Mondo
Musk attacca Wikipedia, ma le donazioni schizzano alle stelle
Il cofondatore Jimmy Wales: “Ogni volta che Musk ci attacca, le donazioni aumentano”. L’enciclopedia online nel mirino del miliardario dopo l’aggiornamento della sua pagina con il presunto “saluto romano”. E secondo The Atlantic, il vero problema è che Musk non riesce a comprarla.
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Wikipedia è abituata a critiche e contestazioni, ma quando a scagliarsi contro l’enciclopedia online più famosa del mondo è uno degli uomini più ricchi e influenti del pianeta, le conseguenze possono essere imprevedibili. Questa volta, però, l’effetto è stato esattamente l’opposto di quanto desiderato da Elon Musk. Dopo i suoi attacchi pubblici, le donazioni alla piattaforma sono aumentate a vista d’occhio. Lo ha rivelato il cofondatore Jimmy Wales, intervistato da Al Arabiya English: “Wikipedia riceve una bella impennata di donazioni quando Elon Musk chiede alle persone di non donare”.
Lo scontro: tutto parte da un aggiornamento sulla pagina di Musk
Il casus belli è arrivato dopo che la pagina di Wikipedia dedicata a Musk è stata aggiornata con il controverso episodio del presunto “saluto romano” durante il discorso d’insediamento di Donald Trump. Il gesto del magnate, che ha alzato il braccio destro verso la folla, è stato interpretato da alcuni come un riferimento ai saluti fascisti, scatenando polemiche. Wikipedia ha registrato l’episodio con una dicitura che inizialmente riportava “Presunto saluto nazista all’inaugurazione del 2025”, poi modificata in un più neutrale “Inaugurazione di Trump”, con un link a una pagina dedicata.
Musk non l’ha presa bene e ha invitato i suoi follower a interrompere le donazioni alla piattaforma, accusandola di diffondere “propaganda di sinistra” e ribattezzandola “Wokepedia”, termine con cui la destra americana critica le istanze progressiste su diversità e inclusione.
Wikipedia, un bersaglio che Musk non può comprare
Gli attacchi di Musk a Wikipedia non sono una novità: già in passato aveva accusato l’enciclopedia di essere controllata dall’“estrema sinistra” e persino offerto un milione di dollari per cambiarne il nome in “Dickpedia”. Ma, secondo Jimmy Wales, il vero problema di Musk è un altro: “Elon non è contento che Wikipedia non sia in vendita”.
La tesi è condivisa anche dalla rivista americana The Atlantic, che sottolinea come il miliardario abbia già acquistato un ruolo dominante nella vita online con piattaforme come X e Starlink. Persino giganti come Meta si sono allineati alle sue posizioni, eliminando il fact-checking su Facebook e Instagram. Wikipedia, invece, è una delle poche realtà digitali rimaste fuori dalla sua orbita e questo, secondo gli analisti, lo infastidisce più delle presunte “distorsioni ideologiche” dell’enciclopedia.
Un boomerang per Musk: più attacchi, più donazioni
Se l’obiettivo del magnate era colpire Wikipedia, la sua strategia ha prodotto l’effetto opposto. Le donazioni sono aumentate proprio a seguito delle sue critiche. Non è la prima volta che l’enciclopedia online viene accusata di parzialità, ma negli ultimi anni ha intensificato gli sforzi per contrastare la disinformazione, implementando revisioni più rigorose e promuovendo la diversità tra i suoi collaboratori.
Musk, invece, continua la sua crociata. Ma ogni suo attacco sembra rafforzare la piattaforma anziché indebolirla. E, per una volta, il re dei social ha trovato qualcuno che non può semplicemente acquistare per mettere a tacere.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Mondo
Luis Rubiales paga la multa per il bacio “rubato” a una giocatrice della nazionale spagnola di calcio ma viene assolto dalle accuse di coercizione
Durante il processo, Hermoso ha testimoniato di non aver mai acconsentito al bacio e di essersi sentita mancare di rispetto.
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Luis Rubiales, ex presidente della Federcalcio spagnola, è stato condannato a una multa per il bacio non consensuale dato alla calciatrice Jennifer Hermoso. Il caso è successo durante la premiazione dei Mondiali femminili di Sydney nell’agosto del 2023. La sentenza, emessa dal tribunale dell’Audiencia Nacional, prevede anche il divieto di avvicinarsi alla giocatrice in un raggio di 200 metri. E inoltre di non comunicare con lei per un anno.
La condanna per aggressione sessuale
Il tribunale ha stabilito che Rubiales dovrà pagare una multa pari a 20 euro al giorno per 18 mesi, per un totale di 10.800 euro. Ha anche riconosciuto il reato di aggressione sessuale per il bacio imposto alla Hermoso. La vicenda aveva sollevato un’ondata di polemiche e aveva portato alla sospensione e alle successive dimissioni di Rubiales dalla presidenza della Federcalcio spagnola. Secondo la corte, il bacio, sebbene considerato “riprovevole“, è stato classificato come un atto di “minore intensità“, in quanto non accompagnato da violenza o intimidazione e senza che fosse annullata la volontà della vittima. Questo ha portato il tribunale a infliggere una sanzione economica invece di una pena detentiva.
Assoluzione dall’accusa di coercizione per Rubiales
Oltre alla condanna per aggressione sessuale, Rubiales era stato accusato di coercizione, poiché secondo alcune testimonianze avrebbe esercitato pressioni su Hermoso affinché non denunciasse il fatto. Tuttavia, il tribunale ha assolto l’ex presidente della Rfef e altri tre dirigenti della federazione da queste accuse, ritenendo che non vi siano prove sufficienti di intimidazioni o pressioni indebite sulla calciatrice. Parlando con l’agenzia di stampa EFE dopo la sentenza, Rubiales ha dichiarato che continuerà a lottare per dimostrare la propria innocenza e ha annunciato l’intenzione di presentare appello contro la decisione della corte. L’ex presidente della Federcalcio spagnola ha sempre sostenuto che il bacio fosse stato consensuale e privo di malizia.
Le reazioni della giocatrice Hermoso
Jenni Hermoso, invece, ha sempre ribadito di non aver acconsentito a quel gesto e di aver vissuto momenti di forte pressione dopo l’episodio, sentendosi obbligata a minimizzare l’accaduto per evitare ulteriori ripercussioni. La vicenda ha avuto un forte impatto sul calcio femminile spagnolo e ha acceso un ampio dibattito sulla cultura del consenso e il rispetto delle donne nello sport.
Un episodio che ha indignato atleti, tifosi e istituzioni sportive
L’episodio di Sydney ha avuto un’eco mondiale e ha scatenato un’ondata di indignazione tra atleti, tifosi e rappresentanti istituzionali. Il caso Rubiales ha evidenziato le sfide ancora presenti nel garantire il rispetto e la parità di genere nel mondo dello sport. In seguito all’accaduto, la nazionale femminile spagnola ha avviato un’importante protesta contro la Federcalcio, chiedendo cambiamenti strutturali e una maggiore tutela delle giocatrici. Con questa sentenza, la giustizia spagnola ha tracciato un limite chiaro sulle responsabilità di Rubiales, riconoscendo la gravità del suo gesto ma senza considerarlo meritevole di una pena detentiva. Tuttavia, il caso rimane un punto di riferimento nel dibattito sulla tutela dei diritti delle atlete e sulle dinamiche di potere all’interno delle federazioni sportive.
… e ora che succederà?
Con l’intenzione di Rubiales di presentare appello, la vicenda giudiziaria potrebbe non essere ancora conclusa. La battaglia legale dell’ex presidente della Rfef proseguirà nei prossimi mesi, mentre il mondo dello sport continua a interrogarsi su come prevenire e affrontare episodi simili in futuro. Nel frattempo, Hermoso ha proseguito la sua carriera calcistica in Messico, cercando di lasciarsi alle spalle questa controversia e concentrarsi sul campo.
Mondo
Per Monsignor Ravasi: “Le dimissioni di Papa Francesco sono un’ipotesi verosimile”
Sebbene al momento non ci siano segnali concreti di un’imminente rinuncia, è importante considerare che questa possibilità esiste e che potrebbe concretizzarsi qualora le condizioni di salute del Pontefice dovessero peggiorare.
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Durante il programma Non Stop News su RTL, il Cardinale Gianfranco Ravasi ha espresso il suo parere sulla possibilità che Papa Francesco possa dimettersi. Ovvero seguire l’esempio di Benedetto XVI. Secondo Ravasi, le dimissioni di Papa Francesco sono un’ipotesi “verosimile“. Il Cardinale ha sottolineato come il Pontefice sia una persona “decisa nelle sue scelte” e come abbia dimostrato di non temere decisioni difficili, come quando ha continuato il suo ministero nonostante i problemi al ginocchio.
Per Ravasi la comunicazione è un fattore chiave
Tuttavia, nell’intervista Monsignor Ravasi ha evidenziato come un fattore determinante per una eventuale decisione di dimissioni potrebbe essere la capacità di comunicare. Se Papa Francesco dovesse trovarsi in una situazione in cui la sua possibilità di avere contatti diretti e comunicare in modo “immediato, incisivo e decisivo” fosse compromessa, allora potrebbe decidere di rinunciare al pontificato. Ravasi ha anche menzionato la lettera di dimissioni che Papa Francesco ha firmato nel 2013 e consegnato all’allora Segretario di Stato, un atto formale che testimonia la sua apertura a questa possibilità in caso di grave impedimento fisico.
L’inevitabile confronto con Benedetto XVI
Il Cardinale ha poi ricordato come la decisione di Benedetto XVI di dimettersi fosse legata principalmente alle sue condizioni fisiche, che gli impedivano di affrontare i numerosi impegni quotidiani del pontificato. Ravasi ha sottolineato come la vita di un Papa sia estremamente intensa e richieda un grande dispendio di energie.
Il Papa non può morire all’Ospedale Gemelli di Roma
Sul piano protocollolare, Ravasi ha anche ricordato che, secondo la tradizione vaticana, un papà non può morire in ospedale. Se le condizioni di Francesco dovessero aggravarsi, verrebbe trasferito in Vaticano, nella sua cappella privata, per affrontare i suoi ultimi momenti. Questo stesso procedimento fu seguito per Giovanni Paolo II. Dopo la morte, si terrebbero i riti ufficiali della Chiesa cattolica, inclusa la Messa esequiale nella Basilica di San Pietro e l’esposizione del corpo prima della sepoltura. Papa Francesco ha espresso il desiderio di essere tumulato nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Ma intanto Papa Francesco migliora e fa gli scongiuri…
Nel frattempo, mentre il pontefice riceve cura presso il Policlinico Gemelli, il dibattito sulle sue condizioni e sul futuro della Chiesa cattolica resta aperto, con ipotesi che vanno dalla sua ripresa a scenari di dimissioni o addirittura a un nuovo Conclave.
Mondo
Le molestie di Elon Musk: «Si denudò e mi disse: sesso per un cavallo»
In risposta alle accuse, SpaceX ha dichiarato di prendere seriamente tutte le segnalazioni di comportamento inappropriato e di aver avviato indagini interne. Tuttavia, la reazione ufficiale dell’azienda non è stata sufficiente a placare le polemiche, che continuano a circondare Musk e le sue aziende.
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Elon Musk, il magnate visionario e spesso controverso, è al centro di nuove polemiche dopo le rivelazioni del Wall Street Journal. Secondo quanto riportato, Musk avrebbe offerto un cavallo in cambio di rapporti sessuali a una dipendente di SpaceX. In un contesto che sembra più degno di un romanzo rosa piuttosto che della realtà, l’offerta bizzarra è solo uno dei tanti comportamenti inappropriati che gli vengono attribuiti.
Le testimonianze sorprendenti
Le accuse emergono dalle testimonianze di ex dipendenti di SpaceX, che hanno dipinto un quadro poco lusinghiero dell’ambiente di lavoro sotto la leadership di Musk. Oltre all’invito a scambiare favori sessuali con un nobile destriero, si parla di relazioni inappropriate e di un clima di discriminazione sessuale. Una ex dipendente ha raccontato come Musk, in uno dei suoi momenti meno galanti, si sarebbe denudato davanti a lei, proponendo l’insolito baratto.
La cultura aziendale sotto esame
La risposta di SpaceX non si è fatta attendere, con l’azienda che ha dichiarato di prendere seriamente tutte le segnalazioni di comportamenti inappropriati. Tuttavia, il problema sembra essere radicato nella cultura aziendale stessa. Infatti, SpaceX è stata già accusata di aver licenziato illegalmente dipendenti critici nei confronti di Musk, creando un ambiente dove le preoccupazioni vengono spesso ignorate o minimizzate.
Una saga legale in espansione
Le nuove accuse si inseriscono in un contesto legale già complicato per Musk e le sue aziende. Non è la prima volta che il fondatore di SpaceX e Tesla si trova al centro di controversie legali. Recentemente, la US National Labor Relations Board ha accusato SpaceX di aver licenziato dipendenti in modo illegittimo, consolidando otto denunce di pratiche lavorative scorrette. Inoltre, Tesla, un’altra azienda di Musk, è stata soggetta a simili accuse di razzismo e molestie sessuali presso il suo sito in California.
La reazione pubblica e il futuro
La reazione pubblica a queste rivelazioni è stata, come prevedibile, piuttosto intensa. I social media si sono riempiti di commenti sarcastici e indignati, con molti che si chiedono quanto ancora possa reggere la reputazione di Musk di fronte a tali scandali. Mentre SpaceX e Musk cercano di gestire la crisi, resta da vedere quali saranno le ripercussioni a lungo termine su una delle figure più influenti e discusse del panorama tecnologico globale.
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