Sport
Scamacca torna sui suoi passi: matrimonio con Flaminia e frecciatina di Chiara Nasti
L’attaccante dell’Atalanta ha scelto il giorno di Natale per fare la più bella delle promesse d’amore: un anello e una proposta di matrimonio alla storica fidanzata Flaminia Appolloni.
Ha scelto proprio il giorno di Natale per fare la più bella delle promesse d’amore. Gianluca Scamacca attaccante neroazzurro si è inginocchiato davanti a Castel Sant’Angelo e ha chiesto la mano a Flaminia Appolloni, la sua storica fidanzata. Un gesto romantico che ha commosso i fan e che ha fatto il giro del web.
Un amore a rimbalzo per Scamacca
La notizia del fidanzamento arriva dopo un’estate turbolenta per Scamacca, che era stato paparazzato in compagnia dell’influencer ed ex tronista Angela Nasti. La relazione con Flaminia sembrava ai titoli di coda, ma a quanto pare l’amore per la sua fidanzata storica è stato più forte. Un vero e proprio colpo di scena visto che meno di un paio di mesi fa il giocatore scriveva sui social “Ti amo alla Nasti” ed ora invece esplicita di avere sempre voluto Flaminia: “Ora e per sempre!“. Un vero e proprio attaccante, eclettico e fantasioso.
Intanto Chiara Nasti, sorella di Angela, non l’ha presa bene…
La notizia del matrimonio ha scatenato un’ondata di commenti sui social, tra cui quello velenoso di Chiara Nasti, sorella di Angela. La showgirl ha ironizzato sulla situazione, scrivendo: “Ca… ridi che sei cornuta? Ci piace, state bene“. Un commento diretto alla Appolloni che ha infiammato ulteriormente la situazione e che ha alimentato il gossip natalizio.
Chi è Flaminia Appolloni?
Flaminia Appolloni, laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali con un master in Criminologia, è stata a lungo la compagna di Scamacca. La coppia si è conosciuta quattro anni fa e ha vissuto un periodo di crisi dopo il flirt estivo del calciatore. Il ritorno di fiamma tra Gianluca Scamacca e Flaminia è stato inaspettato. Solo una settimana fa, i due erano apparsi insieme alla cena di Natale dell’Atalanta, confermando così la riconciliazione.
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In primo piano
Jannik Sinner: dalle piste da sci agli Australian Open, un campione con i piedi per terra
Il tennista altoatesino ha trascorso le festività natalizie in famiglia, ritrovando le sue radici e ricaricando le batterie in vista della nuova stagione.
Jannik Sinner, il numero uno del tennis mondiale, ha deciso di trascorrere le festività natalizie lontano dai riflettori, tornando alle sue origini in Alto Adige. Il campione ha scambiato la racchetta con gli sci, scivolando sulle piste di Plan de Corones, dove da bambino muoveva i primi passi. “Questa è la giornata che più di tutte amo passare in famiglia, con i genitori”, ha confidato Sinner in passato. E infatti, durante le vacanze, il tennista ha potuto godere della compagnia dei suoi cari, assaporando i piatti tradizionali e riposandosi in un ambiente familiare e tranquillo.
“A casa Sinner si parla pusterese, il dialetto che Jannik usa anche con l’amico – manager Alex Vittur quando non vuole essere capito da chi non conosce il dialetto”, ha rivelato un amico della famiglia.
Ma il ritorno alle origini non è stato solo un momento di relax. Sinner ha anche approfittato di questi giorni per prepararsi al meglio per la nuova stagione. “A Dubai ho completato la preparazione con Simone Vagnozzi, il preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio”, ha dichiarato il tennista.
Dopo le voci di crisi con Anna Kalinskaya, sembra che la vita sentimentale di Sinner stia attraversando un momento positivo. A Dubai, il tennista ha conosciuto il “cognato” Nikolay e ha postato sui social alcune foto con i nipotini, segno di una ritrovata serenità.
Ora, Sinner è pronto a rientrare in campo. Il 7 gennaio lo vedremo impegnato in un’esibizione di beneficenza a Melbourne, prima di iniziare la difesa del titolo agli Australian Open.
Il campione altoatesino, nonostante i successi e la fama, non ha dimenticato le sue radici e i valori che lo hanno formato. Un esempio di umiltà e determinazione che lo rende un modello per tanti giovani.
Gossip
Giorgio Rocca: dal podio alle piste per i vip, una carriera a tutto slalom!
L’ex campione di sci svela i segreti della sua carriera, tra lezioni esclusive ai vip e un’analisi critica del mondo dello sport.
Giorgio Rocca, da campione olimpico a guru dello sci per le celebrità, non perde colpi. L’ex sciatore italiano ci racconta di come ha trasformato la sua passione in un business di successo e ci offre un’analisi pungente del mondo dello sport.
Dalla pista al jet set
Giorgio Rocca, uno dei più grandi slalomisti italiani di sempre, ha saputo reinventarsi dopo il ritiro dalle competizioni. Oggi, l’ex campione è un affermato maestro di sci, con una clientela d’élite che spazia dal mondo dello spettacolo all’imprenditoria.
“La neve appiana tutto”, afferma Rocca, descrivendo l’atmosfera delle sue lezioni. “È come se non fossero né ricchi né famosi. Io ascolto, e qualche volta, quando porto un imprenditore (da Ruffini di Moncler ad Alessandri di Technogym), cerco di capire come ha avuto successo. E così con i personaggi tv: Michelle Hunziker, fra i miei allievi, è quella che scia meglio, sportiva vera. Anche Maria De Filippi sciava bene”.
Ma Rocca non si limita a insegnare la tecnica dello sci. Le sue lezioni sono un’opportunità per creare un legame speciale con i suoi allievi, condividendo esperienze, aneddoti e consigli. “La neve è un grande livellatore”, continua Rocca. “Sulla pista, tutti siamo uguali, e questo crea un’atmosfera unica”.
Un occhio critico sullo sport italiano
Nonostante il successo, Rocca non nasconde le sue preoccupazioni per il futuro dello sci alpino italiano. “Mi dispiace, vedo ragazzi dotati che non trovano stabilità nella sciata”, afferma l’ex campione, sottolineando la necessità di un cambiamento di rotta.
Rocca critica in particolare la mentalità degli atleti e il sistema di allenamento. “Ne vedevo e ne vedo tanti felici di essere in top 10, in cerca del consenso dell’allenatore. Claudio Ravetto (il coach ndr) mi batteva la spalla: ‘Bravo sei arrivato secondo, ma ricordati che qualcuno ha vinto e non sei tu’. Oggi certi atleti non li vogliono più personaggi così”.
Nonostante le critiche, Rocca riconosce il talento e la determinazione di alcune atlete italiane, come Sofia Goggia e Federica Brignone. “Sofia Goggia ha una forza mentale enorme, supera qualsiasi campione che abbia conosciuto”, afferma l’ex campione. E su Federica Brignone aggiunge: “Fede ha preso decisioni radicali, essere allenata dal fratello: aveva ragione su tutta la linea. Chi, come lei è forte, se ne frega se le scelte non sono condivise, va avanti. Fa bene”.
Giorgio Rocca e la sua attività, una grande soddisfazione. Trasmettere la sua passione per lo sci alle nuove generazioni e aiutare i suoi allievi a migliorare è per lui una missione. “La neve è la mia vita”, afferma l’ex campione. “E io voglio continuare a condividerla con gli altri”.
Sport
Jannik Sinner e il clostebol, in attesa del verdetto c’è chi crede ciecamente in lui… ma non tutti
Il presidente del Coni Giovanni Malagò è tornato ad esprimersi sul caso di presunto doping da parte di Jannik Sinner: “”Credo nella sua totale innocenza”. Il caso Clostebol, che ha coinvolto il numero uno del tennis mondiale, gli da modo di esprimersi anche sull’Agenzia Mondiale antidoping. “Con i metodi della Wada mi sono già dovuto purtroppo confrontare. E con questo credo di aver risposto” ha dichiarato in una recente intervista.
Il nostro asso della racchetta, numero 1 al mondo, è sempre al centro delle discussioni, in un modo o nell’altro. La vicenda Clostebol tiene naturalmente banco e l’attesa del giudizio del TAS, posteriore al ricorso della WADA, alimenta i dubbi da più parti. Mentre il presidente Malagò si schiera apertamente a favore dell’azzurro, da parte di alcuni colleghi stranieri ci sono dubbi e perplessità su quanto ottenuto dal n.1 del ranking in questa stagione.
C’è chi butta benzina sul fuoco
Nel corso del podcast No Challengers Remaining, Ben Rothenberg e Tumaini Carayol hanno approfondito il modo in cui la grande ascesa di Sinner fosse coincisa anche con una doppia positività a una sostanza proibita. Suggerendo di leggere i successi dell’atleta anche alla luce di questo elemento. Per loro, a prescindere dal giudizio finale, non vi è certezza assoluta che Jannik non sia dopato. Un ragionamento smentito però nei fatti, sia dal giudizio di primo grado dell’ITIA – The International Tennis Integrity Agency – e anche dalla stessa Agenzia mondiale antidoping che ha deciso di perseguire il nostro sportivo per le responsabilità che ha nei confronti del suo team e non per doping.
Cos’è il clostebol
Si tratta di uno steroide anabolizzante, derivato del testosterone. Il suo nome è diventato famoso nelle cronache sportive perchè un tempo veniva utilizzato dagli atleti della Repubblica Democratica Tedesca per aumentare le prestazioni fisiche. Chimicamente del tutto simile al testosterone, fungendo infatti da anabolizzante, favorisce la stimolazione della produzione di molecole complesse quali lipidi e proteine.
Richiesta di trasparenza
Anche la questione legata alla “trasparenza” è un argomento del quale si continua a discutere, soprattutto negli Stati Uniti. Nel corso di un servizio sul noto canale a stelle e strisce Tennis Channel, lo stimato giornalista – un tempo giocatore ed allenatore – Jason Goodall, si è espresso senza andare certo per il sottile: “Se un giocatore è risultato positivo come Sinner in due circostanze, dovremmo conoscere i fatti del caso. Perché non lo sappiamo? Voglio più trasparenza e non sospensioni soft e segrete“.
Cosa succederebbe se…
Per Jannik Sinner il momento della verità deve ancora arrivare: cosa deciderà il Tas di Losanna? Un interrogativo che dovrà aspettare anche qualche tempo per ricevere risposta. Il nostro giocatore, nel frattempo, si concentra su quel che sa fare meglio: giocare… anche se è inevitabile che tutto sia condizionato da quel che deciderà il collegio arbitrale svizzero. Un verdetto che non arriverà prima di febbraio 2025, Sinner e il suo entourage staranno già pensando al piano in caso di squalifica e a quali potrebbero essere le mosse da compiere. Sicuramente, dal punto di vista legale, dovesse arrivare un verdetto negativo si proverebbe la strada del ricorso, ma è sull’aspetto sportivo che si concentrano un po’ tutti: cosa succederebbe in caso di stop per il 23enne italiano? Una risposta non certo semplice da formulare perché dipende da svariati aspetti, non ultimo l’entità della squalifica.
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