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Make Elon Great Again: Musk si crede il nuovo profeta della destra europea, ma dietro il suo “Mega” c’è solo caos e propaganda

Dai social alla politica, dai deliri complottisti all’infiltrazione nei movimenti sovranisti: il miliardario trasforma la sua piattaforma in un’arma ideologica, amplifica l’odio online e spinge l’Europa verso il nazionalismo digitale, mentre attacca regolamenti, istituzioni e qualsiasi limite al suo potere

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    Elon Musk ha trovato il suo nuovo giocattolo. Dopo aver conquistato il titolo di megafono ufficiale delle peggiori teorie cospirazioniste americane, ora punta all’Europa. Il suo post su X, in cui lancia il movimento Mega (Make Europe Great Again), è diventato virale nel giro di poche ore, con oltre 60 milioni di visualizzazioni e l’immediato abbraccio dei nazionalisti e suprematisti europei. Il messaggio non è casuale. È il capitolo successivo della sua discesa a gamba tesa nella politica internazionale, dopo il sostegno all’estrema destra tedesca dell’Afd, gli attacchi ai laburisti inglesi e i reiterati elogi all’amministrazione Trump.

    Musk gioca con la provocazione e con il potere che ha costruito attorno a sé, convinto che i suoi miliardi e la sua armata di seguaci sui social gli diano il diritto di plasmare la politica a suo piacimento. Il suo Gente d’Europa, unitevi al movimento Mega è un proclama che non lascia dubbi sulle sue ambizioni: replicare il modello trumpiano in versione europea, spingere i sovranisti ai vertici delle nazioni chiave, e indebolire l’Unione europea per consegnarla in pasto a chi sogna il ritorno di stati-nazione chiusi, isolati e pronti alla guerra economica.

    Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla pericolosità di Musk, basta dare un’occhiata al contesto in cui è arrivato il suo annuncio. La stessa notte in cui ha pubblicato il suo post, il multimiliardario ha disseminato X di messaggi tossici: attacchi ai migranti e alle organizzazioni non governative, accuse di “invasione illegale”, odio contro l’epidemiologo Anthony Fauci, elogi al congelamento dei fondi per l’assistenza internazionale. Il tutto condito dalla solita autocelebrazione per Starship e da deliranti proclami su un futuro “multiplanetario”. Nella sua mente, la Terra deve essere governata come una delle sue aziende: senza regole, senza vincoli, con lui a capo di tutto.

    Il progetto politico di Musk non è nato ieri. L’idea di un’Europa modellata a sua immagine e somiglianza è già stata accennata più volte, e lo slogan Mega circola da tempo negli ambienti sovranisti. Il primo a usarlo è stato Viktor Orbán, che nel 2024, durante la presidenza ungherese dell’Ue, ha lanciato il suo programma di nazionalismo sfrenato con l’idea di “rendere di nuovo grande l’Europa”. Ora Musk riprende quell’idea, con un obiettivo preciso: destabilizzare l’Unione e rafforzare l’asse sovranista. Orbán è il primo tassello, il secondo è Giorgia Meloni, che ormai da tempo viene corteggiata dagli ultraconservatori americani.

    Dietro questa grande alleanza tra Musk, Trump e i leader della destra radicale europea si nasconde una strategia ben precisa. Trump, se tornerà alla Casa Bianca, vuole usare i dazi e le trattative commerciali per mettere in ginocchio l’Ue. Musk e gli altri giganti della tecnologia, invece, sanno che le loro piattaforme possono fare il resto, manipolando il dibattito pubblico, amplificando le voci nazionaliste e creando bolle di consenso costruite su algoritmi su misura.

    L’Unione europea ha già provato a mettere dei freni al potere muschiano. Il Regolamento generale sulla protezione dei dati ha imposto limiti su come X, Tesla e SpaceX trattano le informazioni personali degli utenti. Ci sono controlli sui contenuti d’odio, restrizioni sui sussidi pubblici per le grandi corporation e normative stringenti sui veicoli a guida autonoma, settore in cui Tesla è leader. Ma Musk detesta le regole e le considera solo un fastidio. Il suo obiettivo è un mondo in cui tutto sia nelle mani dei privati, senza vincoli antitrust, senza limiti alle emissioni inquinanti, senza autorità di controllo.

    L’ascesa del trumpismo ha reso Musk ancora più sfacciato. Non si limita più a giocare da dietro le quinte, ora vuole guidare apertamente il movimento sovranista in Europa. E lo fa con il suo arsenale più potente: X, un social che da quando è finito nelle sue mani è diventato una fogna a cielo aperto, un covo di razzisti, neonazisti e cospirazionisti. Ogni giorno su X si diffondono fake news, insulti e propaganda senza filtri, in nome di una “libertà d’espressione” che Musk utilizza come scudo per giustificare il peggio del peggio.

    Ad agosto, il Center for Countering Digital Hate ha pubblicato un’inchiesta devastante: le bufale diffuse da Musk sulle elezioni americane hanno superato un miliardo di visualizzazioni. Un miliardo. Ora lo stesso schema si sta ripetendo in Europa, con cento milioni di utenti potenzialmente esposti alla sua macchina della disinformazione. L’epoca Mega è già iniziata, e Musk si è autoproclamato il suo profeta. Se nessuno lo fermerà, il futuro dell’Europa potrebbe assomigliare sempre di più alla sua distopia personale: un mondo dominato da plutocrati senza freni, senza regole e senza scrupoli.

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      Di corsa per tutta l’Africa da sud a nord solo per solidarietà…

      Il protagonista di questa storia si chiama Russ Cook, britannico 27 anni, non nuovo alle impresa come quella che ha compiuto: percorrere in 352 giorni tutta l’Africa dal sud al nord

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        Russ Cook ha messo a disposizione le sue doti naturali (correre la maratona) al servizio della beneficenza. Project Africa anche grazie a lui ha raccolto 800 mila euro devoluti a favore dei rifugiati africani nel Regno Unito. Cook, come il mitico capitano, non è nuovo a iniziative del genere. Ha già percorso da Istanbul a Londra e, nel 2020, ha trainato una macchina per nove ore e 56 minuti. Insomma un tipo The Hardest Geezer, come ama farsi chiamare. A sostenere questa sua ultima impresa ci hanno pensato le migliaia di benefattori coinvolti nella raccolta fondi sulla piattaforma di fundraising Patreon. L’impresa abbondantemente documentata sui social network, ricorda molto da vicino quella raccontata nel film The Forrest Gump. Il protagonista Forrest percorre tutta l’America da Est a Ovest vedendo ingrossare giorno dopo giorno il gruppo dei sostenitori. Fino a che, nel film, un giorno si ferma esclamando la fatidica frase: “Sono un po’stanchino“.

        Il viaggio di Russ Cook in Africa

        Il percorso è partito da Capo Agulhas, il punto più a Sud del Sudafrica e si è concluso nel mare di Ras Angela. Ha attraversato 16 Paesi diversi e ha tagliato il continente in altezza, deserto compreso, costeggiando la parte occidentale dell’Africa. In totale ha percorso 16.250 chilometri, l’equivalente di 385 maratone, in 352 giorni.

        Il passaporto tatuato sul polso

        Otre alle migliaia di km ha attraversato decine di peripezie e avventure al limite della sopravvivenza. Dei fuori programma che lo hanno accompagnato per tutta l’Africa centrale. Prevedendo gli ostacoli e i pericoli che puntualmente si sono verificati, Cook prima di partire si era tatuato il numero di passaporto sul polso. L’avventura più pericolosa l’ha vissuta in Congo dove è stato caricato su una moto da due locali e dopo molte ore di guida si è trovato in un villaggio. Quindi in una capanna dove si è ritrovato al centro di un gruppo di numerosi uomini che discutevano della sua sorte. Mentre lui pensava di “essere fatto a pezzi costola per costola e mangiato”, alla fine hanno deciso di liberarlo e di farlo ritornare da dove lo avevano relevato in cambio di un po’ di soldi.

        Depredato di tutto e di niente

        Le sue peripezie sono durate circa un mese. Una volta, tra un flacone di antidolorifici e l’altro, è stato fermato da un gruppo di uomini che, brandendo dei machete, gli chiedevano di svuotarsi le tasche. Ma lui non aveva nulla perché un mese prima in Angola era già stato derubato di tutto. Criminali armati di fucili gli avevano rubato fotocamere, telefoni, soldi e passaporto. “Volevo correre l’Africa in lunghezza anche perché non l’ha mai fatto nessuno, e ora inizio a capire perché ”. Percorrere 42 km al giorno non è una cosa per tutti. In Namibia, infatti, grazie all’intervento di un medico si è dovuto fermare finché il suo corpo non ha smesso di “mandare il sangue dove il sangue non avrebbe dovuto essere“.

        “Ora me ne vado affanc…”

        All’arrivo è stato abbastanza contenuto in perfetto stile britannico. Un sorriso tirato e una mano alzata alla tempia a favore dei fotografi. Si è tuffato nelle acque del mare per rinfrescarsi. Una volta emerso si è rivolto verso una tv britannica e ha esclamato: “Sono un po’ stanco“. Aggiungendo “Ora me ne vado affanc…”. Ciao Russ alla prossima.

        Immagini tratte dal profilo twitter.

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          Il club dei super ricchi: quindici miliardari con oltre 100 miliardi di dollari a zucca!

          Il club dei super ricchi raggiunge un nuovo record: 15 miliardari con oltre 100 miliardi di dollari, guidati da Bernard Arnault, Jeff Bezos e Elon Musk.

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            Il club dei super ricchi del mondo è più affollato che mai: ci sono infatti 15 miliardari con un patrimonio di oltre 100 miliardi di dollari, il numero più alto mai registrato. Lo rivela il Bloomberg Billionaire Index, secondo cui la ricchezza combinata di questi 15 magnati è cresciuta del 13% nell’ultimo anno, raggiungendo quota 2.200 miliardi di dollari, una cifra appena superiore all’intero PIL italiano.

            I leader del club dei super ricchi

            A guidare il gruppo c’è Bernard Arnault, il patron di LVMH, con oltre 220 miliardi di patrimonio, seguito da Jeff Bezos e Elon Musk (ma i dati risalgono allo scorso anno. Oggi si stima che Musk guidi la classifica con circa 400 miliardi). Per la prima volta quest’anno, a debuttare nel club dei super ricchi, è comparsa Françoise Bettencourt Meyers, erede dell’impero L’Oreal. Tra gli altri nuovi ingressi c’è il miliardario messicano Carlos Slim, 84 anni, al 13° posto con 106 miliardi di dollari. La sua ricchezza è aumentata grazie al boom del peso messicano, che ha spinto le azioni delle sue aziende, dall’edilizia alla gestione di ristoranti e negozi, rendendolo la persona più ricca dell’America Latina.

            I magnifici 15

            L’elenco dei magnifici 15 vede dietro al re del lusso francese ben 10 americani, tutti protagonisti della corsa tecnologica: Jeff Bezos, Elon Musk, Mark Zuckerberg, Larry Page, Bill Gates, Sergey Brin, Steve Ballmer, Warren Buffett, Larry Ellison e Michael Dell. Nell’elenco statunitense, l’unico esponente della Old Economy è Buffett, il cui rendimento è stato accresciuto dagli investimenti in Apple e altre società tecnologiche attraverso la sua Berkshire Hathaway.

            Il resto del mondo

            Dal dodicesimo posto in poi troviamo i rappresentanti del resto del mondo: il petroliere indiano Mukesh Ambani, il messicano Carlos Slim, l’altro magnate indiano Gautam Adani (infrastrutture e logistica) e la donna più ricca del mondo, la francese Françoise Bettencourt Meyers, erede dell’impero L’Oreal.

            Il club dei super ricchi si espande, mentre le loro fortune continuano a crescere a ritmi vertiginosi, ridefinendo i confini della ricchezza globale.

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              Come vedono i cani? Ve lo spieghiamo noi

              La visione dei cani è unica e affascinante, con una maggiore sensibilità alla luminosità e ai movimenti, soprattutto nelle condizioni di scarsa luce. Comprendere come vedono i cani ci permette di apprezzare meglio il loro mondo e di fornire loro l’ambiente migliore possibile per vivere una vita felice e sana.

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                Sei mai rimasto affascinato dal modo in cui il tuo cane interagisce con l’ambiente circostante? Ti sei chiesto come riesca a catturare la palla al volo o a individuare un oggetto in movimento anche al buio? La visione dei cani è un argomento affascinante che solleva molte domande. In questo articolo, esploreremo le peculiarità della visione canina, fornendo risposte esaurienti su come vedono i nostri amici pelosi. Scopriremo insieme le differenze nei loro occhi rispetto ai nostri e come queste influenzano la loro percezione del mondo che li circonda. Preparati a entrare nel mondo visivo dei cani e a comprendere meglio la loro straordinaria capacità visiva.

                Come vedono i cani? Le curiosità sulla loro visione

                Hai mai notato come il tuo cane riesca a catturare al volo la palla che gli lanci senza alcuna difficoltà? O magari ti sei chiesto come vedono di notte i nostri amici a quattro zampe e se sono realmente daltonici. Gli occhi dei cani operano in modo leggermente diverso rispetto ai nostri, e in questo articolo esploreremo le principali differenze, rispondendo alla domanda su come vedono i cani effettivamente.

                I cani riescono a vedere i colori?

                I nostri occhi umani possiedono circa sei milioni di coni, le cellule sensoriali responsabili della percezione dei colori in modo tricromatico. Questo significa che percepiamo i colori di base rosso, blu e verde. Al contrario, gli occhi dei cani, dicromatici, hanno una limitata capacità di percepire il rosso e il verde. Possono distinguere solo tra blu e giallo. Poiché i cani percepiscono i colori in modo limitato, si affidano principalmente alla luminosità degli oggetti per orientarsi.

                Come percepiscono i cani i movimenti?

                I bastoncelli presenti nella retina dei cani sono cellule sensoriali specializzate nella percezione della luce e del buio. Grazie a queste cellule, i cani hanno una soglia di fusione dello sfarfallio significativamente più alta rispetto agli esseri umani. Questo significa che possono percepire gli oggetti in movimento, come una palla “volante”, molto meglio di noi. Tuttavia, hanno una minore capacità di vedere oggetti immobili rispetto a noi.

                La visione notturna dei cani

                Essendo strettamente imparentati con i lupi, i cani hanno sviluppato una visione notturna eccezionale. Questa capacità è dovuta principalmente alla presenza di un elevato numero di bastoncelli nella retina, nonché al tapetum lucidum, uno strato riflettente situato dietro la retina che ottimizza la visione crepuscolare. Il tapetum lucidum riflette la luce che penetra nell’occhio, stimolando le cellule sensoriali e consentendo ai cani di vedere bene al buio.

                Struttura dell’occhio dei cani

                L’occhio dei cani è fondamentalmente simile al nostro, diviso in tre sezioni: anteriore, centrale e posteriore. La cornea, la pupilla, l’iride, la retina e il nervo ottico sono alcune delle componenti chiave dell’occhio canino che contribuiscono alla sua straordinaria capacità visiva.

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