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Cinema

Hugh Grant tra vulnerabilità e talento: «Tre anni schiavo dell’alcol. Ancora non capisco cosa mia moglie trovi in me»

Un attore iconico, un uomo complesso: Hugh Grant ripercorre le sfide della sua vita, tra dipendenze, il matrimonio felice con Anna Elisabet Eberstein e un ritorno al cinema che ribalta ogni cliché

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    Hugh Grant è un uomo dalle mille sfaccettature. L’attore britannico, che per decenni ha incarnato il fascino impacciato del “Mr. Romantico” grazie a film cult come Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, oggi si è trasformato in un maestro della complessità, interpretando personaggi oscuri e controversi. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, Grant si racconta senza filtri, tra successi, dipendenze, un matrimonio felice e la battaglia contro il suo stesso mito.

    La vera faccia di Hugh Grant: «Mr. Impacciato è stato un errore»

    Grant ammette che, dopo il successo travolgente di Quattro matrimoni e un funerale nel 1994, ha cercato di replicare nella vita reale il personaggio che il pubblico amava sullo schermo: «Facevo interviste sbattendo le palpebre e balbettando, cercando di essere quell’uomo timido e impacciato. Alla fine, giustamente, il pubblico si è stancato».

    Quella maschera, però, non gli è mai appartenuta davvero. Negli ultimi anni, l’attore ha ribaltato l’immagine costruita su di lui, scegliendo ruoli imprevedibili: da eleganti criminali (The Undoing, The Gentlemen) a personaggi moralmente ambigui (Paddington 2), fino al prossimo horror religioso Heretic.

    Una vita personale segnata dagli eccessi

    Dietro i riflettori, Grant ha affrontato battaglie personali che hanno messo a dura prova la sua stabilità. Dopo la fine di una lunga relazione, si è ritrovato «schiavo dell’alcol per circa tre anni», come racconta lui stesso.

    La svolta è arrivata nel 2010, quando ha incontrato Anna Elisabet Eberstein, una produttrice svedese che, nonostante le sue insicurezze, ha scelto di sposarlo otto anni dopo. «Non riesco ancora a credere che io possa piacerle», confessa Grant, che oggi è padre di cinque figli. «La mia famiglia mi rende terribilmente sentimentale, tanto che piango persino leggendo libri per bambini.»

    Il coraggio di combattere contro i tabloid

    Tra i momenti più intensi della sua vita pubblica c’è stata la battaglia legale contro i tabloid britannici. Vittima di intercettazioni telefoniche illegali, Grant è diventato uno dei volti principali di Hacked Off, l’organizzazione che denuncia gli abusi dei media.

    Recentemente, ha risolto una causa contro il Sun, accusando il tabloid di aver piazzato microfoni nella sua casa. «Vorrei che tutto fosse dimostrato in tribunale», ha twittato, annunciando che donerà il risarcimento ricevuto per sostenere altre vittime.

    Un talento unico e sottovalutato

    Sebbene Grant ami definirsi uno scettico della recitazione, chi ha lavorato con lui lo descrive come un perfezionista. «Sul set improvvisa, trova dettagli che trasformano un personaggio», racconta Sophie Thatcher, sua collega in Heretic. Anche le battute più memorabili, come l’iconico «Ciao, mamma!» de Il diario di Bridget Jones, sono farina del suo sacco.

    Hugh Bonneville, collega in Notting Hill e Paddington 2, lo elogia come «un attore di enorme talento, capace di rendere tutto naturale sullo schermo grazie a un impegno meticoloso».

    L’eredità di un uomo tra ironia e sincerità

    A 64 anni, Grant continua a essere una figura affascinante e contraddittoria. Con il suo tipico humour britannico, scherza su tutto – dalla politica alla religione – senza perdere mai quella scintilla di ironia che lo rende irresistibile. Ma dietro il sarcasmo si nasconde un uomo che ha imparato a fare pace con le proprie insicurezze e a trovare la felicità nella famiglia e nel lavoro.

    E se qualcuno gli chiede quale sia il segreto per essere Hugh Grant, lui risponde con un sorriso enigmatico: «Sono tanti, e lascio agli altri il compito di decidere quale vogliono conoscere».

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      Cinema

      Gli spettatori incoronano Schindler’s List: il miglior film storico di sempre secondo 1,5 milioni di persone

      Il capolavoro del 1993, premiato con 7 Oscar, si aggiudica il primo posto con un punteggio di 9,0. Seguono Oppenheimer e Hamilton, due opere moderne che hanno conquistato il pubblico con le loro narrazioni potenti e la rappresentazione di eventi storici epocali.

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        Se esiste una piattaforma che mette d’accordo milioni di cinefili nel mondo, quella è IMDb (Internet Movie Database), il gigantesco archivio online che cataloga film, serie televisive e videogiochi. Uno degli elementi che spiccano nel sito sono le valutazioni degli utenti: milioni di appassionati assegnano un voto alle opere indicizzate, creando una classifica collettiva che fotografa i gusti del pubblico globale.

        Abbiamo chiesto a IMDb di svelare quali siano i migliori film storici di tutti i tempi, basandoci su due criteri: un alto numero di voti, per garantire una rappresentazione ampia, e un punteggio elevato. I risultati parlano chiaro, incoronando come vincitore un capolavoro indiscusso della storia del cinema.

        Il podio dei film storici: capolavori di ieri e di oggi

        In terza posizione troviamo Hamilton (2020), il film ispirato all’omonimo musical di Broadway. Con un punteggio di 8,3 basato su 123mila voti, il film racconta la vita di Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti. Una storia moderna narrata in modo innovativo, che mescola storia e cultura pop.

        Sul secondo gradino del podio si piazza Oppenheimer (2023), diretto da Christopher Nolan. Basato sulla vita dello scienziato J. Robert Oppenheimer, padre della bomba atomica, il film ha ottenuto un punteggio di 8,3 con ben 828mila voti. Un risultato straordinario per un’opera che ha debuttato da poco ma che ha già lasciato un segno indelebile.

        Il primo posto, però, distanzia tutti gli altri, sia in termini di punteggio che di voti. Schindler’s List (1993), diretto da Steven Spielberg, si aggiudica il titolo di miglior film storico secondo IMDb. Con un punteggio di 9,0 e 1,5 milioni di voti, la pellicola che racconta la storia di Oskar Schindler e del suo coraggioso tentativo di salvare migliaia di ebrei durante l’Olocausto è un capolavoro universale che continua a commuovere e ispirare.

        Un fenomeno senza tempo

        Schindler’s List non è soltanto un film: è un’esperienza emotiva che affronta uno dei capitoli più bui della storia dell’umanità. Con le sue 7 statuette agli Oscar, tra cui quella per il miglior film e il miglior regista, l’opera di Spielberg non solo ha definito un genere, ma ha anche ridefinito il modo in cui il cinema racconta la Storia.

        La scelta del bianco e nero, il tocco narrativo unico di Spielberg e le straordinarie interpretazioni di Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes rendono questo film un esempio perfetto di come l’arte possa essere usata per ricordare, educare e sensibilizzare.

        Il pubblico e la Storia

        Il successo di opere moderne come Oppenheimer e Hamilton dimostra che il pubblico è affascinato dalle storie che esplorano il passato attraverso prospettive fresche e innovative. Tuttavia, il primato di Schindler’s List suggerisce che i classici restano insuperabili quando si tratta di emozionare e far riflettere sulle lezioni della Storia.

        Che si tratti di musical rivoluzionari, biografie di figure scientifiche o racconti struggenti dell’Olocausto, il cinema storico continua a occupare un posto speciale nei cuori degli spettatori, offrendoci un modo unico per rivivere il passato e, forse, imparare qualcosa di nuovo.

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          Cinema

          Angelina Jolie e Brad Pitt: che senso avrebbe un nuovo film insieme?

          Mentre la battaglia legale con l’ex moglie infuria, la superstar di Hollywood Brad Pitt si è dichiarato assolutamente contrario nel girare una nuova pellicola con Angelina Jolie, nonostante l’offerta multimilionaria del produttore Danny Rossner.

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            In un’intervista al quotidiano Daily Mail, alcune persone dell’entourage dell’attore spiegano in questo modo il suo netto rifiuto nel lavorare ancora sul set con l’ex moglie: «Tutti i soldi del mondo non permetterebbero a Brad di apparire di nuovo in un film con Angelina.

            Lei gli ha causato un dolore irreparabile

            Chiaramente si tratterebbe di un’operazione ad altissimo, per non dire enorme, potenziale commerciale, attirando l’interesse del pubblico nel rivederli nuovamente insieme (anche se solo per la finzione scenica), ma non è una cosa che prenderebbe in considerazione nemmeno per un attimo. Attualmente i due si considerano nemici: Pitt non si abbasserebbe a farsi pagare per parlare con Angelina sullo schermo. Neanche per la cifra più astronomica del mondo. Lei gli ha causato così tanto dolore e non vuole nemmeno che qualcuno intorno a lei parli di lei». Una versione che appare plausibile, dato il rapporto conflittuale tra i due divi, un tempo marito e moglie e ora divorziati.

            Una cifra stellare da dividere in due

            Una fonte anonima, anch’essa ripresa dal Daily Mail, ha parlato della sontuosa offerta di alcuni milioni di dollari come di una «abile trovata pubblicitaria». L’offerente, il produttore Danny Rossner, avrebbe dichiarato di aver raccolto quasi 60 milioni di dollari (pari a 57 milioni di euro) dai suoi finanziatori per convincere le due star a trovare un accordo contrattuale.

            Le quotazioni attuali dei due attori

            Sempre secondo Rossner, «al momento, credo che Brad Pitt sia tra i 20 e i 25 milioni di dollari (19 e 23 milioni di euro per film) e Angelina Jolie tra i 15 milioni di dollari (14 milioni di euro).

            I finanziatori rilanciano al rialzo

            Siamo disposti a offrire circa il 50% in più della tariffa corrente», ha dichiarato. Nell’ambiente però circola un altro rumor che potrebbe rappresentare un’ulteriore impedimento… e non da poco: si dice che il film includa scene d’amore “intense”. Anche se Danny Rossner le vede non come un problema ma come un’ulteriore sfida: «C’è una scena d’amore… è anche bollente», ha detto, aggiungendo: «Non è salace ma ci sono scene d’amore molto intense”.

            C’è qualche speranza?

            Visto che i due attori, bontà loro, vantano un patrimonio personale di tutto rispetto… il progetto ha ben poche chances per essere realizzato. Ma… mai dire mai: le vie di Hollywood sono infinite.

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              Cinema

              Robbie Williams: la sua vita in un biopic interpretato da… una scimmia!

              Better Man è il titolo della pellicola che ripercorre la straordinaria vita di Robbie Williams, leggenda del pop ed ex membro dei Take That. Un biopic assolutamente sorprendente: Robbie è interpretato da una scimmia!

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                Better Man è un viaggio nell’anima di Robbie Williams. Uscito da pochissimi giorni, promette di raccontare la vita dell’ex membro dei Take That ed in seguito celebrata popstar, attraverso una lente intima e rivelatrice. Il titolo pone una domanda fondamentale: cosa significa davvero diventare un uomo migliore? Ma, oltre a questo, un vero e proprio colpo di scena sta facendo già discutere: a interpretare Williams non è un attore, bensì una scimmia!

                La mappatura a computer per rendere Williams uno scimpanzè

                Tutta la parabola dell’artista

                La trama segue una struttura classica, in grado di raccontare l’intera traiettoria artistica di Williams: dagli esordi come giovane promessa del brit-pop nella boyband dei Take That, fino al successo da solista. Lo spettatore vivrà i momenti chiave della vita del cantante, dalla rottura con il suo gruppo fino al grande successo internazionale, senza dimenticare il suo lato oscuro, fatto di dipendenze e successiva riabilitazione. Un viaggio che culmina nella ricerca di redenzione e del significato di trasformarsi, appunto, in “un uomo migliore”.

                L’idea che sorprende

                La novità sta nel fatto che nel ruolo principale non vi è un attore in carne e ossa, ma una scimmia in computer grafica, simile a quelle viste nei moderni remake di Il pianeta delle scimmie. Con gli occhi però di Robbie, quelli originali. Una scelta, apparentemente bizzarra, che attribuisce alla pellicola una profondità simbolica che va oltre la mera narrazione biografica. Il film è già nelle sale italiane, essendo uscito il 1° gennaio.

                Perchè l’idea di usare una scimmia

                Potrebbe sembrare un vezzo creativo, ma l’idea è tutt’altro che casuale. Lo stesso Williams ha dichiarato: “La scimmia sono io”. Una frase che può essere letta in molti modi… e il film lascia allo spettatore la libertà di interpretarla. La scimmia potrebbe rappresentare il senso di inadeguatezza che il cantante ha sperimentato nella sua vita, come se fosse “meno evoluto” rispetto agli altri. Ma c’è anche un’altra interpretazione, ancora più potente: Robbie simboleggia la scimmia ammaestrata dello show business, costretto a esibirsi per il divertimento del pubblico e il profitto dei suoi manager. Le sue performance sono quelle di un animale in gabbia osservato dai curiosi. E l’utiòizzo della scimmia amplifica questa metafora, inducendo lo spettatore a riflettere sul prezzo che bisogna pagare per essere famosi.

                La colonna sonora è tutta targata Robbie Williams

                A differenza di molti biopic che si concentrano su un momento preciso della vita del protagonista, Better Man abbraccia l’intera carriera del cantante inglese.. La colonna sonora è ovviamente composta dai suoi successi più iconici. Dal punto di vista visivo, il film richiama i musical classici che raccontano il dietro le quinte dell’industria dello spettacolo, come Cantando sotto la pioggia o All That Jazz. Ma naturalmente con un approccio estetico moderno, con colori saturi, luci sognanti e una fotografia che simula la grana della pellicola: in perfetto stile videoclip anni ’90.

                Nel film vengono citati gli Oasis

                Un momento chiave del film è l’incontro-scontro) simbolico con i fratelli Gallagher, che fanno . una breve ma memorabile apparizione, raffigurati con un’attenzione ai dettagli che li rende immediatamente riconoscibili, persino dalla loro camminata.


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