Mondo
Dopo il litigio con Trump, la polo di Zelensky va a ruba: “Molti ordini dall’America”
La stilista ucraina Elvira Gasanova commenta l’improvviso boom di vendite del capo indossato dal presidente ucraino nella burrascosa conferenza stampa alla Casa Bianca. “È un simbolo di resistenza”.

la polo di Zelensky va a ruba
Doveva essere un incontro istituzionale, ma si è trasformato in un campo di battaglia politico e mediatico. La recente conferenza stampa tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump nello Studio Ovale ha fatto discutere non solo per i contenuti, ma anche per l’abbigliamento del presidente ucraino. La polo a maniche lunghe lavorata a maglia del marchio Damirli, indossata da Zelensky insieme ai pantaloni della stessa collezione, è diventata il bersaglio delle critiche di Trump, del senatore JD Vance e persino di un comico del Saturday Night Live.
Ma l’ironia e le polemiche hanno sortito un effetto inaspettato: le vendite del capo sono schizzate alle stelle. «Adesso tante persone stanno comprando questa polo, che noi vendiamo a 215 euro. Molti di questi ordini arrivano dall’America», ha rivelato Elvira Gasanova, fondatrice di Damirli e stilista di riferimento del presidente ucraino.
Secondo la designer, Zelensky ha scelto di non indossare un abito dal giorno dell’invasione russa, in segno di solidarietà con i soldati al fronte. «È un simbolo dello spirito indistruttibile di una nazione che difende la propria libertà», ha spiegato Gasanova, ricordando come il leader ucraino abbia risposto a tono a chi lo criticava per il suo look: «Metterò l’abito quando la guerra sarà finita».
Nella sua carriera, Gasanova ha vestito Gigi Hadid, Kim Kardashian, Rita Ora e la first lady ucraina Olena Zelenska, ma oggi il suo lavoro è inevitabilmente legato alla guerra. «In questo momento viviamo giorno per giorno, cercando di capire cosa sarà domani», ha detto con emozione.
Riguardo alla possibilità di una fine del conflitto, la stilista ha ribadito le parole di Zelensky: «Tutto il Paese vuole la pace, ma servono garanzie reali affinché non accada di nuovo». Intanto, la polo simbolo di questa battaglia politica e diplomatica ha già conquistato il mercato, trasformandosi in un messaggio di resistenza a suon di ordini dagli USA.
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Mondo
Il Vaticano spiega l’assenza di immagini fotografiche di Papa Francesco ricoverato
Stando a quanto riferito, dalla Santa Sede si tratterebbe di una scelta dello stesso Bergoglio: “Ognuno è libero di scegliere come e quando farsi vedere”.

Da quando Papa Francesco è stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una bronchite, poi aggravata in polmonite bilaterale, non sono state diffuse sue foto. Questo ha alimentato speculazioni e fake news. Fonti vaticane hanno spiegato che si tratta di una scelta dello stesso Bergoglio. Sottolineando che “ognuno è libero di scegliere come e quando farsi vedere“. Le fonti vaticane hanno anche commentato le teorie complottiste che circolano sui social. Hanno chiarito che “per alcuni forse neanche questo basterebbe“, riferendosi alla possibilità di avere una foto del Papa ricoverato. Eppure dopo il primo audio del Papa dopo il suo ricovero in molti si chiedono: ma come sta veramente Bergoglio? Cosa ci nascondono?
Per la Santa Sede il processo clinico è regolare e sotto controllo
Secondo i diversi aggiornamenti pubblicati dalla Santa Sede – che da quotidiani vengono emessi ogni due giorni, Papa Francesco trascorre notti tranquille. “Per il Papa la notte è trascorsa tranquilla, sta ancora riposando“, si legge nei comunicati mattutini. Quasi fosse un mantra. In settimana il Papa ha avuto ricadute pesanti con l’uso di intubazione e comunque è stato aiutato nella respirazione con l’ossigeno. In alucne notti è stato sottoposto a ventilazione meccanica non invasiva come prescritto dai medici. La situazione clinica rimane seria ma stabile. Il bollettino di ieri, sabato 8 marzo, ci racconta di graduali miglioramenti, con condizioni cliniche stabili e una buona risposta alla terapia. Il Papa rimane apiretico, gli scambi gassosi migliorano e gli esami del sangue sono stabili. Tuttavia, la prognosi resta riservata per prudenza. Bergoglio continuerà quindi con le terapie prescritte dai medici, tra cui l’ossigenoterapia ad alti flussi e la fisioterapia respiratoria e motoria attiva.
Ma come sta davvero Papa Francesco?
Il lait motive degli ultimi giorni è quindi lo stesso. “Il Papa si è svegliato, prosegue la terapia e fa la fisioterapia fisica“, continuano a riferire fonti vaticane. “In considerazione della complessità del quadro clinico, la prognosi rimane riservata“, spiegano i medici. Insomma sulle sorti del Papa come spesso accade l’ermetismo del Vaticano è secolare.
Mondo
Cena a lume di dollari: Trump offre un pasto con lui a Mar-a-Lago per cinque milioni
La campagna di Donald Trump non si ferma: dopo i gala da un milione di dollari a posto, ora arriva la cena privata per pochi (e ricchissimi) eletti. Tra raccolta fondi e dubbi sulla sicurezza, l’ex tycoon continua a macinare milioni.

Se avete sempre sognato di cenare con il presidente degli Stati Uniti, ora potete farlo. Basta avere a disposizione almeno due milioni di dollari, meglio ancora cinque, e la porta di Mar-a-Lago si aprirà per voi. Donald Trump ha lanciato il Candlelight Dinner, un evento esclusivo in cui il donatore si ritroverà seduto a lume di candela con il presidente, faccia a faccia nel suo lussuoso resort a Palm Beach, in Florida.
Non è la prima volta che l’ex tycoon utilizza il cibo come pretesto per raccogliere fondi. Già nel fine settimana ha organizzato una cena di gala nel suo resort, dove ogni ospite ha dovuto versare un milione di dollari per partecipare. Eventi simili erano stati proposti anche a novembre e gennaio, alla vigilia del suo ritorno alla Casa Bianca.
Un affare milionario (e qualche dubbio di sicurezza)
L’iniziativa, svelata da Wired, solleva inevitabilmente interrogativi: quanto è sicuro un presidente che offre una cena privata a chiunque sia disposto a sborsare milioni? La Casa Bianca avrà previsto un protocollo per verificare che tra i donatori non ci sia un aspirante villain da romanzo di spionaggio?
Ma a Trump interessa soprattutto un’altra questione: i soldi. Secondo Axios, la sua campagna punta a raccogliere mezzo miliardo di dollari entro l’estate, denaro destinato a rafforzare il suo apparato politico e, pare, anche a vendicarsi dei suoi nemici. Un dettaglio che fa sorgere una domanda ancora più inquietante: perché un presidente al secondo mandato ha bisogno di raccogliere così tanto denaro?
Cena con Trump: il network dei grandi donatori
Dietro l’operazione Candlelight Dinner c’è il comitato Maga Inc., che vede tra i suoi volti noti Miriam Adelson, vedova del magnate dei casinò Sheldon Adelson. Il gruppo fa parte di un network di potenti finanziatori trumpiani, che include Never Surrender e Building America’s Future, una no-profit collegata a Elon Musk.
La cena di gala dello scorso weekend era riservata ai grandi donatori della campagna. Gli invitati hanno ricevuto un invito diretto da Meredith O’Rourke, consigliera e responsabile finanziaria del tycoon, con la precisazione che Trump non avrebbe chiesto donazioni, ma semplicemente parlato. Il prezzo per ascoltarlo? Un milione di dollari.
Il messaggio, insomma, è chiaro: i soldi non dormono mai, nemmeno quando si spengono le luci e si accendono le candele di Mar-a-Lago.
Mondo
Casa Bianca, scontro acceso tra Musk e Rubio sotto gli occhi di Trump
Tensione ai massimi livelli alla Casa Bianca: Elon Musk e Marco Rubio si scontrano sull’efficienza del governo. Il segretario di Stato critica il magnate per lo smantellamento dell’Usaid, mentre il segretario ai Trasporti accusa il suo team di voler ridurre il personale nel pieno di una crisi aerea.

Non è stato un incontro sereno quello tra Elon Musk e i membri del gabinetto di Donald Trump. Durante una riunione alla Casa Bianca, il miliardario si è scontrato duramente con il segretario di Stato Marco Rubio a causa dei tagli al personale. A rivelarlo è il New York Times, secondo cui Rubio avrebbe apertamente accusato Musk di aver smantellato l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid), che ricade sotto la sua giurisdizione.
“Musk non sta dicendo la verità”, avrebbe detto Rubio, riferendosi ai 1.500 funzionari del dipartimento di Stato che hanno accettato incentivi per il pensionamento anticipato. Rubio ha quindi presentato i suoi piani di riorganizzazione del dipartimento, mentre Trump assisteva allo scontro senza intervenire.
Tensione anche con il segretario ai Trasporti
Ma non è stato l’unico momento di alta tensione. Musk ha avuto un altro acceso diverbio con Sean Duffy, segretario ai Trasporti, riguardo ai sistemi di controllo del traffico aereo. Duffy ha criticato i tagli al personale proprio mentre il Paese sta affrontando la più grave crisi aerea degli ultimi 15 anni.
“Cosa dovrei fare? Ho più incidenti aerei da gestire e il suo team vuole che licenzi i controllori di volo?”, avrebbe detto Duffy, esasperato. A prendere le difese di Musk è stato Howard Lutnick, segretario al Commercio, contribuendo a inasprire ancora di più il dibattito.
Lo scontro alla Casa Bianca lascia intravedere le prime fratture all’interno dell’amministrazione Trump, tra esigenze di bilancio e sicurezza nazionale. E Musk, ancora una volta, si ritrova al centro della tempesta.
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