Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025, Elodie si racconta: dalla sfida degli stadi alla libertà di essere se stessa
La cantante non teme di mettersi in gioco: sarà la terza donna italiana a esibirsi a San Siro. Senza filtri, parla del rapporto con il corpo, della sua infanzia difficile e della relazione con Andrea Iannone. «Non temo le sfide. Mi piace raccontare chi sono, senza maschere».
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Già nota per le sue posizioni progressiste, si è definita “una donna di sinistra” e ha più volte criticato apertamente il governo Meloni. La sua affermazione, forte e priva di ambiguità, ha rapidamente fatto il giro del web, diventando virale e dividendo l’opinione pubblica.
Nella sala stampa del Festival di Sanremo, Elodie si presenta sicura, carismatica e senza filtri. Un’artista cresciuta molto rispetto ai suoi esordi, quando era solo “la ragazza coi capelli rosa” di Amici, piena di fragilità e insicurezze. Oggi è un’icona della Generazione Z, una delle cantanti più amate in Italia, pronta a salire su uno dei palcoscenici più prestigiosi: San Siro. «È stato un azzardo pensare a un tour negli stadi, ma a me le sfide piacciono. È una grande opportunità per raccontare uno show imponente», ha raccontato in conferenza stampa.
Prossimamente negli stadi
Poco fa Elodie si è sottoposta alla fila di domande dei giornalisti in sala stampa. Dalla ragazza coi capelli rosa – questo il segno distintivo all’epoca – con tante fragilità e insicurezze, l’artista si è trasformata negli anni una delle artiste più amate e riconosciute in Italia: un’icona della Generazione Zeta. E quest’anno sarà la terza donna italiana a esibirsi allo Stadio San Siro di Milano: “È stato un azzardo pensare a un tour negli Stadi, ma a me le sfide piacciono. È una grande opportunità per raccontare un grande show”, ha detto la cantante. Si tratterà di uno spettacolo in allestimento in questo periodo (“sono state fatte già alcune riunioni”) pieno di cose eclatanti, Elodie ne è sicura e ne parla volentieri, anche senza svelare nessun dettaglio.
2024, un anno da ricordare
Elodie viene da un 2024 pieno di successi in diversi campi artistici: oltre ad avere collaborato con artisti come Tiziano Ferro, Ernia e Gigi D’Alessio, Elodie ha anche posato per il calendario Pirelli.
I suoi amori
Rispondendo ad una domanda, Elodie ha voluto sottolineare come lei si reputi un’interprete canora dell’amore, argomento che la coinvolge totalmente e nel quale sente di poter dare un apporto distintivo. Dopo una frequentazione nata tra i banchi di Amici con il collega Lele Esposito, Elodie nel 2019 si lega sentimentalmente al rapper italiano Marracash, al secolo Fabio Bartolo Rizzo, fino all’estate del 2021. Una relazione lunga due anni, terminata con l’uscita dell’album del rapper Noi, Loro, Gli Altri: “Ci siamo lasciati durante la lavorazione del disco, nel video di Crazy Love (il singolo di Marracash, ndr) mettiamo in scena la fine nostro rapporto e ci uccidiamo a vicenda”, aveva detto Marracash sulla fine della relazione. L’anno successivo la cantante ha una breve relazione con l’ex modello Davide Rossi, mentre dall’autunno del 2022 è legata sentimentalmente ad Andrea Iannone, pilota di Moto GP.
Le corse di Andrea le mettono ansia
Ma per quanto riguarda la velocità, non sembrano andare così d’accordo: “Litighiamo. E il motivo è che io odio la velocità, non guido – ha confessato Elodie – non ho nemmeno la patente. Lo accompagno spesso alle corse e provo tanta ansia. Ma è molto sexy guardarlo, lo ammetto”. Elodie ha ammesso anche di non aver trascorso un’infanzia facile. La mamma, Claudia Marthe, si è separata dal padre quando Elodie aveva appena compiuto otto anni e ha cresciuto da sola i suoi figli, di mestiere faceva la cubista. L’artista ha ricordato il periodo in cui la mamma ha lottato contro la tossicodipendenza. “Io l’ho capito dopo un po’ ma non ho reagito arrabbiandomi, anche se poi ho avuto dentro di me tanta rabbia per parecchio tempo”.
Il rapporto col corpo
Circa l’espressione della libertà e della sensualità ha detto: “Mi piaccio. Il corpo mi aiuta a raccontare qualcosa di me. Non penso che avere una sessualità sia peccato, non sono cattolica, battezzata, voglio restare lontana da questo modo di pensare”. Ammettendo di non fare grandi sforzi per mantenere il fisico statuario: “Faccio stretching, pesetti e uso una tuta ems che stimola i miei muscoli”. E sulle regole a tavola ha detto: “Il mio fidanzato (Andrea Iannone, ndr) mi controlla, non posso mangiare molti zuccheri, perché fanno male. Ma io voglio godere dei piaceri della vita. Quando devo mettermi sotto e seguire le regole, lo faccio. Per il resto, ozio e mi rilasso, tendenzialmente sono pigra”.
E per finire… la canzone di Sanremo 2025
Sul brano in gara ci tiene a precisare: “Alle 7 del mattino ci si dimentica delle persone e la canzone parla di chi vorremmo scordare dopo una serata passata a ballare”. Non le interessa la gara ma piuttosto la risposta del pubblico: “Desidero che la canzone venga amata, a prescindere dalla classifica”.
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Shablo dal rap alla golden age del gospel: un manifesto urbano tra rivalsa e speranza
Insieme a Guè, Tormento e Joshua, Shablo racconta la città e la rivalsa personale con La mia parola. Tra citazioni rap old school, rimandi al blues e strofe che vibrano di autenticità, il brano diventa un manifesto urbano.
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Sanremo 2025 segna per Shablo un momento di svolta, portandolo dalla cabina di regia al centro del palco più prestigioso d’Italia. In un progetto collettivo che mescola generazioni e stili, Shablo ha scelto di affiancarsi a tre pesi massimi dell’hip-hop e della musica urban: Guè, pilastro del rap italiano, Tormento, pioniere con i Sottotono e simbolo dell’R&B nostrano, e Joshua, giovane promessa con un’impronta innovativa.
“La mia parola”, il brano che Shablo presenta sul palco di Sanremo 2025 insieme a Guè, Tormento e Joshua, è una dichiarazione d’intenti che punta dritto al cuore degli amanti dell’hip-hop old school. Il pezzo si presenta con un beat che mescola sapientemente atmosfere retrò e sonorità contemporanee, unendo linee di basso profonde e sample taglienti che strizzano l’occhio alla golden age del rap (ma anche al gospel!).
Una città tossica, tra cemento e smog
Un elemento centrale del testo è senza dubbio la città, descritta con dettagli crudi e vividi, che diventa metafora della solitudine e della complessità dei rapporti umani. Shablo attinge a piene mani nel gergo dell’hip-hop, raccontando di un universo fatto di smog e di sbattimenti, senza soldi per pagare le spese o amici su cui contare:
«Siamo in sbatti sbatti per arrivare al top /
Tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow /
Non ti danno abbracci qua sei da solo nel block /
Io le mando baci lei che per me è la più hot /
Mi dicevi taci, ora però sono il goat»
L’immagine di «sei da solo nel block» suggerisce un contesto urbano spietato, dove l’affermazione è un gioco solitario e gli abbracci, simbolo di supporto e solidarietà, scarseggiano. Eppure, Shablo non si lascia intimidire: «Mando baci» a chi ama, come segno di resistenza. Il vero punto forte arriva nel verso finale: «Mi dicevi taci, ora però sono il goat». Qui c’è una rivalsa personale: chi un tempo lo criticava ora si trova davanti a un GOAT (Greatest of All Time), un’affermazione potente che racconta la parabola del successo.
Il gospel come simbolo di speranza
Shablo, con pochi versi, crea un quadro struggente e realistico di chi vive in condizioni di disagio, ma riesce comunque a trovare uno spiraglio di luce attraverso la musica e la forza interiore:
«Qui la gente muore e vive /
Senza soldi e alternative /
L’unica cosa che so /
Suona dal basso questo gospel /
È la voce di chi raccoglie le forze»
Con «Senza soldi e alternative», Shablo fotografa una condizione di immobilità, dove le possibilità di riscatto sono poche o inesistenti. È una denuncia sottile, ma efficace, delle disuguaglianze economiche e sociali. Ma c’è anche un messaggio di speranza: «Suona dal basso questo gospel» introduce una potente immagine sonora e simbolica. Il gospel, tradizionalmente legato alle comunità afroamericane e alla loro lotta per la libertà, diventa qui un elemento universale di redenzione.
Blues, bullshit e Beetlejuice
In completo crossover, il rap e il blues rappresentano due anime della stessa canzone: da un lato, la narrazione cruda e diretta del rap; dall’altro, il blues come espressione di malinconia e radici profonde.
«È rap è blues e gin & juice /
Fai il mio nome tre volte Beetlejuice /
Suona ancora più forte bad and boujee /
Rock’n’roll lo sai party & bullshit»
In questa strofa ci sono parecchi omaggi al background musicale di Shablo, Guè, Tormento e Joshua. «Gin & juice» richiama il celebre brano di Snoop Dogg, aggiungendo un tocco di classicità old-school, evocando scene di spensieratezza in pieno stile West Coast. Il verso «Suona ancora più forte bad and boujee» rimanda al successo planetario del trio Migos, mentre «Rock’n’roll lo sai party & bullshit» è un chiaro riferimento al brano Party & Bullshit di Notorious B.I.G.
C’è spazio anche per un tocco cinematografico: «Fai il mio nome tre volte Beetlejuice» è un omaggio al personaggio dell’omonimo film di Tim Burton, dove ripetere il suo nome per tre volte lo fa comparire, un’immagine potente che richiama l’evocazione di forze ribelli e imprevedibili.
L’omaggio al rap anni ’90 per la serata delle cover
Per la serata delle cover, Shablo, Guè, Tormento e Joshua si uniranno a Neffa per un mashup eccezionale: Amor de Mi Vida dei Sottotono e Aspettando il Sole di Neffa. Un omaggio al rap e all’R&B che hanno segnato gli anni ’90 e 2000, mescolando passato e presente in un viaggio musicale che promette di essere uno dei momenti più emozionanti di questo Sanremo 2025.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025, Giorgia e Brunori Sas sostengono il Referendum Cittadinanza: «Dite Sì all’Italia che riconosce tutti i suoi figli»
Giorgia e Brunori Sas rispondono all’appello e, insieme alle attiviste di ActionAid, cantano L’Italiano di Toto Cutugno. Simbolo dell’iniziativa: un ciuccio con nastrino tricolore per ricordare chi ancora non ha il riconoscimento della cittadinanza.
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Sul palco più popolare d’Italia arriva un appello forte e chiaro. Le attiviste del Referendum Cittadinanza hanno lanciato via social una richiesta alle artiste e agli artisti che in questi giorni si esibiranno a Sanremo: sostenere il Sì per un’Italia che riconosca tutte le sue figlie e i suoi figli come cittadini.
La risposta non si è fatta attendere. I primi a rispondere sono stati Giorgia e Brunori Sas, che hanno intonato L’Italiano di Toto Cutugno insieme alle attiviste di ActionAid Utibe Joseph e Kejsi Hodo, regalando al pubblico un momento emozionante. A completare il gesto simbolico, un dono speciale: un ciuccio con un nastrino tricolore, da portare sul palco come simbolo di tutti quei bambini e bambine nati e cresciuti in Italia ma che ancora non hanno la cittadinanza.
La sfida del quorum: portare il tema nei salotti italiani
Il referendum sulla cittadinanza ha ricevuto l’ok dalla Corte Costituzionale lo scorso 20 gennaio, insieme ad altri quattro quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil. Tuttavia, la bocciatura del quesito sull’autonomia ha reso ancora più ardua la sfida del quorum, costringendo i promotori a partire proprio dal Festival di Sanremo per richiamare l’attenzione del Paese sull’importanza dell’appuntamento referendario.
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Una rete di 70 organizzazioni per i diritti
Il Referendum Cittadinanza è stato promosso da una vasta rete di associazioni, tra cui +Europa, Possibile, Dalla Parte Giusta della Storia, ActionAid, Libera, Arci, Italiani senza Cittadinanza e Conngi, insieme a oltre 70 organizzazioni che si battono per un’Italia più inclusiva. L’obiettivo è chiaro: portare il tema nei salotti italiani e accendere i riflettori su un diritto spesso dimenticato.
L’importanza di Sanremo come megafono sociale
Non è la prima volta che il Festival di Sanremo si trasforma in una piattaforma per sensibilizzare su temi sociali di grande rilevanza. Quest’anno, però, l’iniziativa ha un valore ancora più simbolico, sfruttando la forza comunicativa del Festival per toccare il cuore di milioni di spettatori e coinvolgerli in una battaglia di civiltà.
Il messaggio è semplice, ma potente: dire Sì al Referendum Cittadinanza significa dire Sì a un’Italia più giusta, capace di riconoscere i suoi figli e le sue figlie senza discriminazioni.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025, scaletta della terza serata: big in gara, ospiti e come seguire il Festival. Brunori secondo a uscire
Sul palco dell’Ariston si esibiranno 14 big. Ospiti d’eccezione i Duran Duran, Iva Zanicchi, Edoardo Bennato e i protagonisti di Mare Fuori. La serata delle Nuove Proposte decreterà il vincitore di categoria.
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Dopo il secondo appuntamento della 75ª edizione del Festival di Sanremo, che ha svelato la top 5 della serata, torna questa sera, giovedì 13 febbraio, il terzo capitolo della kermesse musicale più amata d’Italia, in diretta dal Teatro Ariston. Carlo Conti darà il via allo spettacolo alle ore 20.40 su Rai Uno, affiancato da un trio di co-conduttrici d’eccezione: Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa.
Durante la serata, si esibiranno 14 dei 29 artisti in gara, ovvero quelli che non si sono esibiti nella serata precedente. Non mancherà il momento dedicato alle Nuove Proposte, con la proclamazione del vincitore tra i finalisti Settembre e Alex Wyse.
I big della terza serata
Ecco, dunque, tutti i big in gara di questa terza serata del Festival.
1)Clara
2)Brunori Sas
3)Sarah Toscano
4)Massimo Ranieri
5)Joan Thiele
6)Shablo ft Guè, Joshua, Tormento
7)Noemi
8)Olly
9)Coma_Cose
10) Modà
11) Tony Effe
12)Irama
13)Gabbani
14)Gaia
Ospiti e co-conduttori della terza serata
Super ospiti della serata saranno i Duran Duran, che tornano a Sanremo a 40 anni dalla loro prima esibizione. La leggendaria band britannica proporrà un medley dei suoi successi, tra cui Wild Boys. Il trio di co-conduttrici sarà tutto al femminile: Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa.
Grande attesa per Iva Zanicchi, che riceverà il premio alla carriera e si esibirà con un medley dei suoi successi più amati. Edoardo Bennato presenterà il documentario Sono Solo Canzonette, diretto da Stefano Salvati, in onda il 19 febbraio su Rai 1.
Il palco accoglierà anche il Teatro Patologico di Barletta, progetto di inclusione fondato dall’attore e regista Dario D’Ambrosi, e sei protagonisti di Mare Fuori, in anteprima su RaiPlay dal 12 marzo. Previsto un collegamento in diretta con l’Amerigo Vespucci, in arrivo ad Alessandria d’Egitto, e l’esibizione di Ermal Meta dal Suzuki Stage in Piazza Colombo.
Chi voterà durante la serata?
Le classifiche della terza serata saranno determinate da:
- Giuria delle Radio (50%)
- Televoto (50%)
Per le Nuove Proposte, invece, voteranno il pubblico (34%), la Giuria della Sala Stampa, TV e Web (33%) e la Giuria delle Radio (33%). Anche in questa serata, verranno svelate solo le canzoni nelle prime cinque posizioni, in ordine casuale.
Come vedere il Festival
La serata sarà trasmessa in diretta su Rai Uno, Rai Radio2, RaiPlay e Rai 4K. Il segmento Prima Festival andrà in onda subito dopo il Tg1, con Bianca Guaccero e Gabriele Corsi alla conduzione e Mariasole Pollio come inviata in esterna.
Per chi preferisce la visione on-demand, tutte le serate saranno disponibili su RaiPlay, la piattaforma gratuita di streaming della Rai.
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