Speciale Festival di Sanremo 2025
Amadeus, partenza incerta su Warner Bros. Discovery: Araimo ammette l’errore e guarda avanti
Il debutto di Amadeus non ha rispettato le aspettative, ma l’AD di Warner Bros. Discovery è pronto a rilanciare: nuovi progetti in arrivo e, se si aprisse la possibilità, anche un clamoroso interesse per il Festival
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Amadeus è arrivato su Warner Bros. Discovery con un carico di aspettative altissimo, ma i primi mesi non sono stati all’altezza del suo curriculum. L’ingresso nel nuovo gruppo è stato affrettato e i risultati si sono visti. Il primo a riconoscerlo è lo stesso Alessandro Araimo, amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, che in un’intervista a Repubblica ha ammesso senza troppi giri di parole: “Forse abbiamo avuto un po’ fretta”.
A settembre 2024 Amadeus ha firmato con il Nove e, meno di un mese dopo, era già sul palco con il Suzuki Music Party e la prima puntata di Chissà chi è. Un inserimento a razzo che non ha dato i frutti sperati. Araimo, però, non si perde in lamentele e rilancia con una promessa: “Stiamo già lavorando a format del tutto nuovi che esalteranno il coraggio e la forte creatività di Amadeus”. Il conduttore resta una risorsa di grande valore e il gruppo è pronto a metterlo nelle condizioni migliori per brillare.
D’altra parte, il Nove ha saputo farsi strada con prodotti semplici ma efficaci, in grado di conquistare un pubblico che cerca alternative all’offerta generalista. Casa a prima vista, Cash or Trash, Don’t Forget the Lyrics sono stati esempi di questa strategia. La sfida ora è trovare la chiave giusta per Amadeus, osando di più e sperimentando. Un’idea potrebbe essere testare nuovi format in orari inediti, come la fascia del pranzo. Resta però da capire quanto il progetto sugli imitatori sarà davvero innovativo o se rientrerà nell’ennesimo gioco di riciclo televisivo.
L’errore di valutazione potrebbe essere stato influenzato anche dall’entusiasmo per l’operazione Che Tempo Che Fa. L’arrivo di Fabio Fazio e del suo talk storico sul Nove è stato un colpo da maestro, capace di trascinare ascolti e rafforzare l’identità del canale. Proprio Fazio, definito da Araimo una delle “stelle” dell’azienda, è al lavoro su nuovi progetti. E, tra le righe, c’è anche un’ipotesi che potrebbe rivelarsi clamorosa: un interesse per Sanremo.
Se il ricorso della Rai sul Festival fosse respinto dal Consiglio di Stato, il Nove potrebbe entrare in gioco per acquisire i diritti della kermesse. Per ora è solo una suggestione, ma Araimo non nega: “Qualsiasi gruppo editoriale avveduto valuterebbe l’opportunità commerciale di acquisire i diritti del Festival, se questa si presentasse in forme certe e definite”. Un’ipotesi remota? Forse. Ma se il colosso Warner Bros. Discovery decidesse di scendere in campo, per Viale Mazzini sarebbe una bella gatta da pelare.
Intanto, Sanremo 2025 è ormai alle porte. Domenica Carlo Conti sarà ospite di Che Tempo Che Fa, esattamente come fecero Amadeus e Fiorello l’anno scorso. Una passerella promozionale che non sarà l’unica attrazione della serata: accanto a lui, infatti, ci sarà Bill Gates, pronto a presentare la sua autobiografia Source Code – I miei inizi. Per il fondatore di Microsoft sarà la terza volta nel salotto di Fazio, dopo le apparizioni del 2004 e del 2021.
L’intervista ad Araimo è stata anche l’occasione per fare il punto sul futuro della piattaforma streaming Max, nata dalla fusione tra HBO e Discovery. Il piano è chiaro: il lancio è previsto per l’inizio del 2026, giusto in tempo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. L’obiettivo è ambizioso: “Trasmetteremo integralmente le Olimpiadi italiane, momento dopo momento, con uno sforzo narrativo e produttivo senza precedenti”.
L’AD di Warner Bros. Discovery è sicuro che la potenza di fuoco del gruppo garantirà a Max un ruolo di primo piano nello streaming globale: “Abbiamo prodotti di un tale pregio e valore da rendere irrinunciabile, pensiamo noi, l’abbonamento alla nostra piattaforma”. Una scommessa importante, in un mercato sempre più affollato e competitivo.
Amadeus, Sanremo, Fazio, Max. Warner Bros. Discovery si muove su più fronti e non ha intenzione di restare a guardare. La partita è appena iniziata.
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025: Gabry Ponte firma il nuovo jingle del Festival, riuscirà a far dimenticare Perché Sanremo è Sanremo?
La nuova sigla di Sanremo, Tutta l’Italia, ha un ritmo dance firmato Gabry Ponte: mix di fisarmonica, tamburello e beat elettronico. Sarà il nuovo tormentone? Il dj torinese trasforma il jingle del Festival in una hit dance che promette di far ballare tutta l’Italia. Ma potrà mai sostituire il mitico Perché Sanremo è Sanremo di Pippo Caruso?
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Il Festival di Sanremo è alle porte e Carlo Conti si prepara a tornare sul palco dell’Ariston per la 75esima edizione, a otto anni dall’ultima sua conduzione nel 2017. Tra novità e ritorni, l’atmosfera del Festival quest’anno punta a mescolare tradizione e modernità, con uno sguardo rivolto alle nuove generazioni.
Tra le novità più chiacchierate c’è sicuramente la nuova sigla del Festival, affidata alle mani esperte di Gabry Ponte. Il dj e produttore torinese, famoso per le sue hit dance, ha composto un jingle tutto da ballare, intitolato Tutta l’Italia, che promette di scuotere il pubblico dell’Ariston e gli spettatori a casa con un mix di musica elettronica, mandolino e pizzica salentina.
Gabry Ponte ha deciso di unire sonorità dance a strumenti della tradizione italiana come la fisarmonica e il tamburello, creando una sigla che strizza l’occhio sia agli amanti della musica elettronica sia a chi preferisce i richiami folk. Il risultato è un jingle orecchiabile e scanzonato, con il ritornello “Tutta l’Italia, tutta l’Italia, lasciateci ballare con un bicchiere in mano”, che punta a diventare il nuovo tormentone del Festival.
L’ispirazione sembra riprendere il trend dell’ultima edizione di Sanremo, che ha celebrato i ritmi anni ’80 e ’90 durante la serata dei duetti. Gabry Ponte aggiunge però il suo tocco personale, creando una sigla che, tra beat elettronici e richiami alle danze popolari, promette di far ballare l’Italia intera.
Da quando Pippo Baudo lo introdusse nel 1995, il jingle Perché Sanremo è Sanremo, composto dal maestro Pippo Caruso, è diventato un simbolo del Festival e una frase di rito per ogni sanremese che si rispetti. Nel 1996, la versione definitiva del jingle, cantata da Rudy Neri dei Prefisso, è entrata nel gergo popolare con il suo inconfondibile Parappappapapparà, che ancora oggi viene canticchiato da chiunque parli di Sanremo.
Sostituire una sigla così iconica sarà un’impresa difficile, e forse nemmeno Gabry Ponte ha l’ambizione di riuscirci. Ma c’è da scommettere che Tutta l’Italia troverà comunque spazio nei cuori degli spettatori, aggiungendo un nuovo capitolo alla storia delle sigle del Festival.
La risposta sembra essere sì. Perché Sanremo è Sanremo è ormai scolpito nella memoria collettiva, ma Tutta l’Italia ha il potenziale per diventare un tormentone parallelo, una colonna sonora che potrebbe accompagnare i momenti più spensierati del Festival.
E chissà, magari nelle prossime edizioni ci ritroveremo a cantare entrambi: un omaggio alla tradizione, ma con un tocco di modernità che solo Gabry Ponte poteva dare. Tutta l’Italia, preparati a ballare.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025, Carlo Conti: «Non faremo mai le 2 di notte. Sanremo è un privilegio, non una maratona»
Clerici spera presto in una donna alla conduzione, Gerry Scotti parla di antifascismo e racconta il dramma familiare. Carlo Conti: «Amadeus imbattibile, ma io non ho nulla da dimostrare»
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Sanremo 2025 è pronto a partire, e la conferenza stampa della vigilia regala subito spunti interessanti. Tra promesse di serate più brevi, assenze illustri e dichiarazioni che fanno discutere, Carlo Conti è apparso rilassato e diretto. Niente monologhi quest’anno: «Preferisco riflessioni veloci. Non c’entrano pressioni esterne, è una questione di tempi». Accanto a lui, Gerry Scotti e Antonella Clerici hanno animato l’incontro con racconti personali e battute taglienti. Scotti mette subito in chiaro il suo pensiero sull’antifascismo, mentre Clerici lancia un augurio: «Presto una donna di nuovo alla guida del Festival».
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Domani sera si parte, e sul palco dell’Ariston saliranno tutti i 29 cantanti in gara, anche se dovevano essere 30. Nessuno ha infatti sostituito Emis Killa dopo il ritiro. Tra i favoriti dei bookmaker, Giorgia e Olly si contendono la vittoria.
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Carlo Conti: «Non faremo mai le 2 di notte»
Una delle preoccupazioni più grandi del pubblico? La lunghezza delle serate. Carlo Conti tranquillizza tutti: «Non faremo mai le 2, non ce la farei fisicamente. Le serate più lunghe saranno la prima, quella delle cover di venerdì e la finale, e arriveremo all’1.30/1.40. Le più brevi chiuderanno all’1.10».
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Antonella Clerici: «Presto di nuovo una donna alla conduzione»
Antonella Clerici, prima co-conduttrice del Festival, non nasconde il suo desiderio: «Mi auguro presto di vedere di nuovo una donna alla guida di Sanremo. Non ho dubbi che accadrà. Le donne in tv hanno ruoli di primo piano».
Conti: «Amadeus imbattibile, ma io non devo dimostrare nulla»
Il paragone con Amadeus, re delle ultime edizioni, non sembra preoccupare Carlo Conti: «Lui e Fiorello sono stati imbattibili, hanno affrontato edizioni complicate, come quelle con l’Ariston vuoto durante il Covid. Ma io non devo dimostrare nulla, nemmeno a me stesso. Sanremo è un privilegio».
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Gerry Scotti: «Io antifascista? Certo, mezza famiglia fucilata dai fascisti»
Durante la conferenza stampa, ai conduttori viene chiesto se si definiscono antifascisti. Carlo Conti risponde senza esitazioni: «Certo, ma trovo la domanda anacronistica. Oggi mi preoccupano l’intelligenza artificiale e i satelliti». Gerry Scotti rincara: «Io antifascista? Ovviamente. Ho avuto mezza famiglia fucilata dai fascisti, potete immaginare cosa penso».
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Gerry Scotti: «Non c’è nessun patto Rai-Mediaset»
La presenza di Gerry Scotti al Festival ha fatto parlare di un possibile accordo di non belligeranza tra Rai e Mediaset dopo la sentenza del Tar. Ma il conduttore è chiaro: «Non porto bandiere bianche. Se fossi qui per quel motivo, avrei chiesto molti soldi. E se posso farvi la spia, non ho mai sentito Mediaset interessata seriamente a Sanremo».
Conti sul no ai monologhi: «Questione di tempi, non di politica»
Niente monologhi a Sanremo 2025. Carlo Conti ha deciso di eliminarli, spiegando: «Non c’entrano pressioni esterne, è una scelta mia. I monologhi allungano troppo i tempi. Ci saranno solo due momenti extra: Jovanotti e il duetto tra Noa e Mira Awad, che canteranno Imagine per dire no alla guerra».
Edoardo Bove sul palco dell’Ariston
Oltre alle canzoni, ci saranno momenti toccanti. Conti ha invitato Edoardo Bove, calciatore della Fiorentina, per raccontare il suo dramma personale: «È una testimonianza forte, che può servire ai ragazzi. Sarà un esempio importante».
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025, Marco Masini smentisce Carlo Conti sulla cover di Bella stronza: “Nulla è stato modificato”
Polemica sul brano di Marco Masini e Fedez: il cantautore chiarisce che nessuna parola del testo originale è stata cambiata. Carlo Conti aveva parlato di una Bella stronza adattata ai tempi, ma Masini e Fedez smentiscono: “Solo nuove strofe aggiunte, nessuna modifica alla canzone originale”.
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Il Festival di Sanremo non è ancora iniziato, ma le polemiche non si sono fatte attendere. Al centro della discussione c’è la cover di Bella stronza, storico brano di Marco Masini, che il cantautore toscano porterà sul palco insieme a Fedez durante la serata delle cover. Un’esibizione molto attesa, ma che ha già suscitato un vespaio di polemiche a causa del testo considerato “aggressivo” e non adatto ai tempi moderni, almeno secondo alcune critiche preventive.
La dichiarazione di Conti
Ad accendere la miccia è stata una dichiarazione di Carlo Conti, conduttore e direttore artistico di questa edizione, che nel corso di un’intervista a Porta a porta aveva annunciato una versione aggiornata e adattata di Bella stronza. “Dovete ascoltarlo perché sarà una versione 2.0, una versione nuova di quel brano di Marco Masini, adattata ai tempi. Resterà quel titolo”, aveva spiegato Conti.
Masini vuole chiarire
Parole che, però, non hanno trovato pieno riscontro nelle dichiarazioni di Marco Masini. Il cantautore ha voluto chiarire la situazione attraverso un comunicato pubblicato sui social, precisando che il testo originale non è stato modificato:
Nessuna frase cambiata
“La cover di Bella stronza che io e Federico porteremo sul palco dell’Ariston venerdì non sarà nulla di tutto ciò che sto leggendo sui media: nessuna frase, nessuna parola della canzone è stata modificata. Abbiamo semplicemente unito parti del testo originale con nuove strofe scritte da Federico per l’occasione. Ne è nato un racconto totalmente nuovo, del quale in tanti stanno parlando senza neanche averlo ascoltato”.
Il silenzio di fedez
Dal canto suo, Fedez ha preferito non aggiungere dichiarazioni, limitandosi a ricondividere le parole di Masini sulle sue Instagram Stories, lasciando che fossero le precisazioni del cantautore toscano a parlare per entrambi.
Attesa altissima
Nonostante le polemiche, l’attesa per questa esibizione è altissima. La combinazione tra la potenza del testo originale di Masini e le nuove strofe scritte da Fedez promette di regalare un momento intenso e inaspettato, capace di riportare Bella stronza al centro della scena musicale con una nuova veste narrativa.
Come reagirà il pubblico
Resta ora da vedere come reagirà il pubblico e se la performance riuscirà a trasformare questa discussione in un successo da ricordare. Dopotutto, Sanremo è anche questo: dibattito, emozioni e tanta, tanta musica.
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