Italia
L’ammiraglia Amerigo Vespucci, simbolo della Marina Militare Italiana, si fa un giro nel Mediterraneo
Continua a essere un simbolo di orgoglio nazionale, rappresentando la tradizione navale italiana e promuovendo l’eccellenza del nostro Paese in tutto il mondo.

E’ un vero e proprio tour de force quello quello che ogni anno la nave scuola Amerigo Vespucci compie in giro per il mondo. La Amerigo Vespucci, storica nave scuola della Marina Militare Italiana, ha iniziato il suo rientro in Italia il 1° febbraio scorso dopo aver intrapreso un viaggio di circumnavigazione del globo iniziato il 1º luglio 2023 dal porto di Genova. Un giro che ha portato la nave a visitare 30 porti in cinque continenti, con l’obiettivo di promuovere la cultura e l’eccellenza italiana nel mondo. Ma ora sembra pronta per ripartire…
La storia della Marina Militare Italiana
Varata nel 1931, l’Amerigo Vespucci è una nave scuola ispirata alle imbarcazioni del XVIII secolo e considerata tra le più belle al mondo. Lunga 101 metri e larga 15,5 metri, la nave ha tre alberi e 26 vele per una superficie totale di 2.800 m². Simbolo della tradizione navale italiana, ha svolto numerose missioni addestrative e rappresentative. Il giro del mondo del 2023-2025 è la sua seconda circumnavigazione, dopo quella effettuata tra il 2002 e il 2003.
Ripartita il primo marzo per un tour del Mediterraneo. Ce n’è per tutti
Il “Tour Mediterraneo” della Nave Amerigo Vespucci è iniziato il 1° marzo 2025 a Trieste e toccherà 17 città portuali italiane, concludendosi a Genova il 10 giugno, giornata della Marina Militare. Durante le soste, la nave condividerà le esperienze del giro mondiale, raccontando come ha portato il messaggio culturale italiano nel mondo. E dove si fermerà?
Ecco le tappe italiane del Tour Mediterraneo 2025 della nave Amerigo Vespucci
27 marzo: Trieste
27-31 marzo: Venezia
1-3 aprile: Ancona
4-6 aprile: Ortona
12-15 aprile: Brindisi
16-22 aprile: Taranto
30 aprile: Porto Empedocle
3-6 maggio: Reggio Calabria
7-11 maggio: Palermo
13-17 maggio: Napoli
19-24 maggio: Cagliari
26-29 maggio: Gaeta
30 maggio-3 giugno: Civitavecchia
4-8 giugno: Livorno
10 giugno: Genova (tappa finale)3
Il valore simbolico della nave Amerigo Vespucci
L’Amerigo Vespucci non è solo una nave scuola, ma un vero e proprio ambasciatore del Made in Italy nel mondo. La sua presenza nei porti internazionali e italiani rappresenta un’occasione per promuovere la cultura, la tradizione e l’innovazione italiana. Durante il tour, la nave sarà affiancata dal “Villaggio IN Italia“, un’area espositiva progettata per raccontare la storia e i valori della Marina Militare Italiana, offrendo stand interattivi, mostre e attività che permetteranno ai visitatori di scoprire le eccellenze italiane in vari settori.
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Italia
Vuoi andare a vivere in Trentino? E’ il tuo momento: fino a 80 mila euro di incentivi
Il piano della Provincia di Trento rappresenta un’opportunità unica per dare nuova vita a piccoli borghi e paesi dimenticati.

Per prima cosa non farti tante illusioni. Non ti danno 80 mila euro per mandarti nelle località sciistiche più note…La Provincia autonoma di Trento, infatti, ha avviato un’iniziativa per contrastare lo spopolamento delle aree montane e dei piccoli comuni del territorio. Attraverso contributi a fondo perduto fino a 80mila euro, si vuole incentivare l’acquisto e la ristrutturazione di case in zone particolarmente colpite dalla decrescita demografica. L’obiettivo è rilanciare la vita in questi paesi, promuovere la coesione sociale e garantire servizi essenziali per le comunità.
Come funziona l’iniziativa
Il piano, ancora in fase di approvazione da parte della Giunta provinciale, prevede contributi per chi acquista o ristruttura un immobile in uno dei 33 comuni selezionati. Già ma non ti regalano nulla. Te lo devi conquistare. Per prima cosa devi avere alcuni requisiti principali. Ovvero? Ti devi impegnare a vivere nell’abitazione per almeno 10 anni. In alternativa, l’immobile può essere affittato a canone agevolato. Poi, come già scritto sono esclusi i comuni turistici o con alta tensione abitativa, come Trento, Riva del Garda o Canazei, per garantire che i fondi vadano alle zone realmente in difficoltà. L’obiettivo, infatti, non è solo quello di attrarre nuovi residenti, ma anche migliorare la qualità della vita locale e creare una maggiore stabilità demografica. È una misura sperimentale, soggetta a suggerimenti e possibili modifiche, ma rappresenta un primo passo importante per affrontare un problema che affligge molte aree montane italiane.
Ma quindi dove mi mandi? Ecco i comuni interessati
Complessivamente, i 33 comuni saranno scelti sulla base di due indicatori principali: l’indice di decremento demografico e l’indicatore di turisticità che valuta il rapporto tra presenze turistiche e popolazione residente. Secondo i dati demografici analizzati, tra i comuni che quasi certamente rientreranno nella lista ci sono la Val di Non con Bresimo e Livo. Qust’ultimo ha perso oltre l’11% della popolazione negli ultimi dieci anni. La Val di Sole con Rabbi e Vermiglio. La comunità delle Giudicarie con Tre Ville, Bondone e Borgo Chiese. La Vallagarina con Terragnolo; l’Alta Valsugana con Palù del Fersina, che ha ricevuto importanti fondi per la riqualificazione culturale. La Valsugana e Tesino con Castello Tesino, Cinte Tesino e Grigno. La valle di Primiero con Sagron Mis, Mezzano e Canal San Bovo. Quindi le Val di Cembra e Val di Fiemme con Sover, Giovo e Valfloriana. E infine Campitello di Fassa, il comune più a nord tra i potenziali beneficiari, ma a rischio esclusione per la sua rilevanza turistica.
80 mila euro in cambio di cosa? Un impegno per il futuro
L’iniziativa prevede, oltre al contributo economico di 80 mila euro, lo sviluppo di provvedimenti per incentivare la coesione sociale e migliorare i multiservizi nelle aree coinvolte. Come spiegato da Giacomo Redolfi, sindaco di Mezzana, è fondamentale garantire non solo incentivi economici, ma anche infrastrutture e servizi per rendere questi paesi vivibili e attrattivi. Roberto Oss Emer, sindaco di Pergine Valsugana, aggiunge che si dovrebbe considerare l’estensione delle misure anche a masi e frazioni con gli stessi problemi di spopolamento, per evitare il rischio di speculazioni o utilizzi impropri degli immobili.
Chi può beneficiare di questa offerta?
L’iniziativa è destinata a famiglie o individui interessati a stabilirsi in aree montane e meno popolate. Residenti disposti a ristrutturare o riqualificare immobili inutilizzati, contribuendo al recupero del patrimonio edilizio locale. E infine persone che cercano una vita lontana dai grandi centri urbani, apprezzando i ritmi più lenti e il contatto con la natura. Insomma gli 80 mila euro a fondo perduto te li devi sudare.
Italia
Mario Tozzi: «I Campi Flegrei sono il nostro supervulcano. Non si può vivere sopra a un rischio così»
I Campi Flegrei, un pentolone sotterraneo di magma ribollente, rappresentano una minaccia concreta. Tra crisi bradisismiche e terremoti, Mario Tozzi invita alla prevenzione e critica l’urbanizzazione selvaggia che ha cancellato la memoria dei vulcani. Senza un piano d’azione e cittadini consapevoli, anche un allarme con 72 ore d’anticipo potrebbe essere inutile.

Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr e noto volto di Sapiens su Rai3, non usa mezzi termini per descrivere il rischio rappresentato dai Campi Flegrei: «Sono il nostro supervulcano, quello davvero pericoloso, più del Vesuvio. È un pentolone sotterraneo pieno di magma ribollente, capace di sprigionare eruzioni esplosive potenzialmente devastanti». Tozzi punta il dito contro l’urbanizzazione selvaggia che ha portato 500-600mila persone a vivere in quest’area ad altissimo rischio: «Piuttosto che persuadere la gente ad andarsene, abbiamo invitato a costruire e vivere lì. È stato cancellato tutto: la memoria, i vulcani stessi, nascosti sotto ospedali, quartieri, città».
Il supervulcano nascosto
Il geologo sottolinea come dei 29 vulcani e centri eruttivi dell’area, solo la Solfatara e gli Astroni siano ancora visibili. Gli altri sono stati sepolti da asfalto e cemento. «Nel 1538 nacque in pochissimi giorni un vulcano di tutto rispetto, il Monte Nuovo», ricorda Tozzi, «e continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi».
Con l’attuale crisi bradisismica, che potrebbe sfociare in terremoti di magnitudo fino a 5, Tozzi non nasconde la sua preoccupazione: «Non sappiamo se è il magma che spinge, ma i terremoti continueranno». L’ultimo sisma di Casamicciola, di magnitudo 4.2, è stato sufficiente a causare morti e distruzioni, e lo scenario flegreo potrebbe essere ben peggiore.
Prevenzione e consapevolezza
«I parametri come i terremoti, il rigonfiamento della crosta terrestre e la temperatura delle fumarole vengono monitorati costantemente dall’Osservatorio Vesuviano-Ingv», spiega Tozzi. «Se dovesse avvicinarsi un’eruzione, potremmo avere un preavviso di 72 ore. Ma la domanda è: sapremmo utilizzare quel tempo?».
Secondo Tozzi, mancano esercitazioni adeguate e un’effettiva consapevolezza da parte dei cittadini. «Convincere mezzo milione di persone a scappare lasciando tutto a casa, auto comprese, e recarsi in un punto di raccolta per salire su mezzi pubblici diretti chissà dove non è semplice. Senza una preparazione adeguata, rischiamo di sapere dell’eruzione con anticipo ma di ritrovarci con le strade intasate».
Un rischio che dipende da noi
Tozzi critica anche le richieste di un sisma-bonus per mettere in sicurezza le abitazioni. «Contro i terremoti è utile, ma contro le eruzioni esplosive non serve a nulla. In quel caso, l’unica soluzione è andarsene».
Infine, Tozzi invita a un cambiamento culturale: «Il rischio vulcanico nei Campi Flegrei non dipende solo dal supervulcano, ma soprattutto da noi. Serve una mentalità diversa, amministratori che facciano rispettare le regole e uno Stato che investa seriamente in prevenzione per le regioni a rischio».
La crisi dei Campi Flegrei è un monito: affrontare il rischio significa non solo monitorarlo, ma prepararsi ad affrontarlo, consapevoli che la natura non fa sconti.
Italia
Pordenone: capitale della cultura 2027. Un viaggio tra storia e natura
Ricca di storia, cultura e bellezze naturali, la città è pronta a stupire tutti coloro che avranno il piacere di visitarla.

Non ha fatto in tempo a essere eletta capitale italiana della cultura per il 2027 che Pordenone si è ritrovata al centro dell’interesse dei media. Come è giusto che sia. Situata nella splendida regione del Friuli Venezia Giulia, ha prevalso su Pompei, Brindisi, Alberobello. Ma anche La Spezia e Reggio Calabria. Con il progetto “Città che sorprende“, Pordenone ha conquistato il titolo e un contributo di un milione di euro. Soldi che le serviranno per promuovere e valorizzare il suo territorio. Scopriamo insieme cosa rende questa città così affascinante e quali sono le principali attrazioni da visitare.
Lo spettacolare centro storico di Pordenone
Il cuore pulsante di Pordenone è il suo centro storico, con il corso Vittorio Emanuele II che rappresenta il vero gioiello della città. Questo viale pedonale è fiancheggiato da eleganti palazzi e portici costruiti nel Medioevo e nel Rinascimento. Offre una passeggiata suggestiva tra storia e bellezza architettonica. Tra i luoghi da non perdere il Palazzo Comunale medievale e la Loggia del Municipio, che testimoniano il ricco passato della città. Tappa obbligata per chi visiterà Pordenone è il Duomo di San Marco, uno degli edifici più antichi e rilevanti dal punto di vista storico. Costruito nel XIII secolo in stile gotico e rinascimentale, il Duomo (La Cattedrale) vanta opere d’arte di grande valore artistico all’interno e un campanile che è diventato uno dei simboli della città. Nelle vicinanze si trova anche la Chiesa della Santissima Trinità, riconoscibile per il suo caratteristico porticato esagonale.
Musei e gallerie d’arte dal medioevo all’età moderna
Pordenone offre una ricca offerta culturale anche grazie ai suoi musei e gallerie. Tra i più importanti c’è il Museo Civico d’Arte, ospitato all’interno del Palazzo Ricchieri, dove è possibile ammirare preziose opere d’arte che spaziano dal Medioevo all’età moderna. Gli appassionati d’arte non possono perdere la Galleria d’Arte Moderna Armando Pizzinato, che ospita una vasta collezione di opere contemporanee. Un’altra tappa imperdibile è il Castello di Torre, sede del Museo Archeologico del Friuli Occidentale.
E con che cosa ci sorprenderà?
Per chi ama la natura e gli spazi aperti, Pordenone offre il Parco Galvani, uno dei parchi cittadini più belli della regione, ideale per una passeggiata rilassante immersi nel verde. Un luogo particolarmente pittoresco e perfetto per una foto instagrammabile è il Ponte di Adamo ed Eva, con la sua vista sul fiume. Il titolo di Capitale della Cultura 2027 rappresenta una grande opportunità per Pordenone di valorizzare il suo patrimonio culturale e naturale. Il progetto “Città che sorprende” promette di portare alla ribalta le meraviglie di questa affascinante città friulana, offrendo eventi, mostre e iniziative che coinvolgeranno residenti e visitatori in un’esperienza unica.
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