Personaggi e interviste
Victoria De Angelis lancia una frecciata a Damiano David: «Mi sono dovuta abituare a essere da sola, ma mi diverto anche così»
Prima volava da un continente all’altro con i Maneskin, ora continua a farlo, ma dietro la console. Victoria De Angelis, tra set esclusivi e libertà ritrovata, racconta la sua nuova vita lontana dalla band, la gestione della popolarità e la sua visione dell’amore.
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Victoria De Angelis non è più “solo” la bassista dei Maneskin. Dopo anni di tour mondiali con la band che ha conquistato il rock, oggi ha scelto una strada parallela: quella della musica elettronica. La vediamo meno con il basso in mano e più dietro una console, con il ritmo che le scorre nelle vene in un modo nuovo.
«Sto facendo un tour e lo adoro, mi sto divertendo tantissimo. È così diverso da ciò cui sono abituata, una boccata d’aria fresca, molto stimolante», ha confessato sulle pagine di Cosmopolitan. Eppure, separarsi – anche se solo temporaneamente – dai compagni di sempre, Damiano, Ethan e Thomas, non è stato facile: «Da sola si sente più pressione e all’inizio ero un po’ nervosa. Con la band siamo molto legati, quindi mi sono dovuta abituare anche a viaggiare da sola. Ma mi diverto molto anche così».
Un addio? No, piuttosto una parentesi personale, una nuova sfida. Oggi Victoria è più libera, più sicura di sé, più innamorata della musica – e non solo quella rock.
La fama? «Non mi interessa»
A 25 anni (che compirà il prossimo aprile), Victoria De Angelis è una star, ma senza quelle manie da diva che spesso arrivano con il successo. «Come gestisco la fama? Personalmente non mi piacciono le celebrità che vanno nei club, super sicure di sé per farsi vedere. Io esco semplicemente con i miei amici a Roma, cammino per strada, non mi interessa. A volte cerco di vestirmi in modo discreto e se qualcuno dice: “Ehi, sembri Victoria”, faccio finta di non crederci e lo prendo come un complimento. A volte si incontra qualcuno di scortese, ma in generale mi fa piacere se la gente mi riconosce».
Insomma, nessuna posa da rockstar, nessuna patina da inarrivabile: Victoria è rimasta la stessa, anche se oggi le luci dei riflettori la inseguono in ogni angolo del mondo.
Amore e libertà
Se sulla carriera si sbottona senza problemi, sulla vita privata Victoria preferisce restare più riservata. Sappiamo che da oltre un anno è legata alla modella Luna Passos, conosciuta ai tempi dei Maneskin, ma i dettagli restano privati. Su una cosa, però, non ha mai avuto dubbi: l’importanza della libertà. «Mi vesto come voglio e sono aperta sulla mia sessualità, cerco anche attraverso la mia musica di trasmettere un messaggio positivo di libertà, accettazione e empowerment».
Senza etichette, senza limiti. Proprio come la sua musica.
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Personaggi e interviste
Che fine ha fatto Platinette? Mauro Coruzzi racconta la sua rinascita dopo l’Ictus e forse il ritorno del suo personaggio
Mauro Coruzzi, noto al grande pubblico anche come Platinette, ha raccontato con sincerità il drammatico cambiamento che ha vissuto dopo essere stato colpito da un ictus.
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L’attore e conduttore radiofonico Mauro Coruzzi (alias Platinette) ha condiviso la sua esperienza della malattia a “Verissimo” con Silvia Toffanin, regalando riflessioni profonde e qualche battuta nonostante la situazione complessa.
La lotta contro l’Ictus
Coruzzi ha descritto il momento del malore e il lungo processo di riabilitazione: «Non pensi mai che il tuo destino sia tracciato in certi modi. Per uno come me, che ha cominciato a lavorare alla radio cinquant’anni fa a Parma, ritrovarsi a non saper parlare e non muoversi è stato difficile. Mi sono detto: “Cosa faccio se non riesco a riprendermi?” La comunicazione è sempre stata la mia vita, mi sono ritrovato perso, come un giocatore di calcio senza gambe». Dopo un lungo ricovero durato oltre due mesi, Mauro ha iniziato un percorso intensivo di logopedia: «Grazie alla logopedia, sto imparando di nuovo ad articolare le parole come fanno i bambini piccoli. A volte, sembro una macchina. Quando le persone mi dicono: “Tornerai come prima”, so che non è vero, ma non mollo».
L’importanza di un intervento rapido
Ricordando il momento dell’ictus, Coruzzi ha sottolineato l’importanza dell’intervento tempestivo: «Ho avuto la fortuna di avere accanto a me dei fisioterapisti che hanno subito capito cosa stesse accadendo e chiamato i soccorsi. Questo è cruciale, bisogna intervenire subito». Ha poi aggiunto l’importanza di uno stile di vita sano. «Tenere sotto controllo la pressione, il peso, avere una vita sana e non caricarsi troppo di stress è fondamentale. Credo che lo stress abbia influito molto su ciò che mi è successo». E poi c’è stata anche l’apporto della sua famiglia…
La forza della famiglia
Coruzzi ha parlato anche della malattia della sorella, affetta da Parkinson. «Lei è una donna meravigliosa e mi dispiace tantissimo perché ha scoperto di avere il Parkinson, una malattia che ti debilita piano piano, prima nei movimenti e poi in tutto il resto». Mauro Coruzzi ha parlato con trasparenza anche della sua vita sentimentale, ricordando un’intervista rilasciata a Maurizio Costanzo: «Non mi sono mai piaciuto fisicamente, pensavo di non essere un granché. Quando iniziavo qualche frequentazione, mi sembrava impossibile che stesse accadendo davvero. L’ultima storia l’ho vissuta 15 anni fa. Era un medico, ma la relazione non mi piaceva: era possessivo, mi assillava con chiamate. Mi sono allontanato». Ha poi concluso: «Per amare bisogna amarsi. Oggi io mi sopporto».
In attesa di Platinette, una vita di trasformazione
Platinette è un personaggio che ha segnato la storia della radio e della televisione italiana per la sua ironia e il coraggio nell’affrontare temi legati all’identità di genere e alla libertà di espressione. Dagli esordi in radio a Parma, passando per la conduzione di programmi di successo, Platinette ha rappresentato una voce fuori dal coro. Un punto di riferimento libertario per chi ama l’ironia e la libertà d’espressione. E non solo.
Personaggi e interviste
Benvenuta Fortuna, la rinascita di Ermal Meta passa attraverso la paternità
Il cantautore albanese sperimenta per la prima volta l’emozione di essere padre. Una novità che gli ha rivoluzionato in positivo la vita.
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Papà per la prima volta, un emozionato Ermal Meta racconta a Verissimo la straordinaria esperienza di questo evento unico: «Con mia figlia sono rinato anche io». La bimba si chiama Fortuna, avuta con la compagna Chiara Sturdà.
Cresciuto senza il padre
Un evento che gli ha davvero rivoluzionato la vita, naturalmente in meglio: «Quando è nata lei, sono rinato anche io, me lo dicevano tutti ma finché non vivi questa emozione non sai cosa significhi». Ermal è cresciuto senza padre e, in merito a questa particolare situazione, ci ha tenuto a dire: «Io non ho avuto quell’esempio da seguire perché mamma è stata anche un papà per me. La paternità è un territorio nuovo e inesplorato»
La sognava durante la gestazione della compagna
Nel salotto di Silvia Toffanin appare un fiume in piena: «È tutto meraviglioso, la nostra Fortuna ha quasi sette mesi e quando la mia compagna era incinta l’ho sognata tutte le notti ma quando l’ho conosciuta, ho capito che era molto più bella di quanto me la immaginassi. Quando è nata non ho potuto prenderla in braccio subito perché è stato un parto un po’ complicato, quindi, l’ho vista due ore più tardi rispetto al momento della nascita».
Come si cambia da genitori
«Dopo essere diventato papà sono cambiato un po’. Diventare padri è un’emozione troppo grande da contenere, tutti i miei amici me lo dicevano ma finché non lo vivi, non lo capisci, avere un figlio ti sposta proprio dal centro della tua vita e, a volte, “andare un po’ in periferia” è salutare perché riesci a rivedere tutto attraverso un altro punto di vista. Mia figlia ha curato tutte le mie vecchie ferite: quando è nata lei, è come se fossi rinata anche io. Mi sono riscoperto diverso e anche molto più paziente».
La sua Chiara che definisce “eroina”
Chiara, la fidanzata del cantante, non ama apparire pubblicamente ma, nella sua intervista a Verissimo, Ermal l’ha citata più volte e ha raccontato: «Chiara dorme molto poco e, infatti, mi dispiace tanto. Lei non dorme da un anno perché ha avuto una gravidanza un po’ difficile, era sempre in vigile attesa perché aveva paura che potesse accaderle qualcosa mentre era a letto e, quindi, non se ne sarebbe accorta. Ha salvato la nostra bambina avendo questo atteggiamento protettivo. È davvero la nostra eroina. Ti amo».
Suo padre era un violento
Classe 1981, cantautore, compositore e polistrumentista albanese, Ermal Meta è nato a Fier in Albania. All’età di 13 anni si è trasferito con la madre (violinista professionista), il fratello e la sorella a Bari, rompendo ogni rapporto con il padre, da lui definito violento. Dopo un paio di esperienze in altrettante band, dal 2013 intraprende la carriera da solista, pubblicando quattro album in studio e vincendo il Festival di Sanremo 2018 in coppia con Fabrizio Moro con il brano Non mi avete fatto niente.
Personaggi e interviste
Francesca Pascale senza filtri, intima ed intensa: il mio Silvio, unico ed irripetibile
Francesca Pascale si racconta al programma Le Iene senza filtri, in un’intervista tra ricordi, emozioni e riflessioni sul suo percorso personale.
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Pascale ripercorre la sua relazione con Silvio Berlusconi, un legame che ha lasciato un segno indelebile nella sua vita: “Un amore irripetibile, purtroppo. Ogni brindisi lo dedico a lui, sempre”. Nonostante la fine della loro storia, il sentimento non si è mai spento: “Mi manca ogni giorno, terribilmente. Mi manca soprattutto il mio migliore amico. Nessuno potrà mai darmi consigli migliori di quelli che mi dava lui”.
Mi manca tutto di lui
Il dolore della sua assenza è profondo: “Non avere più la sua voce prima di dormire, il suo conforto, è devastante. Sarei disposta a rinunciare a tutti i privilegi della mia vita per un altro anno con lui”. Ancora più doloroso è non aver avuto la possibilità di salutarlo un’ultima volta: “Non mi è stato concesso, e non per volontà della famiglia. I figli del Presidente sono persone perbene. Probabilmente, anche lui avrebbe voluto dirmi addio. È la ferita più grande della mia vita”.
Il Cavaliere l’ha resa libera, anche e soprattutto economicamente
Parla anche della libertà che Berlusconi le ha dato: “Non ho mai subito nulla, ho sempre scelto io. Mi ha permesso di essere libera, anche economicamente. Grazie a lui, oggi posso dedicarmi alle mie passioni, come il settore immobiliare. Gli sarò grata per sempre”.
La passione per le persone più grandi
La Pascale confessa la sua attrazione per persone più grandi: “È sempre stato così. A 19 anni, ho avuto una relazione con una donna di 60. Non ho mai avuto un fidanzato coetaneo, non ha mai funzionato”. Si apre sul suo percorso di consapevolezza e sul coming out in famiglia: “Ho capito di amare le donne quando avevo sei anni. A 16 anni l’ho detto a mia madre. Lei non mi ha mai giudicata, ma aveva paura per me, per il mio futuro. Quando ho conosciuto Berlusconi, però, il vero shock è stato in famiglia. Mia madre mi diceva: ‘Stai attenta, è un uomo che potrebbe essere tuo padre'”.
Il difficile rapporto col padre
Il rapporto con il padre, invece, è stato più difficile: “Era misogino, maschilista e patriarcale. Un modello di educazione rigido, soffocante. La sua durezza mi ha reso forte, ma anche consapevole delle ingiustizie. Ha segnato il mio carattere con la resistenza”. Quando le chiedono se fosse stato violento, non esita: “Abbastanza, in tutti i sensi. Era il riflesso di una società che imponeva ruoli e obblighi, senza lasciare spazio alla libertà personale”.
Più omosessuali a destra, nascosti dietro ad una apparente perbenismo
Infine, affronta un tema delicato: l’omosessualità in politica. “Ho incontrato più omosessuali a destra che a sinistra. Di giorno parlano di valori tradizionali, la domenica vanno a messa con la famiglia. Ognuno è libero di vivere come vuole, ma chi si nasconde e poi nega la libertà agli altri mi fa rabbia”.
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