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Speciale Festival di Sanremo 2025

Svelata la scenografia 2025 dell’Ariston: un trionfo di tecnologia

Il palco del leggendario teatro si trasforma in una complessa ‘Techno-Hall’, una scena a 360 gradi capace di mutare aspetto e suggerire atmosfere diverse per ogni canzone, secondo il progetto firmato dall’architetto Riccardo Bocchini.

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    Testimonia la creatività dell’architetto Riccardo Bocchini, secondo un concetto che esalta “l’eleganza della semplicità e dell’armonia”. Queste le sue stringate parole sul “vestito” del 75° Festival di Sanremo. Un progetto battezzato , “Techno Hall”, espressamente concepito per accogliere Carlo Conti, i protagonisti della rassegna canora e tutto il pubblico, in teatro e in tv.

    Apparentemente semplice

    Si tratta di una scena a 360 gradi con la capacità di cambiare aspetto rapidamente, in grado di suggerire atmosfere diverse per ogni canzone, la cui semplicità nasconde in maniera mirabile una precisa complessità strutturale che coniuga grafica e illuminotecnica, tecnologia e “motori”.

    Al servizio delle atmosfere evocate dalle canzoni

    Il suo ideatore le ha battezzate “Pareti/Scultura”: elementi che, come spiega in conferenza stampa, “si torceranno in tre dimensioni, tutto in un’essenzialità di linee, alla ricerca di una pulizia e di un’eleganza delle immagini. L’eleganza di una scena armonica che abbraccerà gli spettatori, trasferendo emozioni, e l’eleganza della forma che, attraverso le movimentazioni elettromeccaniche, si trasformerà al servizio delle canzoni, riuscendo perfino a sparire completamente“.

    Un tecno-salone delle feste

    La struttura, insieme all’orchestra, si protende ai lati, verso il pubblico, nascondendo non poche sorprese: “La sinuosità, la plasticità e l’eleganza delle linee architettoniche – aggiunge Bocchini – andranno ad abbracciare le motorizzazioni tecnologiche con i loro movimenti armonici. Gli apparati video e quello sceno-luminoso, totalmente innovativi, saranno essenzialmente al servizio delle immagini televisive: ‘Giochi ottici’ accoglieranno lo spettatore; ‘Tecno Lampadari’, ‘Sipari’ e ‘Tende tecnologiche’ scenderanno dall’alto; e la ‘Scala’ si muoverà con varie configurazioni tecnologiche».

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      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Spegnete la tv durante la cover di Fedez, è misogina e volgare: a Rimini s’alza la prostesta

      Il festival non è ancora iniziato (anche se manca davvero poco ormai) e già partono a raffica le polemiche. Che, come sappiamo, rappresentano un ingrediente irrinunciabile di questa storica kermesse canora…

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        Adriana Ventura, consigliera di parità della Provincia di Rimini, punta il dito contro la cover di Bella stronza, che verrà proposta nella serata dei duetti da Fedez in compagnia dell’interprete originale Marco Masini. Il suo giudizio è tranchant: “Cattivo gusto e utilizzo improprio della tv di Stato per veicolare insulti alle mogli separate”

        Polemiche, polemiche, fortissimamente polemiche

        Manca pochissimo al Festival di Sanremo 2025 e, puntuali, si dipanano le prime polemiche. Dopo la presenza di Tony Effe e soprattutto sul contenuto dei suoi testi, ora il polverone si concentra su Fedez. La sua scelta di duettare con Marco Masini nella serata delle cover sulle note di Bella stronza apre ad un polemicozzo in piena regola. Quel titolo schietto, secondo alcuni, potrebbe rappresentare un’espressione d’odio verso il genere femminile ed anche una chiamata in causa di dubbio gusto verso Chiara Ferragni, in seguito alla fine della relazione con il rapper.

        Cortocircuito culturale

        La consigliera di parità della Provincia di Rimini ha quindi ritenuto opportuno inviare una lettera al CdA della Rai per denunciare “la misoginia violenta e il linguaggio volgare” che si starebbe preparando per andare in onda in occasione della kermesse italiana. A suo giudizio l’odio nei confronti del genere femminile viene così “considerato ancora una volta un problema minore”. Invitando la Rai a prendere atto dell’incoerenza e del “cortocircuito culturale” che rischia di avere ripercussioni sui giovani che assisteranno al Festival di Sanremo.

        Perchè insultare una moglie separata?

        Il suo messaggio è chiaro: “Non è consentito in nome di una mistificazione dell’arte; non è arte l’inno all’odio, avallato con violenza, insulti e disprezzo”. Sempre secondo la Ventura c’è del “cattivo gusto e utilizzo improprio della televisione di Stato per veicolare insulti alle mogli separate”.

        Le associazioni anti-violenza di genere… che fanno?!?

        Aggiungendo che – ascoltando le parole della canzone – non si può far finta di nulla: la consigliera punta il dito contro frasi esplice che, dal suo punto di vista, sono del tutto fuori luogo “se pensiamo a tutto quello che viviamo oggi, mentre lottiamo per contrastare la violenza sulle donne e il femminicidio”. Citando anche le associazioni anti-violenza di genere, accusate di restare immobili di fronte a tutto ciò.

        Se fossi più giovane…

        “Se avessi 20 anni di meno andrei davanti all’Ariston a manifestare. Ad esprimere il dissenso, non contro Masini, non contro l’arte, che poi si definisce arte anche questa, ma contro il linguaggio scurrile e violento”, ha concluso.

        Cosa direbbe Bigazzi?

        Mentre il co-autore del brano Giancarlo Bigazzi – toscanaccio verace – si starà rivoltando dalle risate nella tomba, si riflette anche dalle eventuali modifiche apportate al testo originale. Fedez, infatti, potrebbe rielaborare parti del brano, in funzione del suo “rappare”. Allo stesso tempo, la domanda che ci si pone è: quali versi resteranno invariati? Le strofe sessiste presenti nella canzone originale di Masini potrebbero risuonare in modo differente a seconda del contesto attuale. Passaggi come “Bella stronza, che hai chiamato la volante” o “mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana“, già di per sé provocatorie, accendono il dibattito sulle relazioni tra uomini e donne e sulle aspettative del pubblico nei confronti degli artisti. L’eventualità di una modifica dei versi più discussi potrebbe aiutare Fedez a dare una direzione nuova e attuale al testo.

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          Speciale Festival di Sanremo 2025

          Perché “Bella stronza” potrebbe scatenare l’inferno e non per quello che credete voi

          Il Sanremo’s drama è pronto a essere servito nella serata dei duetti con la coppia Masini-Fedez. Il rapper ha scelto il brano manifesto del cantante toscano che all’epoca fece discutere e che oggi potrebbe avere l’effetto di un asteroide lanciato a tutta velocità sulla Terra.

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            Correva l’anno 1995 e Marco Masini lanciava Bella stronza con la sua voce graffiata e piena di acuti. Parte del cantautorato “arrabbiato”, che urlava a pieni polmoni la fine di amori tormentati senza usare cuore e amore, ma dardi avvelenati su melodie orecchiabili e godibili, Masini non ha mai lesinato parole durissime nei suoi testi, arrivando persino a mandare a quel paese l’industria discografica con il suo brano forse più bello, Vaffanculo (è storia della TV il divertito
            imbarazzo di Pippo Baudo, che a Domenica In nel 1993, lanciò la performance del cantante toscano).

            L’accoppiata vincente con Giancarlo Bigazzi
            Coerente con il suo stile fin dagli esordi, Masini debuttò a Sanremo con Disperato, grazie alla collaborazione con Giancarlo Bigazzi, che lo aveva già inserito nel team di musicisti autore di colonne sonore di film cult come Mediterraneo, Mery per sempre e Ragazzi fuori. L’anno seguente il cantautore dimostrò il suo grande talento con Perché lo fai, un brano che scosse l’Ariston raccontando una storia ispirata alle cronache del tempo, segnate dalle morti per droga tra i giovanissimi (precursore di questa tematica fu Luca Carboni con la struggente Silvia lo sai, datata 1987).

            Scrivo come parlo, diceva ai tempi Masini

            Quando Bella stronza arrivò come una tormenta nelle radio, si sollevò il classico polverone, più per la forma che per i contenuti. Bigazzi, che aveva scritto il brano con il cantante, dichiarò: «Nessuna furbizia. Sotto sotto c’è invece la poesia». Masini, dal canto suo, spiegò: «Sono una persona sincera, che non interpreta un personaggio ma dice sempre quello che prova. Io scrivo canzoni esattamente come parlo. Oggi il linguaggio che parliamo noi ragazzi è questo. E poi mi chiedo: esiste davvero qualcuno che non dice nemmeno una parolaccia al giorno?». Aggiunse poi: «Spero che non ci si fermi a due parole, ma si ascolti tutto per intero, prima di giudicare sul serio». A riportare oggi alla ribalta quella canzone è Fedez, che ha deciso di usarla come un’arma carica, pronta a sparare dal palco di Sanremo.

            La serata, attesissima, dei duetti

            Il testo, al di là del turpiloquio, è un pugno nello stomaco, destinato a impattare sull’epoca del politically correct come un asteroide lanciato a tutta velocità sulla Terra. L’Ariston si trasformerà, nella serata dei duetti, in una gigantesca radio, di quelle a cui un tempo si telefonava per dedicare un brano a una persona speciale. I tormenti del giovane Fedez – innamorato perdutamente non della ex consorte Ferragni, ma di una rampolla della Milano stra-bene, che lo tiene sul filo da anni e che quasi gli fece saltare le nozze più instagrammate del mondo – troveranno asilo negli amplificatori del festival più extra popular d’Italia. Torrioni perfetti per scoccare una freccia che, se non destinata a uccidere, quantomeno a ferire.

            Bella stronza
            che hai distrutto tutti i sogni della donna che ho tradito,
            che mi hai fatto fare a pugni con il mio migliore amico
            e ora mentre vado a fondo
            tu mi dici sorridendo: ne ho abbastanza

            Il brano di Masini calza come un guanto sulle ultimissime vicende del rapper, che – stando alle indiscrezioni – avrebbe tentato il suicidio dopo essere stato scaricato dalla bella fidanzata unofficial (nel frattempo tornata dall’ex, imprenditore di successo), proprio prima di salire sul palco di Sarà Sanremo lo scorso dicembre. Bella stronza non sarà cantata integralmente, ma non è chiaro se il taglio interesserà anche la parte più forte della canzone, quella in cui Masini, all’apice della disperazione, grida:


            Mi verrebbe di strapparti
            quei vestiti da puttana
            e tenerti a gambe aperte
            finché viene domattina.
            Ma di questo nostro amore
            così tenero e pulito
            non mi resterebbe altro
            che un lunghissimo minuto di violenza

            Il dramma perfetto, che incastra realtà e finzione, è pronto per essere servito su un vassoio d’argento, scodellato nei giri di gossip e condito dalla colonna sonora ideale. C’è solo da chiedersi quale testa sarà offerta in dono ai televoraci travestiti da Salomè. Attenzione: potrebbe essere la nostra.

            Alessia Principe

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              Speciale Festival di Sanremo 2025

              Sanremo 2025, ChatGPT svela la classifica finale: Brunori Sas primo, Cristicchi beffato di un soffio

              Brunori Sas vince secondo l’intelligenza artificiale grazie a testo e melodia, superando di poco Cristicchi, che trionfa nel miglior arrangiamento e nel premio della critica. Massimo Ranieri domina per autorevolezza, mentre il televoto premia Rocco Hunt, Elodie e Lucio Corsi, lasciando aperto ogni scenario per la finale.

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                C’è chi lo aspetta con impazienza, chi lo odia ma lo guarda lo stesso, chi lo considera una vetrina di costume più che una competizione musicale. Una cosa, però, è certa: quando il Festival di Sanremo si avvicina, diventa impossibile ignorarlo. Cinque serate che monopolizzano l’attenzione del Paese, un esercito di opinionisti pronti a giudicare ogni singola nota, outfit e stonatura, e una gara che non è mai solo una gara, ma un rito collettivo.

                Quest’anno, la 75ª edizione promette scintille: Carlo Conti torna al timone della kermesse e porta con sé due volti popolarissimi, Gerry Scotti e Antonella Clerici, per una conduzione che punta a mescolare tradizione, leggerezza e solidità televisiva. Sul palco, i big della musica italiana si contenderanno la vittoria dal 11 al 15 febbraio, ma le scommesse e i pronostici sono già entrati nel vivo.

                Fino a oggi, il totovincitore è stato sempre un affare per bookmaker, giornalisti e fan accaniti. Ma questa volta c’è un nuovo protagonista in scena: l’intelligenza artificiale. Niente algoritmi segreti delle case di scommesse, nessuna fuga di notizie dalla sala stampa, solo una macchina che analizza le canzoni e assegna voti basandosi su criteri precisi.

                La City Mag ha chiesto a ChatGPT di elaborare una classifica basata su sei parametri chiave, quelli che da sempre determinano l’esito di Sanremo, almeno sulla carta: miglior testo, miglior arrangiamento musicale, miglior melodia, miglior performance sul palco, autorevolezza artistica e voto popolare. Ogni artista ha ottenuto un punteggio in ciascuna di queste categorie e, sommando i risultati, è stata stilata la graduatoria finale.

                A sorpresa, il vincitore assoluto secondo l’intelligenza artificiale è Brunori Sas, che con il brano “L’albero delle noci” si impone su tutti nella miglior melodia e nel miglior testo. Un trionfo di misura, perché nelle altre categorie se la gioca fino all’ultimo con rivali di peso. Nel miglior arrangiamento musicale, ad esempio, viene superato da Simone Cristicchi, che si prende il primo posto e il premio della critica. Nell’autorevolezza artistica, invece, il primato va a Massimo Ranieri, seguito da Giorgia e Noemi, con Brunori che si deve accontentare della quarta posizione. Il vero tallone d’Achille? Il voto popolare, dove chiude solo sesto, mentre a dominare è Rocco Hunt, affiancato da Elodie e Lucio Corsi.

                Sommando tutti i fattori, però, è proprio Brunori Sas a spuntarla, grazie all’equilibrio tra i vari punteggi. Dietro di lui, Cristicchi sfiora il colpaccio ma deve accontentarsi della piazza d’onore. Terza Giorgia, che con la sua “La cura per me” si conferma ancora una volta una delle voci più amate della musica italiana.

                Il modello di analisi utilizzato dall’IA ricalca, in parte, il meccanismo reale di Sanremo, dove ogni anno giurie tecniche, sala stampa, demoscopica e televoto contribuiscono alla proclamazione del vincitore. In questo caso, però, il calcolo è più chirurgico e suddiviso in sei aspetti distinti. Il miglior testo premia la qualità della scrittura, la profondità del significato e l’originalità lirica. Il miglior arrangiamento musicale valuta la costruzione armonica, l’uso degli strumenti e la modernità della produzione. La miglior melodia si concentra sulla struttura musicale, sulla memorabilità e sull’impatto emozionale del brano. La miglior performance sul palco tiene conto della capacità interpretativa, della presenza scenica e dell’efficacia comunicativa dell’artista. L’autorevolezza artistica riguarda il peso che il cantante ha all’interno della musica italiana, la sua carriera, la qualità della sua produzione passata e l’influenza sulla scena musicale. Infine, il voto popolare riflette il gradimento espresso dal pubblico, misurato attraverso streaming, social media e passate performance di televoto.

                Oltre al podio, la classifica generale vede Massimo Ranieri trionfare nella categoria autorevolezza artistica, battendo Giorgia e Noemi. Achille Lauro, Tony Effe e Fedez, invece, si giocano il titolo di miglior performer sul palco, grazie alla loro capacità di infiammare il pubblico con uno show visivo e interpretativo.

                Ma la competizione non è fatta solo di vincitori. Emis Killa, inizialmente tra i nomi più chiacchierati, si è ritirato prima ancora di calcare il palco, mentre altri big faticano a imporsi: Fedez e Tony Effe, per esempio, non riescono a superare la media del 7, e si trovano ai margini della top ten. Clara e Sarah Toscano, entrambe giovani e con un buon seguito, non vanno oltre un modesto 6.5, troppo poco per aspirare ai piani alti della classifica.

                Questi dati renderanno più facile prevedere il vincitore reale? Non necessariamente. Sanremo è il Festival dell’imprevedibilità: bastano un’interpretazione perfetta, un’emozione trasmessa al momento giusto, o un colpo di scena in diretta per ribaltare tutto. L’intelligenza artificiale ha dato la sua sentenza, ma il palco dell’Ariston ha sempre l’ultima parola.

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