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Speciale Festival di Sanremo 2025

Lucio Corsi: il suo festival comincia davvero bene, col premio “miglior artista indipendente” (intervista)

Tra le proposte più interessanti di questa edizione, una scelta di Carlo Conti che la critica in modo unanime appoggia. Corsi è un artista di culto, sarà interessante vedere come reagirà il grande pubblico televisivo al suo cantautorato poetico e per certi versi controcorrente.

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    Un artista davvero fuori dagli schemi, molto diverso da quelli a cui siamo abituati a vedere all’Ariston. Uno stile, il suo, che si ispira a mondi sognanti, con brani che spesso sembrano arrivare da un altro pianeta, lui stesso ama presentarsi al pubblico quasi come una creatura aliena. Con un approccio alla vita e alla musica molto coerente, che l’ha subito reso un personaggio di culto fra chi, nella musica, cerca qualcosa in più della rima baciata o del banale andamento canzonettistico. Se non temessimo di apparire “blasfemi”… si potrebbe pure scomodare come riferimento opportuno lo Ziggy Stardust di bowiana memoria.

    Una presenza sanremese da tenere assolutamente d’occhio

    I suoi album, ad oggi tre (con un quarto in arrivo), rappresentano un eccellente compendio tra vecchio e nuovo, che miscelano in perfetto equilibrio musica popolare ed atmosfere oniriche, caratterizzati da un’estrema cura negli arrangiamenti. Controcorrente e solo apparentemente fuori dal tempo… all’ascolto risulta coinvolgente e spontaneo: una presenza, la sua, che impreziosisce questa edizione del festival, che tutti aspettano con grande curiosità.

    Qualcosa sulla sua carriera fino ad oggi

    Il cantautore di origine maremmana (nato a Grosseto nel 1993 e cresciuto a Vetulonia), nel 2015 pubblica i suoi primi due EP. Nel 2017 arriva il suo primo album Bestiario Musicale, venendo premiato dal MEI come artista emergente dell’anno. Nel 2020 pubblica per Sugar Music il suo secondo album in studio Cosa faremo da grandi?, e nel 2023 pubblica il suo terzo album La Gente Che Sogna, venendo nuovamente insignito dal Meeting delle Etichette Indipendenti come artista indipendente dell’anno! Torna a novembre 2024 con il nuovo singolo Tu sei il mattino (sempre per Sugar Music) il cui videoclip vede la partecipazione straordinaria dell’attore e regista Carlo Verdone.

    Non a caso Corsi è fra i protagonisti della sua serie televisiva Vita da Carlo – Terza Stagione su Paramount+. Corsi da domani parteciperà alla 75esima edizione del Festival di Sanremo in gara – è la sua prima volta – e in tale occasione sarà premiato dal MEI come Miglior Artista Indipendente presente al Festival di Sanremo 2025. Ad aprile inizia il suo tour di concerti, precisamente il 13 da Bologna. Poi le grandi città.

    Un premio che celebra la sua originalità, “merce” sempre più rara nella musica attuale

    “Il percorso musicale di Lucio Corsi è tra i più originali, autonomi e indipendenti del panorama nazionale degli ultimi anni. Altissima qualità, innovazione e ricerca sonora in totale contrasto con la banalizzazione imperante del mainstream commerciale oggi in un’Italia musicale sempre più omologata”, queste le parole Giordano Sangiorgi, patron del MEI. “ Un premio quindi al coraggio della proposta musicale che conferma la sua personale individualità anche in occasione di questo Sanremo 2025 e che offre una speranza a tutta quella scena musicale che lavora alla ricerca musicale con passionee autonomia uscendo dall’omologazione degli algoritimi delle piattaforme musicali digitali che ci orientano tutti verso un unico modello di consumo, cancellando tutte le diversità e pluralità musicali”.

    L’intervista

    Come descriveresti la canzone che porti in questa edizione del festival?

    Le canzoni non vanno pensate né forzate. Oltretutto Volevo essere un duro l’ho scritta un anno e mezzo fa, non pensando minimamente a Sanremo. Si tratta comunque di una ballata, che è il formato che preferisco quando scrive, permettendomi di utulizzare le parole in assoluta comondità, considerrando anche la bellezza e varietà della nostra lingua.

    Ma qualcosa di più specifico sul testo?

    Diciamo che il senso si cela dietro a questo concetto, dietro a questo mondo che ci impone di essere inscalfibili, indistruttibili, perfetti e solidi come dei macigni… ma noi siamo molto più in bilico. L’equilibrio è precario, bisogna solo accettarlo.

    In che stato d’animo ti senti a pochi giorni dall’inizio della gara?

    E’ un contesto che mi emoziona moltissimo ma, se devo essere sincero, non mi fa paura. Soprattutto il teatro Ariston, se penso a chi ci è salito… un posto magico. E poi suonare con l’orchestra: un vero onore… e non si tratta di una frase di circostanza.

    Se dico Sanremo, dimmi per favore la prima immagine che ti viene in mente…

    Rino Gaetano con cilindro, frack e ukulele!

    C’è qualcosa che non conosci assolutamente e che ti incuriosisce particolarmente di questa manifestazione? Che so… il rapporto con alcuni big celebrati, i tempi serrati del festival o, appunto, l’orchestra?

    Mah, direi più che altro l’aspetto televisivo, che sicuramente conosco meno. Dagli anni ’70 i televisori sono diventati sempre più sottili e per entrarci devi metterti col profilo giusto. E magari io li ho entrambi sbagliati! Scherzi a parte, mi incuriosisce tutta questa “botta” mediatica condensata in una settimana.

    Da musicista, quali consideri le tue influenze?

    Mi sono avvicinato ed appassionato alla musica attraverso il film The Blues Brothers, iniziando a scrivere fin da giovanissimo. Quel film fu una folgorazione: c’era dentro tutta la musica più bella della storia e loro erano due supereroi che riuscivano a vincere in qualsiasi situazione. In termini di riferimenti artistici direi il mondo del progressive rock con band come i Genesis, scoprendo poi il grande cantautorato italiano e in particolare Flavio Giurato, Paolo Conte, Vasco, Franco Battiato e Ivan Graziani.

    Battiato Conte a Sanremo però non ci sono mai andati, come la mettiamo?

    Infatti, ho trascorso anni con la lotta interiore del “ci provo o no, vado o non vado?”. Con la mia etichetta attuale (Sugar Music, ndr) stiamo facebdo un grande lavoro, sono molto grato di lavorare con loro. Ho anche un disco in preparazione che uscirà dopo Sanremo e ci tengo anche io a farmi conoscere. E poi, in un certo senso, Sanremo – anche se immaginario – l’ho già frequentato: nella serie Vita da Carlo con Carlo Verdone su Prime Video, una cosa molto divertente. Una storia vera sotto forma di bugia, come la chiamo io. Filava tutto troppo perfettamente per non provarci davvero…

    Nella fiction vieni scelto dal direttore artistico Verdone per partecipare a Sanremo, poi è arrivato quello vero, Carlo Conti…

    Beh, se ci pensi è stata una sorta di profezia visto che, nemmeno un mese dopo, Conti mi ha annunciato fra i big del Festival. Per me e per gli sceneggiatori di Carlo è come se avessimo avuto una sorta di sesto senso…

    Per la serata delle cover la tua proposta riguarda una canzone-simbolo del festival e della musica italiana nel mondo, che eseguirai però in una modalità particolarmente anomale: in duetto con Topo Gigio. Perchè questa scelta?

    Topo Gigio, hai detto bene, è un simbolo, che insegna come non diventare una marionetta, tagliando i fili di chi ti vorrebbe far muovere a suo piacimento. E poi Topo Gigio esordì in televisione nel 1959 con la voce di Modugno. Il cerchio si chiude: è come se, in qualche modo, incontrasse nuovamente la sua canzone.

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      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Sanremo 2025, premi a Venditti e Zanicchi. E Antonello sorprende: «Elodie? Magari un giorno…»

      Carlo Conti celebra Iva Zanicchi e Antonello Venditti, che torna all’Ariston dopo anni di critiche. Ma è la frase su Elodie a catturare l’attenzione: «Magari un giorno…».

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        Sanremo 2025 promette di stupire ancora una volta. Alla guida della 75ª edizione del Festival, Carlo Conti ha voluto rendere omaggio a due protagonisti della musica italiana: Iva Zanicchi, regina dell’Ariston, e Antonello Venditti, che riceverà un premio alla carriera. Ma è proprio il cantautore romano a sorprendere tutti con una frase destinata a far discutere.

        Venditti, noto per il suo scetticismo verso Sanremo, ha più volte ribadito di non sentirsi a casa sul palco dell’Ariston. Solo un anno fa, in un’intervista al Messaggero, aveva detto: «Sanremo? È da orticaria! Se lo nomino con De Gregori, si sente male»

        .Poi, quasi a sorpresa, ha aggiunto un commento su Elodie che ha fatto drizzare le antenne ai fan: «Elodie? Magari un giorno…». Un’apertura che sembra preludere a una possibile collaborazione o, chissà, a un’esibizione insieme.

        Venditti tornerà sabato prossimo sul palco per ritirare il premio alla carriera. «Torno per la terza volta, felice di socializzare ancora con giovani colleghi come Achille Lauro. Nel 2019 ricordo che mi piacque subito Mahmood, primo con Soldi».

        Quanto ai brani che eseguirà, massimo riserbo. «Credo due, ma ancora non so quali. Odio le prove, deciderò direttamente sabato».

        Iva Zanicchi aveva dichiarato di aver chiuso con la gara, ma aveva anche lasciato la porta aperta a un possibile ritorno come ospite: «Se mi chiamassero, andrei senz’altro con molto piacere». Detto, fatto. Carlo Conti ha deciso di celebrarla sul palco dell’Ariston con un omaggio speciale per la sua incredibile carriera.

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          Speciale Festival di Sanremo 2025

          Sanremo, Marcella Bella: «Non ho bisogno di essere raccomandata. Dopo 56 anni di carriera, parlo con le mie canzoni»

          Marcella Bella porta a Sanremo Pelle diamante, una canzone che invita le donne a costruirsi una corazza emotiva, come una protezione preziosa contro le difficoltà della vita. «Serve forza, indipendenza e capacità di reagire: dobbiamo essere più forti che mai».

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            Marcella Bella non è certo nuova al palco dell’Ariston. Pelle diamante segna la sua nona partecipazione al Festival e porta con sé un messaggio chiaro e potente, che parla alle donne e della forza necessaria per affrontare le difficoltà della vita. «Questa canzone parla anche un po’ di me, del mio carattere, ma attraverso il mio racconto spero che tante donne trovino la spinta per costruirsi una corazza, una protezione emotiva e mentale. Nel testo suggerisco di immaginare questa corazza fatta di diamanti, la pietra più dura e preziosa che esista, perché mai come oggi ne abbiamo bisogno», ha spiegato la cantante durante la conferenza stampa.

            Un brano che vuole essere una metafora di resistenza e rinascita. Non solo una canzone, ma un invito alla consapevolezza e all’indipendenza.

            Un tema sempre più attuale

            La forza femminile evocata da Pelle diamante si intreccia inevitabilmente con una delle emergenze sociali più dolorose: la violenza contro le donne. Marcella Bella non si tira indietro nel toccare il tema, scavando nei ricordi della sua infanzia. «Quando ero piccola, in Sicilia si parlava ancora di delitto d’onore. Mi sembrava una cosa pazzesca. Crescendo, pensavo che tutto fosse migliorato. Mai mi sarei aspettata che oggi, invece di divorziare, alcuni uomini preferiscano eliminare la loro compagna».

            La sua canzone non racconta esplicitamente queste storie drammatiche, ma vuole essere «una piccola cosa che posso fare per focalizzare l’attenzione su un tema che colpisce troppe donne».

            Il messaggio è chiaro, diretto e senza filtri: «Donne, siate toste, agguerrite e soprattutto indipendenti. L’indipendenza rende più forti. Nel mio piccolo, voglio aiutare noi donne a non dimenticarlo».

            Nessun bisogno di raccomandazioni

            Non sono mancate le polemiche legate alla sua partecipazione al Festival. Alcuni hanno ipotizzato che la sua presenza fosse legata a presunte simpatie politiche verso Giorgia Meloni, ma Marcella Bella ha subito messo le cose in chiaro: «Dopo 56 anni di canzoni, non ho bisogno di essere raccomandata». Una risposta secca, quasi a voler chiudere la questione senza lasciare spazio a ulteriori insinuazioni.

            Non meno incisiva la sua posizione su Bella stronza, la canzone che Fedez e Marco Masini porteranno sul palco e che da molti è considerata un testo controverso per i suoi toni ritenuti anti-femministi. Marcella ha scelto di non giudicare apertamente i colleghi, ma ha comunque fatto capire chiaramente la sua opinione: «Non mi esprimo sui colleghi. Nel mio pezzo mi definisco io stessa una stronza, ma non permetterei mai a nessun altro di dirmi qualcosa di simile».

            Verso l’Ariston con grinta e cuore

            In un panorama musicale spesso appiattito su logiche commerciali, Marcella Bella porta ancora una volta autenticità e passione. Forte di una carriera che attraversa decenni di storia della musica italiana, si prepara a calcare il palco dell’Ariston con tutta la grinta che l’ha sempre contraddistinta.

            Pelle diamante si preannuncia già come uno dei brani più intensi di questa edizione del Festival, non solo per la sua musicalità, ma soprattutto per il suo messaggio potente. Una canzone che spinge le donne a ritrovare la propria forza interiore, trasformando le cicatrici della vita in una corazza lucente.

            E a chi ancora si ostina a cercare polemiche, Marcella risponde con una sola certezza: la musica resta il linguaggio più forte e sincero che possiede. Sempre in grado di far parlare di sé, ma soprattutto di emozionare.

            Un messaggio chiaro, diretto e senza filtri: «Donne, siate toste, agguerrite e soprattutto indipendenti. L’indipendenza rende più forti. Nel mio piccolo, voglio aiutare noi donne a non dimenticarlo».

            Con queste parole, Marcella Bella si conferma una delle voci più autentiche e potenti del panorama musicale italiano, capace di trasformare ogni ritorno sul palco dell’Ariston in un’occasione per parlare a cuore aperto.

            Verso l’Ariston con grinta e cuore

            Pelle diamante si preannuncia già come uno dei brani più emozionanti di questa edizione del Festival. Marcella Bella, forte di una carriera che attraversa decenni di storia della musica italiana, affronta ancora una volta il palco con grinta e cuore, pronta a ricordare che la musica può e deve essere uno strumento di riflessione e cambiamento.

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              Speciale Festival di Sanremo 2025

              Sanremo, un Festival senza sorprese. Solo Jovanotti ci salva dall’effetto déjà vu

              La triade Conti-Clerici-Scotti gioca sul sicuro, mentre Alessandro Cattelan promette cazzeggio al Dopofestival. Il Festival, però, sembra arrancare dietro l’innovazione: troppa tradizione e poco coraggio. E già si discute sulla durata delle canzoni e sulle presunte censure.

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                Primo giorno di Festival, inutile dire che ci aspettiamo grandi cose. Per questa sera il piatto forte rimane Jovanotti. Siamo in grado di anticiparvi che si esibirà davanti all’ingresso dell’Ariston con una moltitudine di musicisti tra batteristi, percussionisti, bassisti. Occuperà vari spazi del teatro.

                Giornata di prove all Ariston del Festival di Sanremo 2025 Lorenzo Cherubini – Jovanotti

                Intanto la rassicurante triade composta da Carlo Conti, Antonella Clerici e Gerry Scotti si mantengono ingessati sulle dichiarazioni legate allo show, a parte un racconto d’infanzia molto toccante da parte del primo, che in conferenza ha ricordato il suo passato difficile per via dell’assenza del padre.

                Ci accorgiamo che in questa edizione, per ora, manca un elemento base: la curiosità. Sulla carta è un festival che si affronta come un rito collettivo, ma senza suspence, senza misteri, anzi, con troppe certezze. Si spera nel colpo di scena inaspettato. Paradossalmente, anche una scivolata dalle scale è diventato un elemento di cui chiacchierare.

                Giornata di prove all Ariston del Festival di Sanremo 2025 Lorenzo Cherubini – Jovanotti

                In conferenza, Alessandro Cattelan, conduttore del Dopofestival ha parlato del significato dello storico format di cui è al timone, tornato quest’anno: «Vogliamo regalare un momento di decompressione e di cazzeggio, abbiamo tutto ciò che serve per provare a fare qualcosa di divertente».

                Intanto ecco l’ordine d’uscita dei cantanti di questa sera, martedì 11 febbraio: Gaia, Francesco Gabbani, Rkomi, Noemi, Irama, Coma Cose, Simone Cristicchi, Marcella Bella, Achille Lauro, Giorgia, Willie Peyote, rose Villain, Olly, Elodie, Shablo ft Gué Joshua, Massimo Ranieri, Tony Effe, Serena Brancale, Brunori Sas, Modà, Clara, Lucio Corsi, Fedez, Bresh, Sarah Toscano, Joan Thiele, Rocco Hunt, Francesca Michielin, The Kolors.

                Poi, spiace dirlo, ma è un festival tradizionalista che si forza di stare al passo con i tempi. Ma lo sforzo è innaturale e evidente. Simona Sala, direttrice di Radio 2, ha fatto il punto sulle presunte censure dell’emittente nei confronti di rapper dai testi sessisti e violenti, in particolare di Tony Effe. «Nessuna censura, ma determinati cantanti non li passiamo, né certe canzoni, stiamo molto attenti a questo. Sarebbe bello intervistare tutti questi cantanti, capire da dove prendano quel tipo di insulti, soprattutto rispetto alle donne». Non avevamo dubbi che le posizioni fossero tali. E ancora «Sesso e Samba l’abbiamo passata, quelle di prima no – aggiunge riferendosi sempre al rapper romano – ed è interessante capire la sua evoluzione, addirittura verso il califanese”.

                Polemica anche sulla durata delle canzoni, il brano di Brunori sfora i 3:30 minuti intesi come limite massimo da regolamento. Conti chiarisce: «Per me le canzoni devono essere brevi, ma tutti d’accordo abbiamo deciso che il limite potesse essere leggermente sforato. Non siamo così fiscali».

                Intanto i tecnici sono tutti in attesa dei dati di ascolto di domani. Ma Conti mette le mani avanti «Nessuna sfida con Amadeus, i suoi dati sono imbattibili. Ha fatto un lavoro incredibile, straordinario». Riuscirà la Rai a mantenere la media dello scorso anno di 10, 8 milioni?

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