Televisione
Dopo Belve, Mammuccari costretto a prendere il Lexotan: che ti succede Teo? (video)
Il talk condotto da Francesca Fagnani non è roba per tutti. Occorre un grandissimo senso dell’autoironia, controllo delle emozioni e risposta pronta, possibilmente divertente. Caratteristiche che attualmente sembrerebbero mancare al lo showman romano.
Caspita… deve esserci rimasto davvero male il conduttore romano dopo la sua partecipazione al popolare programma Belve. Uomo proverbialmente “fumantino” e per nulla diplomatico, Teo Mammuccari non è riuscito a calarsi nello spirito del tagliente programma di Rai 2 condotto dalla giornalista Francesca Fagnani, abbandonando lo studio sul più bello. Un gesto condizionato dalla rabbia e dalla permalosità che non ha mancato di ripercuotersi su infinite polemiche che hanno inondato il web. Mostrando peraltro un suo lato davvero inaspettato e dimostrando – cosa quantomeno bizzarra per uno che fa televisione – di non conoscere per nulla lo show in questione.
C’è rimasto non male… malissimo!
Tutti pensavano che la cosa si fosse sbollita dopo la trasmissione. Invece no, l’ex animatore di villaggi sembra abbia avuto ripercussioni concrete, dichiarando: “Quando uno prende il Lexotan per dormire non sta bene, ho parlato con alcuni amici e mi hanno detto che passa tutto in fretta, ma io sto pensando di sospendere il teatro e ho detto al mio agente che mi prendo un anno sabbatico dalla tv. Non sto bene. Che devo fare?”.
Problemi di salute non meglio identificati
Mammucari ha poi parlato con trasparenza di un periodo particolarmente complesso della sua vita. La fatica emotiva e fisica, unita a problemi di salute, lo ha portato a riconsiderare le sue priorità. “Quando uno prende il Lexotan per dormire non sta bene“, ha confessato, rivelando insomma di vivere un periodo attuale molto difficile.
Stop anche agli spettacoli in teatro
Nonostante il conforto degli amici, che lo incoraggiano dicendogli che “passa tutto in fretta”, Teo avrebbe scelto, stando alle ultime dichiarazioni, di prendersi del tempo per sé. Sospendendo temporaneamente anche i suoi spettacoli in teatro e allontanandosi dal piccolo schermo per un anno intero. “Mi hanno detto ‘ma sei matto?”, ha aggiunto. Ma per lui questa scelta è inevitabile: “Non sto bene, devo farlo”.
L’autoironia non è il suo forte
Sicuramente non sarà stata tutta colpa di Belve, anche se in quella occasione Mammucari ha mostrato di essere una persona ironica ma per nulla… autoironica. Raccontando in seguti di aver mal digerito i meme e gli sfottò online. “Se qualche meme mi ha fatto ridere? Qualcosa. Ma sono stato travolto da insulti e minacce“. E ancora: “Belve? Avevo solo visto l’intervista di Flavia Vento e qualche spezzone su YouTube di Raoul Bova. Non è il tipo di tv che guardo“. Forse, prima di accettare l’invito… avrebbe fatto meglio ad informarsi, soprattutto per evitarsi questo malumore attuale.
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Televisione
Anche la leggenda umana e sportiva di Ayrton Senna diventa una serie tv
La televisione sembra aver nettamente battuto il cinema come strumento preferito per raccontare i grandi miti. Anche la vita del pilota brasiliano Ayrton Senna si trasforma in una produzione targata Netflix, per narrare un mito che resiste all’usura del tempo con forza inaudita.
E’ l’attore brasiliano Gabriel Leone, davvero identico al campione scomparso a Imola, ad impersonarlo in Senna. Una somiglianza altrettanto sorprendente quella del francese Matt Mella che interpreta Alain Prost e che, vista la sua fisionomia, dev’essersi presentato al provino sicuro dell’ingaggio.
Contiene diversi generi narrativi
Si tratta di un biopic in piena regola, con l’infanzia, i contrasti in famiglia, la volontà precisa di lasciare il Brasile e la moglie, per andare a correre in giro per il mondo. Fino all’epilogo, atroce, accaduto trent’anni fa, in un primo maggio che ha cambiato per sempre l’automobilismo e forse anche la percezione del primo maggio.
Per appassionati e non
Una vita – la sua – che è già fiction in sé, quella della miniserie arrivata da poco su Netflix, in sei episodi che ripercorrono la vita e la carriera di Ayrton Senna, leggendario pilota di Formula 1, intrecciando le sue gare con momenti personali e il tragico finale nel 1994. Caldamente consigliato agli appassionati di Formula 1 e a tutti quelli che desiderano scoprire l’uomo dietro la leggenda. Una visione capace di emozionare anche chi non segue l’automobilismo.
Tra gare avvincenti e intimi momenti personali
Non si tratta solo di un tributo al leggendario pilota brasiliano, ma un’immersione emozionante nella vita di un uomo che ha scritto la storia della Formula 1, permettendo di catturare l’essenza di Senna sia in pista che fuori, portando lo spettatore in un viaggio tra adrenalina, ambizione e tragedia. Attraverso la narrazione visivamente spettacolare delle gare e un ritratto intimo del campione, Senna ha molto da offrire a chi desidera scoprire la persona dietro l’icona.
Sembra un documentario
Potrebbe apparire un documentario, tanto appare puntiglioso e descrittivo nella narrazione… ma si tratta di una fiction per la quale la produzione brasiliana non ha badato a spese. Basta analizzare lo sforzo imponente per riultare perfetti in certe rappresentazioni, come quella di Monaco 1988: una gara epica nella tempesta, coi francesi che si arrabbiano e fanno vincere Prost davanti a quel giovane impertinente e dal mostruoso talento. Riprese e montaggio sono da film-action di primissimo livello.
Una sceneggiatura pensata per il grande pubblico
Senna centra perfettamente il bersaglio. i diversi livelli di apprezzamento fra sportivi e semplici spettatori lo dimostra. Gli appassionati di motori lamentano un eccesso di vicende personali. E quelli solo attratti dal mito, che non distinguono una monoposto da un sidecar, ritengono invece che si indugi troppi con questioni tecniche, rivalità in pista e cose di questo genere. Pareri contrapposti che dimostrano come la sceneggiatura sia stata resa generalista il giusto, per accontentare il grande pubblico.
Televisione
Non c’è pace per Mammucari. Liti, polemiche, dal caso Belve ai precedenti con Mara Venier
Non si placa sui social l’onda lunga delle polemiche seguite al caso Mammucari.
L’abbandono del set di Belve scatena un ciclone mediatico contro il conduttore. Dalla reazione di Mara Venier nel 2017 alle frecciate di Flavia Vento, Mammucari finisce nell’occhio del ciclone dei social.
Mammucari sotto accusa, tra scivoloni e rivalità
Il recente abbandono dello studio di Belve da parte di Teo Mammucari, dopo una lite con Francesca Fagnani, ha scatenato un’ondata di polemiche sui social. L’ex moglie del conduttore, Thais Souza Wiggers, ha alimentato il dibattito con un messaggio enigmatico su Instagram: “Tempo al tempo, prima o poi la maschera cade“. Non è la prima volta che Mammucari si trova al centro di controversie. Nel 2017, durante l’ultima puntata di Tu sì que vales, una battuta infelice su Mara Venier portò la conduttrice a lasciare lo studio in diretta. “Mara non vede e non sente, è come le scimmie“, ironizzò Mammucari, facendo infuriare la Venier: “Ma vai a fare in c… Non fai ridere, il pubblico non ti ama quando continui a offendermi.” Maria De Filippi, mediatrice in quella occasione, riuscì a placare i toni, ma l’episodio rimase emblematico dello stile irriverente del conduttore.
Flavia Vento e la minaccia di azioni legali
Dopo Belve, la polemica ha toccato anche Flavia Vento. Offesa da un commento di Mammucari alla conduttrice Francesca Fagnani (“Non sono la Vento, dunque non puoi prendermi in giro“), la showgirl ha espresso il suo disappunto dichiarando di valutare un’azione legale. “Mi ha fatto passare per quella che non sono,” ha detto Vento durante una recente intervista, rievocando antichi dissapori con il conduttore. E nonostante le scuse tardive di Mammucari, che ha motivato l’abbandono di Belve con la paura di domande scomode sulla sua famiglia, l’episodio ha sollevato un effetto domino. Reazioni e polemiche che hanno alimentato un’immagine controversa che, per ora, non trova pace sui social e tra i colleghi del mondo dello spettacolo.
Televisione
Fabio Volo, un “gattone” da milioni di copie: il suo amore islandese, la tv ed altre storie
L’attore, scrittore e conduttore radiofonico ospite da Francesca Fagnani a “Belve”, è apparso in tutta la sua bonarietà: tutt’altro che una fiera assetata di sangue.
Sotto lo pseudonimo si cela il signor Fabio Bonetti, nato a Calcinate il 23 giugno 1972 (ha 52 anni), da mamma Fiore e papà Giovanni. Originario di Bergamo, cresce a Brescia, città dove vive tutt’ora. Dopo aver conseguito la licenza media inferiore, abbandona il liceo e inizia a lavorare come panettiere nel forneria di famiglia. Scrittore di bestseller ma anche conduttore radiofonico – a radio Capital e poi a Deejay -, attore e doppiatore. Grazie ad una personalità molto versatile, Volo si è fatto strada nel mondo dello spettacolo diventando uno dei volti più apprezzati dal pubblico italiano.
A tu per tu con i lettori
Faccia da bravo ragazzo, si appassiona alla musica elettronica da giovanissimo e produce alcune canzoni. Una di questa si intitola “Volo”: da qui il suo nome d’arte. La svolta nel 1996 quando incontra un uomo dal grandissimo fiuto: Claudio Cecchetto. Grazie a lui inizia a lavorare a Radio Capital. In breve tempo diventa una delle voci più ascoltate in radio. Il successo arriva in fretta: dopo aver esordito in televisione al timone del programma Svegliati nel 1997, l’anno successivo entra nel team de Le Iene, dove rimane per tre anni. Nel Duemila approda a Radio Deejay, dove conduce la seguitissima trasmissione Il Volo del Mattino fino al 2013.
Il suo grande amore islandese
Nel corso della sua carriera, si è dedicato anche alla scrittura. Volo vanta milioni di copie vendute e i suoi libri sono stati tradotti in varie lingue. Artista dalle mille risorse, è anche attore e doppiatore. Dal 2011 al 2021 ha avuto una relazione con l’islandese Jóhanna Hauksdóttir, un’istruttrice di pilates, conosciuta tramite un’amica in comune a New York, città nella quale si trovava per girare il film Il giorno in più. Dalla loro unione sono nati due figli: Sebastian nel 2013 e Gabriel nel 2015.
Non l’ha mai tradita
Di quella liaison dichiara: «Sarei rimasto con Johanna tutta la vita se fosse andata bene, non sono “contro la coppia”, non faccio piani, ma se lì dentro non c’è qualcosa che mi tiene vivo, non posso andare avanti». Ai tempi della separazione la cronaca rosa parlava di un presunto tradimento di Volo verso la storica compagna. Una tesi smentita prontamente: «In radio sono subito arrivati molti messaggi di insulti. Tutti hanno pensato che se ci lasciavamo era perché l’avevo tradita. Non ho mai tradito Johanna. Le sono sempre stato fedele». Nel dicembre 2023 Volo è stato paparazzato in giro per le strade di Milano in compagnia di una donna misteriosa. Al momento non abbiamo informazioni in merito alla situazione sentimentale dello scrittore.
Cresciuto non senza difficoltà
Di quel periodo ha raccontato: «Mio padre purtroppo ha sempre avuto grandi problemi economici, pignoramenti, sono cresciuto dentro questa bolla della povertà. Non che non ci fosse da mangiare, ma il non poter fare le cose. Quando sono stato fortunato abbastanza da aiutarli ho pagato i suoi debiti, ho comprato casa per loro e li ho mandati in pensione qualche anno prima. Il più grande successo della mia vita è stato quello», ha confessato.
Quel bacio paterno così desiderato
«Mio padre non mi ha mai dato baci, era un uomo d’altri tempi. Non era uno affettuoso con noi, rideva e scherzava, ma non era come me con i miei figli. Un giorno, quando era già malato, gli ho fatto la barba io, per me è stato un momento mistico. Mentre mi avvicino per andare sull’altra guancia, lui mi ha dato un bacio. Fu inaspettato e toccante. Sono stato salvato da un bacio di mio padre, lo avevo aspettato 45 anni».
Spazio alla meditazione
Volo da tempo è molto coinvolto dalla pratica della meditazione. Ritagliandosi grande spazio nel suo privato da dedicare alla serenità interiore: praticando il buddismo, condividerndo esperienze con popoli stranieri e tribù indigene. «Mi considero una persona interessata alla spiritualità, pratico il buddismo, incontro gli sciamani, ho parlato con Sadhguru. Frequento gruppi che una volta l’anno riuniscono per quattro giorni capi di culture indigene. Sono esperienze che mi arricchiscono».
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