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Vado in hotel! Quando Carlo Calenda litiga con la moglie Violante va a dormire fuori casa.

Calenda e Violante condividono una relazione che dura da oltre tre decenni, con alti e bassi e non senza momenti turbolenti.

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    Durante l’ultima messa in onda della trasmissione “A casa di Maria Latella” in onda su RaiTre in terza serata si sono spese confessioni e aneddoti di Carlo Calenda e della moglie Violante Guidotti Bentivoglio. La vita di coppia non manca di momenti vivaci si sa. Da episodi di gelosia a litigi in pubblico, come ricorda Violante in un aneddoto che coinvolge un treno e un’amica ficcanaso. E quando le discussioni si fanno troppo intense? Calenda confessa, ridendo, di rifugiarsi in un albergo romano, accolto con comprensione dal concierge.

    Litighiamo tutti i giorni

    A Casa di Maria Latella in sintesi andato in scena un piccolo siparietto della vita privata del leader di Azione e della moglie Violante Guidotti Bentivoglio, manager affermata. Con la presenza degli attori e doppiatori Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, Calenda ha parlato anche della sua impressionante trasformazione fisica, frutto di una ferrea dieta. Il leader politico con autoironia, ha scherzato sulla perdita di 21 chili: “Ho semplicemente smesso di mangiare”. Tra risate e riflessioni, la coppia ha mostrato una rara autenticità, condividendo il lato più umano della loro relazione. Con il loro mix di passione, ironia e fragilità, la coppia ha dimostrato che anche nelle vite più esposte c’è spazio per momenti di genuina normalità.

    Ma la spesa alla fine chi la fa? Calenda?

    Calenda ha parlato anche della sua impressionante trasformazione fisica, frutto di una ferrea dieta. Con autoironia, ha scherzato sulla perdita di 21 chili. “Ho semplicemente smesso di mangiare”. Tra risate e riflessioni, la coppia ha mostrato autenticità, condividendo il lato più umano della loro relazione. La coppia con il loro mix di passione, ironia e fragilità, ha dimostrato che anche nelle vite più esposte c’è spazio per momenti di genuina normalità. “Chi fa la spesa? Io“, dice Violante. “Non è vero la facciamo, tutti e due“, replice Calenda. “Ma che cosa dici? Ma quando mai? Dove? Tu fai la spesa del rabbocco“, lo accusa la manager. “No, non è il rabbocco“, la corregge lui. Violante non molla e replica “Eh sì, la spesa del rabbocco!“. Calenda attacca: “Lei è la persona col braccino più corto che l’universo abbia mai prodotto. Compra nello scaffale del ‘quasi scaduto‘”. A quel punto la manager controbatte: “È in scadenza, è diverso, non è scaduto“.

    E a tradimenti come andiamo?

    Calenda ha ricordato l’ìntervista realizzata durante la trasmissione Un Giorno da Pecora durante la quale aveva dichiarato di avere tradito la sua futura moglie. Una notizia richiamata da molti organi di informazione il giorno dopo. Violante Guidotti Bentivoglio inconsapevole dell’intervista racconta che “…il giorno dopo parto con delle mie amiche per andare a Milano, e in treno una di queste mie amiche mi dice: senti ma poi non mi hai più detto, ma allora…con chi è che ti ha tradito Carlo?”. Lei risponde “In che senso, scusami?” L’amica: “Beh, sì, non l’hai visto a ‘Un giorno da pecora’?”. A quel punto Violante ha sbroccato e ha chiamato Carlo urlando in mezzo al vagone con tutte le sue amiche che le dicevano “abbassa la voce, non si può urlare così!”.

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      Alle 10 del mattino, fresco e brillante Jeff Bezos inizia a fare affari

      Jeff Bezos ha rivelato uno dei segreti dietro il suo successo: dedicare un’ora alla camminata e al “puttering” prima di iniziare a lavorare.

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        Si sa ognuno di noi è attirato dalle persone di successo. Sia quando li stimiamo sia quando li detestiamo. Comunque sia la loro vita è un tema che ci affascina sempre attenti a carpire quali sono le regole per diventare come loro, raggiungere il successo.

        Ogni mattina mi faccio i “puttering” miei

        Prendiamo per esempio Jeff Bezos che in una recente intervista ha rivelato uno dei segreti che ha, secondo lui, contribuito al suo successo. Ogni giorno, prima di iniziare a lavorare, dedica un’ora alla camminata e al “puttering”. Un programma che ha iniziato a seguire nel 2018. Jeff Bezos ogni mattina ha adottato l’abitudine di trascorrere del tempo in relax svolgendo attività leggere come passeggiate o fare giardinaggio. Attività che gli permettono di rilassarsi senza stress. Questo gli consente di iniziare la giornata con mente fresca e corpo riposato. La sua giornata lavorativa, infatti, inizia solo alle 10 del mattino. Mai prima.

        Prima del lavoro serve dedicarsi del tempo

        Il “puttering“, termine inglese che descrive il trascorrere del tempo in maniera tranquilla e senza un obiettivo preciso, è una pratica che combina momenti di relax con attività semplici e a basso impatto, sia fisico che mentale. Bezos sottolinea l’importanza di ritagliarsi del tempo per sé prima dello stress lavorativo. E aggiunge che lui come persona non è sempre così produttivo come si potrebbe pensare guardandolo lavorare dall’esterno. Insomma è un umano come noialtri.

        Lavoro mai prima delle 10 del mattino…la regola di Jeff Bezos

        Nonostante sia stato recentemente superato da Mark Zuckerberg nella classifica degli uomini più ricchi al mondo, Bezos rimane uno degli individui più influenti e potenti nel settore tech, con un patrimonio stimato di 204 miliardi di dollari. Le sue giornate, che iniziano tardi, sono gestite con cura. Le riunioni più importanti vengono fissate prima di pranzo e non vi è nulla di programmato dopo le 17, quando ammette di non riuscire più a concentrarsi. E quindi stacca da tutto per ritornare a svolgere attività meno più amene.

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          Scontro ai vertici di Fenice Srl: il caso Ferragni diventa guerra societaria

          Durante l’assemblea di Fenice Srl, il socio Pasquale Morgese si è opposto all’approvazione del bilancio 2023 e all’aumento di capitale da 6,4 milioni. Calabi replica: «Proteste pretestuose e strumentali». Al centro dello scontro la strategia finanziaria e la gestione della controllata Fenice Retail, con accuse di ingerenze e conflitti d’interesse

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            Chiara Ferragni si ritrova nuovamente al centro di una tempesta, ma questa volta non si tratta di una polemica social, bensì di un vero e proprio scontro societario dentro Fenice Srl, la società da lei controllata. L’assemblea dei soci, tenutasi di recente, ha messo in luce tensioni e dissapori tra l’amministratore unico Claudio Calabi e Pasquale Morgese, socio di minoranza con il 27,5% delle quote detenute attraverso Esuriens Srl e N1 Srl.

            Il pomo della discordia è l’approvazione del bilancio 2023 e l’aumento di capitale da 6,4 milioni di euro, entrambi fortemente osteggiati da Morgese. Dai verbali, visionati da Radiocor, emergono toni accesi e accuse reciproche tra le parti. Claudio Calabi ha difeso la linea della prudenza adottata per garantire la sopravvivenza e la stabilità finanziaria dell’azienda, parlando di bilancio redatto senza alcuna distorsione e con l’obiettivo di traghettare Fenice Srl fino al 2025.

            Tuttavia, Morgese ha risposto alzando i toni e manifestando forti perplessità, soprattutto rispetto alla gestione della controllata Fenice Retail, altra società legata alla galassia Ferragni. Secondo il socio di minoranza, ci sarebbero state sottovalutazioni su alcuni accantonamenti e una strategia aziendale poco chiara.

            Nel verbale, Calabi non ha esitato a rispondere alle accuse, sostenendo che Morgese starebbe portando avanti una “strategia pretestuosa e strumentale”, dettata da interessi che non sarebbero allineati a quelli della società. Inoltre, ha lamentato un atteggiamento troppo invasivo da parte dei soci di minoranza, che avrebbero messo sotto pressione la gestione aziendale con continue richieste e attività di controllo.

            Dietro lo scontro, secondo alcuni osservatori, potrebbe esserci anche la questione delicata della ripatrimonializzazione di Fenice Retail, già alle prese con un momento di difficoltà finanziaria, e un più ampio disallineamento sulle prospettive di crescita e sviluppo della società.

            Per ora l’assemblea si è chiusa senza una tregua apparente. Morgese ha votato contro il bilancio e l’aumento di capitale, confermando l’intenzione di non mollare la presa. Calabi, dal canto suo, ha blindato le sue scelte parlando di «azioni sempre nell’interesse dell’azienda e dei soci», ma lo scontro, ormai pubblico, lascia intendere che la vicenda sia tutt’altro che conclusa.

            Chiara Ferragni, che non compare direttamente nei verbali ma è l’azionista di riferimento della società, osserva la scena da spettatrice (per ora) silenziosa. Ma con uno scontro così aperto tra amministratore e socio di minoranza, il futuro di Fenice Srl appare sempre più teso.

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              Gene Gnocchi: il sogno della Serie A, la satira pungente e un nipotino che gli ha cambiato la vita

              Dalla filosofia del diritto al calcio, passando per la satira politica e il teatro: Gene Gnocchi racconta la sua carriera e il legame speciale con il nipote, il piccolo Eugenio, a cui sogna un futuro da calciatore

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                A quasi settant’anni, Gene Gnocchi non sembra intenzionato a rallentare. Attore, comico e autore, il poliedrico artista parmigiano ha le idee chiare: «Penso di smettere verso gli 85-90 anni, poi si vedrà. Intanto sto scrivendo il nuovo spettacolo che andrà in scena l’anno prossimo», ha raccontato al quotidiano Il Giorno.

                Ma prima di dedicarsi alla comicità, la vita di Gene ha attraversato sentieri ben diversi. Laureato in filosofia del diritto, ha esercitato la professione di avvocato per sei anni. «Mi sono capitate cause inverosimili. Tutte a me», ha ricordato con il suo inconfondibile humour.

                Il sogno della Serie A
                Gene Gnocchi, però, ha sempre avuto un grande sogno nel cassetto: diventare un calciatore professionista. E ci è andato vicino. «Ho giocato anche in Serie D, ero una mezzala di belle speranze. Mi tesserò per il Parma in Serie A un po’ per scherzo, un po’ per davvero. Mi allenavo ogni settimana. Dovevo esordire contro il Milan, ma la squadra era in lotta per la salvezza e quindi non se ne fece nulla».

                La passione per il calcio non si è mai spenta, e nel 2007 Gene ha “rischiato” di esordire con la maglia numero 52 del Parma, il club della sua città e squadra del cuore.

                Satira e battute pungenti
                Accanto al calcio, Gene non ha mai perso occasione di fare satira, anche politica. Donald Trump? «Sui capelli è un talento. Non si capisce dove cominciano e dove finiscono, sembra uno zampirone anti-zanzare». Elly Schlein? «Ha sdoganato il mestiere di armocromista, tanto che ora c’è persino un albo professionale».

                Non mancano progetti ambiziosi. «Voglio aprire una scuola per opinionisti: la chiamerò “Martiri di Daniele Capezzone”. Insegnerà a togliere la parola agli altri durante i dibattiti», ha scherzato.

                Il lato tenero di Gene
                Dietro l’ironia di Gene Gnocchi si nasconde però un nonno affettuoso. Parlando del nipotino Eugenio, non riesce a trattenere l’emozione: «Mi ha cambiato la vita. Mi fa pensare che, vista l’età, sono quasi anziano. Dopo la sua nascita volevano già regalarmi un montascale».

                Con il piccolo Eugenio, Gene sogna di condividere la sua passione per il calcio: «Vorrei che diventasse un calciatore di Serie A. Gli ho già regalato un paio di Adidas Copa Mundial e non vedo l’ora di portarlo sul campo ad allenarsi con me».

                Tra un nuovo spettacolo, battute al vetriolo e i pomeriggi con il nipote, Gene Gnocchi sembra aver trovato la ricetta perfetta per affrontare con leggerezza e sorriso la bellezza della vita, a qualsiasi età.

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