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Storie vere

Zachary e la palla d’oro: un bambino di 10 anni diventa milionario grazie a un cimelio storico del baseball

Zachary Ruderman, 10 anni, ha reso la sua famiglia milionaria grazie alla vendita all’asta della palla del primo grand slam walk-off nella storia delle World Series. Il cimelio, segnato dal campione Freddie Freeman, è stato battuto per oltre 1,5 milioni di dollari

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    A volte, un gesto semplice può cambiare la vita. È quanto successo a Zachary Ruderman, un ragazzino di 10 anni, che con una deviazione istintiva ha consegnato a suo padre la palla che sarebbe diventata il simbolo di un momento storico del baseball americano. Una palla che, qualche mese dopo, ha fatto della sua famiglia dei milionari, grazie a un’asta record conclusasi con un’offerta di 1 milione e 560 mila dollari (circa 1 milione e 484 mila euro).

    Ma questa non era una palla qualunque. Era la palla del primo grand slam walk-off nella storia delle World Series, il fuoricampo a basi piene segnato da Freddie Freeman, il campione dei Los Angeles Dodgers, durante la partita d’apertura della serie contro i New York Yankees. Con quel colpo, Freeman non solo ha regalato un vantaggio clamoroso alla sua squadra, che avrebbe poi vinto il titolo con un netto 4-1, ma ha anche scritto una pagina di storia che i collezionisti non si sono fatti sfuggire.

    Il 26 ottobre 2024, al Dodger Stadium, Zachary neanche sapeva di dover essere lì. Il padre, Nico, gli aveva detto che avrebbero passato il pomeriggio dal dentista, ma una volta in macchina, la sorpresa è stata svelata: si sarebbe tolto l’apparecchio, ma non dai denti. Era il momento di andare a tifare i Dodgers con la famiglia. Zac, che aveva già indossato cappello e felpa della squadra del cuore “perché non si sa mai”, non poteva immaginare cosa stesse per succedere.

    Quando Freeman ha colpito quella palla, lo stadio era in delirio. “Non c’era nessuno seduto. Io ero in piedi sul sediolino, perché altrimenti non avrei visto nulla,” ha raccontato Zac. “Dopo il rimbalzo su un altro sedile, ho capito che stava arrivando verso di noi e l’ho deviata verso mio padre. È stata una reazione d’istinto”. Un gesto naturale, ma che ha cambiato tutto.

    La portata di quel momento non è stata subito chiara. Nei giorni successivi, la famiglia Ruderman ha iniziato a ricevere attenzione per quel cimelio, ma è stato solo durante un volo che la cosa ha preso una piega incredibile. Una hostess, vedendo Zac con il cappellino dei Dodgers, gli ha chiesto: “Hai visto il walk-off grand slam di Freeman?”. Quando lui ha risposto di sì, aggiungendo di aver preso la palla, l’intero aereo è andato in visibilio. Il comandante ha persino annunciato al microfono: “A bordo con noi c’è il ragazzo che ha preso la palla del walk-off di Freeman!”.

    Dopo quell’episodio, i Ruderman hanno deciso di mettere la palla all’asta, scegliendo SCP Auctions per valorizzare un pezzo unico nella storia del baseball. Il risultato è stato spettacolare: una vendita da oltre 1,5 milioni di dollari, destinata a diventare un punto di riferimento nel mondo del collezionismo sportivo.

    Freddie Freeman, idolo indiscusso di Zac, non solo ha portato fortuna alla sua squadra, ma ha anche trasformato una partita in un evento che questa famiglia non dimenticherà mai. Da un pomeriggio allo stadio a una fortuna milionaria: se c’è una lezione in questa storia, è che, a volte, essere nel posto giusto al momento giusto può fare davvero la differenza.

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      Storie vere

      Gaya Spolverato: la chirurga dei record che cambia la Sanità italiana

      Da Padova a New York e ritorno, la storia della più giovane primaria d’Italia. Competenza, determinazione e innovazione per sfidare tumori inoperabili e stereotipi di genere.

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        Gaya Spolverato, 40 anni, è la più giovane primaria d’Italia e un simbolo di innovazione nel mondo della chirurgia oncologica. Guida la Chirurgia Generale 3 dell’Ospedale di Padova, dove affronta casi limite e tumori considerati inoperabili, restituendo speranza a pazienti che arrivano da tutta Italia. Con oltre 3000 interventi chirurgici eseguiti, più di 250 articoli scientifici pubblicati e una lunga esperienza internazionale, Spolverato è una pioniera che sta riscrivendo le regole della chirurgia italiana. Nata ad Albignasego, un paese in provincia di Padova, è madre di due figli e combina alla perfezione una brillante carriera con una vita familiare intensa. È anche una convinta sostenitrice dell’uguaglianza di genere, fondatrice di Women in Surgery Italia, una rete a sostegno delle chirurghe italiane, e delegata dell’Università di Padova alle pari opportunità.

        Dalla provincia veneta alle eccellenze internazionali

        La dottoressa ha costruito una carriera straordinaria partendo dalla provincia padovana. Dopo gli studi iniziali in Italia, si è formata nei centri medici più prestigiosi del mondo. Ha studiato e lavorato presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York e la Johns Hopkins di Baltimora, dove ha affinato le sue competenze in chirurgia oncologica complessa. Rientrata in Italia, ha portato con sé un bagaglio di esperienza internazionale, contribuendo alla crescita dell’ospedale di Padova. Qui, come professoressa associata di Chirurgia, ha avviato importanti progetti, tra cui la prima fellowship nazionale in chirurgia oncologica, e ha promosso un centro di formazione per la chirurgia robotica.

        Una carriera tra sfide e innovazione

        La chirurgia oncologica è il cuore della sua missione. Specializzata in interventi gastrointestinali complessi e tumori avanzati, affronta quotidianamente sfide ritenute impossibili. Tra i suoi interventi più difficili ci sono le exenteratio pelviche, operazioni che richiedono la rimozione di tutti gli organi pelvici, e la resezione multiviscerale per sarcomi retroperitoneali, una tecnica appresa e migliorata grazie alla collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano.

        Innovazione continua: un must per la dottoressa Spolverato

        Gaya Spolverato è una delle principali promotrici della chirurgia robotica e dell’uso dell’intelligenza artificiale in sala operatoria, strumenti che stanno rivoluzionando il settore. Nel suo reparto gli interventi robotici sono aumentati del 200% nell’ultimo anno, e il centro di formazione di Padova è diventato un punto di riferimento nazionale.

        Combattere gli stereotipi di genere e promuovere l’uguaglianza

        In un ambiente tradizionalmente maschile come quello della chirurgia, Spolverato ha dovuto affrontare non solo le sfide professionali, ma anche gli ostacoli culturali. “La chirurgia è storicamente maschile – spiega – e le poche donne presenti sono spesso bloccate nella carriera. Per questo ho fondato Women in Surgery Italia, per creare reti di sostegno e favorire il cambiamento“. La sua esperienza come donna giovane e preparata l’ha portata a combattere pregiudizi, anche nel linguaggio. “Chiamatemi chirurga e primaria – insiste – perché ciò che non si nomina, non esiste“. E per il futuro?

        Per il futuro, Gaya Spolverato ha le idee chiare, vuole dedicarsi anche allo sport

        Vuole continuare a innovare in Italia e creare le condizioni per formare una nuova generazione di chirurghe e chirurghi di alto livello. “Voglio portare cambiamento a Padova, nella mia città – dichiara – e mi sono data dieci anni per riuscirci“. Nonostante le offerte di lavoro dall’estero, rimane legata al suo ruolo in Italia, dove sente di poter fare la differenza. “Il mio obiettivo principale è prendermi cura dei pazienti e affrontare senza paura le sfide. La paura in sala operatoria c’è sempre, ed è giusto che ci sia: avere coraggio significa imparare a convivere con la paura“. Tra sala operatoria, responsabilità amministrative e famiglia, Spolverato trova il tempo per lo sport, che definisce una fonte di energia. Appassionata di yoga e corsa, non rinuncia a prendersi cura di sé per affrontare al meglio le sfide quotidiane.

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          Storie vere

          Graziano Scarabicchi, lo sconosciuto più famoso d’Italia: 156 spot e una carriera in ascesa

          Dai piccoli borghi dell’Umbria al grande schermo: la straordinaria storia di un attore instancabile che, tra spot, film e conduzioni, inizia a essere riconosciuto dal pubblico italiano.

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            Si definisce “lo sconosciuto più famoso d’Italia” Graziano Scarabicchi, un volto che entra quotidianamente nelle case di milioni di italiani grazie a oltre 150 spot pubblicitari realizzati in 10 anni di carriera. È il padre amorevole, il marito, il fidanzato, il pasticcione: un attore che cambia “abito” in ogni ruolo, lasciando un segno, anche in pochi secondi. Tra i suoi lavori più noti, un frame condiviso con Kate Winslet per una celebre marca di orologi. Originario di Monte Santa Maria Tiberina, un piccolo borgo dell’Umbria, Scarabicchi ha saputo trasformare il suo sogno d’infanzia in una carriera che spazia tra pubblicità, film, serie TV e conduzioni televisive.

            Il segreto del successo

            Il segreto del suo successo? “Non ci sono sconti,” afferma. “Lavoro duro a ogni provino, rifaccio i video finché non sono soddisfatto. È una dedizione totale che alla fine ripaga.” La sua versatilità è la chiave: la capacità di adattarsi a tanti ruoli diversi gli permette di spaziare dal mondo della pubblicità a quello del cinema e della TV. Attualmente, GrazianoScarabicchi è impegnato in ben quattro spot in onda e si prepara all’uscita di tre film. Il primo, Io e te dobbiamo parlare (19 dicembre), lo vede accanto ad Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni. A marzo sarà protagonista di Io non sono nessuno, dedicato alla vita di Mariasilvia Spolato, prima donna italiana a dichiarare pubblicamente la sua omosessualità. Un terzo progetto, La volpe e l’uva, è in fase di definizione. Per la TV, ha partecipato alla serie di successo Il clandestino e ha condotto programmi come Paradise e Felicità.

            Il legame di Graziano Scarabicchi con le sue radici

            Nonostante il crescente successo, Graziano Scarabicchi rimane legato al suo borgo natale, dove torna appena può per “imbiancare casa, fare la spesa o rotolarsi nel prato con i cani.” La sua umiltà emerge anche nei ricordi: i sacrifici giovanili per frequentare i corsi di teatro a Sansepolcro, le prime esperienze come modello e le giornate da fabbro nell’azienda di famiglia. Il suo sogno prende forma con il trasferimento a Milano per frequentare un’accademia di recitazione, proseguendo con una masterclass al Piccolo Teatro e le prime apparizioni televisive, come nella sitcom Vita da vigile su Rai Due. Oggi, con una carriera consolidata e un curriculum impressionante, Graziano continua a vivere e lavorare con la stessa dedizione degli inizi. “I miei amici mi dicono: ‘Sei famoso’, ma io rimango il Graziano di sempre. E sì, se c’è da tinteggiare, prendo secchio e pennello e lo faccio.

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              Storie vere

              Dentista rovinato dalla segretaria: sottratti 400mila euro per il casinò e le bollette

              Uno studio a Milano chiuso dopo il tradimento di una collaboratrice storica. Appropriazione indebita e autoriciclaggio al centro di una vicenda che ha distrutto la carriera del professionista

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                La storia di un dentista milanese, che aveva costruito con anni di lavoro un’attività ben avviata a pochi passi dal Duomo, si è trasformata in un incubo a causa del tradimento della sua collaboratrice più fidata. La segretaria, che lavorava nello studio da molti anni, era diventata per il professionista un punto di riferimento. Aveva accesso all’intera contabilità, gestiva i rapporti con il commercialista e, cosa ancora più delicata, disponeva delle credenziali per l’home banking dello studio.

                Questa fiducia, apparentemente ben riposta, si è rivelata fatale. La donna, approfittando del suo ruolo di responsabilità, ha sottratto una cifra impressionante di circa 400mila euro, utilizzandola per coprire spese personali. Tra i movimenti bancari più rilevanti emersi dall’indagine ci sono bonifici destinati alla polisportiva del fratello per il pagamento delle bollette e somme ingenti spese al Casinò di Mendrisio per il cambio di assegni.

                Il dentista, ignaro di quanto stesse accadendo, ha continuato a fidarsi della collaboratrice fino a quando non si è trovato sommerso dai debiti. Affitti non pagati e spese non giustificate hanno portato alla chiusura definitiva dello studio, lasciandolo senza più un’attività. La vicenda non si è fermata lì: la segretaria è ora accusata di appropriazione indebita e autoriciclaggio, reati per cui rischia pene molto severe.

                Per il professionista, però, resta il dramma personale di aver perso tutto non a causa di errori suoi, ma per il tradimento di chi avrebbe dovuto tutelare la sua attività. Una storia che mette in guardia chiunque lavori in contesti dove la fiducia è il perno di rapporti professionali.

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