Carmela Febbraro sui social. Ma dietro l’immagine perfetta si nasconde un lato oscuro che rischia di far crollare il suo impero. La pescivendola di Casoria, diventata famosa per i suoi video divertenti, è al centro di una bufera mediatica per presunti maltrattamenti sugli animali.
Carmela Febbraro, la bionda pescivendola di Casoria che ha conquistato milioni di follower su TikTok con i suoi balletti e le sue ricette di pesce fresco, è finita nel mirino delle polemiche. Dietro l’immagine spensierata e il sorriso contagioso, si nasconderebbe un lato oscuro che rischia di far crollare il suo impero social.
La pescivendola, insieme al marito Luigi, ha costruito una vera e propria community online, ammaliando i suoi fan con video divertenti e ricette appetitose. Ma la sua popolarità improvvisa ha attirato l’attenzione di attivisti animalisti, che hanno denunciato presunti maltrattamenti sugli animali presenti nella pescheria di famiglia.
Le accuse sono pesanti: la coppia sarebbe stata ripresa mentre infliggeva sofferenze agli animali destinati alla vendita, scatenando un’ondata di indignazione e portando alla chiusura del loro profilo TikTok. Nonostante le smentite dei diretti interessati, che parlano di una campagna diffamatoria, le immagini che circolano sui social network sembrano confermare le accuse.
La vicenda ha diviso l’opinione pubblica. Da una parte, ci sono i sostenitori della coppia, che difendono la loro buona fede e attribuiscono le accuse a una semplice invidia. Dall’altra, ci sono coloro che condannano senza appello i presunti maltrattamenti, chiedendo alle autorità di intervenire. Intanto, Carmela e Luigi Febbraro non si arrendono e continuano a pubblicare contenuti sui social, cercando di riconquistare la fiducia dei loro fan. Ma la loro immagine è ormai compromessa e il loro futuro appare incerto.
Gossip
Ultimo e Jacqueline: genitori low profile, un esempio da seguire?
Mentre molti vip sfoggiano sui social i primi giorni di vita dei loro figli, Ultimo e Jacqueline Luna Di Giacomo hanno scelto la riservatezza. Un approccio che fa riflettere.
In un mondo dove l’esibizionismo è la regola, la coppia formata da Ultimo e Jacqueline Luna Di Giacomo ha deciso di proteggere la privacy del loro bambino, preferendo vivere intensamente questo momento senza filtri. In un’epoca dominata dai social media, dove ogni momento della vita viene condiviso, la scelta di Ultimo e Jacqueline Luna Di Giacomo di mantenere la privacy sulla nascita del loro primogenito fa riflettere. Mentre molti vip sfoggiano sui social i primi giorni di vita dei loro figli, la coppia ha preferito un approccio più intimo e riservato.
Siamo abituati a vedere neo-genitori vip postare foto e video dei loro bambini sui social media quasi in tempo reale. Un’esposizione mediatica che, se da un lato avvicina i fan, dall’altro può risultare invasiva. Ultimo e Jacqueline hanno scelto una strada diversa, limitandosi a condividere l’impronta dei piedini del piccolo Enea e dedicandogli una canzone.
La decisione della coppia di mantenere la privacy del figlio potrebbe essere motivata da diversi fattori. Innanzitutto, il desiderio di proteggere il bambino da occhi indiscreti e commenti non sempre positivi. Inoltre, i primi mesi di vita di un neonato sono fondamentali per creare un legame profondo con i genitori e un ambiente tranquillo e sereno. L’esposizione mediatica potrebbe interferire con questo delicato processo.
Il netto contrasto con altri vip
Il loro comportamento contrasta con quello di altri personaggi famosi, come Chiara Ferragni e Fedez, che hanno spesso condiviso sui social momenti intimi della loro vita familiare. Ma è importante sottolineare che anche la coppia Ferragnez ha deciso di limitare l’esposizione dei figli dopo la separazione, dimostrando che anche loro sono consapevoli dell’importanza della privacy. In definitiva, la scelta di come comunicare la propria vita privata è una decisione personale. Ognuno è libero di condividere o meno i momenti più intimi della propria vita.
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