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Cronaca

Un Topolino per aprire le nostre porte di casa

L’arrivo di strumenti come il Topolino Decoder rappresenta una nuova sfida per la sicurezza delle abitazioni.

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    L’arrivo di strumenti come il Topolino Decoder rappresenta una nuova sfida per la sicurezza delle abitazioni. Questo dispositivo, che richiama vagamente la forma di Topolino, è un decoder capace di aprire le serrature con cilindro europeo in pochi secondi e senza lasciare segni evidenti di effrazione.

    Un Topolino che arriva dall’Est

    La scoperta di questo attrezzo durante una perquisizione a Prati, nel contesto di un’indagine su una banda di ladri georgiani, conferma le preoccupazioni delle forze dell’ordine riguardo al suo utilizzo sempre più diffuso nel compiere furti.

    Una placca per amico

    Per proteggere la propria serratura da strumenti come il Topolino Decoder, è consigliabile considerare diverse misure di sicurezza aggiuntive. Una delle soluzioni più efficaci è l’installazione di placche di sicurezza davanti al cilindro della serratura. Queste placche possono fornire una protezione supplementare contro tentativi di effrazione e sono disponibili in diversi modelli e livelli di resistenza, con prezzi che possono variare a partire da circa 200 euro.

    Protezione continua

    Inoltre, l’installazione di un sistema di antifurto può rappresentare un ulteriore deterrente per i ladri, fornendo un livello aggiuntivo di sicurezza per l’abitazione. Combinando diverse misure di protezione, è possibile aumentare significativamente la sicurezza della propria casa e ridurre il rischio di essere vittime di furti.

    È importante rimanere informati sui nuovi strumenti e metodi utilizzati dai ladri e adottare le misure necessarie per proteggere la propria abitazione e garantire la sicurezza della propria famiglia e dei propri beni.

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      Italia

      Pier Silvio Berlusconi domina la classifica “Top Manager Reputation”: leadership e visione europea

      L’amministratore delegato di MFE – MediaForEurope si conferma al vertice della reputazione manageriale, consolidando il suo primato nel settore Media e Telco. Dopo un 2024 di successi, Pier Silvio Berlusconi si piazza al secondo posto nella classifica generale.

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        Pier Silvio Berlusconi si conferma uno dei manager più apprezzati e influenti del panorama economico italiano. Da 18 mesi consecutivi, Berlusconi mantiene il primo posto nella categoria Media e Telco della classifica “Top Manager Reputation”, un osservatorio che analizza mensilmente la reputazione online dei principali leader aziendali italiani.

        Nel 2024, il numero uno di MFE – MediaForEurope ha fatto un ulteriore balzo in avanti, scalando sei posizioni nella classifica generale e raggiungendo il podio per ben quattro volte, fino a concludere l’anno al secondo posto assoluto. Un risultato che conferma la sua capacità di innovare e guidare un gruppo sempre più orientato al mercato europeo.

        Il segreto del successo

        La classifica “Top Manager Reputation” valuta i manager in base a criteri che includono performance aziendali, capacità di leadership e visibilità mediatica. Pier Silvio Berlusconi ha dimostrato di eccellere in tutti questi ambiti, grazie a una strategia che ha trasformato MFE in un player centrale del panorama mediatico europeo.

        Sotto la sua guida, il gruppo ha puntato su una visione internazionale, consolidando la propria posizione nei mercati esteri e investendo in contenuti innovativi e di qualità. Questa capacità di visione, unita a un’immagine di leadership solida e moderna, ha contribuito a rafforzare la sua reputazione anche al di fuori dei confini italiani.

        MFE e il futuro del panorama mediatico

        Nel corso del 2024, Berlusconi ha promosso una serie di iniziative strategiche volte a consolidare il posizionamento di MFE come polo mediatico di riferimento in Europa. Tra le operazioni più significative spiccano gli investimenti in tecnologie digitali e l’espansione della produzione di contenuti originali, con l’obiettivo di competere con i colossi internazionali dello streaming e dell’intrattenimento.

        Una leadership che fa scuola

        Pier Silvio Berlusconi rappresenta un esempio di come leadership e innovazione possano coniugarsi per raggiungere risultati straordinari. La sua capacità di gestire sfide complesse e di anticipare le tendenze del mercato lo rendono non solo un leader rispettato, ma anche una figura ispiratrice per il mondo imprenditoriale.

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          Cronaca Nera

          Sentenze che indignano: doppio femminicidio a Modena, niente ergastolo per “motivi umanamente comprensibili”

          Salvatore Montefusco, 70 anni, uccise la moglie Gabriela Trandafir e la figlia Renata a fucilate. La Corte d’Assise di Modena riconosce attenuanti generiche, evitando l’ergastolo per un crimine atroce.

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            In Italia, il valore della vita sembra pesare diversamente nelle aule di tribunale. È il caso di Salvatore Montefusco, autore del doppio femminicidio avvenuto il 13 giugno 2022 a Cavazzona di Castelfranco Emilia (Modena). Gabriela Trandafir, 47 anni, e la figlia Renata, 22, furono crudelmente uccise a colpi di fucile. Tuttavia, per i giudici, l’ergastolo non era una pena adeguata: 30 anni, ecco il verdetto.

            Le motivazioni della Corte d’Assise di Modena lasciano attoniti. Nella sentenza si parla di “motivi umanamente comprensibili” per spiegare le attenuanti riconosciute a Montefusco. Una scelta che ha già sollevato un’ondata di critiche e interrogativi sull’equità del sistema giudiziario.

            Un crimine annunciato

            Il dramma di Gabriela e Renata era iniziato ben prima di quel tragico giorno. Gabriela aveva denunciato il marito per maltrattamenti, stalking, appropriazione indebita e furto, opponendosi all’archiviazione chiesta dalla Procura. Montefusco aveva risposto con una controdenuncia, in un clima di crescente tensione.

            La mattina dopo l’omicidio, le due donne sarebbero dovute comparire in tribunale per l’udienza di separazione e per rispondere alle accuse mosse contro Montefusco. Renata aveva confidato a una vicina di temere per la loro sicurezza: «È una persona cattiva, mi aspetto di tutto».

            La paura si è trasformata in realtà. Montefusco ha sparato sette, forse otto colpi, colpendo prima Renata nel cortile e poi Gabriela. Un’escalation di violenza che non ha lasciato scampo.

            Le attenuanti che offendono

            Perché Montefusco non ha ricevuto l’ergastolo, come richiesto dalla Procura? La Corte, presieduta da Ester Russo, ha riconosciuto attenuanti generiche, ritenendole equivalenti alle aggravanti. Nella sentenza si legge che Montefusco era “un uomo incensurato” e che il suo gesto sarebbe stato dettato da “disagio, umiliazione ed enorme frustrazione” derivanti dal conflitto familiare e dalla prospettiva di perdere la casa e il controllo sul figlio.

            Non solo: i giudici hanno escluso la premeditazione e l’aver agito con crudeltà, considerando i maltrattamenti “assorbiti” negli omicidi. Una formulazione che solleva dubbi e lascia spazio a interpretazioni pericolose.

            Un messaggio devastante

            Riconoscere “motivi umanamente comprensibili” per un doppio femminicidio suona come una giustificazione che rischia di normalizzare la violenza domestica. Un segnale inquietante in un Paese dove il femminicidio è un’emergenza quotidiana.

            Le denunce di Gabriela e le paure di Renata non sono bastate a salvarle. Ora, il verdetto sembra negare loro persino la giustizia. Un sistema che assolve, in parte, chi uccide per “frustrazione” lascia le vittime e le loro famiglie senza una vera risposta.

            L’Italia merita di meglio: un sistema che tuteli le vittime, che riconosca la gravità della violenza di genere e che non conceda attenuanti a chi priva due donne della loro vita. Perché ogni parola spesa per “comprendere” un assassino è un insulto a chi non può più difendersi.

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              Storie vere

              Attenti alle truffe degli affitti estivi: come difendersi da brutte sorprese

              A Senigallia, una donna di Macerata cade vittima di una truffa online e scopre che la casa prenotata è abitata dai legittimi proprietari.

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                Le vacanze estive sono un momento tanto atteso, ma sempre più spesso si trasformano in un incubo a causa di truffe online. L’ultimo caso di una donna di Macerata che ha perso 700 euro prenotando una casa vacanza inesistente a Senigallia è solo l’ultimo esempio di un fenomeno in costante crescita. La truffa degli affitti delle case di vacanza.

                Come funziona la truffa

                I truffatori utilizzano diverse tecniche per ingannare le loro vittime. Annunci falsi su portali specializzati o sui social network nei quali i truffatori pubblicano annunci accattivanti con foto false o rubate, prezzi vantaggiosi e descrizioni ben dettagliate che attirano l’interesse.
                Bisogna stare attenti alle richiesta di pagamento anticipato troppo elevate. Spesso chi truffa chiede il pagamento di una caparra o dell’intero importo tramite bonifico bancario o altri metodi difficilmente tracciabili. State attenti alle false identità, molti truffatori si fingono proprietari o intermediari, fornendo informazioni false sui loro contatti.
                Attenti anche alle case inesistenti o occupate da altri. Una volta incassato il denaro, i truffatori svaniscono nel nulla, lasciando i malcapitati senza alloggio e senza soldi.

                Ma perché si cade in trappola?

                Spesso si cade in trappola perchè si ha la smania di portare a casa l’occasione giusta e si ha voglia di concludere in fretta l’accordo per paura di non trovare più disponibilità. Questo ci porta a non dedicare del tempo per fare le dovute verifiche. Anche i prezzi ci portano a cadere nei tranelli. Offerte troppo vantaggiose rispetto alla media del mercato sono lì a farci l’occhiolino nascondendo il ‘pacco’ che ci aspetta dietro l’angolo. Inoltre abbiamo troppa fiducia nei siti web. Molti utenti credono che i portali specializzati offrano garanzie di sicurezza, ma non è sempre così.

                Come difendersi dalle truffe

                Per evitare di cadere vittima di queste truffe, è fondamentale seguire alcune semplici regole. Verificare l’affidabilità del sito web. Controlla le recensioni degli utenti e cerca informazioni sul sito stesso.
                Chiedere più foto. Richiedete foto e video dell’immobile da diverse angolazioni e con dettagli specifici.
                Contattare il proprietario direttamente. Se possibile, cercate di contattare il proprietario telefonicamente o via email per verificare la sua identità.
                Diffidare dei pagamenti anticipati. Evitare di versare somme ingenti prima di aver visto l’immobile e di aver firmato un contratto.
                Utilizzare piattaforme sicure. E’ consigliabile preferire piattaforme che offrono sistemi di pagamento protetti e garanzie per gli utenti.
                Denunciare sempre alle autorità. In caso di truffa, bisogna sporgere subito una denuncia alle forze dell’ordine e segnalare l’accaduto al sito web dove avete trovato l’annuncio.

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