Televisione
“Mina Settembre 4”: Doccia fredda per i fan di Serena Rossi, decisione drastica
La quarta stagione della popolare serie “Mina Settembre” con Serena Rossi non vedrà la luce: la Rai prende una decisione che sorprende il pubblico.
Finalmente l’attesa è finita. La terza stagione di Mina Settembre ha debuttato su Rai 1 con ottimi ascolti ma il clima tra i fan non è del tutto sereno. Secondo Piper Spettacolo Italiano, questa potrebbe essere l’ultima volta che vedremo Serena Rossi nei panni dell’amatissima assistente sociale napoletana. Una notizia che ha colpito duramente gli appassionati della serie, che speravano in un seguito.
La quarta stagione? Non arriverà mai
Nonostante il successo delle prime due stagioni e l’ottimismo che solitamente accompagnava ogni debutto, sembra ormai certo che la terza stagione sarà l’ultima. Il motivo non è legato agli ascolti – quasi impossibile aspettarsi un flop, visti i precedenti – ma a una serie di fattori che rendono il prosieguo della storia altamente improbabile.
I libri di De Giovanni sono finiti
La serie è tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, e i cinque titoli della saga sono stati già tutti adattati nel corso delle prime tre stagioni. Gli sceneggiatori, per creare una quarta stagione, dovrebbero inventare una trama del tutto nuova, slegata dai libri. Un’impresa complicata, che si somma a un altro fattore decisivo.
Serena Rossi: “Non me la sento”
Secondo indiscrezioni, Serena Rossi avrebbe deciso di non proseguire con il ruolo che l’ha resa ancora più amata dal grande pubblico. L’attrice avrebbe espresso difficoltà nel sostenere altri otto mesi di riprese, lasciando intendere che la sua scelta sia dettata da esigenze personali e professionali. “Non se la sente”, riferiscono fonti vicine alla produzione.
Una speranza per i fan?
Nonostante la delusione, i fan sperano che Serena Rossi possa ripensarci e che la serie possa proseguire in qualche forma. Ma al momento, questa possibilità sembra piuttosto remota.
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Televisione
La Clerici minaccia la Rai: accendete il riscaldamento o non mi presento in tv!
La popolarissima presentatrice Rai non nasconde il suo disappunto per il freddo che avvolte il suo studio, sottolineando il rischio di un raffreddore generale…
Anche in Rai è tempo di saving economico per contenere i costi. Ne sa qualcosa Antonella Clerici, donna ìè dolce e simpatica ma, che all’occorrenza, non le manda certo a dire, neppure a suoi “capi”. Nel corso della puntata dell’altro giorno del suo cooking show, ha più volte rivelato al numeroso pubblico sintonizzato sull’ammiraglia Rai che in studio faceva molto freddo. Tanto che ad un certo punto è letteralmente sbottata, chiedendo con piglio fermo alla produzione dello show di tenere i termosifoni accesi in studio pure nei giorni in cui non è in onda. Altrimenti non si sarebbe più presenta in studio.
La conduttrice portavoce
“Adesso noi facciamo la richiesta… O tengono acceso il riscaldamento acceso pure di sabato e domenica o se no di lunedì non ci presentiamo più…” ha detto la Clerici, sottolineando la disagiata condizione di lavoro al quale viene sottoposta conl suo staff. La conduttrice di E’ sempre mezzogiorno ha fatto presente che in quelle condizioni c’è pure il rischio che si ammalino tutti: “Qua ci ammaliamo tutti…” Successivamente la Clerici ha anche tenuto a far presente che in nessun altro studio televisivo si patisce così tanto il freddo: “Non si è mai visto uno studio televisivo in cui si congela così, ma vi giuro…Vorrei farvi sentire le mani e il naso…”
Così non si può lavorare
La presentatrice di Rai Uno non ha quindi nascosto tutto il suo disappunto, asserendo che lavorare in questo modo non sta né in cielo né in terra: “Lavorare in queste condizioni è veramente assurdo…”
Una giusta rivendicazione
La presentatrice ha rivelato di scaldarsi con gli strumenti di scena. Con un sorriso amaro stampato sul volto, ha quindi rivelato che fortunatamente ci sono i forni e i fornelli accesi per potersi riscaldare perchè se no sarebbe davvero tragica a E’ sempre mezzogiorno.
Un ricordo per Oliviero Toscani
Dopo aver fatto pubblicamete la sua più che giusta lamentela in diretta, la conduttrice ha aiutato una delle sue cuoche a fare la ricetta del giorno. Ad inizio puntata la Clerici ha anche ricordato il fotografo Olivero Toscano, scomparso due giorni fa: “Un grandissimo fotografo…Un genio che ha trasformato la provocazione in arte…Ha cambiato davvero quelle che sono le regole della pubblicità…E’ stato un rivoluzionario e un grande amante del cibo…Produceva pure l’olio…”
Televisione
Tra accuse di fascismo, gender fluid e nostalgie distorte, il remake di Goldrake divide i fans
La nuova versione di Atlas Ufo Robot debutta su Rai 1 e accende dibattiti infuocati: tra critiche estetiche e accuse ideologiche, il pubblico degli anni ’70 si scopre ipercritico.
La Rai ha riacceso i motori del leggendario Atlas Ufo Robot, ma il remake del 2024, ribattezzato Goldrake U, ha scatenato un’ondata di critiche. E chi poteva essere a far volare accuse su Twitter e Facebook? Ovviamente noi, figli degli anni ’70, cresciuti a pane e Go Nagai, che aspettavamo con ansia la sigla italiana di quel robot invincibile che sprintava tra le stelle.
Tra fascismo e gender fluid: quando la nostalgia diventa ideologia
Ma cosa è successo per trasformare il povero Goldrake in un campo di battaglia ideologico? A quanto pare, tutto. Qualcuno ha intravisto nel remake una somiglianza con l’uomo forte del fascismo. Altri hanno storto il naso per un Actarus che – udite udite – sembra “troppo gay” o “gender fluid”. Come se i personaggi di animazione degli anni ’70 fossero degli ipermascolini alfieri della virilità.
Ricordiamoci che già allora Lady Oscar sfidava i pregiudizi di genere, e Anthony di Candy Candy sembrava uscito da un catalogo LGBTQ+ ante litteram. L’estetica cambia, le storie evolvono, ma chi vede Goldrake come un manifesto ideologico forse dovrebbe prendersela con lo specchio più che con il robot.
Estetica e doppiaggio: la nostalgia è un’arma a doppio taglio
La critica estetica non si è risparmiata: “Non è come quello del 1975!”, tuonano i nostalgici. Certo, amici miei, sono passati quasi cinquant’anni, e il mondo dell’animazione non è rimasto fermo. Poi ci sono quelli che invocano il ritorno di Romano Malaspina come voce di Actarus, ignorando il piccolo dettaglio che il celebre doppiatore ha ormai superato gli 80 anni.
Goldrake e il pubblico cresciuto male
La verità è che molti di noi guardano questo nuovo Goldrake con gli occhi dei bambini che eravamo, ma con il cinismo e la faziosità degli adulti che siamo diventati. Se il reboot non è di vostro gusto, va bene, ma accusare il povero Actarus di aver tradito i vostri ricordi d’infanzia o, peggio, di essere un simbolo politico, dice molto più di voi che di lui.
In definitiva, Goldrake U non è l’originale, ma nemmeno pretende di esserlo. È un omaggio, una reinterpretazione moderna che – come tutte le cose – può piacere o meno. E se l’unica cosa che sapete fare è attaccarvi ai ricordi di infanzia, forse è tempo di chiedervi se siete davvero cresciuti.
Televisione
Leadership e visione: Pier Silvio Berlusconi domina la classifica “Top Manager Reputation”
Per il diciottesimo mese consecutivo, Pier Silvio Berlusconi mantiene il primo posto nella categoria Media e Telco della classifica “Top Manager Reputation”. Il 2024 è stato un anno di grandi traguardi, con un utile in crescita del 38,7% e nuove strategie che rafforzano il posizionamento di MFE – MediaForEurope nel panorama europeo.
Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di MFE – MediaForEurope, si conferma una delle figure più influenti e apprezzate del panorama manageriale italiano. Per il diciottesimo mese consecutivo, Berlusconi domina la categoria “Media e Telco” nella classifica “Top Manager Reputation”, l’osservatorio che analizza la reputazione online dei leader aziendali attraverso criteri come performance aziendali, visibilità mediatica e capacità di leadership.
Il 2024 è stato un anno di traguardi per il numero uno di MFE. Non solo ha consolidato la sua posizione al vertice del settore mediatico, ma ha anche scalato sei posizioni nella classifica generale, raggiungendo il podio per ben quattro volte e chiudendo l’anno al secondo posto assoluto. Questo risultato non è casuale, ma il frutto di una strategia precisa e ambiziosa, orientata a rendere MFE un polo di riferimento nel panorama mediatico europeo.
Il percorso di Berlusconi come leader d’impresa è un esempio di come visione strategica e pragmatismo possano convivere, trasformando le sfide in opportunità. La crescita di MFE nel 2024, con un utile in aumento del 38,7% nei primi nove mesi, è la dimostrazione di un approccio che punta non solo alla sopravvivenza in un settore competitivo, ma all’eccellenza. “Mentre molte aziende media in Europa hanno rallentato, noi abbiamo accelerato”, ha dichiarato Berlusconi in un’intervista al Tg5, sottolineando come l’innovazione e l’agilità strategica siano state centrali per superare le aspettative iniziali.
Uno dei pilastri del successo di MFE è stata la capacità di anticipare le tendenze del mercato. Sotto la guida di Berlusconi, il gruppo ha puntato su investimenti significativi in tecnologie digitali, rafforzando la propria presenza nei mercati esteri e ampliando la produzione di contenuti originali. Un esempio è l’espansione nei servizi di streaming, progettati per competere con i giganti internazionali dell’intrattenimento, senza sacrificare la qualità che contraddistingue l’offerta di MFE.
Ma il futuro di MFE non si limita a consolidare quanto fatto finora. La strategia di Berlusconi guarda avanti, con un occhio rivolto alle opportunità che possono derivare da nuove acquisizioni. Non a caso, MFE ha già sondato il terreno per aumentare la propria partecipazione in ProSieben, il principale broadcaster tedesco, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il suo ruolo di leader nel mercato europeo. L’azienda, secondo fonti vicine, avrebbe già allineato un prestito di oltre tre miliardi di euro per finanziare un’eventuale operazione.
La reputazione di Pier Silvio Berlusconi come leader non si basa solo sui numeri, ma anche sulla capacità di costruire una narrazione aziendale che coniuga solidità e innovazione. MFE ha dimostrato di essere non solo una realtà in grado di adattarsi ai cambiamenti, ma anche di guidarli, trasformando il concetto stesso di intrattenimento televisivo. Questo approccio ha contribuito a rafforzare l’immagine pubblica di Berlusconi, rendendolo un esempio di leadership moderna e visionaria.
Oltre ai successi economici, il 2024 ha visto MFE protagonista di iniziative volte a rinnovare il panorama mediatico europeo. Durante l’anno, il gruppo ha lanciato una serie di programmi mirati a valorizzare le produzioni locali, promuovendo al contempo un’offerta internazionale che rispecchia le nuove esigenze del pubblico. Berlusconi ha dimostrato di comprendere come il futuro dell’intrattenimento non sia univoco, ma piuttosto un mosaico di preferenze e culture da integrare in una visione coerente.
L’impegno di Berlusconi nel rendere MFE un leader europeo si riflette anche nella sua capacità di comunicare in modo trasparente ed efficace. La sua presenza pubblica, calibrata e mai eccessiva, contribuisce a rafforzare il legame con gli stakeholder e a trasmettere un’immagine di affidabilità e autorevolezza.
Mentre molti manager scelgono di concentrarsi su operazioni a breve termine, Pier Silvio Berlusconi rappresenta un modello di leadership che guarda oltre, puntando su strategie di lungo periodo che generano valore sia per l’azienda che per i suoi utenti. La classifica “Top Manager Reputation” non è solo un riconoscimento alla sua figura, ma anche una conferma del percorso intrapreso da MFE, che continua a crescere come esempio di eccellenza imprenditoriale.
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