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Musk e il Liverpool: un’ipotesi che infiamma il web

L’imprenditore visionario potrebbe rivoluzionare il calcio inglese con un investimento nei Reds.

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    L’idea che Elon Musk, il visionario imprenditore dietro Tesla e SpaceX, possa diventare il nuovo proprietario del Liverpool Football Club ha scatenato un’ondata di entusiasmo e curiosità nel mondo del calcio. Ma cosa c’è di vero in queste voci? E perché proprio il Liverpool sembra essere nel mirino del miliardario?

    Come è nata questa voce

    Le prime indiscrezioni sull’interesse di Musk per il Liverpool sono emerse dai media inglesi, alimentando immediatamente le fantasie dei tifosi Reds. A dare manforte a queste voci ci ha pensato lo stesso padre di Elon, Errol Musk, che in un’intervista ha ammesso che suo figlio potrebbe essere interessato all’acquisto del club.

    I motivi di un possibile interesse

    Sono diverse le ragioni che potrebbero spiegare perché il nome di Musk viene associato al Liverpool. Musk ha dimostrato più volte il suo interesse per lo sport, investendo in diverse iniziative legate al settore. Inoltre esiste un legame familiare di Musk con Liverpool, grazie alle origini della nonna che potrebbe aver innescato un interesse particolare proprio per questo club. Ma non dmentichiamo che Elon è sempre proiettato al business e quindi acquistare una squadra di calcio di fama mondiale come il Liverpool rappresenterebbe un’opportunità unica per aumentare la visibilità del proprio brand e influenzare l’opinione pubblica.
    Questo fa pensare che l’investimento sia strategico. Il calcio è un business multimiliardario e investire in una squadra come il Liverpool potrebbe essere un’operazione finanziariamente vantaggiosa a lungo termine.

    Ma i Reds contrattaccano: non ne sappiamo nulla

    Nonostante le voci insistenti, la proprietà attuale del Liverpool, il Fenway Sports Group, ha smentito categoricamente la possibilità di una vendita. Tuttavia, le dichiarazioni di Errol Musk e l’entusiasmo dei tifosi mantengono viva la speranza di un possibile cambiamento di proprietà. L’arrivo di Elon Musk al Liverpool avrebbe delle conseguenze importanti per il club e per l’intero panorama calcistico anglosassone e non solo. Musk, infatti, ha le risorse economiche per investire ingenti somme nel club, migliorando le infrastrutture, acquistando nuovi giocatori e aumentando la competitività della squadra. Inoltre l’imprenditore è noto per la sua capacità di innovare e potrebbe portare nuove idee e tecnologie nel mondo del calcio. Dall’acquisto il Liverpool ne trarrebbe molti benefici, diventerebbe uno dei club più seguiti al mondo, attirando nuovi tifosi e sponsor. Ci troveremmo di fronte un’attenzione mediatica senza precedenti, che potrebbe influenzare le prestazioni della squadra e la stessa vita privata dei giocatori.

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      Personaggi

      Aurora Ramazzotti e il difficile rapporto con l’aspetto: “Le ferite del passato non spariscono facilmente”

      Vittima per anni di paragoni ingombranti e critiche spietate, Aurora Ramazzotti ha raccontato ai suoi followers quanto sia difficile convivere con l’insicurezza e quanto lungo sia il cammino per imparare ad amarsi, tra apparenza e autenticità.

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        Aurora Ramazzotti è uno dei volti più amati dei social italiani. Da sempre si è battuta per costruirsi un’identità propria, al di là del peso ingombrante di essere “la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti”. Un percorso non privo di ostacoli, segnato da critiche feroci, paragoni continui e, soprattutto, da profonde insicurezze legate all’aspetto fisico.

        Oggi Aurora è tornata ad aprirsi con estrema sincerità, affidando ai social un messaggio toccante che ha colpito il cuore dei suoi follower.

        “Oggi non mi piacevo”, ha scritto, senza filtri. “A chi non succede? Ma è più complesso amarsi quando quella fragilità la vedi tradotta in un’immagine che tanti guardano. Ogni tanto scorgevo delle inquadrature di me negli schermi e non mi riconoscevo quasi. Mi sono ricordata del perché vedermi in televisione è sempre stata la mia ambizione, ma poi ogni volta mi faceva stare male.”

        Un sentimento di vulnerabilità amplificato dall’esposizione pubblica: “Vedersi su quello schermo è vedersi nudi, nonostante il trucco e i vestiti di scena. Non hai controllo sul modo in cui gli altri ti guardano”, ha aggiunto con lucidità.

        Aurora ha raccontato che, per molto tempo, queste sensazioni sfociavano in vere e proprie crisi. Solo recentemente ha imparato ad affrontarle con un approccio diverso: non ignorandole né drammatizzandole, ma accogliendole con gentilezza.

        “Sono la peggiore giudice di me stessa”, ha ammesso. “Ma ho capito che cercare la validazione negli altri non serve a nulla quando si tratta del proprio aspetto.”

        Nel suo racconto, la giovane conduttrice riflette su quanto sia difficile liberarsi da ferite profonde, in un mondo che sembra basarsi quasi esclusivamente sull’apparenza: “Anche e soprattutto per noi, che vacilliamo costantemente tra l’apparire e l’essere, cercando di conciliare le due cose ma dando più peso all’ultima.”

        Il suo messaggio si chiude con una nota di speranza: “Ci si prova una vita intera, ma alla fine ci si riesce. Anche se momenti come questi a volte tornano. La cosa più bella è che quelle tempeste si trasformeranno in ventate, poi in soffi leggeri di ricordi: solo ricordi di battaglie interiori che ci hanno reso ciò che fieramente siamo.”

        Un esempio di forza e autenticità che, ancora una volta, mostra quanto dietro a ogni volto noto ci sia una storia di fragilità, coraggio e crescita personale.

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          Heather Parisi contro Myrta Merlino sui vaccini: “Decido io per i miei figli”

          Heather Parisi sostiene il referendum per abolire l’obbligo vaccinale in età pediatrica e attacca: “Lo Stato ci tratta da ignoranti”. Myrta Merlino replica da Pomeriggio 5: “Non c’è par condicio tra scienza e scemenza”. E la Parisi rincara la dose via social.

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            Se il Covid sembra ormai un ricordo, la polemica sui vaccini è più viva che mai. A riaccendere il fuoco sono due volti noti del mondo dello spettacolo: Heather Parisi da una parte, Myrta Merlino dall’altra.

            Tutto parte da un video pubblicato da Heather Parisi sul suo profilo Instagram, in cui l’ex showgirl si scaglia contro l’obbligo vaccinale pediatrico, definendolo “l’ennesimo sopruso di uno Stato che vuole trattarci come ignoranti, incapaci di capire, giudicare e decidere la salute dei nostri figli”. Parole forti che non sono passate inosservate e che hanno immediatamente scatenato la reazione di Myrta Merlino durante Pomeriggio 5.

            “La scienza non va messa alla pari della scemenza”, ha tuonato la conduttrice dallo studio Mediaset, bocciando senza appello le posizioni della Parisi. Un attacco che, naturalmente, non è rimasto senza risposta.

            Heather Parisi, presa di mira dal servizio andato in onda, ha voluto chiarire la sua posizione con un messaggio indirizzato direttamente alla Merlino: “Gentile Myrta Merlino, ti ringrazio per l’attenzione che dedichi a me e alle mie posizioni. Vorrei però correggere alcune inesattezze riportate nella puntata del 16 aprile”.

            La showgirl, in particolare, ha criticato il taglio del suo intervento, lamentando che il video sia stato trasmesso solo in parte: “Se fosse stato mostrato integralmente sarebbe stato evidente che non ho espresso giudizi medico-scientifici. Ho semplicemente dichiarato il mio sostegno alla raccolta firme per il referendum sull’abolizione dell’obbligo vaccinale in età pediatrica”.

            Non poteva mancare la frecciatina finale: “È falso che io abbia chiuso i commenti sui miei social. I miei follower possono commentare liberamente senza censura. L’impossibilità di commentare, invece, è presente sui profili di alcuni tuoi ospiti”, ha puntualizzato la Parisi.

            Una battaglia a distanza che, a giudicare dai toni, sembra tutt’altro che finita.

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              Chiara Ferragni trasloca in Romania (ma i conti restano un disastro)

              Chiara Ferragni prova a rifarsi un’immagine puntando sui mercati stranieri, ma la situazione delle sue aziende resta critica: engagement al minimo, tagli al personale e una Fenice che fatica a risorgere. E l’onda lunga del crollo colpisce pure la sorella Valentina.

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                Altro che “rinascita”: Chiara Ferragni prova a ricominciare dall’estero, ma la fenice – quella vera – per ora resta ben lontana dal rialzarsi. Dopo il pandoro gate e la rovinosa caduta d’immagine che ne è seguita, l’imprenditrice digitale ha deciso di puntare sulla Romania per rilanciare il proprio business.

                Dopo Grecia e Spagna, anche Bucarest entra nella mappa del “tour europeo del recupero reputazionale”. Ma se la geografia cambia, i numeri restano impietosi. Secondo Not Just Analytics, il tasso di engagement di Chiara su Instagram è sceso a un misero 2,19%, cifra che suona quasi offensiva per chi può contare su oltre 28 milioni di follower.

                Nel frattempo, in Italia, le sue aziende combattono per la sopravvivenza. Fenice S.r.l., il cuore pulsante dell’impero Ferragni, è in piena ristrutturazione per evitare la liquidazione. L’amministratore Claudio Calabi ha tagliato i costi a un milione di euro, imposto aumenti di capitale e ridotto drasticamente il personale.

                Una cura dimagrante d’urto che ha fatto male, soprattutto ai dipendenti. Nel 2023 – rivela il settimanale Oggi – sono stati spesi 210 mila euro solo per gestire le uscite del personale. Fenice contava 27 dipendenti tra quadri e impiegati, ma nei primi mesi del 2025 sono aumentati gli addii “consensuali”. Tradotto: ciao ciao stipendio, benvenuto assegno di buonuscita.

                E come se non bastasse, la crisi ha investito anche Valentina Ferragni, sorella minore ed ex astro nascente dell’influencer marketing. La sua società Vieffe ha chiuso il 2023 con una perdita secca di un milione di euro, confermando che l’“effetto Ferragni” ha colpito duramente tutto il sistema famiglia.

                In mezzo a tutto questo, Chiara riparte da una terra dove il pandoro non ha mai fatto notizia e dove forse spera di ricostruirsi un’identità lontano dalle ombre italiane. Ma con i numeri in rosso, l’engagement che non decolla e un impero che fa acqua, la domanda resta: questa Fenice volerà mai di nuovo o finirà arrostita al primo scandalo utile?

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