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Come funzionano i nuovi tutor: multe a valanghe e accortezze da mantenere

Il sistema di controllo sulla velocità media è attivo in 26 nuove tratte. Sono 1.800 i km monitorati.

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    I tutor sono sistemi tecnologici avanzati utilizzati per migliorare la sicurezza stradale e prevenire comportamenti pericolosi alla guida. Introdotti nel 2005 e gestiti dalla Polizia di Stato in collaborazione con ASPI (Autostrade per l’Italia), questi dispositivi monitorano la velocità media dei veicoli su specifici tratti autostradali. Ma come funzionano i nuovi Tutor, le multe che si possono ricevere e le accortezze da mantenere.

    Come funzionano i tutor

    Si basano sulla piattaforma Navigard sviluppata da Movyon, società del Gruppo ASPI. Utilizzano una combinazione di radar, telecamere, server periferici e un sistema centrale per monitorare la velocità media dei veicoli, il rispetto dei limiti di massa consentiti per i mezzi pesanti e il controllo dei sorpassi. Questi dispositivi integrano i dati raccolti dalle tecnologie avanzate per rilevare eventuali infrazioni, come il superamento dei limiti di velocità o la circolazione su corsie non consentite.

    Attenzione battaglione…!! Ecco le nuove tratte con tutor

    Il piano di implementazione del tutor prevede l’attivazione progressiva di nuove tratte, tra cui:

    A1 Milano-Napoli. Sette tratte, incluse 4 tra Chiusi e Monte San Savino e 1 tra Castelnuovo di Porto e Settebagni in direzione Roma.

    A27 Mestre-Belluno. Cinque tratte tra il bivio con la A4 Milano-Brescia e lo svincolo con la Pedemontana.

    A9 Lainate-Como-Chiasso. Cinque tratte tra Saronno e Lomazzo Nord in entrambe le direzioni.

    A14 Bologna-Taranto. Quattro tratte tra Pesaro e Rimini Sud in entrambe le direzioni.

    A11 Firenze-Pisa Nord. Cinque tratte tra Montecatini e Prato Est in entrambe le direzioni.

    E se si superano i limiti di velocità cosa rischiamo?

    Le multe per il superamento dei limiti di velocità rilevati dal tutor variano in base all’entità dell’infrazione. Da 42 euro a 3.389 euro e patente sospesa da sei a dodici mesi.

    Fino a 10 km/h oltre il limite: da 42 a 170,73 euro.

    Tra 10 e 40 km/h oltre il limite: da 173 a 694 euro con decurtazione di punti dalla patente.

    Tra 40 e 60 km/h oltre il limite: da 543 a 2.170 euro più sospensione della patente da 1 a 3 mesi.

    Oltre 60 km/h oltre il limite: da 847 a 3.389 euro più sospensione della patente da 6 a 12 mesi.

    Anche le condizioni climatiche nella valutazione dei limiti di velocità

    Il tutor calcola la velocità media del veicolo su un determinato tratto stradale. Anche se si rallenta poco prima della telecamera, se si è viaggiato troppo velocemente nel tratto precedente, si risulterà comunque in eccesso di velocità. I limiti standard in Italia sono:

    130 km/h in condizioni meteo normali.

    110 km/h in caso di pioggia o neve.

    100 km/h per i neopatentati nei primi 3 anni.

    Accortezze da mantenere per evitare i tranelli

    La strategia migliore è mantenere una velocità costante, rispettando sempre il limite massimo consentito lungo tutto il percorso. E’ consigiabile non fare pause “strategiche”. Fermarsi nelle aree di servizio per cercare di abbassare la velocità media può essere controproducente e aumentare il rischio di incidenti. Meglio mantenere una velocità costante e sicura e, in presenza di condizioni climatiche sfavorevoli, mantenere limiti di velocità ridotti. È importante adattare la velocità alle condizioni della strada per garantire più sicurezza.

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      Società

      Londra arrivo…!! Il Regno Unito apre le porte a 70mila giovani

      Il piano di Londra per la mobilità dei giovani europei: tre anni di visto ma con il numero chiuso.

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        Il Regno Unito sta valutando un nuovo programma di mobilità giovanile per cittadini europei tra i 18 e i 30 anni, con un limite massimo di 70mila ingressi. E una permanenza di tre anni senza possibilità di richiesta d’asilo. La proposta, che potrebbe essere discussa al summit europeo di Londra il 19 maggio, si inserisce nella nuova strategia del premier Keir Starmer. Il tentativo è quello di per “resettare” i rapporti tra Regno Unito e Unione Europea dopo la Brexit.

        La mobilità giovanile è una delle condizioni richieste da Bruxelles, e secondo fonti governative, diversi ministri chiave a Londra sarebbero aperti a nuove regole. Tra questi, la ministra degli Interni Yvette Cooper, impegnata a ridurre l’immigrazione netta, e la ministra del Tesoro Rachel Reeves. Nei giorni scorsi, 62 deputati e otto lord laburisti hanno inviato una lettera al ministro per l’Europa Nick Thomas-Symonds, sottolineando che un programma dedicato ai giovani favorirebbe opportunità professionali, accademiche ed economiche senza reintrodurre la libertà di movimento.

        Tre anni di visto, ma senza asilo

        Fino a poco tempo fa, la ministra Cooper si era opposta a schemi che consentissero una permanenza superiore a un anno. Ora sembra disposta a estendere il periodo a 36 mesi, purché venga mantenuto un numero chiuso di partecipanti. Inoltre, sempre secondo la stampa britannica, la ministra vuole introdurre il divieto di richiesta d’asilo per i giovani europei al termine del periodo di soggiorno. Il primo ministro Starmer ha recentemente incontrato Ursula von der Leyen alla Lancaster House di Londra per discutere il futuro della sicurezza energetica. Il fatto che il portavoce del governo non abbia escluso il programma per la mobilità giovanile, come in passato, viene interpretato come un segnale di apertura.

        Quali sono le regole del programma

        Il piano potrebbe ricalcare modelli già adottati con Canada, Nuova Zelanda, Australia e Corea del Sud (per giovani tra i 18 e i 35 anni). Così come Andorra, Islanda, Giappone, Monaco, San Marino e Uruguay (per giovani tra i 18 e i 30 anni). In questi casi la permanenza è di due anni, con requisiti finanziari specifici. Bisogna dimostrare fondi per almeno 2.530 sterline (circa 2.968 euro). Inoltre è necessario pagare 776 sterline l’anno (circa 910 euro) per il servizio sanitario.

        Il cambio di rotta? Arriva dopo il calo degli arrivi europei

        Dalla Brexit, il numero di arrivi europei nel Regno Unito è diminuito del 70%, mentre l’immigrazione netta è cresciuta a 728.000 persone, rispetto ai 200/300mila annui registrati prima della pandemia. Se approvato, questo programma potrebbe ristabilire il Regno Unito tra le destinazioni più ambite per giovani europei alla ricerca di esperienze formative e professionali all’estero. E allo stesso tempo non compromettere le nuove politiche migratorie del governo. Una mossa che potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra Londra e Bruxelles.

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          Hacker etici? Sì per dare la caccia ai predatori del web e proteggere i minori

          Grazie al loro lavoro, centinaia di pedofili sono già stati identificati e denunciati, e il loro contributo continua a essere fondamentale per rendere internet un luogo più sicuro per tutti, soprattutto per i più vulnerabili.

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            Nell’ombra del cyberspazio, dove spesso si nascondono minacce invisibili, esiste un gruppo di esperti informatici che ha scelto di usare le proprie competenze per combattere il crimine. Sono hacker, ma non quelli di cui si sente parlare in relazione ad attacchi informatici o frodi. Qui si tratta di hacker etici, conosciuti anche come white hat hackers, e hanno fatto della protezione dei più vulnerabili la loro missione. In particolare, si dedicano alla caccia ai pedofili che cercano di adescare minori online. Tra questi, il gruppo Cyber Sentinels, fondato da Volpe e Dottore (nomi di copertura). Conta oggi più di mille membri, tra esperti di cybersecurity, avvocati, studenti e tecnici informatici. Il loro obiettivo è duplice: stanare i pedofili e denunciarli alle autorità, e fornire formazione gratuita sulla sicurezza informatica e sull’hacking etico.

            Come funzionano le operazioni di caccia degli hacker buoni

            La strategia degli hunter, ovvero i cacciatori digitali, segue uno schema preciso. Entrano nei canali pubblici di chat, dove il rischio di adescamento è più alto, e si fingono adolescenti. È qui che iniziano a intercettare i predatori digitali, individui che cercano di instaurare un dialogo con minori fingendosi amici o confidenti. Quando un pedofilo abbocca, lo spingono a scoprirsi con tecniche di ingegneria sociale. Ovvero manipolazione psicologica: raccontano di vite difficili, assenza di figure genitoriali, cercando di far abbassare le difese del criminale. A quel punto, il pedofilo inizia a chiedere foto, video o incontri, e gli hacker raccolgono prove cruciali per l’incriminazione. Una delle fasi chiave è il passaggio su Telegram, dove gli hacker hanno strumenti avanzati per risalire all’identità dell’adescatore attraverso indirizzi IP e numeri di telefono. Quando raccolgono informazioni sufficienti, preparano un fascicolo digitale con chat, foto, email e profili social, e lo inviano alla Polizia Postale, al Moige o al Telefono Azzurro per l’intervento immediato delle autorità.

            Qual è il profilo dei predatori digitali?

            Secondo l’esperienza degli hacker etici, i pedofili online sono sempre uomini, con età che variano dai 30 ai 70 anni, provenienti da ogni parte d’Italia. Alcuni hanno un buon livello di istruzione, altri meno, ma il comportamento è spesso lo stesso: cercano di instaurare un rapporto di fiducia con la vittima, per poi farla cadere in una trappola psicologica. L’aspetto più inquietante è che, nel 90% dei casi, le prime domande che pongono riguardano l’abbigliamento: “Sei in pigiama?”. È il primo segnale che permette agli hacker etici di identificare una possibile minaccia.

            L’impegno contro la cyberpedofilia

            I forum del dark web, dove si vendono droga, malware e servizi illegali, vietano categoricamente la pedopornografia. Questo dimostra quanto sia considerato abominevole persino tra i criminali informatici. La lotta contro la cyberpedofilia è una priorità assoluta per le forze dell’ordine, che intervengono con la massima urgenza quando ricevono segnalazioni dettagliate e documentate. Per questo motivo, il lavoro degli hacker etici è prezioso. Agiscono lì dove spesso le autorità hanno difficoltà a operare in tempo reale, prevenendo abusi e aiutando a mettere sotto processo chi sfrutta il web per compiere crimini contro i minori.

            Come proteggere i minori online

            Se il lavoro degli hacker etici è fondamentale, altrettanto importante è la prevenzione. Tra i diversi consigli per i genitori al primo posto è quello di dare ai figli il cellulare il più tardi possibile. Installare software di parental control per limitare l’accesso a contenuti pericolosi. Importante monitorare proattivamente l’attività online dei ragazzi, verificando siti, app e contatti. E naturalmente serve insegnare la consapevolezza digitale, spiegando i rischi legati alle interazioni con sconosciuti. Infine fare molta attenzione ai videogiochi online, dove i pedofili possono infiltrarsi fingendosi altri giocatori.

            Hacker al servizio del bene

            Gli hacker etici dimostrano che la tecnologia non è solo un’arma per i criminali, ma può diventare un potente strumento di protezione. Il loro operato è una risposta concreta a una delle minacce più oscure del web, e il loro impegno offre una speranza. Il cyberspazio può essere reso più sicuro, se chi lo conosce lo usa per combattere il male.

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              Speculazione sull’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano: una vera reliquia contemporanea

              La morte di Papa Francesco scatena il mercato della memoria: copie di giornali, rosari e memorabilia religiose vendute online a prezzi esorbitanti.

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                La morte di Papa Francesco ha segnato un momento storico per la Chiesa cattolica e ha scatenato un’ondata di emozione tra i fedeli di tutto il mondo. Ma, come spesso accade in eventi di tale portata, c’è chi ha deciso di trasformare il dolore in un’opportunità economica. Pochi istanti dopo l’annuncio ufficiale della scomparsa del pontefice, online sono comparse offerte di vendita per l’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano. L’edizione straordinaria del quotidiano ufficiale del Vaticano, era in vendita al prezzo esorbitante di 500 euro.

                Una pagina storica trasformata in oggetto di commercio

                L’edizione straordinaria del giornale, con il titolo “Il Signore ha chiamato a Sé il Santo Padre Francesco”, è diventata un pezzo ambito. E non solo tra i fedeli, ma anche tra collezionisti di memorabilia religiose. La calca vista in Piazza San Pietro durante la distribuzione gratuita di copie ha testimoniato quanto fosse sentita la necessità di possedere un documento simbolico del momento. Per molti, avere quella prima pagina significa conservare un frammento di storia, quasi fosse una reliquia contemporanea. Ma c’è chi ha pensato di monetizzare questa esigenza. Su piattaforme di compravendita online come Vinted e eBay, il quotidiano è stato messo in vendita a cifre spropositate. Oltre ai 500 euro richiesti per la copia dell’annuncio della morte di Bergoglio, alcune edizioni precedenti, come quella del 14 marzo 2013, che annunciava la sua elezione, sono state messe in vendita a cifre variabili tra 100 e 400 euro.

                Dalla calamita alle edizioni speciali: il fiorente mercato della fede

                Oltre alle copie del giornale, alcuni venditori hanno trasformato l’edizione straordinaria in veri e propri souvenir. Una delle trovate più particolari è stata la vendita di calamite raffiguranti la prima pagina dell’Osservatore Romano, acquistabili per 30 euro. Questa trasformazione commerciale di un documento solenne mostra come il mercato dei ricordi possa modellarsi attorno agli eventi più significativi della Chiesa. Ma non è la prima volta che si assiste a fenomeni simili. Online si trovano ancora copie delle edizioni straordinarie che annunciavano la morte di Giovanni Paolo II (2005) e di Benedetto XVI (2022), così come quelle che riportavano l’elezione di Ratzinger e Wojtyla. Tuttavia, i prezzi erano decisamente più modesti, con offerte che partivano da qualche decina di euro.

                La memoria tra devozione e speculazione

                L’interesse per documenti cartacei di eventi religiosi epocali dimostra quanto la fede si intrecci con la memoria storica. Per molti, possedere una copia originale dell’annuncio della morte del Papa è un modo per commemorare la sua figura e il suo pontificato. Per altri, invece, è semplicemente un investimento, una merce da vendere al miglior offerente. La speculazione sulla morte di Papa Francesco è solo un riflesso di un’abitudine che ormai accompagna ogni grande evento globale. Se da un lato queste copie possono diventare pezzi da collezione, dall’altro il loro commercio solleva interrogativi sul valore reale della memoria e sulla linea sottile che separa il rispetto dal profitto. La storia si ripete. Come accadeva nei secoli passati con reliquie e frammenti sacri, oggi è il giornale ad assumere un ruolo di cimelio religioso e oggetto da conservare. Resta il quesito aperto: quanto costa davvero il ricordo di un Papa?

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