Storie vere
Niente sesso, siamo inglesi… soprattutto nelle patrie galere
Quindici mesi di reclusione per una ex funzionaria della prigione londinese maschile di Wandsworth, colpevole di aver avuto incontri sessuali con un detenuto.
Ex funzionaria in servizio nel carcere maschile londinese di Wandsworth, madre di due figli, Linda De Sousa Abreu aveva aperto un profilo OnlyFans sul quale condivideva materiale porno. Era stata arrestata lo scorso luglio per aver avuto un incontro sessuale in cella con un detenuto (il video era poi finito in rete). Ora nei suoi confronti arriva pure la condanna: dovrà scontare 15 mesi di carcere per la sua “scappatella” fra le sbarre.
Dotata di profilo OnlyFans… d’ordinanza
A luglio l’allora poliziotta, nota anche per aver aperto un profilo su OnlyFans, era stata arrestata dopo aver registrato un video ad alto contenuto erotico con un detenuto nel carcere HMP Wandsworth dove lavorava.
Il video la inchioda
30enne di origini brasiliane, madre di due figli, era stata bloccata all’aeroporto londinese di Heathrow. Stava tentando di imbarcarsi con il padre su un volo diretto verso Madrid, dopo aver già ammesso la sua colpevolezza. Pochi giorni prima il filmato era finito in rete, trasformandosi in virale. Nelle immagini si vede la Abreu in divisa, intenta a compiere sesso orale e successivamente un rapporto completo con il detenuto. A riprendere la scena sarebbe stato direttamente il compagno di cella del detenuto, con tanto di commenti. “È così che si vive a Wandsworth, fratello”, incitava durante l’atto.
Sesso e droga
Durante il processo l’imputata si è riconosciuta colpevole di cattiva condotta nei pubblici uffici. L’accusa le aveva contestato di essersi “deliberatamente e senza ragionevoli scuse comportata in modo scorretto, il che equivale a un abuso della fiducia dei cittadini nei confronti del ruolo che ricopre”. Sembra inoltre che il detenuto che ha girato il video stesse fumando dell’erba. “Piuttosto che contestargli il possesso di un telefono o di cannabis, lei ha acconsentito che registrasse ciò che stava accadendo”. Questo ha sottolineato il giudice nel corso dell’udienza presso il tribunale di Isleworth.
Come rovinare il lavoro e l’onestà altrui
Il sovrintendente dell’istituto carcerario Andrew Davy ha dichiarato che, con il suo comportamento, Abreu ha compromesso in “meno di un giorno” il lavoro di anni dedicato a migliorare le condizioni del personale femminile nelle carceri maschili. Sempre Davy ha inoltre aggiunto che molte donne (tra quelle che formano il personale della prigione) hanno riferito un aumento di “hit on” (provarci con) da parte dei detenuti. Un portavoce del Servizio penitenziario ha in seguito commentato: “Mentre la stragrande maggioranza del personale del Servizio Penitenziario lavora sodo ed è onesto, stiamo fermando un numero sempre maggiore di quella piccola minoranza che infrange le regole. Rafforzando la nostra unità di lotta alla corruzione e potenziando i nostri processi di verifica”.
Punizioni per chi non rispetta le regole
Il giudice Martin Edmunds KC ha detto che “non è un comportamento isolato” e che questa condotta “si era già verificata in passato”. Una sentenza, quella inflitta alla De Sousa, che ribadisce il principio di repressione drastica verso gli agenti che non rispettano le regole. Una decisione che anche l’associazione che rappresenta il personale penitenziario riconosce, ammettendo l’esistenza di un piccolo numero di dipendenti corrotti che lavorano nelle prigioni e che minano il lavoro onesto degli altri.
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Storie vere
Kathryn Lord, la tata dei miliardari: tra lusso e sacrifici
Viaggia per il mondo con jet privati e soggiorna in attici di lusso, ma dietro la facciata dorata si nascondono insidie e insoddisfazioni.
Kathryn Lord ha iniziato a fare la babysitter mentre studiava, seguendo le orme dei suoi genitori che gestivano un asilo nido. Oggi, a 38 anni, è diventata una tata professionista per famiglie di miliardari, vivendo un’esistenza che a molti potrebbe sembrare un sogno: viaggi in destinazioni tropicali, regali di lusso e spostamenti su jet privati. Tuttavia, come racconta al Daily Mail, non tutto è così perfetto come sembra.
Una carriera tra sogni e sacrifici
Diciotto anni fa, Kathryn Lord ha fatto domanda online presso un’agenzia per babysitter e ha ottenuto il suo primo incarico per una famiglia miliardaria che la portò in crociera con loro. Da allora la sua carriera ha preso il volo, ottenendo nel 2022 una nomination come tata dell’anno. “Per il mio 33esimo compleanno, il mio capo mi ha prestato il suo attico a New York e mi ha regalato biglietti in prima classe per Chicago,” racconta. Ha viaggiato in tutto il mondo e realizzato sogni d’infanzia, come la visita alla Table Mountain a Città del Capo. Ma dietro la facciata glamour, ci sono molte sfide. Dietro le quinte di una vita lussuosa Kathryn ha scoperto il prezzo da pagare: genitori esigenti, bambini viziati e dinamiche familiari complicate. “Il fatto che ti paghino di più non significa che sia il lavoro migliore,” dice. “Alcune famiglie pensano che se ti coprono di lussi, allora possono pretendere qualsiasi cosa.” Le famiglie meno ricche, dice, sono spesso più gentili e rispettose.
Troppo tempo con la tata, meno con i genitori
Molti bambini ricchi trascorrono più tempo con la tata che con i propri genitori, e questo crea squilibri affettivi. “Ho visto molta negligenza da parte dei ricchi. A volte hanno tutta la ricchezza, ma non mostrano affetto.” Nonostante le difficoltà, Kathryn cerca di educare i bambini al rispetto e alla gentilezza. “Penso che si possa aiutare questi bambini a comportarsi in modo educato e a non essere viziati. Fare la tata è un mestiere meraviglioso.“
Storie vere
Asia, la campionessa che ha sconfitto il bullismo con la danza
Aggredita a 12 anni, ha ritrovato la sua forza nei passi di valzer e tango. Oggi è un esempio di resilienza per tutti.
Quattro anni fa quando aveva solo 12 anni, Asia Paesani, una ragazza con disabilità, è stata vittima di un feroce episodio di bullismo. Venti coetanei, tra ragazzi e ragazze, l’hanno accerchiata e picchiata in un parco di Roma, a Nuovo Salario. L’aggressione, avvenuta in diretta su Instagram, le ha causato ferite fisiche e un trauma psicologico che l’ha costretta ad abbandonare per un lungo periodo la sua più grande passione: la danza. “Non uscivo più di casa, avevo attacchi di panico e la vergogna mi aveva paralizzata,” racconta Asia. Oggi, a 16 anni, ha scelto di raccontare la sua storia pubblicamente in occasione della “Giornata del rispetto” dedicata a Willy Monteiro Duarte.
Mamma voglio tornare a ballare…!
Grazie al sostegno della sua famiglia e del centro nazionale contro il bullismo “Bulli Stop“, Asia ha trovato il coraggio di rialzarsi. “Una mattina mi sono svegliata e ho detto a mia madre: ‘Mamma, voglio tornare a ballare’. Quella è stata la mia rinascita.” Oggi, Asia è una campionessa italiana assoluta di valzer e tango, settima a livello nazionale nelle danze latino-americane, e si prepara a rappresentare l’Italia nelle competizioni internazionali. Un percorso che ha visto il supporto dei maestri di danza Emanuele Nucciotti e Giacomo Pasquali, oltre alla ballerina Veera Kinnunen di Ballando con le Stelle. Tuttavia, finora, la giustizia non ha reso pienamente merito alla sua sofferenza. Infatti dei venti aggressori di quattro anni fa, solo una sedicenne è stata processata, ricevendo una messa alla prova e i servizi sociali le hanno anche permesso di studiare come estetista. “Nessuno mi ha mai chiesto scusa,” dice Asia con amarezza, “ma ho vinto io, perché ho ricostruito la mia vita.”
Bullismo un problema sempre più diffuso
Il caso di Asia non è isolato. Negli ultimi anni, episodi di bullismo simili hanno segnato la cronaca italiana. Da Firenze a Milano, sempre più adolescenti sono vittime di violenze fisiche e psicologiche, amplificate dall’uso dei social media. Secondo i dati dell‘Istat, oltre il 20% degli studenti italiani ha subito atti di bullismo almeno una volta nella vita. Organizzazioni come “Bulli Stop” e associazioni scolastiche cercano di sensibilizzare sul problema, offrendo supporto psicologico e legale alle vittime. Tuttavia, il percorso di giustizia risulta spesso lento e ancora molto insoddisfacente. Asia oggi vuole essere un esempio di speranza per chi vive situazioni simili. “A chi sta affrontando il bullismo dico: credete nei vostri sogni, perché nessuno può portarveli via. Ciò che non uccide, libera.”
Storie vere
L’amore tradito in parrocchia: la moglie lo lascia per il prete che ha celebrato le nozze
L’incredibile vicenda accaduta in Francia ha lasciato un uomo profondamente traumatizzato dopo aver scoperto che la moglie lo ha tradito con il prete che li aveva sposati. Il parroco coinvolto ha lasciato tutti i suoi incarichi ecclesiastici.
In una piccola comunità sulla costa meridionale della Francia, precisamente a Brignoles, una storia d’amore proibito ha scosso profondamente la vita di un uomo e l’intera parrocchia locale. Dopo soli tre mesi di matrimonio, una donna ha tradito il marito con il prete che aveva celebrato le loro nozze.
Il marito, un uomo di 37 anni profondamente religioso, ha raccontato la sua sofferenza al quotidiano Le Parisien: «Sono una persona molto religiosa. Ho persino un tatuaggio della Vergine Maria sull’avambraccio sinistro. Vivevo con mia moglie da 17 anni. Abbiamo cresciuto insieme due figli, di cui una avuta insieme. Ci siamo risposati in chiesa tre mesi fa. Non avrei mai potuto immaginare che sarebbe successo quello che è successo».
Il parroco Gerson Peres, protagonista di questa controversa relazione, ha scelto di lasciare tutti i suoi impegni ecclesiastici dopo che la vicenda è emersa. Il vescovo locale, François Touvet, ha confermato la decisione del prete: «Padre Gerson ha lasciato la parrocchia di Brignoles venerdì 23 agosto. Mi ha presentato le sue dimissioni, che ho accettato».
Questo scandalo ha gettato un’ombra sulla comunità religiosa della città, lasciando tutti, inclusi i fedeli, in uno stato di shock e incredulità. Per il marito, la ferita è profonda e difficilmente guarirà: «Sono traumatizzato a vita», ha confessato, riflettendo sull’inaspettato tradimento da parte delle due persone che avrebbe dovuto fidarsi di più.
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